Il settore dell’olivicoltura in Italia si appresta a vivere una stagione promettente, sebbene con delle disparità regionali. Secondo le proiezioni diffuse durante l’evento “La Prima dell’Olio”, tenutosi il 2 ottobre 2025 presso il Palazzo della Valle, si stima una produzione totale di circa 300mila tonnellate di olio d’oliva. Questo dato rappresenta un incremento del 21% rispetto all’anno precedente, con una crescita significativa al Sud e una contrazione marcata al Centro-Nord. Le informazioni sono state fornite da Confagricoltura e Unapol, basandosi su dati dell’Ismea.
Il presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, ha sottolineato l’importanza di affrontare il problema dell’invecchiamento della forza lavoro nel settore, evidenziando che per ogni giovane olivicoltore ci sono circa dieci persone over 55. Questa situazione porta a preoccupazioni riguardo alla sicurezza sul lavoro e al rischio di abbandono delle coltivazioni, un aspetto cruciale per la preservazione del paesaggio olivicolo italiano. Per rispondere a queste sfide, è stata annunciata l’implementazione di un progetto pilota di formazione in collaborazione con l’Istituto Agrario di Roma, volto a formare nuovi olivicoltori.
Le prospettive di produzione e consumo
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha messo in evidenza le stime di produzione che indicano un ripristino della posizione dell’Italia tra i principali produttori mondiali di olio d’oliva, confermandola al secondo posto. Questa ripresa è accompagnata da dati incoraggianti anche sul fronte dei consumi, dove l’Italia si conferma il secondo paese al mondo per consumo di olio d’oliva. La situazione dei prezzi è altrettanto positiva, con il prezzo dell’olio italiano che si mantiene quasi il doppio rispetto a quello spagnolo e greco, un fattore che potrebbe incentivare ulteriormente la competitività del prodotto italiano.
Analisi della bilancia commerciale
Un altro aspetto da considerare è la bilancia commerciale del settore, che nei primi sette mesi del 2025 ha registrato un lieve avanzo. Questo è un dato significativo, poiché generalmente il settore dell’olio d’oliva tende a presentare una bilancia commerciale in deficit. La combinazione di una produzione in crescita e un consumo sostenuto potrebbe rappresentare una svolta per l’industria olivicola italiana, contribuendo a rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali e a garantire un futuro più stabile per i produttori.
L’andamento di questi fattori sarà cruciale per il futuro del settore, che si trova a dover affrontare sfide significative ma anche opportunità di sviluppo e innovazione.
L’olivicoltura in Italia si prepara a una stagione promettente, con una produzione stimata di circa 300.000 tonnellate di olio d’oliva, un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, ci sono disparità regionali, con una crescita al Sud e una contrazione al Centro-Nord. Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, ha evidenziato l’invecchiamento della forza lavoro, con un giovane olivicoltore ogni dieci over 55, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e il futuro del settore. Un progetto di formazione in collaborazione con l’Istituto Agrario di Roma mira a formare nuovi olivicoltori. Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha confermato la posizione dell’Italia come secondo produttore mondiale di olio d’oliva, sostenuta da buone vendite e prezzi competitivi. Anche la bilancia commerciale mostra un lieve avanzo, suggerendo un futuro più stabile per l’industria olivicola italiana.
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