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L’Intelligenza Artificiale e la battaglia dell’internista: “Non chiamatela dottore, senza empatia non c’è medico”

La questione dell’intelligenza artificiale in medicina ha sollevato un acceso dibattito, soprattutto alla luce delle recenti affermazioni di Antonino Mazzone, specialista in medicina interna e romanziere. Durante il convegno “Sciascia e Tobino: la letteratura tra impegno sociale e cura”, tenutosi il 20 e 21 gennaio 2025 presso la Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, Mazzone ha lanciato un appello forte e chiaro: l’umanità deve rimanere al centro della cura, poiché “il paziente va ascoltato e capito, l’algoritmo non saprà mai amare”.

Le critiche all’intelligenza artificiale

Antonino Mazzone, originario della Sicilia e attualmente alla guida del Dipartimento medico dell’ASST Ovest Milanese a Legnano, ha espresso il suo disappunto nei confronti di definizioni come “medici artificiali”. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, lo specialista ha sottolineato come l’intelligenza artificiale (IA) non possieda né empatiacarattere, elementi imprescindibili per una vera interazione con i pazienti. “L’IA può diagnosticare e prevedere l’evoluzione di un caso clinico”, ha affermato Mazzone, “ma chi lavora con pazienti complessi sa che c’è molto di più, inclusa la dimensione emotiva”. Questo punto di vista è emerso con forza durante il suo intervento al convegno, dove ha ribadito che l’algoritmo, pur potendo essere efficiente, non può sostituire l’umanità e l’amore che un medico deve portare nella sua professione.

Il convegno e il messaggio di Mazzone

Il convegno, organizzato da Salvatore Nocera Bracco e sostenuto da Giuseppe Ruggeri, presidente dell’Associazione medici scrittori italiani (AMSI), ha visto Mazzone protagonista di un intervento dedicato alla comunicazione medico-paziente nell’era digitale. Qui, ha messo in evidenza come la tecnologia, pur avendo il potenziale per migliorare le pratiche mediche, non debba mai sostituire il contatto umano. Mazzone ha recentemente pubblicato un libro intitolato “Amare, nonostante tutto. Incontri ed emozioni”, in cui esplora il valore dell’amore e dell’umanità nella pratica medica.

Prospettive future e sfide etiche

In un articolo pubblicato nel mese di aprile 2024 sul “New England Journal of Medicine“, alcuni ricercatori israeliani hanno messo in evidenza come l’uso di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) nella pratica clinica sia imminente, con prestazioni paragonabili a quelle dei medici. Tuttavia, Mazzone ha messo in guardia contro l’adozione indiscriminata di tali tecnologie, sottolineando che, nonostante i progressi, l’IA deve ancora affrontare molte sfide. Ha citato un esperimento condotto da Alice Fanin, un’internista di Bergamo, in cui l’algoritmo ha fornito risposte imprecise a domande cliniche, evidenziando così i limiti della tecnologia.

Il ruolo del medico e l’importanza dell’umanità

Mazzone ha richiamato l’attenzione sulla necessità di ripristinare la relazione medico-paziente, un aspetto fondamentale che è stato compromesso dall’eccessiva digitalizzazione. Secondo il medico, l’ascolto attivo e l’empatia sono componenti essenziali della cura, che non possono essere replicate da un algoritmo. La medicina, a suo avviso, deve recuperare quello che gli anglosassoni definiscono “Medical Humanities“, elementi che vanno oltre la mera scienza e che sono vitali per la pratica clinica.

Mazzone ha concluso il suo intervento affermando che l’umanità, che trascende la competenza scientifica, è essenziale per la professione medica. “Il medico deve amare, nonostante tutto”, ha affermato, sottolineando che la cura deve sempre essere un atto umano, capace di rispondere alle emozioni e alle esperienze dei pazienti.


Il dibattito sull’intelligenza artificiale (IA) in medicina è stato acceso dall’intervento di Antonino Mazzone durante il convegno “Sciascia e Tobino”. Mazzone ha sottolineato l’importanza di mantenere l’umanità al centro della cura, affermando che l’IA, pur utile per diagnosi e previsioni, non può sostituire l’empatia e l’interazione umana. Criticando termini come “medici artificiali”, ha evidenziato che le emozioni e l’ascolto attivo sono essenziali per una vera relazione medico-paziente. Mazzone, direttore del Dipartimento medico dell’ASST Ovest Milanese, ha inoltre richiamato l’attenzione sulle sfide etiche legate all’uso indiscriminato della tecnologia nella pratica clinica, mettendo in luce limiti e imprecisioni degli algoritmi. Il suo messaggio pone l’accento sulla necessità di integrare le “Medical Humanities” nella medicina, affermando che l’amore e l’umanità devono sempre guidare la professione medica.

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