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  • Il Boulevardier: origini, ricetta e interpretazioni nel cinema

    Il Boulevardier: origini, ricetta e interpretazioni nel cinema

    Il Boulevardier è un cocktail che ha conquistato il palato di molti, spesso paragonato al famoso Negroni per la sua ricetta simile. Tuttavia, nonostante queste affinità, i due drink possiedono storie e modalità di preparazione distinte. Questo classico della miscelazione, nato circa un secolo fa, ha conosciuto una rinascita nel nuovo millennio, diventando uno dei cocktail più amati a livello globale.

    Origini e significato del nome

    La storia del Boulevardier è una delle poche nel mondo della mixology che può essere ricostruita con una certa precisione, grazie a documenti storici. Il bartender Harry MacElhone è riconosciuto come uno dei principali artefici della sua diffusione, avendo menzionato il cocktail nel suo libro “Barflies and cocktails” pubblicato nel 1927. La paternità del Boulevardier è attribuita a Erskine Gwynne Guin, un autore statunitense e nipote del magnate delle ferrovie Alfred Vanderbilt, che si trasferì a Parigi durante il Proibizionismo. Qui, oltre a frequentare l’Harry’s New York Bar, Gwynne editava una rivista di moda e lifestyle chiamata “The Boulevardier”, un termine che in Francia, durante la Belle Époque, identificava un uomo di mondo, non un barbone ma una persona benestante e di classe.

    Nonostante la citazione di MacElhone, il Boulevardier cadde in oblio per molti decenni, non apparendo in importanti ricettari pubblicati nel corso del Novecento. Un cocktail con lo stesso nome fu menzionato nel 1929 nel libro “Cocktails de Paris” di Georges Gabriel Thenon, ma si trattava di una ricetta completamente diversa. Fu solo all’inizio del nuovo millennio, durante la rinascita dei cocktail classici, che il Boulevardier tornò alla ribalta grazie all’impegno di bartender di fama, tra cui Toby Cecchini, riscuotendo un notevole successo, specialmente in Italia, dove è spesso visto come una variante del Negroni.

    Ricetta ufficiale del Boulevardier

    Il riconoscimento del Boulevardier da parte dell’International Bartenders Association (IBA) è avvenuto nel 2020, quando è stato inserito nella lista ufficiale dei cocktail. La preparazione di questo drink richiede una tecnica precisa:

    Tecnica: Stir and Strain
    Bicchiere: coppetta a cocktail ghiacciata (o tumbler basso con ghiaccio)
    Ingredienti:

    • 45 ml di bourbon o rye whiskey
    • 30 ml di bitter Campari
    • 30 ml di vermouth rosso

    Garnish: twist di arancia

    La combinazione di questi ingredienti dà vita a un cocktail dal sapore ricco e complesso, perfetto per ogni occasione.

    Varianti del Boulevardier

    Il Boulevardier ha dato origine a diverse varianti, tra cui l’Old Pal, che non è un semplice twist del cocktail originale, ma presenta una ricetta simile. Inserito nel 1922 nel libro “ABC of Mixing Cocktails” da Harry MacElhone, l’Old Pal è stato ispirato dal giornalista sportivo William “Sparrow” Robertson, un habitué dell’Harry’s Bar. Questa versione utilizza vermouth dry al posto di quello dolce, risultando più secca. Sebbene abbia avuto una certa diffusione, è stata presente nella lista IBA solo dalla sua prima edizione nel 1961 fino al 1986.

    Un’altra variante interessante è il Breakfast Boulevardier, particolarmente apprezzato negli Stati Uniti. Questo cocktail prevede l’infusione di cereali Froot Loops nel bitter Campari, dando un tocco dolce e fruttato. Per chi ama sperimentare, l’IBA suggerisce di sostituire il whiskey con shochu, baijiu o jenever e di provare diverse varietà di bitter e vermouth, rendendo il cocktail ancora più versatile.

    Il Boulevardier nel cinema

    Sebbene non sia esattamente un Boulevardier, un cocktail simile appare nel film “Ricomincio da capo”, una commedia del 1993 in cui la co-protagonista, interpretata da Andie MacDowell, consuma incessantemente vermouth rosso on the rocks con una fetta di limone. Il protagonista, Phil, interpretato da Bill Murray, aggiunge bourbon Jim Beam a questa miscela. La pellicola è diventata un cult e nel 2004 è stato realizzato un remake italiano intitolato “È già ieri” con Antonio Albanese. Questo drink è stato soprannominato “Groundhog Day” (il titolo originale del film) da molti americani, rappresentando una sorta di twist del Boulevardier, ma senza il bitter.

    La storia del Boulevardier continua a evolversi, rimanendo un simbolo della mixology classica e un drink amato in tutto il mondo.

    Il Boulevardier è un cocktail affascinante spesso paragonato al Negroni per la sua ricetta simile, ma con una storia e modalità di preparazione distinte. Nato circa un secolo fa, è stato reso popolare dal bartender Harry MacElhone nel suo libro del 1927, attribuendone il merito all’autore Erskine Gwynne Guin. Il nome “Boulevardier” si riferisce a un uomo di classe nella Parigi della Belle Époque. Dopo un periodo di oblio, il cocktail ha riacquistato notorietà nel nuovo millennio grazie a mixologist di fama, diventando molto amato, specialmente in Italia. La ricetta ufficiale richiede bourbon o rye whiskey, bitter Campari e vermouth rosso, guarnito con un twist d’arancia. Varietà come l’Old Pal e il Breakfast Boulevardier mostrano la versatilità del drink. Comparendo anche nel cinema, il Boulevardier continua a evolversi, rimanendo un simbolo della mixology classica.

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  • A Golosaria si presenta la squadra del gusto: Piemonte e Eccellenza Piemonte

    A Golosaria si presenta la squadra del gusto: Piemonte e Eccellenza Piemonte

    Barolo, mele antiche, carne di Fassona e Giandujotti, Nocciola IGP ed Erbaluce: una selezione di eccellenze dell’agroalimentare piemontese e nazionale si riunisce per la prima volta in occasione di Golosaria, che si svolgerà presso la Fiera Milano Rho dal 1 al 3 novembre 2025. Questo evento, curato da Paolo Massobrio, celebra il meglio dell’enogastronomia italiana e mette in risalto la qualità delle piccole produzioni artigianali. Il Piemonte, con i suoi 94 prodotti a Denominazione di origine e paesaggi riconosciuti come patrimonio Unesco, si presenta con una propria area espositiva (Padiglione 1, stand 89) sotto il marchio “Piemonte is – Eccellenza Piemonte”, creato dall’Assessorato al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo e Sport, per promuovere la “piemontesità” sul mercato globale.

    Un marchio che rappresenta l’identità

    Paolo Bongioanni, Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport, Parchi, Caccia e Pesca del Piemonte, ha sottolineato l’importanza del brand, definendolo non solo uno slogan, ma una vera e propria dichiarazione d’identità. “Il Piemonte è qualcosa di unico, molto più di una semplice somma di prodotti o attrazioni. Vogliamo sfatare il mito che gli italiani non sappiano lavorare in squadra, creando un ecosistema virtuoso che favorisca le sinergie tra imprese, enti e territori”, ha affermato Bongioanni. La Regione Piemonte coordina la partecipazione congiunta in fiera dell’Enoteca Regionale di Ovada, dell’Enoteca dei Vini della Provincia di Torino e della Strada Reale dei Vini Torinesi, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nelle eccellenze enogastronomiche e culturali del territorio.

    Il ruolo dell’Alta Langa

    Tra le principali attrazioni della fiera, l’Alta Langa Docg si distingue come “Vino dell’Anno” per la Regione Piemonte, fungendo da ambasciatore del gusto piemontese per tutto il 2025. Questo spumante di alta qualità, che rappresenta il metodo classico più antico d’Italia, è frutto di un percorso di qualità che incarna lo spirito del Piemonte. Ogni giorno, verrà abbinato alla Nocciola Piemonte IGP, creando un connubio perfetto di sapori che riflette l’identità gastronomica della regione.

    Il programma delle degustazioni a Golosaria

    Il programma della fiera include degustazioni ad accesso libero, disponibili fino a esaurimento posti presso lo stand “Piemonte is – Eccellenza Piemonte”.

    1 novembre 2025

    • Ore 13.00-13.30: Erbaluce di Caluso Docg con Salame di Suino Nero piemontese
    • Ore 14.30-15.00: Gattinara Docg con Toma della Val Sesia
    • Ore 16.00-16.30: Brachetto Docg con biscotti Krumiri di Casale Monferrato
    • Ore 17.30-18.00: Grignolino Doc con Prosciutto cotto delle Valli Tortonesi e Salame Piemonte IGP
    • Ore 19.00-19.30: Freisa Doc con Pane del Re e Salamini italiani alla cacciatora Dop
    • Ore 20.00: Brindisi istituzionale con Alta Langa Docg e Nocciola Piemonte IGP

    2 novembre 2025

    • Ore 11.00-11.30: Malvasia del Pinerolese Doc con Biscotti di Meliga
    • Ore 12.30-13.00: Gavi Docg con Torta di Riso
    • Ore 14.00-14.30: Ovada Docg con Fassushi, carne di Fassona Piemontese
    • Ore 15.30-16.00: Arneis Docg con Mele antiche e Roccaverano Dop
    • Ore 17.00-17.30: Timorasso Doc con Montebore
    • Ore 18.00-18.30: Erbaluce di Caluso Doc spumante con Giandujotto
    • Ore 20.00: Brindisi istituzionale con Alta Langa Docg e Nocciola Piemonte IGP

    3 novembre 2025

    • Ore 11.00-11.30: Valli di montagna – un viaggio tra vigne storiche, autoctoni e vino del ghiaccio con Plaisentif e marmellata di fichi
    • Ore 14.00-14.30: Barolo Docg con Crudo di Cuneo Dop
    • Ore 15.30-16.00: Degustazione Olio EVO dell’Associazione Produttori Olio Monferrato del Piemonte
    • Ore 16.30: Brindisi istituzionale con Alta Langa Docg e Nocciola Piemonte IGP

    I protagonisti nello stand piemontese

    L’Enoteca Regionale di Ovada si distingue per la valorizzazione del Dolcetto di Ovada e delle produzioni vitivinicole locali. L’Enoteca dei Vini della Provincia di Torino promuove le denominazioni vinicole della provincia attraverso attività di divulgazione e degustazione. Infine, la Strada Reale dei Vini Torinesi offre un itinerario di 600 chilometri che collega vigne storiche, residenze sabaude, piccoli produttori e luoghi di cultura, valorizzando l’autenticità del territorio.

    Il valore economico del food e wine piemontese

    Il Piemonte, con le sue 14 Dop e 9 Igp, 19 vini Docg e 41 Doc, si posiziona tra le regioni italiane con il maggior numero di prodotti a denominazione d’origine. A questi si aggiungono 344 Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) e 600 Prodotti tipici di montagna. Il settore food & beverage rappresenta un elemento cruciale per l’economia regionale, con la “DOP economy” che vale oltre 1,6 miliardi di euro. Nel 2024, l’export di prodotti agroalimentari ha raggiunto 8,6 miliardi di euro, posizionando il Piemonte al quarto posto tra le regioni italiane per valore delle esportazioni. Negli ultimi cinque anni, il settore ha visto un incremento del valore pari a una volta e mezzo, mentre negli ultimi dieci anni il dato è raddoppiato.

    Il turismo in Piemonte

    Il Piemonte si conferma una meta ambita, attirando un viaggiatore consapevole e con buona capacità di spesa. Il 2024 ha segnato un record di oltre 6,28 milioni di arrivi e 16,89 milioni di presenze, con una crescita costante che prosegue anche nel 2025. I dati del primo trimestre mostrano un incremento del 2,2% negli arrivi e del 5,3% nelle presenze. La spesa media per visitatore è elevata, specialmente nelle aree collinari e montane, riflettendo un turismo di fascia alta. Il 53% dei visitatori proviene dall’estero, con un aumento significativo di turisti da Stati Uniti e Cina.

    Il turismo enogastronomico in Italia

    La passione per la buona tavola continua a spingere i viaggiatori a esplorare nuove destinazioni. Secondo il Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano 2024, il fenomeno ha registrato una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. L’interesse per il vino e le degustazioni, unito a un’offerta di esperienze più complesse, ha un impatto significativo sull’economia italiana, stimato in 40,1 miliardi di euro nel 2023.

    Golosaria, set for November 1-3, 2025, at Fiera Milano Rho, showcases the best of Piemonte’s and Italy’s agro-food excellence. Curated by Paolo Massobrio, the event highlights artisanal products, featuring 94 origin-designated items from Piemonte, under the banner “Piemonte is – Eccellenza Piemonte.” This initiative, led by Paolo Bongioanni, emphasizes the unique identity of the region and fosters collaboration among local businesses and institutions. Key attractions include Alta Langa Docg, named “Wine of the Year” for 2025, paired with Nocciola Piemonte IGP in tastings throughout the event. With over 600 traditional local products, the Piemonte food and wine sector is vital, generating significant economic value and increased tourism, with over 6 million arrivals in 2024 alone. The region’s enogastronomic tourism continues to draw visitors, reflecting a growing interest in regional culinary experiences, contributing to an estimated economic impact of 40.1 billion euros in 2023.

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  • Bevande: il settore registra un incremento del 39% rispetto al periodo pre-Covid

    Bevande: il settore registra un incremento del 39% rispetto al periodo pre-Covid

    Il settore delle bevande in Italia ha mostrato un notevole incremento, con una crescita del 39% rispetto al periodo pre-pandemia, precisamente dal 2019 al 2024. Nei primi sei mesi del 2025, il valore del comparto ha raggiunto i 2,3 miliardi di euro. Questi dati sono stati resi noti da Beer&Food Attraction, in occasione dell’undicesima edizione dell’evento, organizzato da Italian Exhibition Group, che si terrà alla Fiera di Rimini dal 15 al 17 febbraio 2026.

    Analisi degli acquisti di bevande

    Analizzando i dati forniti, si nota che gli atti di acquisto complessivi di bevande rimangono stabili a 2,2 miliardi, cifra equivalente a quella del 2019. Tuttavia, il segmento che registra una crescita significativa è quello dei cocktail alcolici, liquori e superalcolici. L’analisi di Crest di Circana evidenzia che, confrontando gli attuali atti di acquisto con quelli pre-Covid, i soft drink privi di anidride carbonica hanno visto un incremento del 24%.

    Crescita dei cocktail e liquori

    In particolare, i cocktail alcolici hanno mostrato un aumento del 32%, passando da 69 milioni a 91 milioni di atti di acquisto. Anche i liquori e i superalcolici hanno registrato una crescita, salendo da 58 milioni nel 2019 a 76 milioni nell’agosto scorso, con un incremento del 30%. Questo trend di crescita continua a rafforzarsi, con un aumento del 23% rispetto al 2024.

    Preferenze dei consumatori e tendenze di mercato

    L’andamento positivo del settore delle bevande non solo riflette una ripresa post-pandemia, ma indica anche un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, che si orientano sempre più verso prodotti innovativi e di qualità. Con eventi come Beer&Food Attraction, il mercato è pronto a rispondere a queste nuove richieste, offrendo un palcoscenico per le ultime tendenze e innovazioni nel settore.

    Il settore delle bevande in Italia ha registrato un notevole incremento, crescendo del 39% dal 2019 al 2024, con un valore di 2,3 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2025. Questi dati sono stati presentati durante l’undicesima edizione di Beer&Food Attraction, che si svolgerà a Rimini nel febbraio 2026. Nonostante il valore totale degli acquisti rimanga stabile a 2,2 miliardi, il segmento dei cocktail alcolici e dei liquori ha mostrato una crescita significativa. In particolare, gli acquisti di cocktail sono aumentati del 32%, da 69 a 91 milioni, mentre liquori e superalcolici sono saliti da 58 a 76 milioni, con un incremento del 30%. Questo trend evidenzia un cambiamento nelle preferenze dei consumatori verso prodotti innovativi e di qualità, e mostra come il mercato sia pronto a rispondere a tali richieste attraverso eventi dedicati.

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  • La birra ha creato un valore economico di 92 miliardi in dieci anni

    La birra ha creato un valore economico di 92 miliardi in dieci anni

    Negli ultimi dieci anni, il settore della birra ha contribuito in modo significativo all’economia italiana, generando un valore di 92 miliardi di euro e creando 24mila nuovi posti di lavoro. Questi dati emergono dall’ultimo studio condotto dall’Osservatorio Birra, in collaborazione con Althesys Strategic Consultants, presentato il 15 gennaio 2025 presso il Senato di Roma in occasione del decimo anniversario della Fondazione Birra Moretti.

    Un settore in crescita nonostante le sfide

    Nonostante le difficoltà globali affrontate nell’ultimo decennio, il settore brassicolo ha dimostrato una notevole resilienza. Sebbene il mercato sia ciclico nel breve termine, ha mantenuto una stabilità e una capacità di generare valore nel lungo periodo. Tra il 2015 e il 2024, il valore condiviso creato dalla filiera della birra è aumentato da 7,8 miliardi di euro a 10,4 miliardi di euro annui, segnando un incremento del 33%. Questo trend positivo è visibile anche in altre metriche: la produzione è aumentata del 20,5%, i consumi del 13,6% e l’export ha visto un incremento del 31%. Questi risultati posizionano la birra come uno dei settori più dinamici nell’ambito dell’agroalimentare italiano.

    Occupazione e retribuzioni in aumento

    Il settore della birra si rivela anche un importante motore per l’occupazione. Tra il 2015 e il 2024, sono stati creati oltre 24mila posti di lavoro, portando il numero totale di occupati nella filiera da circa 88mila a 112mila, con un aumento del 27,5%. Attualmente, ogni lavoratore nel settore della produzione di birra contribuisce a generare 31 posti di lavoro lungo l’intera filiera, evidenziando l’impatto significativo di questo settore sull’occupazione nazionale, che rappresenta lo 0,42% dell’occupazione complessiva.

    In aggiunta, si registrano miglioramenti anche sul fronte delle retribuzioni. I salari lordi nella filiera della birra sono passati da meno di 2 miliardi di euro nel 2015 a 3,2 miliardi di euro nel 2024, raggiungendo l’1,8% del totale dell’industria manifatturiera. Questo aumento riflette non solo la crescita del settore ma anche la sua capacità di attrarre e mantenere talenti.

    Il ruolo sociale della birra in Italia

    Alfredo Pratolongo, presidente della Fondazione Birra Moretti, ha sottolineato l’importanza della birra nella cultura italiana, affermando: “Oggi in Italia la birra non è solo una bevanda, ma un simbolo di socialità e convivialità.” Durante il decennio, la Fondazione ha lavorato per diffondere la conoscenza riguardo alla birra, promuovendo un consumo consapevole e responsabile, e mettendo in evidenza la ricchezza economica generata dal settore per il Paese. La birra, quindi, non è solo un prodotto, ma un elemento che unisce le persone e contribuisce al tessuto sociale e culturale dell’Italia.

    Negli ultimi dieci anni, il settore della birra in Italia ha avuto un impatto notevole sull’economia, generando un valore di 92 miliardi di euro e creando 24.000 nuovi posti di lavoro. Un recente studio dell’Osservatorio Birra ha evidenziato che, nonostante le sfide globali, il mercato ha dimostrato resilienza, con un incremento del valore condiviso dalla filiera, cresciuto da 7,8 miliardi a 10,4 miliardi di euro annui. Produzione, consumi ed export sono aumentati rispettivamente del 20,5%, 13,6% e 31%. Anche l’occupazione è cresciuta, con il numero totale di lavoratori che è passato da 88.000 a 112.000. I salari lordi sono aumentati da meno di 2 miliardi a 3,2 miliardi di euro. Alfredo Pratolongo della Fondazione Birra Moretti ha sottolineato il ruolo sociale della birra, descrivendola come un simbolo di convivialità che arricchisce la cultura italiana.

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  • Il miele come simbolo di riscatto sociale alle Olimpiadi della Cucina 2025

    Il miele come simbolo di riscatto sociale alle Olimpiadi della Cucina 2025

    Il miele di Giò, protagonista delle Olimpiadi della Cucina 2025, si distingue per la sua storia di dipendenza e emancipazione. Questo evento internazionale si svolgerà ad Arezzo, presso la Cittadella del Gusto dell’Associazione Italiana Cuochi, dal 1 al 4 novembre. La Nazionale italiana, guidata dallo chef molisano Nicola Vizzarri, ha inserito nel proprio menù ben tre portate su quattro che prevedono l’uso del miele di coriandolo molisano. Questo prodotto locale non è solo un ingrediente, ma rappresenta anche il percorso di ricostruzione personale di Gerry, al secolo Gerardo di Peso, titolare dell’azienda apistica Il Miele di Giò. Quest’azienda è associata a Miele in Cooperativa, una rete che comprende oltre 10mila apicoltori distribuiti in 34 associazioni, per un totale di circa 500mila alveari in 12 regioni italiane.

    La storia di Gerry

    La storia di Gerry ha inizio a Bergamo e si arricchisce di significato grazie al suo lavoro presso il canile della Comunità di San Patrignano. Da qui, la sua vita prende una svolta significativa a Termoli, dove incontra la donna che diventerà sua moglie e madre della figlia Giorgia, da cui prende il nome Il Miele di Giò. Inoltre, la sua dedizione al mondo delle api e all’apicoltura ha rappresentato una rinascita, restituendo dignità e prospettive a un uomo che ha affrontato momenti difficili.

    Riconoscimenti e filosofia

    Riccardo Terriaca, segretario generale di Miele in Cooperativa e presidente di Confcooperative Molise, esprime soddisfazione per il riconoscimento del miele italiano nelle cucine di alto livello. “Finalmente anche le cucine più prestigiose iniziano a considerare il nostro miele come un ingrediente interessante e versatile”, afferma. Terriaca sottolinea come la filosofia dello chef Vizzarri si allinei perfettamente con la mission della loro associazione, che mira a mantenere un forte legame con il territorio e con i produttori che lo animano.

    Proposta culinaria e sostenibilità

    La proposta culinaria dello chef non è solo un omaggio agli ingredienti locali, ma rappresenta anche un modello di apicoltura etica e sostenibile, capace di raccontare l’autenticità del territorio attraverso i piatti che verranno presentati durante la competizione.

    Il Miele di Giò sarà protagonista alle Olimpiadi della Cucina 2025 ad Arezzo, dal 1 al 4 novembre. La Nazionale italiana, guidata dallo chef Nicola Vizzarri, utilizzerà il miele di coriandolo molisano in tre delle quattro portate del proprio menù. Questo miele è più di un ingrediente: rappresenta la rinascita di Gerry, titolare dell’azienda Il Miele di Giò, e il suo percorso di emancipazione personale. L’azienda è parte di Miele in Cooperativa, una rete con oltre 10.000 apicoltori e 500.000 alveari in Italia. Gerry ha trovato nuova vita dedicandosi all’apicoltura, mentre Riccardo Terriaca sottolinea l’importanza del miele italiano in cucina. La filosofia culinaria di Vizzarri promuove non solo gli ingredienti locali, ma anche un modello di apicoltura sostenibile, evidenziando l’autenticità del territorio attraverso la gastronomia presentata durante l’evento.

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  • A La Morra inaugura il museo del Barolo in onore di Renato Ratti

    A La Morra inaugura il museo del Barolo in onore di Renato Ratti

    È stato recentemente inaugurato, il 15 gennaio 2025, a La Morra, in provincia di Cuneo, il Museo Renato Ratti del Barolo e dei Vini d’Alba. Questo spazio espositivo è dedicato alla figura di Renato Ratti, un importante produttore vinicolo e fondatore delle Cantine Ratti. Il museo ha origini storiche, essendo stato creato nel 1970 all’interno delle cantine del monastero dell’Annunziata, per volontà dello stesso Ratti. È stato il primo museo delle Langhe focalizzato sulla storia dei vini locali.

    Un percorso museale rinnovato

    Il nuovo allestimento del museo, concepito da Pietro Ratti, figlio di Renato e attuale proprietario della cantina, mette in risalto l’eredità di uno dei pionieri del vino di Langa. Al piano terra, i visitatori possono esplorare la vita di Renato Ratti e il territorio di La Morra attraverso pannelli informativi disponibili sia in italiano che in inglese. Nelle cantine, la prima parte del percorso presenta una selezione di oggetti provenienti dal museo etnografico originariamente allestito nel 1970. Tra questi, si trovano la stanza dei torchi e vari elementi storici, come le carrà, la brenta, le botti ricavate da tronchi d’albero e diverse bottiglie.

    Innovazione e tradizione

    Il museo non si limita a presentare la tradizione vinicola, ma integra anche tecnologie moderne per rendere l’esperienza più coinvolgente. La narrazione tradizionale lascia spazio a forme di comunicazione più immediate, come installazioni multimediali che arricchiscono la visita e rendono accessibili informazioni storiche e culturali sul vino e sul territorio.

    Visite e accessibilità

    Il Museo Renato Ratti è aperto al pubblico senza alcun costo d’ingresso. Le visite si svolgono ogni sabato e domenica, dalle 10:00 alle 17:00, mentre durante la settimana è possibile visitarlo su prenotazione. Questo approccio mira a garantire un’esperienza personalizzata e approfondita per tutti gli appassionati di vino e cultura locale, rendendo il museo un’importante risorsa per la comunità e per i turisti che desiderano conoscere meglio la tradizione vinicola delle Langhe.

    Il 15 gennaio 2025 è stato inaugurato a La Morra, in provincia di Cuneo, il Museo Renato Ratti del Barolo e dei Vini d’Alba, dedicato al noto produttore vinicolo Renato Ratti. Fondato nel 1970 nel monastero dell’Annunziata, il museo è stato il primo delle Langhe a focalizzarsi sulla storia dei vini locali. Il nuovo allestimento, progettato da Pietro Ratti, valorizza l’eredità del fondatore e include pannelli informativi in italiano e inglese sulla sua vita e il territorio. Tra gli oggetti esposti si trovano attrezzature storiche e una selezione dal museo etnografico originario. Innovazioni tecnologiche, come installazioni multimediali, rendono la visita più interattiva. Il museo è accessibile gratuitamente al pubblico il sabato e la domenica, e su prenotazione durante la settimana, offrendo un’esperienza personale ai visitatori interessati alla tradizione vinicola delle Langhe.

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  • Salvitti (Fdi) annuncia l’impegno per una nuova normativa sulla birra

    Salvitti (Fdi) annuncia l’impegno per una nuova normativa sulla birra

    Il settore della birra riveste un ruolo cruciale nell’economia italiana, come evidenziato dal senatore di Fratelli d’Italia, Giorgio Salvitti, durante un convegno organizzato dalla Fondazione Birra Moretti. Secondo Salvitti, nei dieci anni precedenti, l’industria della birra ha generato ben 92 miliardi di euro di ricchezza. Ogni lavoratore del settore non solo contribuisce alla produzione, ma genera anche 31 posti di lavoro in altre aree collegate, dimostrando così l’importanza di questa filiera. Il senatore ha sottolineato che ogni euro speso per la birra produce un ritorno di 7,6 euro lungo l’intera catena distributiva.

    La birra e il suo posizionamento nel mercato

    Salvitti ha proseguito affermando che la birra non dovrebbe essere vista in contrapposizione al vino, ma piuttosto come un prodotto che merita un proprio posizionamento nel mercato. La bevanda, infatti, può essere valorizzata attraverso abbinamenti specifici con il cibo, grazie a professionisti dedicati all’interno dei ristoranti. La crescente attenzione del Governo Meloni verso questo settore, così come per l’intero comparto primario, è evidente, con un aumento del 70% delle aree dedicate alla coltivazione del luppolo.

    Innovazione e legislazione nel settore brassicolo

    Il senatore ha anche menzionato il raddoppio dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e i finanziamenti per l’innovazione, promossi dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Queste misure sono state fondamentali per fornire risposte concrete alla filiera brassicola. Tuttavia, Salvitti ha evidenziato che la legislazione attuale è obsoleta, come dimostrano gli emendamenti che continuano a essere presentati in Parlamento per modernizzare il settore. Insieme al presidente della IX Commissione, De Carlo, il senatore sta lavorando a un nuovo strumento normativo che possa preparare il settore a rispondere alle sfide future, sia dal punto di vista del gusto che della cultura.

    Potenziale di crescita e innovazione

    Il convegno ha messo in luce non solo l’importanza economica della birra, ma anche il potenziale di crescita e innovazione che il settore può esprimere, con l’obiettivo di rafforzare la sua posizione nel panorama gastronomico italiano.

    Il settore della birra è fondamentale per l’economia italiana, con 92 miliardi di euro generati negli ultimi dieci anni, come ha sottolineato il senatore Giorgio Salvitti durante un convegno della Fondazione Birra Moretti. Ogni lavoratore della birra crea 31 posti di lavoro in settori connessi, dimostrando la sua vitalità. Salvitti ha affermato che la birra merita un posizionamento unico sul mercato e può essere valorizzata attraverso abbinamenti culinari. Il governo Meloni ha ampliato il settore, aumentando le aree di coltivazione del luppolo del 70%. Inoltre, i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati raddoppiati per promuovere l’innovazione. Tuttavia, Salvitti ha denunciato la legislazione obsoleta e sta lavorando su una nuova normativa per affrontare le future sfide del settore. L’incontro ha evidenziato non solo l’importanza economica, ma anche il potenziale di crescita e innovazione della birra nel panorama gastronomico italiano.

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  • A Perugia, la città del cioccolato, un percorso tra storia e sapori

    A Perugia, la città del cioccolato, un percorso tra storia e sapori

    A Perugia ha aperto ufficialmente i battenti la Città del Cioccolato, un museo esperienziale che si estende su una superficie di circa 2.800 metri quadrati, diventando così il più grande al mondo dedicato al cacao e al cioccolato. Questo spazio innovativo ha accolto i visitatori per la prima volta il 1° marzo 2025, in un open day esclusivo per i residenti, registrando il tutto esaurito con 1.000 partecipanti.

    La città del cioccolato e il suo significato

    La Città del Cioccolato è frutto del recupero dell’ex mercato coperto, di proprietà del Comune di Perugia, che è stato ristrutturato nel 2016. L’investimento per la realizzazione del progetto ha raggiunto la cifra di circa 6 milioni di euro, dimostrando l’importanza attribuita alla valorizzazione del patrimonio culturale e gastronomico della regione.

    Un percorso immersivo nel mondo del cacao

    Il museo offre un’esperienza didattica e sensoriale unica, capace di coinvolgere tutti e cinque i sensi. I visitatori possono intraprendere un viaggio che inizia dalla geografia dei Paesi produttori di cacao e si estende attraverso la storia di questo prezioso alimento, risalente a 5.300 anni fa. La Città del Cioccolato esplora anche la biodiversità legata al cacao e affronta tematiche fondamentali come la sostenibilità dell’intera filiera produttiva.

    Eugenio Guarducci, fondatore e presidente di Eurochocolate, è l’ideatore di questo ambizioso progetto, che si propone di promuovere non solo il cioccolato, ma anche il turismo enogastronomico della città di Perugia. Vasco Gargaglia, presidente di Destinazione Cioccolato, ha sottolineato l’importanza storica di Perugia nel panorama cioccolatiero, menzionando la nascita del primo laboratorio della Perugina nel 1907. Gargaglia ha evidenziato come il progetto rappresenti un sogno che si sta trasformando in realtà, grazie a un impegno costante di comunicazione e promozione nel corso degli ultimi trent’anni.

    Progetti futuri e collaborazioni

    La Città del Cioccolato non si limita a essere un museo, ma intende anche stimolare il turismo enogastronomico e museale nella regione. Un’importante iniziativa collegata è il recupero del primo laboratorio Perugina, situato in via Alessi, che sarà inaugurato l’11 novembre 2025, grazie alla collaborazione con Luisa Spagnoli spa. Accanto al laboratorio, in via Angusta, sorgerà il Lab, Luisa Annibale base, un hub esperienziale che offrirà un ricco calendario di eventi e approfondimenti sul tema del cacao e del cioccolato, arricchendo ulteriormente l’offerta culturale e turistica di Perugia.

    La Città del Cioccolato ha aperto ufficialmente a Perugia, diventando il museo di cacao e cioccolato più grande al mondo, con un’area di 2.800 metri quadrati. Inaugurato il 1° marzo 2025, ha attratto 1.000 visitatori all’open day. Il museo è il risultato del recupero dell’ex mercato coperto, completato nel 2016 con un investimento di 6 milioni di euro, evidenziando l’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale e gastronomico della zona. Offre un’esperienza sensoriale unica, esplorando la storia del cacao e la sua sostenibilità. Fondato da Eugenio Guarducci di Eurochocolate, il progetto mira a promuovere non solo il cioccolato, ma anche il turismo enogastronomico di Perugia. In futuro, verrà recuperato il primo laboratorio Perugina, inaugurato nel novembre 2025, arricchendo l’offerta culturale della città con eventi e approfondimenti sul cioccolato.

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  • Assalzoo: la filiera zootecnica italiana affronta gravi rischi di approvvigionamento

    Assalzoo: la filiera zootecnica italiana affronta gravi rischi di approvvigionamento

    L’applicazione del regolamento dell’Unione Europea sulla deforestazione sta suscitando preoccupazioni significative nel settore della soia, un ingrediente fondamentale per l’industria mangimistica e la zootecnia italiana. Massimo Zanin, presidente di Assalzoo, l’Associazione Nazionale Produttori di Alimenti Zootecnici, ha lanciato un allerta riguardo alla recente proposta della Commissione Europea di semplificare il regolamento, avvertendo che questa potrebbe “paralizzare” il mercato della soia.

    Richiesta di rinvio dell’applicazione

    Zanin ha chiesto un rinvio di almeno un anno, fino al 31 dicembre 2026, per l’applicazione del regolamento, estendendo la richiesta a tutti gli operatori, indipendentemente dalla loro dimensione. In accordo con la Federazione Europea dei Produttori di Mangimi (Fefac), ha sottolineato l’importanza di creare una cabina di regia sia a livello nazionale che europeo. Questo organismo dovrebbe garantire un riesame completo del regolamento, assicurando che venga applicato in modo efficace e proporzionato, in linea con gli obiettivi ambientali. Zanin ha evidenziato la necessità di procedure attuabili e strumenti operativi realistici, affinché le politiche di sostenibilità non si traducano in un blocco della produzione.

    Confusione nel settore

    Il presidente di Assalzoo ha espresso il suo sostegno agli obiettivi della normativa, ma ha messo in evidenza che la decisione di avviare l’applicazione del regolamento dal 31 dicembre prossimo sta generando confusione nel settore. Il regolamento europeo Eudr (European Union Deforestation Regulation) vieta l’immissione sul mercato di prodotti agricoli legati alla deforestazione e introduce nuovi obblighi di tracciabilità, che si basano su sistemi di geolocalizzazione e dichiarazioni di conformità.

    Impatto sull’industria della soia

    L’Italia, che importa oltre l’85% della propria soia, utilizza questa materia prima per produrre mangimi destinati agli allevamenti di bovini, suini e pollame. L’instabilità delle forniture, anche in assenza di un blocco totale, potrebbe comportare gravi aumenti dei costi, con ripercussioni su tutta la filiera e sui consumatori. Già ora, le quotazioni della soia nei mercati italiani di Milano e Bologna mostrano un incremento stimato tra il 15% e il 20%. Secondo le proiezioni di Fefac, l’attuale impostazione del regolamento Eudr potrebbe generare costi superiori a 1,5 miliardi di euro per il settore mangimistico europeo e circa 200 milioni per quello italiano.

    L’applicazione del regolamento dell’Unione Europea sulla deforestazione preoccupa il settore della soia, cruciale per l’industria mangimistica italiana. Massimo Zanin, presidente di Assalzoo, avverte che la proposta di semplificazione del regolamento potrebbe “paralizzare” il mercato. Ha chiesto un rinvio di un anno per la sua attuazione, sottolineando l’importanza di un organismo di coordinamento a livello nazionale ed europeo per garantire un riesame adeguato del regolamento. Sebbene Zanin supporti gli obiettivi normativi, ha segnalato che l’applicazione imminente sta creando confusione nel settore. L’Italia, che importa oltre l’85% della propria soia, rischia di affrontare gravi aumenti dei costi, con impatti diretti sui consumatori. Le quotazioni della soia in Italia stanno già registrando aumenti tra il 15% e il 20%, mentre le proiezioni indicano costi superiori a 1,5 miliardi di euro per l’industria mangimistica europea.

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  • Il Piemonte investe 700mila euro a sostegno delle fiere agroalimentari

    Il Piemonte investe 700mila euro a sostegno delle fiere agroalimentari

    La Regione Piemonte ha deciso di rilanciare il proprio sostegno al settore fieristico con un’importante iniziativa economica. Nel 2025, sono stati stanziati contributi per un totale di 700mila euro, destinati a manifestazioni che promuovono e valorizzano i prodotti agroalimentari tipici della regione. Questa misura è stata annunciata dall’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi, Paolo Bongioanni, che ha sottolineato l’importanza di questo intervento per la promozione della produzione agroalimentare piemontese.

    Dettagli del contributo

    Il contributo è riservato alle fiere che si svolgeranno nel corso del 2025 e che si concluderanno entro il 31 dicembre dello stesso anno. I beneficiari di questo sostegno saranno i Comuni piemontesi che ospiteranno manifestazioni incluse nel Calendario fieristico regionale 2025. Per poter accedere ai fondi, le fiere devono avere una qualifica nazionale, regionale o locale, riconosciuta o confermata nel 2024, e devono aver promosso e valorizzato i prodotti agroalimentari locali durante l’evento.

    Le cifre del contributo variano in base alla tipologia di manifestazione. Si parte da un importo di 1.700 euro per le fiere enogastronomiche con qualifica locale, fino a 4.900 euro per quelle con qualifica regionale e 5.900 euro per le manifestazioni con qualifica nazionale. Questo intervento mira a rafforzare il tessuto fieristico piemontese, un settore considerato strategico per la promozione e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari.

    Il valore delle fiere agroalimentari

    L’assessore Bongioanni ha evidenziato come le fiere agroalimentari rappresentino un elemento cruciale per la promozione del territorio e la creazione di opportunità economiche. Questi eventi non solo attraggono turisti, ma contribuiscono anche a generare ricadute economiche significative per le comunità locali. Grazie a questo sostegno, le fiere potranno rafforzare ulteriormente il loro ruolo all’interno del sistema di valorizzazione dei prodotti tipici, contribuendo a creare un’offerta più organica ed efficace.

    La misura rappresenta un passo importante per la Regione, che intende rilanciare l’attenzione verso il settore agroalimentare, supportando gli eventi che ne celebrano le eccellenze. Con questa iniziativa, il Piemonte si conferma come una regione attenta alla valorizzazione delle proprie risorse e alla promozione delle tradizioni culinarie che la contraddistinguono.

    La Regione Piemonte ha annunciato un importante sostegno al settore fieristico nel 2025, con un contributo di 700mila euro per manifestazioni che valorizzano i prodotti agroalimentari locali. L’assessore Paolo Bongioanni ha sottolineato l’importanza di questo intervento, destinato ai Comuni piemontesi che organizzano fiere riconosciute nel Calendario fieristico regionale. I contributi variano: dalle fiere enogastronomiche locali possono ricevere 1.700 euro, fino a 5.900 euro per manifestazioni nazionali. Questo sostegno mira a rafforzare il tessuto fieristico, strategico per la promozione e commercializzazione dei prodotti tipici della regione. Bongioanni ha evidenziato il ruolo cruciale delle fiere nel promuovere il territorio e generare opportunità economiche, attrarre turisti e creare ricadute positive per le comunità locali. L’iniziativa rappresenta un passo significativo per valorizzare il patrimonio agroalimentare piemontese e le sue tradizioni culinarie.

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