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Università Lum entra a far parte di un network europeo per la sicurezza del paziente in terapia intensiva

La Lum-Libera Università Mediterranea Giuseppe Degennaro ha recentemente annunciato la sua adesione al network di ricerca europeo denominato Safe Icu, un’iniziativa che si propone di migliorare la sicurezza dei pazienti nelle terapie intensive. Questo importante traguardo è stato reso possibile grazie alla partecipazione del professor Alessandro Galazzi, associato presso l’ateneo. Il progetto è stato selezionato nell’ambito del programma CostEuropean Cooperation in Science and Technology, e si svilupperà nel periodo 2025-2029, prevedendo attività di rete, scambi formativi, workshop e pubblicazioni.

Dettagli del progetto Safe Icu

Il progetto Safe Icu ha ricevuto un’ottima valutazione da parte di esperti internazionali, i quali hanno sottolineato l’elevata qualità scientifica e il potenziale impatto positivo sulle cure intensive. L’iniziativa è finanziata dall’Unione Europea e mira a creare strumenti di collaborazione internazionale per affrontare le problematiche legate alla sicurezza dei pazienti. L’obiettivo principale è quello di sviluppare un approccio condiviso per la misurazione di tre indicatori di sicurezza nelle terapie intensive: le lesioni da pressione, le infezioni correlate all’assistenza e il delirium. Nonostante questi eventi siano prevenibili, la loro incidenza rimane elevata a causa delle differenze tra i vari sistemi sanitari europei e delle modalità di monitoraggio e valutazione.

Il network pan-europeo

Coordinato dal Royal College of Surgeons in Irlanda, il network Safe Icu coinvolge un ampio gruppo di ricercatori, professionisti della salute e rappresentanti dei pazienti provenienti da 24 paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Questo ampio coinvolgimento è fondamentale per sviluppare un approccio standardizzato e condiviso, che possa ridurre le disuguaglianze tra i sistemi sanitari e migliorare la qualità dell’assistenza. Recentemente, a Bruxelles, si è tenuto il primo incontro del comitato di gestione, durante il quale sono stati presentati i membri e definiti cinque gruppi di lavoro. Questi si concentreranno sulla prevenzione delle lesioni da pressione, delle infezioni correlate all’assistenza, del delirium, sulla formazione degli infermieri di terapia intensiva e sulle strategie di policy.

Prospettive future e coinvolgimento dei pazienti

Nel corso del primo anno di attività, il network Safe Icu si propone di identificare strumenti di misurazione affidabili e di mappare le pratiche cliniche esistenti. Le prime azioni formative e di disseminazione sono già in fase di pianificazione. Nei successivi quattro anni, l’obiettivo è quello di creare strumenti comuni per armonizzare la valutazione degli esiti a livello internazionale. Un aspetto distintivo dell’iniziativa è il coinvolgimento diretto dei pazienti e dei loro familiari nei processi di ricerca, con l’intento di far emergere le loro esperienze e prospettive per orientare le strategie di miglioramento dell’assistenza. Per la Lum, questa opportunità rappresenta un passo significativo verso la crescita del sistema sanitario europeo, mirato a garantire cure sempre più sicure e centrate sulla persona.


La Lum-Libera Università Mediterranea Giuseppe Degennaro ha aderito al network europeo Safe Icu, mirato a migliorare la sicurezza dei pazienti in terapia intensiva. Il progetto, guidato dal professor Alessandro Galazzi, è parte del programma Cost e durerà dal 2025 al 2029, includendo attività collaborative e formative. Safe Icu, finanziato dall’Unione Europea, si concentra sulla prevenzione di lesioni da pressione, infezioni e delirium, problematiche prevenibili che rimangono prevalenti. Coordinato dal Royal College of Surgeons in Irlanda, il network coinvolge 24 paesi e mira a standardizzare le pratiche sanitarie per ridurre le disuguaglianze. Nelle sue fasi iniziali, il progetto prevede la mappatura delle pratiche cliniche e l’identificazione di strumenti di misurazione. Il coinvolgimento attivo dei pazienti e delle loro famiglie è fondamentale per guidare le strategie di miglioramento dell’assistenza, rappresentando un’importante evoluzione per il sistema sanitario europeo.

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