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Giannatempo (Int): il 70% dei pazienti con cancro vescicale invasivo è libero da malattia dopo due anni di trattamento combinato

Nel 2024, l’Italia ha registrato circa 31.000 nuovi casi di tumore della vescica, una delle neoplasie più comuni nel Paese. Ogni anno, quasi 6.000 persone vengono diagnosticate con tumore della vescica muscolo-invasivo, una forma più aggressiva della malattia. Di questi, circa la metà non è idonea a ricevere trattamenti chemioterapici e deve affrontare l’unica opzione terapeutica disponibile, la cistectomia radicale, un intervento chirurgico che comporta la rimozione della vescica.

Risultati di uno studio recente

La dottoressa Patrizia Giannatempo, dirigente dell’Oncologia Medica Genitourinaria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo a un recente studio presentato al congresso annuale della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), tenutosi a Berlino. Durante l’evento, sono stati discussi i risultati dello studio Keynote-905/Ev-303, che ha mostrato una promettente combinazione terapeutica. La nuova strategia prevede l’uso del farmaco immunoterapico pembrolizumab insieme all’anticorpo farmaco-coniugato enfortumab vedotin, somministrato sia prima che dopo l’intervento chirurgico.

Risultati straordinari della combinazione terapeutica

Questa combinazione ha portato a risultati straordinari: oltre il 70% dei pazienti trattati è risultato libero da malattia a due anni dall’intervento, con la possibilità di una guarigione duratura. Questo rappresenta un traguardo senza precedenti per una popolazione di pazienti che, fino ad ora, non aveva accesso a trattamenti efficaci. La dottoressa Giannatempo ha sottolineato che non solo questa terapia aumenta le possibilità di sopravvivenza, ma riduce anche del 60% il rischio di insorgenza di nuovi eventi avversi.

Importanza della ricerca nella lotta contro il tumore

L’importanza di questi risultati è particolarmente significativa, considerando che molti pazienti affetti da tumore della vescica muscolo-invasivo si trovano in una situazione di vulnerabilità, privi di opzioni terapeutiche valide. La ricerca continua a essere fondamentale per migliorare le prospettive di vita e la qualità della vita di chi affronta questa malattia, e i risultati ottenuti con la combinazione di pembrolizumab ed enfortumab vedotin rappresentano un passo avanti importante nella lotta contro il tumore della vescica.


Nel 2024, l’Italia ha registrato circa 31.000 nuovi casi di tumore della vescica, con circa 6.000 diagnosi di tumore muscolo-invasivo ogni anno. Molti pazienti non possono ricevere chemioterapia e devono affrontare la cistectomia radicale. Un recente studio presentato al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) ha mostrato risultati promettenti con una nuova combinazione terapeutica: l’immunoterapico pembrolizumab e l’anticorpo coniugato enfortumab vedotin. Questo approccio ha dimostrato che oltre il 70% dei pazienti era libero da malattia a due anni dall’intervento, segnando un significativo progresso per coloro che non avevano altre opzioni valide. Inoltre, la terapia riduce il rischio di nuovi eventi avversi del 60%. Questi risultati evidenziano l’importanza della ricerca nella lotta contro il tumore della vescica, migliorando le prospettive di vita dei pazienti vulnerabili.

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