alfacomunicazione.it

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

 

Come prendersi cura di un familiare con demenza: consigli utili e pratici

La gestione della **demenza** è una sfida complessa che coinvolge non solo i **pazienti**, ma anche i loro **familiari** e **caregiver**. Nel 2025, la situazione in **Italia** è allarmante: circa 1,2 milioni di persone convivono con la **malattia di Alzheimer**, la forma più comune di demenza, e ogni anno si registrano oltre 150.000 nuovi casi. Questo fenomeno ha un impatto significativo sulle famiglie, poiché oltre l’80% dell’assistenza quotidiana è fornita dai familiari stessi. La **neurologa**, Dottoressa **Adriana Rum**, esperta in questo campo, condivide la sua esperienza e offre consigli pratici per affrontare questa difficile situazione.

Le fasi della demenza e le reazioni dei pazienti

Nella fase iniziale della **demenza**, i pazienti iniziano a mostrare difficoltà a ricordare dettagli quotidiani, come la posizione degli oggetti o la preparazione di piatti familiari. Le reazioni dei pazienti variano notevolmente in base alla loro personalità. Le persone più riservate tendono a ritirarsi e a mostrare comportamenti evitanti, mentre gli individui estroversi possono reagire con **ansia** e **nervosismo**. Queste reazioni possono generare tensioni all’interno della famiglia, poiché i pazienti diventano frustrati per le loro dimenticanze e possono accusare i familiari di interferire.

In questa fase, è comune osservare un aumento dei disturbi dell’umore, con la comparsa di depressione e ansia. È fondamentale che il paziente e il caregiver siano consapevoli di queste reazioni emotive, poiché possono influenzare negativamente la capacità di affrontare la malattia. Un approccio comunicativo adeguato è cruciale per migliorare la qualità della vita del paziente e del caregiver.

La gestione quotidiana nella fase avanzata

Con l’aggravarsi della malattia, la gestione delle attività quotidiane diventa sempre più impegnativa. I caregiver, che possono essere coniugi o figli, devono prestare particolare attenzione alle esigenze del paziente, garantendo che mantenga la propria dignità durante le attività di cura personale. In questa fase, i pazienti possono rifiutare di lavarsi o vestirsi, creando conflitti e **ansia** sia per loro che per i caregiver.

Alcuni familiari scelgono di trasferire il proprio caro in una **struttura sanitaria**, mentre altri optano per un’assistenza domiciliare, assumendo badanti o operatori sociosanitari professionisti. Questi ultimi sono formati per fornire assistenza a pazienti affetti da demenza in tutte le fasi della malattia, contribuendo a migliorare la qualità della vita del paziente e a ridurre il carico emotivo e fisico sui familiari.

La fase finale e il supporto necessario

Nell’ultima fase della demenza, i pazienti possono sviluppare la sindrome di allettamento, che richiede un’alimentazione assistita tramite sondino. Questa fase è particolarmente difficile per i familiari, poiché il paziente perde la consapevolezza e la capacità di comunicare. La cura igienica e l’alimentazione diventano compiti complessi, spesso privi di interazioni significative.

In questa fase, è fondamentale che il caregiver riconosca l’importanza di chiedere aiuto. La richiesta di supporto non deve essere vista come una sconfitta, ma come un passo necessario per garantire una gestione adeguata della situazione. Le istituzioni regionali offrono programmi di assistenza e riconoscimento per i caregiver, che possono rivolgersi al **Punto Unico di Accesso** (PUA) per ricevere informazioni sui supporti disponibili.

L’accompagnamento e il supporto ai familiari di pazienti affetti da demenza sono essenziali per alleviare il peso dell’assistenza. La condivisione delle responsabilità e la disponibilità a ricevere aiuto possono rendere più sopportabile il percorso della malattia, contribuendo a mantenere un senso di umanità e rispetto nella cura dei propri cari.


La gestione della demenza, in particolare della malattia di Alzheimer, rappresenta una sfida significativa in Italia, dove nel 2025 circa 1,2 milioni di persone ne soffrono e oltre 150.000 nuovi casi vengono registrati annualmente. La maggior parte dell’assistenza è fornita dai familiari, con conseguenti tensioni e stress. Le reazioni dei pazienti variano: coloro che sono più riservati tendono a ritirarsi, mentre gli estroversi possono sviluppare ansia. Con il progredire della malattia, le attività quotidiane si complicano e i caregiver devono affrontare rifiuti e conflitti nel mantenere la dignità del paziente. Nella fase finale, la cura diventa estremamente difficile e spesso richiede assistenza professionale. È cruciale che i caregiver cercino supporto e condividano le responsabilità, poiché questo aiuta a sostenere il peso dell’assistenza e a mantenere un approccio umano nella cura dei propri cari. Le istituzioni offrono programmi di aiuto per facilitare il percorso.

Clicca qui per leggere l’articolo intero