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  • Ritorna il panettone solidale a sostegno della ricerca sui tumori infantili

    Ritorna il panettone solidale a sostegno della ricerca sui tumori infantili

    Torna per il Natale 2025 il panettone solidale promosso da AIRC – Fondazione per la Ricerca sul Cancro, un’iniziativa che mira a raccogliere fondi per sostenere la ricerca sui tumori infantili. Ogni anno, in Italia, circa 1.400 bambini e ragazzi sotto i 14 anni vengono diagnosticati con il cancro. Questa campagna, arrivata alla sua seconda edizione, si avvale di una ricetta esclusiva creata dagli chef di JRE – Jeunes Restaurateurs Italia. Il dolce tradizionale natalizio è disponibile sullo shop online della Fondazione, con un contributo minimo di 30 euro.

    Ingredienti e preparazione del panettone solidale

    Il panettone è realizzato con ingredienti di alta qualità, che includono l’uva sultanina, i canditi, il mandarino tardivo di Ciaculli, un presidio Slow Food, il miele millefiori di Sicilia, il sale marino integrale di Cervia, la vaniglia naturale Bourbon del Madagascar, il cardamomo, il pepe Giamaica e l’olio extravergine di oliva. Questi ingredienti non solo conferiscono al dolce un sapore unico, ma rappresentano anche un impegno verso la qualità e la sostenibilità. La preparazione segue metodi tradizionali, garantendo un prodotto finale che rispetta le radici della pasticceria italiana.

    Obiettivi e impatto della campagna

    Chiara Occulti, Chief Marketing & Fundraising Officer della Fondazione, ha sottolineato l’importanza del panettone all’interno della campagna natalizia, rivolta sia a privati che ad aziende. L’obiettivo principale è raccogliere fondi da destinare a progetti di ricerca sui tumori infantili, un ambito in cui AIRC è storicamente attiva. I progressi nella ricerca sono sempre più evidenti, come dimostrano le crescenti percentuali di guarigione tra i piccoli pazienti. La Fondazione si propone di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca, incentivando le donazioni attraverso l’acquisto del panettone.

    Riscontri e collaborazioni

    Alberto Basso, presidente di Jeunes Restaurateurs Italia, ha dichiarato che la risposta dei sostenitori di AIRC lo scorso anno è stata straordinaria, superando ogni aspettativa. Questo successo ha motivato gli chef a rinnovare il proprio impegno per il progetto del panettone solidale. La collaborazione tra AIRC e JRE non solo promuove un dolce simbolo del Natale, ma rappresenta anche un importante passo avanti nella lotta contro il cancro infantile. I fondi raccolti attraverso questa iniziativa permetteranno di finanziare studi e ricerche che potrebbero fare la differenza nella vita di molti bambini e delle loro famiglie.

    Torna per il Natale 2025 il panettone solidale promosso da AIRC – Fondazione per la Ricerca sul Cancro, destinato a raccogliere fondi per la ricerca sui tumori infantili, che colpiscono circa 1.400 bambini in Italia ogni anno. Questo panettone, realizzato con una ricetta esclusiva dagli chef di JRE – Jeunes Restaurateurs Italia, è disponibile online con un contributo minimo di 30 euro. Gli ingredienti di alta qualità, tra cui l’uva sultanina, il miele siciliano e il mandarino tardivo, offrono un sapore unico e riflettono un impegno verso la sostenibilità. Chiara Occulti, Chief Marketing Officer di AIRC, ha evidenziato l’importanza di questa iniziativa per sensibilizzare il pubblico sui temi della ricerca. Con il supporto di Alberto Basso e la straordinaria risposta dei sostenitori, il progetto non solo celebra il Natale, ma contribuisce significativamente alla lotta contro il cancro infantile, finanziando ricerche cruciali.

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  • Lollobrigida ottiene il riconoscimento per il Consorzio nazionale Grappa Ig

    Lollobrigida ottiene il riconoscimento per il Consorzio nazionale Grappa Ig

    Il 28 ottobre 2025, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha formalmente riconosciuto il Consorzio Nazionale della Grappa Ig, segnando un momento storico per il settore delle bevande spiritose in Italia. Questo consorzio, il primo del suo genere nel Paese, avrà il compito di garantire l’uso corretto della denominazione “grappa“, promuovendo iniziative volte a valorizzare questo prodotto tipico e a diffondere la cultura della grappa italiana a livello internazionale, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del settore.

    Il ruolo del consorzio nella tutela della grappa

    Il Consorzio Nazionale della Grappa Ig avrà un’importante missione: vigilare sull’utilizzo della denominazione e promuovere la qualità e l’autenticità della grappa. Questa iniziativa è fondamentale per proteggere un prodotto che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy. Il Ministro Francesco Lollobrigida ha dichiarato che il riconoscimento di questo consorzio rappresenta un passo significativo non solo per la grappa, ma per l’intero comparto delle bevande spiritose a Indicazione Geografica.

    I consorzi, come evidenziato dal Ministro, ricoprono un ruolo strategico nella tutela e promozione delle eccellenze italiane. La creazione di un ente dedicato alla grappa permette di consolidare le normative e le pratiche che garantiscono la qualità del prodotto, assicurando che solo le grappe prodotte secondo specifici standard possano utilizzare questa denominazione. Questo è un aspetto cruciale per mantenere la reputazione della grappa italiana nel mercato globale, sempre più competitivo.

    Impegno per il futuro del made in Italy

    Il Ministero dell’Agricoltura ha sottolineato l’importanza di difendere il sistema delle Indicazioni Geografiche, considerato un impegno prioritario per l’Italia. La protezione delle tradizioni culinarie e dei prodotti tipici è essenziale non solo per la salvaguardia della cultura gastronomica italiana, ma anche per il sostegno agli imprenditori locali e alle loro rappresentanze. Attraverso questo nuovo consorzio, il Ministero intende collaborare con i produttori per garantire un futuro solido e prospero per il settore, promuovendo la grappa come simbolo di qualità e tradizione.

    Con questo riconoscimento, la grappa non solo ottiene una tutela formale, ma anche una maggiore visibilità e valorizzazione nel panorama internazionale, contribuendo così a rafforzare l’identità del made in Italy. La creazione del Consorzio Nazionale della Grappa Ig è quindi un passo fondamentale per garantire che questo prodotto rimanga un simbolo di eccellenza, portando avanti la tradizione e l’innovazione nel settore delle bevande spiritose.

    Il 28 ottobre 2025, il Ministero dell’Agricoltura ha riconosciuto il Consorzio Nazionale della Grappa Ig, un evento storico per il settore delle bevande spiritose in Italia. Questo consorzio, il primo del suo genere, si impegnerà a garantire l’uso corretto della denominazione “grappa” e a promuovere la cultura di questa bevanda a livello internazionale, rafforzando la competitività del settore. La missione del consorzio include la vigilanza sulla qualità e l’autenticità della grappa, essenziale per la reputazione del made in Italy. Il Ministro Francesco Lollobrigida ha evidenziato l’importanza di tali consorzi nella tutela delle eccellenze italiane. Inoltre, il Ministero intende collaborare con i produttori per sostenere le tradizioni culinarie e promuovere la grappa come simbolo di qualità. Questa iniziativa non solo protegge il prodotto, ma aumenta anche la sua visibilità a livello globale, contribuendo a solidificare l’identità italiana.

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  • Confagricoltura, Carapelli e Unapol collaborano per promuovere l’olio EVO

    Confagricoltura, Carapelli e Unapol collaborano per promuovere l’olio EVO

    La produzione di olio d’oliva in Italia per il 2025 si preannuncia positiva, sebbene con significative differenze regionali. Mentre il Sud del paese mostra un incremento notevole, il Centro-Nord registra un calo drastico. In totale, si prevede una produzione di circa 300mila tonnellate, con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente, permettendo all’Italia di riconfermare la sua storica posizione di secondo produttore mondiale. Questi dati sono stati presentati durante “La Prima dell’olio“, un evento che ha avuto luogo il 28 ottobre 2025 a Palazzo della Valle a Roma, organizzato da Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol.

    Un evento per il settore olivicolo

    La Prima dell’olio” rappresenta una novità nel panorama degli eventi dedicati all’olio d’oliva, con l’intento di diventare un appuntamento annuale. L’incontro non solo segna l’inizio della nuova campagna olearia, ma celebra anche un prodotto emblematico della cultura italiana e del Made in Italy. Durante la serata, si è discusso dell’importanza di coinvolgere i giovani nel settore, proponendo nuove strategie di comunicazione per valorizzare l’olio extravergine italiano.

    Confagricoltura ha sottolineato la necessità di rinnovare il settore attraverso l’introduzione di nuove idee e approcci culturali. A tal fine, è stato annunciato un progetto di formazione in collaborazione con Carapelli e Unapol, mirato a formare i giovani nei Istituti Tecnici Superiori e nelle Università. Un progetto pilota inizierà a breve presso l’Istituto Agrario Garibaldi di Roma, evidenziando l’importanza di investire nelle nuove generazioni per il futuro dell’olivicoltura italiana.

    Le prospettive di produzione e il contesto internazionale

    Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha commentato che le stime di produzione indicano un potenziale recupero della posizione dell’Italia tra i principali produttori mondiali di olio d’oliva, mantenendo il secondo posto. Tuttavia, ha avvertito sull’importanza di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di prestare attenzione alle esigenze della filiera italiana, implementando strategie che possano valorizzare le potenzialità del settore.

    In un contesto mediterraneo, i dati forniti dal Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi) il 28 ottobre 2025 mostrano una leggera flessione della produzione in Spagna, stimata in 1 milione 372mila tonnellate. Anche la Tunisia e la Turchia evidenziano una diminuzione, con produzioni rispettivamente di 270mila e 290mila tonnellate, segnando cali del 21% e del 43%. La produzione totale in Europa si attesta poco sopra i 2 milioni di tonnellate, mentre il resto dei Paesi mediterranei raggiunge un milione di tonnellate, segnalando un’evoluzione nella geografia produttiva grazie agli investimenti recenti.

    Il mercato e i consumi di olio d’oliva

    Sul fronte dei consumi, l’Italia si conferma come il secondo paese al mondo per consumo di olio d’oliva. Riguardo ai prezzi, si nota un interessante mantenimento del differenziale, con l’olio italiano che si posiziona quasi al doppio rispetto ai prezzi degli oli spagnolo e greco. Questo aspetto mette in evidenza la qualità e il valore aggiunto dell’olio d’oliva italiano, elemento fondamentale per il mercato globale e per la promozione del prodotto sul piano internazionale.

    Il panorama della produzione e del consumo di olio d’oliva in Italia, quindi, si delinea come un settore in crescita, con opportunità da cogliere e sfide da affrontare, in un contesto economico e culturale in continua evoluzione.

    La produzione di olio d’oliva in Italia nel 2025 è prevista in aumento, raggiungendo circa 300mila tonnellate, con un incremento del 21% rispetto all’anno precedente. Questa crescita è particolarmente significativa nel Sud, mentre il Centro-Nord registra un calo. L’evento “La Prima dell’olio”, tenutosi a Roma il 28 ottobre 2025, ha celebrato l’inizio della nuova campagna olearia e proposto strategie per coinvolgere i giovani nel settore. Confagricoltura ha evidenziato l’esigenza di innovare, lanciando un progetto formativo per Istituti Tecnici Superiori e Università. In ambito internazionale, la produzione di olio d’oliva in Spagna e in altri paesi mediterranei registra cali significativi. L’Italia rimane il secondo paese per consumo e i prezzi dell’olio italiano restano superiori a quelli concorrenti, riflettendo la sua qualità e il valore sul mercato globale, creando opportunità e sfide in un contesto dinamico.

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  • Federvini: avviare un dialogo costruttivo con gli Stati Uniti per il futuro

    Federvini: avviare un dialogo costruttivo con gli Stati Uniti per il futuro

    Il vicepresidente e Cavaliere del Lavoro Piero Mastroberardino ha messo in evidenza l’importanza dei dazi statunitensi e dell’accordo con il Mercosur durante gli incontri tenutisi il 15 febbraio 2025 presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) e a Villa Madama. Queste discussioni sono state facilitate dalla visita in Italia del Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, che ha avuto l’opportunità di confrontarsi direttamente con i rappresentanti italiani.

    Il ruolo degli Stati Uniti nel mercato italiano

    Mastroberardino ha sottolineato come gli Stati Uniti rappresentino un partner fondamentale per l’Italia, con un mercato che vale circa 2,5 miliardi di euro per i settori dei vini, degli spiriti e dell’aceto. Il vicepresidente ha affermato che è essenziale mantenere un dialogo costruttivo per ampliare l’elenco dei prodotti esenti da dazi. Ha espresso preoccupazione per la possibilità di un ritorno delle tariffe, come quelle legate alla controversia tra Airbus e Boeing, attualmente sospese fino a luglio 2025, che potrebbero avere ripercussioni negative sulle imprese italiane.

    Opportunità degli accordi di libero scambio

    In un contesto di diversificazione economica, Mastroberardino ha evidenziato come gli accordi di libero scambio possano rappresentare un’importante opportunità per la crescita e lo sviluppo, a condizione che siano stabilite regole chiare che garantiscano una protezione adeguata delle eccellenze italiane.

    Accordo tra Unione Europea e Mercosur

    Per quanto riguarda l’accordo tra l’Unione Europea e il Mercosur, il vicepresidente ha espresso un giudizio positivo sui risultati del negoziato, pur ribadendo la necessità di tutelare efficacemente le Indicazioni Geografiche e le Denominazioni di Origine. Questi elementi sono considerati fondamentali per preservare l’identità e il valore della produzione italiana.

    Importanza strategica degli accordi

    La posizione di Mastroberardino riflette l’importanza strategica di tali accordi per il settore agroalimentare italiano, sottolineando come la salvaguardia delle tradizioni e delle produzioni locali sia essenziale in un mercato sempre più globalizzato.

    Il vicepresidente Piero Mastroberardino ha evidenziato la rilevanza dei dazi statunitensi e dell’accordo con il Mercosur durante incontri del 15 febbraio 2025 al Ministero dell’Agricoltura e a Villa Madama, facilitati dalla visita del Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič. Mastroberardino ha sottolineato che gli Stati Uniti rappresentano un partner essenziale per l’Italia, con un mercato di circa 2,5 miliardi di euro per vini, spiriti e aceto, e ha insistito sulla necessità di un dialogo costruttivo per escludere prodotti dai dazi. Ha espresso preoccupazione per un possibile ritorno delle tariffe, legate alla disputa tra Airbus e Boeing. Sottolineando l’importanza degli accordi di libero scambio, ha richiesto regole chiare per proteggere le eccellenze italiane. Ha dato un giudizio positivo sull’accordo UE-Mercosur, evidenziando la necessità di salvaguardare le Indicazioni Geografiche per preservare l’identità della produzione italiana nel mercato globalizzato.

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  • Ente Nazionale Risi: tutela del settore europeo contro la concorrenza sleale

    Ente Nazionale Risi: tutela del settore europeo contro la concorrenza sleale

    L’Ente Nazionale Risi ha recentemente sollevato preoccupazioni significative riguardo all’impatto degli accordi commerciali e delle concessioni unilaterali sul settore risicolo della comunità europea. Questo tema è stato al centro di un incontro tenutosi il 15 gennaio 2025 presso il Ministero dell’Agricoltura, dove il Ministro Francesco Lollobrigida ha discusso con Maroš Šefčovič, Commissario europeo per il Commercio, la Sicurezza Economica, le Relazioni Interistituzionali e la Trasparenza. L’incontro è stato parte della missione del Commissario, focalizzata sui principali dossier commerciali dell’Unione Europea.

    Preoccupazioni per l’accordo con il mercosur

    La presidente dell’Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba, ha espresso forte inquietudine per l’accordo con il Mercosur, che prevede la concessione di 60.000 tonnellate di riso in quote a dazio zero, suddivise in 10.000 tonnellate all’anno. “Queste 60.000 tonnellate di importazioni a dazio zero si aggiungeranno a quelle già previste da numerosi accordi o concessioni unilaterali, contribuendo a una crisi profonda del settore risicolo dell’Unione,” ha dichiarato Bobba. Inoltre, ha evidenziato la discussione in corso all’interno delle istituzioni comunitarie riguardante l’implementazione di una salvaguardia automatica, nell’ambito del Regolamento (UE) 978/2012, per le importazioni di riso a dazio zero dai Paesi Meno Avanzati.

    La risposta del commissario europeo

    Maroš Šefčovič ha risposto alle preoccupazioni espresse dall’ente, sottolineando l’impegno della Commissione nel trovare soluzioni efficaci per garantire un futuro al settore risicolo. In una nota ufficiale, il Commissario ha riconosciuto l’importanza strategica del comparto risicolo, che è sotto l’attenzione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Masaf). Ha assicurato che si farà tutto il possibile per garantire una protezione adeguata al settore.

    Necessità di azioni decisive

    Natalia Bobba ha ribadito l’urgenza di adottare misure concrete e tempestive per difendere la risicoltura europea da una concorrenza sleale e insostenibile. La presidente ha messo in evidenza che è fondamentale agire prima che il settore risicolo subisca danni irreparabili a causa di queste politiche commerciali. La situazione attuale richiede un intervento deciso da parte delle autorità competenti per tutelare i produttori e garantire la sostenibilità del mercato del riso all’interno dell’Unione Europea.

    Le azioni future saranno cruciali per salvaguardare il settore, e l’Ente Nazionale Risi continuerà a monitorare attentamente l’evoluzione delle politiche commerciali e a fare pressione affinché vengano tutelati gli interessi dei produttori europei.

    L’Ente Nazionale Risi ha espresso preoccupazioni sullo stato del settore risicolo europeo in seguito agli accordi commerciali e alle concessioni unilaterali, in particolare l’accordo con il Mercosur. Durante un incontro del 15 gennaio 2025, il Ministro Francesco Lollobrigida ha discusso con il Commissario europeo Maroš Šefčovič riguardo alle implicazioni di tali accordi. Natalia Bobba, presidente dell’ente, ha avvertito che l’importazione di 60.000 tonnellate di riso a dazio zero amplificherà la crisi nel settore, già colpito da politiche commerciali sfavorevoli. Ha sottolineato l’urgenza di misure protettive affinché il mercato risicolo non subisca danni irreparabili. Šefčovič ha riconosciuto l’importanza strategica del settore e ha promesso impegni per garantirne un futuro sostenibile. L’Ente Nazionale Risi continuerà a monitorare le politiche commerciali e a lavorare per tutelare gli interessi dei produttori europei.

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  • La Fao riconosce 28 Sistemi del Patrimonio Agricolo, tra cui Amalfi in Italia

    La Fao riconosce 28 Sistemi del Patrimonio Agricolo, tra cui Amalfi in Italia

    Oggi, 15 maggio 2025, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, nota come FAO, ha celebrato un importante riconoscimento dedicato a 28 siti in 14 Paesi, che sono stati identificati come Sistemi del Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale (GIAHS). Questo evento si è svolto per mettere in evidenza l’importanza delle comunità che preservano tradizioni agricole uniche, essenziali per un futuro alimentare sostenibile. Tra i luoghi onorati, l’Italia ha visto il riconoscimento di Amalfi, con la presenza del sindaco Daniele Milano.

    Il valore delle comunità agricole

    La cerimonia ha sottolineato il fondamentale ruolo delle comunità custoditrici di questi sistemi agricoli, evidenziando il loro apporto nella conservazione dell’agrobiodiversità e nella valorizzazione delle tradizioni storiche. Queste comunità si trovano in prima linea nella lotta contro le sfide poste dalla crisi climatica, dimostrando resilienza e capacità di adattamento. Attraverso pratiche agricole sostenibili, queste popolazioni non solo preservano l’ambiente, ma contribuiscono anche al mantenimento di culture e identità locali, che sono parte integrante del patrimonio mondiale.

    La rete globale dei GIAHS

    Attualmente, la rete globale dei GIAHS conta 102 sistemi riconosciuti in tutto il mondo, un numero che continua a crescere grazie all’impegno della FAO e delle comunità locali. Questo riconoscimento non è solo un onore, ma anche un’opportunità per promuovere pratiche agricole sostenibili e per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della biodiversità agricola. La FAO, attraverso il programma GIAHS, mira a proteggere e valorizzare queste aree, affinché possano continuare a prosperare nel tempo.

    Messaggio del Direttore Generale della FAO

    In un video messaggio, il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, ha espresso un sincero ringraziamento agli agricoltori, ai pescatori, ai pastori e alle popolazioni delle foreste, sottolineando come questi custodi del sapere tradizionale siano più importanti che mai. Ha ribadito che ogni sito GIAHS rappresenta un esempio di come le tradizioni agricole possano contribuire ai Quattro Pilastri del Miglioramento della FAO: Produzione Migliore, Nutrizione Migliore, Ambiente Migliore e Vita Migliore, con l’intento di non lasciare indietro nessuno.

    Storia dell’iniziativa GIAHS

    L’iniziativa GIAHS è stata lanciata nel 2002 e ha ricevuto il riconoscimento ufficiale come programma della FAO nel 2015. Da allora, ha identificato e tutelato sistemi agricoli straordinari in 29 Paesi, contribuendo a preservare il patrimonio culturale e naturale del pianeta. Questo programma rappresenta un passo fondamentale verso la salvaguardia delle pratiche agricole tradizionali, che sono spesso a rischio di estinzione a causa della modernizzazione e dell’urbanizzazione. La FAO continua a lavorare con le comunità locali per garantire che queste tradizioni possano essere tramandate alle generazioni future.

    Il 15 maggio 2025, la FAO ha riconosciuto 28 siti in 14 Paesi come Sistemi del Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale (GIAHS), evidenziando l’importanza delle comunità che preservano tradizioni agricole uniche per un futuro alimentare sostenibile. Tra i luoghi onorati c’è Amalfi, rappresentata dal sindaco Daniele Milano. La cerimonia ha sottolineato il ruolo cruciale di queste comunità nella conservazione dell’agrobiodiversità e delle tradizioni storiche, mettendo in luce la loro resilienza di fronte alla crisi climatica. Attualmente, la rete GIAHS comprende 102 sistemi globali, potenziando pratiche agricole sostenibili e sensibilizzando sull’importanza della biodiversità. Il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, ha affermato che questi siti esemplificano come le tradizioni agricole possano contribuire ai Quattro Pilastri del Miglioramento della FAO. L’iniziativa, lanciata nel 2002, continua a proteggere pratiche agricole tradizionali a rischio di estinzione.

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  • Conserve Italia: liquidati 106 milioni di euro in cinque anni, crescita del 60%

    Conserve Italia: liquidati 106 milioni di euro in cinque anni, crescita del 60%

    Superando la soglia di 106 milioni di euro, l’importo delle liquidazioni erogate da Conserve Italia ai propri soci produttori ha raggiunto un traguardo senza precedenti. Questo risultato si riferisce all’esercizio 2024-25, durante il quale è stato conferito il 95% delle 549.542 tonnellate di materia prima, comprendente pomodoro, frutta e orticole destinate all’industria. Negli ultimi cinque anni, si è registrato un incremento costante delle liquidazioni, con un aumento del 60%. Un risultato significativo per il Consorzio, che unisce 35 cooperative agricole e gestisce marchi noti come Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.

    Il commento del presidente Maurizio Gardini

    Durante l’Assemblea dei Soci di Conserve Italia, tenutasi a San Lazzaro di Savena, il presidente Maurizio Gardini ha sottolineato l’importanza di questa cifra record. “La cifra record delle liquidazioni alla base sociale testimonia l’impegno concreto di Conserve Italia nella valorizzazione della propria filiera agricola, alla quale non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà”, ha dichiarato Gardini. L’assemblea ha anche visto la presentazione di un Piano investimenti da oltre 86 milioni di euro, il quale si concluderà nel 2026. Gardini ha affermato: “Abbiamo cambiato il volto di Conserve Italia tenendo ben salde le radici nella terra dei nostri soci produttori”.

    Bilancio di esercizio e fatturato

    L’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio di esercizio 2024-25, chiuso al 30 giugno 2025. Il bilancio, che comprende i dati della capogruppo Conserve Italia Soc. Coop. Agricola e delle otto società controllate, ha registrato un fatturato di 1,15 miliardi di euro, mostrando una leggera contrazione rispetto all’esercizio precedente. L’utile netto si attesta a 6,5 milioni di euro. Conserve Italia rappresenta oltre 14.000 produttori italiani, riuniti in 35 cooperative agricole, e gestisce circa 600.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, 2 in Francia e 1 in Spagna. Inoltre, l’azienda offre occupazione a circa 3.000 persone, tra addetti fissi e stagionali, sia in Italia che all’estero.

    Conserve Italia ha raggiunto un traguardo record con liquidazioni superiori a 106 milioni di euro ai suoi soci produttori per l’anno 2024-25, conferendo il 95% delle 549.542 tonnellate di materie prime, inclusi pomodori e ortaggi. Negli ultimi cinque anni, le liquidazioni sono aumentate del 60%. Durante l’Assemblea dei Soci a San Lazzaro di Savena, il presidente Maurizio Gardini ha evidenziato l’importanza di questo risultato, sottolineando il sostegno continuo alla filiera agricola. È stato presentato anche un Piano investimenti di oltre 86 milioni di euro da completare entro il 2026. Il bilancio 2024-25 ha registrato un fatturato di 1,15 miliardi di euro, con un utile netto di 6,5 milioni. Conserve Italia rappresenta più di 14.000 produttori attraverso 35 cooperative, gestendo circa 600.000 tonnellate di prodotti in vari stabilimenti e offrendo occupazione a circa 3.000 persone.

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  • Ottima raccolta per l’uliveto Italia nel 2023: 300mila tonnellate (+21%)

    Ottima raccolta per l’uliveto Italia nel 2023: 300mila tonnellate (+21%)

    Il settore dell’olivicoltura in Italia si appresta a vivere una stagione promettente, sebbene con delle disparità regionali. Secondo le proiezioni diffuse durante l’evento “La Prima dell’Olio”, tenutosi il 2 ottobre 2025 presso il Palazzo della Valle, si stima una produzione totale di circa 300mila tonnellate di olio d’oliva. Questo dato rappresenta un incremento del 21% rispetto all’anno precedente, con una crescita significativa al Sud e una contrazione marcata al Centro-Nord. Le informazioni sono state fornite da Confagricoltura e Unapol, basandosi su dati dell’Ismea.

    Il presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, ha sottolineato l’importanza di affrontare il problema dell’invecchiamento della forza lavoro nel settore, evidenziando che per ogni giovane olivicoltore ci sono circa dieci persone over 55. Questa situazione porta a preoccupazioni riguardo alla sicurezza sul lavoro e al rischio di abbandono delle coltivazioni, un aspetto cruciale per la preservazione del paesaggio olivicolo italiano. Per rispondere a queste sfide, è stata annunciata l’implementazione di un progetto pilota di formazione in collaborazione con l’Istituto Agrario di Roma, volto a formare nuovi olivicoltori.

    Le prospettive di produzione e consumo

    Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha messo in evidenza le stime di produzione che indicano un ripristino della posizione dell’Italia tra i principali produttori mondiali di olio d’oliva, confermandola al secondo posto. Questa ripresa è accompagnata da dati incoraggianti anche sul fronte dei consumi, dove l’Italia si conferma il secondo paese al mondo per consumo di olio d’oliva. La situazione dei prezzi è altrettanto positiva, con il prezzo dell’olio italiano che si mantiene quasi il doppio rispetto a quello spagnolo e greco, un fattore che potrebbe incentivare ulteriormente la competitività del prodotto italiano.

    Analisi della bilancia commerciale

    Un altro aspetto da considerare è la bilancia commerciale del settore, che nei primi sette mesi del 2025 ha registrato un lieve avanzo. Questo è un dato significativo, poiché generalmente il settore dell’olio d’oliva tende a presentare una bilancia commerciale in deficit. La combinazione di una produzione in crescita e un consumo sostenuto potrebbe rappresentare una svolta per l’industria olivicola italiana, contribuendo a rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali e a garantire un futuro più stabile per i produttori.

    L’andamento di questi fattori sarà cruciale per il futuro del settore, che si trova a dover affrontare sfide significative ma anche opportunità di sviluppo e innovazione.

    L’olivicoltura in Italia si prepara a una stagione promettente, con una produzione stimata di circa 300.000 tonnellate di olio d’oliva, un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, ci sono disparità regionali, con una crescita al Sud e una contrazione al Centro-Nord. Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, ha evidenziato l’invecchiamento della forza lavoro, con un giovane olivicoltore ogni dieci over 55, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e il futuro del settore. Un progetto di formazione in collaborazione con l’Istituto Agrario di Roma mira a formare nuovi olivicoltori. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha confermato la posizione dell’Italia come secondo produttore mondiale di olio d’oliva, sostenuta da buone vendite e prezzi competitivi. Anche la bilancia commerciale mostra un lieve avanzo, suggerendo un futuro più stabile per l’industria olivicola italiana.

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  • Clima influenza i prezzi al mercato: uva in calo del 44%, zucca del 17%

    Clima influenza i prezzi al mercato: uva in calo del 44%, zucca del 17%

    Il clima continua a influenzare i prezzi al mercato, in un’Italia autunnale caratterizzata da forti contrasti tra il Nord, dove le temperature sono rigide, e il Sud, che presenta un clima più temperato. Questa situazione ha portato a un incremento nella produzione di ortaggi nelle aree agricole, accompagnato da un generale abbassamento dei prezzi. Anche il settore della frutta sta seguendo un trend simile, con una domanda che non ha ancora mostrato segni di ripresa. Secondo il servizio settimanale La Borsa della Spesa, redatto da Bmti e Italmercati in collaborazione con Consumerismo No Profit, i dati sono eloquenti.

    Prezzi in calo per l’uva e la zucca

    Tra i prodotti più colpiti, l’uva da tavola si distingue per un crollo dei prezzi, che si attestano attualmente tra 1,30 e 2,20 euro al chilogrammo, segnando un calo del 44% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Anche la zucca, altro protagonista della stagione, ha visto i suoi listini scendere del 17,3%, con prezzi che non superano l’euro al chilo. Queste dynamiche sono particolarmente rilevanti in vista delle festività di Halloween, che stimolano un aumento delle vendite di questo ortaggio.

    Frutta fresca e castagne

    Per quanto riguarda la frutta fresca, le castagne si segnalano per i loro prezzi competitivi. Le castagne di pezzatura grande si aggirano attorno ai 4,50 euro al chilogrammo, mentre quelle di pezzatura piccola si attestano sui 3,50 euro al chilogrammo. L’uva da tavola continua a mantenere prezzi stabili e convenienti, con le varietà Italia e Pizzutello che si collocano tra 1,30 e 2,20 euro al chilogrammo, mentre quelle senza semi si aggirano intorno ai 3 euro al chilogrammo, confermando il calo annuale del 44%.

    Produzione di mele e melograno

    Per quanto concerne le mele, la qualità della produzione è ottima. La varietà Fuji, una delle ultime ad essere raccolte, ha guadagnato popolarità, affiancandosi alla storica Golden Delicious, con prezzi che si aggirano intorno a 1,70 euro al chilogrammo. Anche il melograno, grazie a un incremento della produzione, presenta prezzi in calo, attestandosi intorno ai 2,20 euro al chilogrammo.

    Trend di mercato e vendite di cavolo nero

    Il prodotto di punta di questa settimana è senza dubbio la zucca, che ha visto un’impennata nelle vendite in tutte le sue varietà in vista di Halloween, mantenendo prezzi accessibili sotto l’euro al chilo. Anche il cavolo nero ha registrato un calo dei prezzi di quasi il 10% rispetto alla settimana precedente, attestandosi a circa 1,40 euro al chilogrammo. Le cime di rapa, invece, vedono un calo del 21,6% rispetto allo scorso anno, con prezzi intorno a 1,30 euro al chilogrammo, grazie alle temperature miti che favoriscono la produzione.

    Il mercato italiano continua a risentire delle condizioni climatiche autunnali, con un contrasto tra il Nord, con temperature rigide, e il Sud più temperato. Questo ha portato a un aumento nella produzione di ortaggi e a un abbassamento dei prezzi. Secondo il report settimanale di Bmti e Italmercati, i prezzi dell’uva da tavola sono crollati del 44% rispetto allo scorso anno, attestandosi tra 1,30 e 2,20 euro al chilogrammo, mentre la zucca ha visto un calo del 17,3%, mantenendosi sotto l’euro al chilo. Le castagne hanno prezzi competitivi, con le grandi a 4,50 euro e le piccole a 3,50 euro al chilogrammo. Le mele, in particolare la varietà Fuji, hanno prezzi attorno a 1,70 euro. Anche il melograno è in calo, sui 2,20 euro al chilogrammo. Le vendite di zucca aumentano per Halloween, mentre il cavolo nero e le cime di rapa mostrano flessioni nei prezzi.

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  • In Italia, il 7,2% della popolazione adotta una dieta vegetariana

    In Italia, il 7,2% della popolazione adotta una dieta vegetariana

    In Italia, nel 2025, il 7,2% della popolazione si identifica come vegetariana, mentre il 2,3% si dichiara vegano. Questi dati, forniti dall’Eurispes nel rapporto Italia 2024, evidenziano un calo rispetto ai valori del 2023, quando i vegetariani erano il 9,5% e i vegani il 6,6%. Le statistiche sono state diffuse in concomitanza con il World Vegan Day, la Giornata Mondiale del Veganismo, che si celebra ogni anno il 1° novembre. Questa ricorrenza è stata istituita nel 1994 da Louise Wallis per commemorare il 50° anniversario della Vegan Society britannica e l’introduzione del termine “vegan”.

    Vantaggi dell’alimentazione vegana

    L’analisi condotta dall’Eurispes mette in luce diversi vantaggi associati all’alimentazione vegana. Tra questi, il 86,4% degli intervistati ha riferito di percepire una migliore condizione fisica grazie a questa scelta alimentare. Inoltre, il 73,3% ha indicato una maggiore facilità nel mantenere il peso forma, mentre il 66,5% ha notato un incremento della creatività in cucina. Tuttavia, nonostante i benefici, il 39,8% degli intervistati ha espresso nostalgia per i sapori della cucina “tradizionale”, segnalando una certa difficoltà nell’abbandonare completamente le abitudini alimentari passate.

    Il mercato dei prodotti vegetali in Italia

    Secondo un rapporto di Biolab, azienda focalizzata sulla promozione del consumo di prodotti di origine vegetale, il settore del Plant Based in Italia genera un fatturato di 6 miliardi di euro. L’Italia si colloca al terzo posto in Europa per produzione e consumo di tali prodotti, preceduta solo da Germania e Inghilterra. Nel 2025, il mercato ha registrato un giro d’affari di circa 640 milioni di euro, con una crescita significativa del 16,4% rispetto al 2022 e un incremento del 7,6% rispetto all’anno precedente. Questi dati evidenziano un trend in continua espansione nel settore alimentare, con un crescente interesse verso le opzioni vegetali da parte dei consumatori italiani.

    Nel 2025, in Italia, il 7,2% della popolazione si identifica come vegetariana e il 2,3% come vegana, evidenziando un calo rispetto al 2023. Questi dati, forniti dall’Eurispes, sono stati diffusi in occasione del World Vegan Day, festeggiato il 1° novembre. L’analisi mostra che l’86,4% dei vegani percepisce miglioramenti fisici, mentre il 73,3% trova più facile mantenere il peso forma e il 66,5% sperimenta maggiore creatività in cucina. Tuttavia, il 39,8% esprime nostalgia per la cucina tradizionale. Il mercato dei prodotti vegetali in Italia ha un fatturato di 6 miliardi di euro, con circa 640 milioni registrati nel 2025, in crescita del 16,4% rispetto al 2022. L’Italia si posiziona al terzo posto in Europa per produzione e consumo di prodotti vegetali, dopo Germania e Inghilterra, evidenziando un crescente interesse per le opzioni vegetali tra i consumatori.

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