Oggi, 15 gennaio 2025, si è svolta una manifestazione in piazza del Giglio a Lucca, dove circa 500 agricoltori e allevatori suinicoli toscani, rappresentati da Coldiretti, hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alla gestione dell’emergenza della peste suina, diffusasi attraverso i cinghiali. La protesta è stata guidata dalla presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani, affiancata dai presidenti delle province di Lucca e Massa Carrara, Andrea Elmi e Francesca Ferrari. Secondo quanto riportato dall’associazione, le misure attuate per contrastare i cinghiali sono insufficienti. Le richieste includono interventi più incisivi, come gli abbattimenti e l’installazione tempestiva di gabbie di cattura, nonostante le ordinanze specifiche emesse dal commissario straordinario. Attualmente, 43 comuni toscani si trovano in zona di restrizione a causa della diffusione del virus.
La partecipazione dei sindaci e dei rappresentanti istituzionali
Accanto agli agricoltori, erano presenti numerosi sindaci delle province di Lucca e Massa Carrara, insieme a consiglieri regionali e al presidente della provincia di Lucca, Marcello Pierucci. Hanno partecipato anche Raffaella Mariani, presidente dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, e Annalisa Folloni, presidente dell’Unione dei Comuni della Lunigiana. Coldiretti ha reso noto che in Toscana sono stati registrati 88 cinghiali morti risultati infetti, di cui quattro nella zona di Piazza al Serchio nelle ultime settimane. Questo dato evidenzia la gravità della situazione e la necessità di un intervento urgente.
Il rischio per l’industria suinicola toscana
Tre province sono coinvolte nella crisi: Massa Carrara, Lucca e Pistoia. La diffusione della peste suina rappresenta un pericolo crescente per il settore agricolo. La presidente Cesani ha sottolineato l’urgenza di fermare la diffusione del virus, che, se non controllato, potrebbe avere conseguenze devastanti. I cinghiali, oltre a danneggiare i raccolti e rappresentare un rischio per la sicurezza stradale e pubblica, sono portatori del virus. Sebbene la malattia non sia trasmissibile all’uomo e colpisca solo i suini, non può essere sottovalutata.
La presidente ha evidenziato che l’epidemia mette a rischio circa 4.000 allevamenti suinicoli e 130.000 capi in tutta la Toscana, colpendo anche filiere di eccellenza come la Cinta Senese e il Prosciutto Toscano, che rappresentano un valore di mercato di circa 50 milioni di euro. Inoltre, molte imprese agrituristiche sono anch’esse minacciate dalla situazione.
Richieste di intervento e responsabilità istituzionale
Coldiretti chiede un cambiamento deciso nella gestione delle misure di depopolamento dei cinghiali, come previsto dal piano commissariale. La presidente Cesani ha invitato tutti i soggetti istituzionali, inclusi Regione Toscana, province e ambiti territoriali di caccia, a prendersi le proprie responsabilità. La manifestazione di oggi ha rappresentato un forte appello alla collaborazione e all’azione immediata per affrontare una crisi che, se trascurata, potrebbe avere ripercussioni gravi sull’economia agricola della regione.
Il 15 gennaio 2025, circa 500 agricoltori e allevatori suinicoli toscani hanno manifestato a Lucca, preoccupati per la gestione dell’emergenza peste suina, diffusasi tramite i cinghiali. Guidati da Letizia Cesani, presidentessa di Coldiretti Toscana, i partecipanti hanno chiesto misure più incisive, come abbattimenti e gabbie di cattura, poiché le attuali non sono sufficienti. Attualmente, 43 comuni toscani stanno affrontando restrizioni e 88 cinghiali infetti sono stati registrati nella regione. L’epidemia minaccia circa 4.000 allevamenti e importanti produzioni locali come la Cinta Senese e il Prosciutto Toscano, con un impatto economico significativo. Coldiretti ha esortato le autorità a un intervento decisivo per affrontare la crisi, evidenziando la necessità di responsabilità da parte della Regione Toscana e delle istituzioni locali. Senza un’azione tempestiva, la situazione potrebbe avere gravi ripercussioni sull’economia agricola toscana.
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