Il 24 ottobre 2025, alle ore 16:50, il prof. Giovanni Gabutti, membro del gruppo di lavoro Vaccini e politiche vaccinali della Società Italiana di Igiene, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra professionisti della salute per affrontare la crescente minaccia della resistenza antimicrobica (AMR). Questo fenomeno, considerato una delle più gravi sfide per la salute pubblica a livello globale, richiede un’azione concertata da parte di igienisti, infettivologi e altri operatori sanitari.
La resistenza antimicrobica: una crisi mondiale
La resistenza antimicrobica si verifica quando i microrganismi, come batteri e funghi, sviluppano meccanismi per resistere agli antibiotici e ad altri farmaci antimicrobici. Questo fenomeno è in crescita a causa di vari fattori, tra cui l’uso eccessivo e inappropriato di antibiotici, sia negli esseri umani che negli animali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che la resistenza antimicrobica possa causare 10 milioni di morti all’anno entro il 2050 se non si adottano misure adeguate. La situazione è particolarmente allarmante in contesti sanitari dove le infezioni resistenti stanno diventando sempre più comuni, rendendo le procedure mediche e chirurgiche a rischio.
La lotta contro l’AMR richiede un approccio multifattoriale. È fondamentale promuovere l’uso prudente degli antibiotici, implementare pratiche di igiene più rigorose e investire nella ricerca di nuovi farmaci e alternative terapeutiche. La sensibilizzazione della popolazione è altrettanto cruciale, affinché i cittadini comprendano l’importanza di seguire le prescrizioni mediche e di non utilizzare antibiotici senza indicazione.
Il ruolo della collaborazione tra professionisti
Il prof. Gabutti ha evidenziato come la chiave per affrontare la resistenza antimicrobica risieda nella collaborazione tra diverse figure professionali. Gli igienisti, ad esempio, possono fornire competenze fondamentali per la prevenzione delle infezioni, mentre gli infettivologi possono contribuire con la loro esperienza nella gestione delle infezioni resistenti. È essenziale che questi professionisti lavorino insieme per sviluppare linee guida e protocolli che possano essere adottati in tutto il sistema sanitario.
Inoltre, la formazione continua e l’aggiornamento professionale sono necessari per garantire che i sanitari siano sempre al corrente delle ultime evidenze scientifiche e delle migliori pratiche nella gestione delle infezioni. La creazione di reti di collaborazione tra ospedali, cliniche e istituti di ricerca può facilitare la condivisione di informazioni e risorse, rendendo la risposta all’AMR più efficace.
Strategie per il futuro
Per affrontare la crescente minaccia della resistenza antimicrobica, è necessario un impegno a lungo termine da parte di governi, istituzioni sanitarie e organizzazioni internazionali. È fondamentale investire in programmi di sorveglianza per monitorare la diffusione delle infezioni resistenti e valutare l’efficacia delle strategie messe in atto. Inoltre, è importante incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici e trattamenti alternativi.
Le campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico possono contribuire a educare le persone sull’uso corretto degli antibiotici e sull’importanza della prevenzione delle infezioni. Le scuole e le comunità dovrebbero essere coinvolte in iniziative che promuovano una maggiore consapevolezza riguardo all’AMR e alle sue conseguenze.
In definitiva, la resistenza antimicrobica rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio globale e integrato. Solo attraverso la collaborazione e l’impegno collettivo sarà possibile affrontare efficacemente questa minaccia per la salute pubblica.

Il 24 ottobre 2025, il prof. Giovanni Gabutti ha evidenziato l’urgenza di una collaborazione tra professionisti della salute per combattere la resistenza antimicrobica (AMR), una grave minaccia globale. Questo fenomeno, in crescita a causa dell’uso eccessivo di antibiotici, potrebbe causare 10 milioni di morti all’anno entro il 2050 senza interventi efficaci. È essenziale promuovere l’uso responsabile degli antibiotici, migliorare le pratiche igieniche e investire nella ricerca di nuovi farmaci. La collaborazione tra igienisti e infettivologi è fondamentale per sviluppare linee guida efficaci. Inoltre, è necessario un impegno continuo nella formazione sanitaria e nella creazione di reti di scambio tra strutture sanitarie. Le strategie future devono includere programmi di sorveglianza, incentivi alla ricerca e campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico, coinvolgendo scuole e comunità per una maggiore consapevolezza sull’AMR. Solo attraverso un approccio integrato si potrà affrontare questa sfida per la salute pubblica.
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