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Dal burnout al mobbing: un libro denuncia il lavoro tossico e i suoi effetti sociali

L’analisi della condizione lavorativa in Italia ha assunto una nuova dimensione grazie al lavoro della giornalista Isabella Schiavone, che ha pubblicato un libro intitolato “Lavoro tossico. Quando l’ambiente professionale avvelena” edito da Nutrimenti. In questo testo, Schiavone esplora le problematiche che affliggono non solo gli operatori sanitari, ma anche una vasta gamma di professionisti che affrontano quotidianamente situazioni di stress e disagio all’interno dei loro ambienti lavorativi.

Il contesto lavorativo attuale

Il 31 ottobre 2025, Schiavone ha presentato il suo libro a Roma presso l’Associazione Stampa Romana, evidenziando un allarme sociale che spesso viene ignorato. Insulti verbali, turni estenuanti e una mancanza di sostegno da parte dei superiori sono solo alcune delle problematiche che emergono nel racconto delle esperienze di lavoratori in diversi settori, dalle aziende private agli ospedali pubblici. La giornalista ha raccolto storie di persone che hanno dovuto affrontare il mobbing, il burnout e l’ostilità prolungata da parte dei colleghi, rivelando così un quadro allarmante della salute mentale nel mondo del lavoro.

Schiavone ha sottolineato che, nonostante le normative italiane impongano ai datori di lavoro di garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, spesso queste leggi rimangono lettera morta. Molti lavoratori si trovano a vivere in contesti professionali che non solo non tutelano il loro benessere, ma possono addirittura compromettere la loro salute fisica e mentale. “Il 40% degli italiani vorrebbe cambiare lavoro”, ha affermato, evidenziando un malessere diffuso che richiede attenzione.

La generazione Z e il rifiuto della tossicità lavorativa

Un aspetto centrale del libro è l’analisi della generazione Z, che, secondo Schiavone, è la prima a rifiutare le dinamiche tossiche del lavoro. La pandemia di Covid-19 ha rappresentato un punto di svolta, portando i giovani a comprendere l’importanza di un equilibrio tra vita privata e lavorativa. “Questa generazione ha realizzato che la salute mentale è prioritaria”, ha dichiarato l’autrice, sfatando il mito dei giovani come “bamboccioni” o nullafacenti.

Schiavone ha anche intervistato il medico del lavoro Nicola Magnavita, il quale ha confermato che le vittime di mobbing e burnout sono spesso i lavoratori più impegnati. Tuttavia, la mancanza di preparazione dei medici nel riconoscere e affrontare queste problematiche rappresenta un ulteriore ostacolo. In Italia, il riconoscimento del mobbing deve passare attraverso strutture pubbliche, con attese che possono arrivare fino a 10 mesi, aggravando la situazione per chi già vive un contesto lavorativo difficile.

Interventi necessari e futuro del lavoro

Isabella Schiavone ha concluso la sua presentazione sottolineando l’importanza di interventi psicosociali per gestire lo stress e di terapie psicologiche per affrontare le conseguenze del lavoro tossico. “Le persone in difficoltà necessitano di un cambiamento di prospettiva rispetto al problema”, ha affermato, indicando che è fondamentale che i sindacati e la politica si impegnino nella lotta contro queste dinamiche nocive.

Il tema del lavoro tossico è di rilevanza crescente, e i dati mostrano che il lavoro stressante è la seconda malattia più diffusa in Europa, seguita da problemi posturali. La crescente insoddisfazione tra i lavoratori italiani mette in luce la necessità di un cambiamento culturale che valorizzi non solo la produttività, ma anche il benessere dei dipendenti.


Isabella Schiavone’s book, “Lavoro tossico. Quando l’ambiente professionale avvelena,” highlights alarming workplace issues in Italy, focusing on the mental and physical health impacts on various professionals, including healthcare workers. Launched on October 31, 2025, in Rome, Schiavone reveals the prevalence of verbal abuse, long hours, and lack of support, contributing to burnout and mobbing. Despite Italian laws mandating workplace safety, many employees face toxic environments. The book particularly addresses Generation Z’s rejection of unhealthy work conditions, emphasizing their prioritization of mental health post-Covid-19. Schiavone notes the inadequacy of medical professionals in recognizing these issues, with long wait times for support compounding the problem. She argues for essential psychosocial interventions and political engagement to combat workplace toxicity, which is increasingly recognized as a widespread concern in Europe. Ultimately, she calls for a cultural shift to prioritize employee well-being alongside productivity.

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