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Farmaci: l’immunologa Quinti rivela che solo il 25% delle immunoglobuline è per le immunodeficienze primitive

Un recente studio condotto presso il Centro di Ricerca della Sapienza Università di Roma ha rivelato che il 24% dei pazienti affetti da immunodeficienza riceve immunoglobuline. Questo dato, considerato rappresentativo anche per il contesto italiano, sottolinea una crescente preoccupazione riguardo alla disponibilità di plasmaderivati. Durante il digital talk intitolato “Disponibilità di plasma in Italia. Un tema di salute pubblica che attende risposte”, tenutosi nel mese di aprile 2025, la dottoressa Isabella Quinti, immunologa e professore ordinario di Medicina Interna, ha evidenziato come i progressi nella diagnosi stiano ampliando il numero di pazienti che necessitano di questo trattamento.

La dottoressa Quinti ha spiegato che, sebbene ci sia un aumento nella capacità diagnostica, la disponibilità di plasma e dei suoi derivati non riesce a tenere il passo con la crescente domanda. La situazione è critica, in quanto la necessità di immunoglobuline continua a salire, mentre l’offerta rimane sostanzialmente limitata. Questo squilibrio potrebbe portare a difficoltà significative nel trattamento dei pazienti, rendendo urgente una riflessione sulle strategie da adottare per garantire un approvvigionamento adeguato.

Nell’ambito della salute pubblica, la questione della disponibilità di plasma è fondamentale. La dottoressa Quinti ha sottolineato che è necessario un intervento coordinato tra le istituzioni sanitarie e i centri di raccolta per affrontare questa problematica. La crescente domanda di immunoglobuline non solo riflette un miglioramento nella diagnosi delle malattie, ma evidenzia anche la necessità di investimenti maggiori nella raccolta e nella lavorazione del plasma.

In sintesi, il digital talk ha messo in luce una questione critica per la salute pubblica in Italia, richiamando l’attenzione su un tema che merita risposte rapide e concrete. Il futuro della disponibilità di plasmaderivati dipenderà dalla capacità di affrontare queste sfide in modo efficace e tempestivo.


Uno studio della Sapienza Università di Roma ha rivelato che il 24% dei pazienti con immunodeficienza riceve immunoglobuline, evidenziando una preoccupante scarsità di plasmaderivati. Durante il digital talk “Disponibilità di plasma in Italia”, la dottoressa Isabella Quinti ha sottolineato che, nonostante i progressi diagnostici, la domanda di questi trattamenti continua a crescere, mentre l’offerta rimane insufficiente. Questo squilibrio può comportare gravi difficoltà nel trattamento dei pazienti. La salute pubblica in Italia pone quindi l’accento sulla necessità di un intervento coordinato tra istituzioni sanitarie e centri di raccolta per garantire un adeguato approvvigionamento. La crescente richiesta di immunoglobuline non solo riflette miglioramenti nella diagnosi, ma evidenzia anche la necessità di investimenti maggiori nella raccolta e lavorazione del plasma. Il digital talk ha quindi messo in luce una questione critica che richiede risposte rapide e concrete per il futuro della disponibilità di plasmaderivati.

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