I lavori del 30esimo Congresso della Società Italiana di Psichiatria (SIP) hanno preso avvio il 5 novembre 2025 a Bari, portando alla luce una questione cruciale: la transizione dei pazienti dai servizi di neuropsichiatria infantile a quelli per adulti presenta gravi criticità. Gli esperti avvertono che questa fase è spesso caratterizzata da una discontinuità che può risultare devastante per i giovani, con il rischio che molti di loro si perdano nel passaggio.
La ‘terra di mezzo’ della salute mentale
Nel contesto dei servizi di salute mentale, emerge una preoccupante ‘terra di mezzo’ in cui circa il 50% dei pazienti rischia di non ricevere le cure necessarie durante il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Questo fenomeno è stato evidenziato da numerosi psichiatri nel corso del congresso. La transizione tra i servizi di neuropsichiatria infantile e quelli per adulti in Italia è spesso brusca e disorganizzata, generando una frattura nel percorso di cura che può avere conseguenze gravi. La SIP ha deciso di concentrare l’attenzione su questa problematica in occasione del suo congresso nazionale, che ha come tema principale “Psichiatria agenda 2030: complessità, cambiamento, sostenibilità”. L’obiettivo è quello di analizzare le attuali difficoltà e preparare gli esperti alle sfide future.
Le parole degli esperti sulla transizione
Liliana Dell’Osso, presidente della SIP e docente di psichiatria all’Università di Pisa, ha dichiarato che la transizione dai servizi di neuropsichiatria infantile alla psichiatria per adulti è complessa e critica. Le conseguenze possono essere devastanti, poiché i giovani pazienti, che si trovano in un momento di vulnerabilità, subiscono una frattura anziché ricevere un supporto continuo. Emi Bondi, presidente uscente della SIP e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha sottolineato che questa mancanza di continuità può compromettere il percorso di cura, aumentando il rischio di problematiche come l’abuso di sostanze e l’abbandono scolastico.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Mental Health ha rivelato che solo il 12% delle transizioni in Italia avviene con successo, un dato che rappresenta il valore più basso in Europa. Inoltre, nel 22% dei casi non si hanno notizie sugli sviluppi e solo il 26% dei pazienti mantiene una continuità nelle cure. Dell’Osso ha identificato tre fattori principali che contribuiscono a questa discontinuità: la mancanza di servizi specifici per la fase di transizione, l’organizzazione frammentata tra neuropsichiatria infantile e psichiatria per adulti, e l’applicazione di rigidi cut-off anagrafici che interrompono le cure.
Criticità legislative e strutturali
La legislazione attuale impone che al compimento dei 18 anni i giovani pazienti perdano il diritto di accedere ai servizi di neuropsichiatria infantile, inclusi i centri diurni. Questo rende il passaggio tra i vari servizi di cura particolarmente delicato. Guido Di Sciascio, segretario nazionale della SIP e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL di Bari, ha affermato che il 75% dei disturbi mentali si manifesta prima dei 25 anni. La transizione dai servizi per minori a quelli per adulti è uno dei momenti più critici nel percorso di cura e richiede percorsi strutturati e personalizzati che garantiscano un adeguato supporto.
Gli esperti hanno inoltre evidenziato che i problemi non derivano solo dalla legislazione, ma anche dalla carenza di personale e dalla mancanza di formazione adeguata. Di Sciascio ha sottolineato che la scarsa capacità dei servizi di rispondere alle esigenze dei giovani è legata a queste problematiche strutturali.
Proposte per un cambiamento
In risposta a queste criticità, la SIP ha avanzato tre linee di intervento per trasformare l’approccio alla salute mentale in un sistema proattivo e preventivo. Moreno De Rossi, vicepresidente della SIP e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda ULSS 3 Serenissima di Venezia, ha evidenziato l’importanza di attivare servizi multidisciplinari e multiprofessionali specificamente dedicati alla transizione, con accesso facilitato per adolescenti e giovani adulti. È fondamentale anche sviluppare linee guida e criteri di accreditamento condivisi tra le società scientifiche per garantire uniformità e qualità a livello nazionale. Infine, è cruciale realizzare una formazione integrata tra neuropsichiatria infantile e psichiatria per adulti, affinché la transizione diventi un processo fluido e non solo un mero scarto organizzativo.

Il 30° Congresso della Società Italiana di Psichiatria, tenuto a Bari il 5 novembre 2025, ha messo in evidenza gravi criticità nella transizione dei pazienti dai servizi di neuropsichiatria infantile a quelli per adulti, evidenziando una “terra di mezzo” in cui circa il 50% dei giovani non riceve cure adeguate. La transizione è spesso brusca, creando discontinuità nel percorso di cura, che può portare a conseguenze negative come abuso di sostanze e abbandono scolastico. Solo il 12% delle transizioni in Italia avviene con successo. Gli esperti hanno identificato cause come la mancanza di servizi adeguati per il passaggio e una legislazione rigida che interrompe le cure. Per affrontare queste criticità, la SIP propone un sistema più proattivo con servizi multidisciplinari e linee guida condivise, evidenziando l’importanza di una formazione integrata tra i due ambiti psichiatrici per garantire una transizione fluida e continua.
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