Autore: salutextutti.it

  • Vaccini per donne in gravidanza: dall’antinfluenzale all’anti-pertosse

    Vaccini per donne in gravidanza: dall’antinfluenzale all’anti-pertosse

    Il dibattito sulle vaccinazioni in gravidanza continua a suscitare interesse e preoccupazione tra le future mamme e i professionisti della salute. Secondo un recente intervento degli esperti della piattaforma ‘Dottore, ma è vero che…?’ della Fnocmeo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi odontoiatri), non tutte le immunizzazioni sono raccomandabili durante la gestazione. Questo chiarimento, fornito il 4 novembre 2025, mette in luce l’importanza di una corretta informazione riguardo alle vaccinazioni disponibili e alle relative controindicazioni.

    Vaccinazioni non raccomandate in gravidanza

    Gli esperti avvertono che alcune vaccinazioni non sono adatte alle donne in gravidanza. Alcuni vaccini, come quelli contro l’epatite B e il meningococco C, possono essere somministrati solo in situazioni particolari, quando il rischio di contagio supera quello di effetti collaterali. Al contrario, vaccini come quelli contro l’Hpv e il pneumococco non sono consigliati in quanto mancano prove sufficienti sulla loro sicurezza durante la gravidanza. È fondamentale evitare l’uso di vaccini a virus vivi e attenuati, come quelli per morbillo, parotite, rosolia e varicella, poiché presentano rischi significativi per la salute della madre e del feto.

    Vaccinazioni raccomandate per le donne in gravidanza

    Nonostante le controindicazioni, esistono vaccinazioni fortemente raccomandate per le donne in attesa. Tra queste, il vaccino contro difterite, tetano e pertosse (dTpa) è gratuito e consigliato per tutte le gestanti. Anche il vaccino antinfluenzale è raccomandato, specialmente per le donne che si trovano nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Questa scelta si basa su evidenze scientifiche che dimostrano i benefici della vaccinazione in questi stadi avanzati della gravidanza, unitamente alla maggiore sicurezza rispetto al primo trimestre.

    La vaccinazione antinfluenzale è cruciale per proteggere sia la madre sia il neonato, poiché le donne in gravidanza e quelle nel periodo post-parto sono più vulnerabili alle complicanze influenzali, che possono anche portare a un parto prematuro. Gli esperti sottolineano che il vaccino antinfluenzale indicato per le gestanti deve essere a virus inattivato, mentre è sconsigliato l’uso di quello a virus vivo, autorizzato in Italia dal 2017.

    Vaccinazione anti-Covid e dTpa

    Un’altra vaccinazione che gli specialisti raccomandano è quella anti-Covid, suggerita per le donne in qualsiasi fase della gravidanza e nel periodo postpartum, compreso l’allattamento. Questa misura è fondamentale per garantire la protezione della salute della madre e del bambino.

    Infine, la vaccinazione con il vaccino dTpa è particolarmente importante nei Paesi avanzati come l’Italia, in quanto protegge il neonato dalla pertosse. Nelle prime settimane di vita, quando il bambino non ha ancora ricevuto il vaccino, i rischi legati alla malattia sono elevati. In questo contesto, il neonato può contare solo sulle difese immunitarie trasferite dalla madre, evidenziando l’importanza di una corretta immunizzazione durante la gravidanza. Gli esperti concludono rimarcando la necessità di informare le future mamme sulle vaccinazioni sicure e raccomandate, affinché possano prendere decisioni consapevoli per la loro salute e quella del loro bambino.


    Il dibattito sulle vaccinazioni in gravidanza è attuale e suscita preoccupazione tra le gestanti e i professionisti sanitari. Secondo esperti della Fnocmeo, non tutte le vaccinazioni sono raccomandabili: alcuni vaccini, come quelli contro epatite B e meningococco C, possono essere somministrati solo in casi specifici. Vaccini a virus vivi, come morbillo e varicella, sono da evitare per i rischi significativi. Tuttavia, vaccini come dTpa e antinfluenzale sono fortemente raccomandati, soprattutto nel secondo e terzo trimestre, per proteggere madre e neonato. La vaccinazione anti-Covid è consigliata in qualsiasi fase della gravidanza e durante l’allattamento. Gli esperti sottolineano l’importanza dell’educazione alle future mamme riguardo a quali vaccinazioni siano sicure e necessarie, per garantire la loro salute e quella del bambino.

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  • Educare i bambini a una sana alimentazione: la nuova sfida per le famiglie italiane

    Educare i bambini a una sana alimentazione: la nuova sfida per le famiglie italiane

    In un contesto caratterizzato da ritmi sempre più accelerati, la corretta alimentazione dei bambini emerge come una delle sfide più significative e complesse per il futuro delle nuove generazioni. Secondo le più recenti indagini condotte dal Ministero della Salute, oltre il 25% dei bambini italiani di età compresa tra i 6 e gli 11 anni risulta essere in sovrappeso o obeso. Questo dato allarmante sottolinea l’urgenza di promuovere un’educazione alimentare consapevole sin dalla prima infanzia.

    Il ruolo dei genitori nell’educazione alimentare

    La tavola di casa rappresenta la prima “scuola alimentare” per ogni bambino. Le abitudini alimentari dei genitori hanno un impatto diretto sulle scelte dei più piccoli. Un bambino che osserva i propri genitori consumare frutta, verdura e pasti bilanciati è più propenso a replicare tali comportamenti. Educare non implica semplicemente imporre regole, ma piuttosto trasmettere curiosità verso il cibo. Coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti, spiegare l’origine degli alimenti e farli partecipare alla spesa trasforma un gesto quotidiano in un’opportunità educativa.

    In tal modo, i genitori possono instaurare un dialogo aperto riguardo le scelte alimentari, incoraggiando i bambini a esplorare nuovi sapori e a comprendere l’importanza di una dieta equilibrata. Creare un ambiente familiare in cui il cibo è valorizzato e rispettato aiuta i bambini a costruire una relazione sana con l’alimentazione, promuovendo abitudini che li accompagneranno nel corso della vita.

    I pericoli delle informazioni errate online

    La rete, sebbene offra informazioni utili, è anche un terreno fertile per fake news e mode alimentari dannose. Regimi privi di carboidrati e diete “miracolose” promosse da influencer possono rappresentare trappole nutrizionali pericolose per i bambini. È quindi essenziale che i genitori si rivolgano a fonti scientificamente verificate e a professionisti del settore per orientarsi correttamente.

    La diffusione di contenuti errati può generare confusione e indecisione nelle famiglie, rendendo difficile per i genitori prendere decisioni informate riguardo l’alimentazione dei propri figli. Affidarsi a esperti e a risorse affidabili è fondamentale per garantire una crescita sana e per prevenire problemi legati all’alimentazione.

    Dove reperire informazioni affidabili

    Per coloro che desiderano approfondire il tema dell’alimentazione infantile, un prezioso punto di riferimento è AlimentazioneBambini.it. Questo progetto è stato creato con l’intento di diffondere una cultura nutrizionale basata su evidenze scientifiche e sulla collaborazione con esperti nel campo pediatrico. Il portale affronta tematiche complesse, come lo svezzamento e la gestione dei pasti in famiglia, utilizzando un linguaggio chiaro e accessibile.

    Tra gli argomenti trattati, si trovano la prevenzione dei disturbi alimentari, la lotta contro la sedentarietà e l’importanza del pasto come momento di dialogo e crescita condivisa. L’obiettivo non è quello di stabilire regole rigide, ma di fornire una guida concreta per costruire abitudini sane e sostenibili fin dai primi anni di vita, aiutando gli adulti a comprendere meglio i bisogni nutrizionali dei bambini.

    Il ruolo della scuola nell’educazione alimentare

    Negli ultimi anni, sempre più istituti scolastici italiani hanno avviato progetti di educazione alimentare che combinano teoria e pratica. Attività come laboratori di cucina, orti didattici e giornate senza merendine industriali sono diventate parte integrante del curriculum scolastico. In questo contesto, la collaborazione con enti e portali specializzati consente di diffondere conoscenze aggiornate e strumenti pratici per genitori e insegnanti.

    La scuola si configura quindi come un alleato fondamentale nella promozione di stili di vita sani, contribuendo a formare una consapevolezza alimentare nei bambini e a combattere i problemi legati al sovrappeso.

    Nutriamo il futuro

    Una corretta alimentazione non riguarda solo la salute fisica, ma ha un impatto significativo su concentrazione, apprendimento, equilibrio emotivo e sviluppo cognitivo. Abituare i bambini a riconoscere il valore del cibo significa prepararli a diventare adulti consapevoli e rispettosi della propria salute e dell’ambiente.

    Oggi, più che mai, educare i bambini a mangiare bene rappresenta un passo fondamentale verso un futuro migliore. In un mondo in cui la velocità rischia di sopraffare la qualità, iniziative come AlimentazioneBambini.it si pongono come un faro di conoscenza e responsabilità, dimostrando che ogni pasto, se vissuto con consapevolezza, può trasformarsi in una lezione di vita.


    La corretta alimentazione dei bambini è una sfida cruciale, con oltre il 25% di quelli italiani tra 6 e 11 anni in sovrappeso o obesi. La tavola di casa funge da prima “scuola alimentare”, dove le abitudini dei genitori influenzano quelle dei bambini. È fondamentale educare non solo imponendo regole, ma stimolando curiosità verso il cibo, coinvolgendo i piccoli nella preparazione dei pasti. La rete offre informazioni utili, ma anche fake news pericolose; pertanto, è essenziale affidarsi a fonti scientifiche. Portali come AlimentazioneBambini.it forniscono risorse basate su evidenze per promuovere abitudini sane. Anche le scuole stanno integrando progetti di educazione alimentare nel curriculum, con attività pratiche come laboratori di cucina. Una buona alimentazione influisce non solo sulla salute fisica, ma anche su concentrazione e sviluppo cognitivo, rendendola cruciale per il futuro. Educare i bambini a mangiare bene è un investimento per una generazione consapevole e responsabile.

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  • Tumori: novembre è il mese della prevenzione del cancro alla prostata, focus al Gemelli

    Tumori: novembre è il mese della prevenzione del cancro alla prostata, focus al Gemelli

    Il mese di novembre del 2025 è dedicato alla sensibilizzazione riguardo al tumore della prostata, la neoplasia più comune tra gli uomini. Presso la Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma, il professor Bernardo Rocco, ordinario di Urologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Urologia, ha fornito aggiornamenti sulle ultime novità nel campo chirurgico.

    I sintomi da non sottovalutare

    Il professor Rocco ha sottolineato l’importanza di riconoscere i campanelli d’allarme che potrebbero spingere un uomo a consultare un urologo. “I sintomi del tumore della prostata possono essere aspecifici e facilmente confusi con quelli dell’ipertrofia prostatica benigna“, ha dichiarato. La raccomandazione è di effettuare controlli regolari a partire dai 50 anni, specialmente se ci sono stati casi di tumore nella propria famiglia. Tra i segnali a cui prestare attenzione, Rocco ha elencato: l’esigenza di urinare frequentemente, in particolare durante la notte, difficoltà a trattenere l’urina o a iniziare la minzione, flusso urinario ridotto o intermittente, presenza di sangue nelle urine o nel seme, dolore durante la minzione o l’eiaculazione, e dolori localizzati nella parte bassa della schiena, nelle anche o nelle cosce.

    Prevenzione e stili di vita

    Per prevenire il tumore della prostata, il professor Rocco ha suggerito di adottare uno stile di vita sano, simile a quello raccomandato per la prevenzione di malattie cardiovascolari e altri tumori. È importante seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura – in particolare pomodori, broccoli e cavolfiori – e limitare il consumo di grassi animali, carni rosse e alimenti processati. Inoltre, è consigliabile aumentare l’assunzione di vitamina D, esporsi al sole per circa dieci minuti al giorno e, se necessario, integrare con supplementi. Rocco ha anche evidenziato l’importanza dell’attività fisica regolare, mantenere un peso forma e limitare il consumo di alcol. Alcuni fattori di rischio, come l’età, l’etnia e la predisposizione genetica, non possono essere modificati.

    Novità nelle diagnosi e nello screening

    Il professor Rocco ha sottolineato l’importanza di eseguire regolarmente il dosaggio ematico del PSA e di sottoporsi a visite urologiche a partire dai 50 anni, o anche prima in caso di familiarità. Se i livelli di PSA risultano elevati, il medico potrà consigliare ulteriori accertamenti, come risonanze magnetiche o biopsie. Rocco ha fatto riferimento a uno studio recente pubblicato su Jama, che ha dimostrato come la risonanza magnetica biparametrica sia efficace quanto quella multiparametrica nel rilevare il cancro alla prostata, riducendo i tempi di esecuzione e l’uso di mezzi di contrasto.

    Innovazioni nel trattamento chirurgico

    Negli ultimi venti anni, la chirurgia robotica ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel trattamento del tumore della prostata. Rocco ha affermato che diversi studi dimostrano come questa tecnica possa ridurre la mortalità associata al tumore e migliorare la qualità della vita dei pazienti, grazie a una maggiore precisione e minore invasività. I pazienti possono beneficiare di un dolore post-operatorio ridotto, tempi di recupero più rapidi e una degenza ospedaliera più breve, senza compromettere l’efficacia oncologica.

    Espansione delle procedure al Gemelli

    Presso la Fondazione Policlinico Gemelli, il professor Rocco ha evidenziato che sono disponibili tre piattaforme robotiche all’avanguardia, permettendo ai medici di personalizzare i trattamenti. Da quando Rocco è arrivato al Gemelli, il numero di procedure per la diagnosi e il trattamento del tumore prostatico è aumentato del 116%. Inoltre, è stato formalizzato un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per garantire un approccio integrato nella cura dei pazienti affetti da questa patologia.


    Novembre 2025 è dedicato alla sensibilizzazione sul tumore della prostata, una neoplasia comune tra gli uomini. Il professor Bernardo Rocco, esperto di urologia, ha evidenziato la necessità di riconoscere sintomi che possono indicare problemi, come difficoltà nella minzione e dolore. Raccomanda controlli regolari dai 50 anni, specialmente in caso di familiarità. Per la prevenzione, suggerisce uno stile di vita sano, inclusa una dieta ricca di frutta e verdura e attività fisica. È fondamentale anche il monitoraggio del PSA e visite urologiche regolari. Innovazioni come la risonanza magnetica biparametrica hanno migliorato le diagnosi. Negli ultimi venti anni, la chirurgia robotica ha rivoluzionato il trattamento di questa patologia, migliorando i tassi di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti. Presso la Fondazione Policlinico Gemelli, l’uso di tecnologie avanzate ha portato a un significativo incremento delle procedure diagnostiche e terapeutiche.

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  • Manovra economica, Fnopi: “Apprezzate le misure e l’attenzione verso gli infermieri”

    Manovra economica, Fnopi: “Apprezzate le misure e l’attenzione verso gli infermieri”

    Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), ha espresso un forte apprezzamento per le misure previste nella Legge di Bilancio 2026, evidenziando l’importanza di investire in formazione e ricerca per garantire un riconoscimento economico e sociale della professione infermieristica. Questo intervento è avvenuto il 3 novembre 2025, durante l’audizione delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove Mangiacavalli ha sottolineato la necessità di un approccio continuo e coerente rispetto alle politiche sanitarie già avviate.

    Riconoscimento del ruolo degli infermieri

    Durante la sua dichiarazione, Mangiacavalli ha messo in evidenza come le previsioni della Legge di Bilancio rappresentino un segnale concreto di attenzione verso le professioni infermieristiche in Italia. Ha affermato che le misure proposte riconoscono il valore fondamentale degli infermieri all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, un passo importante in un contesto caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento della domanda di assistenza territoriale. Secondo Mangiacavalli, il rafforzamento del ruolo degli infermieri è una scelta lungimirante e necessaria per il Paese.

    La Fnopi ha accolto con favore l’aumento dell’indennità di specificità infermieristica, prevista per passare da 285 a 480 milioni di euro annui, una misura che non solo favorisce la fidelizzazione del personale, ma migliora anche la motivazione e il benessere organizzativo. Questo riconoscimento economico è visto come un elemento cruciale per garantire la qualità e la sicurezza delle cure, con l’auspicio che l’indennità di esclusività, già prevista per i dirigenti medici, venga estesa anche ai dirigenti delle professioni sanitarie.

    Tassazione agevolata e nuove assunzioni

    Mangiacavalli ha inoltre espresso interesse per la proposta di una tassazione agevolata al 15% sui compensi per prestazioni aggiuntive del personale sanitario. Questa misura mira a rendere più vantaggiosi tali compensi, garantendo continuità nell’assistenza e risposte adeguate a situazioni critiche. Tuttavia, la presidente della Fnopi ha sottolineato che migliorare le condizioni di lavoro degli infermeri richiede nuove assunzioni, affinché si possano soddisfare le crescenti esigenze di cura della popolazione.

    La Federazione ha evidenziato come sia fondamentale che le risorse siano distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, evitando disparità tra le diverse regioni. Mangiacavalli ha anche apprezzato le disposizioni volte a valorizzare il lavoro svolto nei servizi pubblici di pronto soccorso, una misura necessaria per affrontare la crescente difficoltà nel reclutare personale disposto a lavorare in ambienti ad alta intensità assistenziale.

    Investimenti nella formazione e nella ricerca

    Il quadro delineato dalla Manovra di Bilancio, secondo la Fnopi, dimostra l’attenzione delle istituzioni verso il riconoscimento delle competenze e della dedizione degli infermieri nel sistema sanitario. Questi interventi sono considerati un passo significativo per rendere la professione infermieristica più attrattiva e sostenibile, in grado di rispondere efficacemente alle esigenze di pazienti e cittadini.

    Mangiacavalli ha concluso il suo intervento auspicando che le misure siano accompagnate da un piano strutturale di investimenti nella formazione e nella ricerca infermieristica. Ha sottolineato l’importanza di sviluppare nuovi modelli organizzativi che promuovano l’autonomia professionale e l’integrazione multidisciplinare. La Fnopi ha rinnovato la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per garantire che le previsioni della Legge di Bilancio si traducano in azioni concrete a beneficio del sistema sanitario, sottolineando che senza una strategia di valorizzazione delle professioni infermieristiche, il sistema rischia di indebolirsi, perdendo uno dei suoi pilastri fondamentali.


    Barbara Mangiacavalli, president of the National Federation of Nursing Professions (Fnopi), praised the measures in the 2026 Budget Law during a hearing on November 3, 2025. She emphasized the importance of investing in training and research to enhance the economic and social recognition of nursing. Mangiacavalli noted that the Budget Law acknowledges the critical role of nurses in Italy’s healthcare system, especially amidst an aging population and increasing care demands. The planned increase in the nurse specialty allowance from €285 million to €480 million annually is aimed at boosting staff retention and morale while ensuring quality care. She also highlighted the proposal for a 15% tax reduction on additional service compensations and stressed the need for new hires to meet growing healthcare needs. Overall, Mangiacavalli advocated for a concerted national effort to ensure equitable resource distribution and collaborative investment in nursing education and organizational models to strengthen the healthcare system.

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  • Università: Lum offre ai cardiologi cinesi un programma formativo sull’ecocardiografia

    Università: Lum offre ai cardiologi cinesi un programma formativo sull’ecocardiografia

    Nel corso di una significativa cerimonia svoltasi il 3 novembre 2025 presso il National Health Committee a Pechino, il professor Sabino Iliceto, in qualità di direttore della School of Health della Lum – Libera Università Mediterranea e direttore scientifico del Centro Cuore del Mater Dei Hospital, ha ufficialmente donato un innovativo programma educazionale digitale alla Commissione Sanità della Repubblica Popolare Cinese. Questo programma si propone di coprire l’intero spettro dell’ecocardiografia, fondamentale nel campo della cardiologia.

    Un’iniziativa per la formazione cardiologica in Cina

    L’ecocardiografia rappresenta uno degli strumenti diagnostici più rilevanti e diffusi in cardiologia. Tuttavia, il professor Iliceto ha sottolineato che, a differenza delle pratiche occidentali, in Cina tale indagine viene generalmente condotta nelle istituzioni radiologiche piuttosto che in quelle cardiologiche. Durante il suo intervento, Iliceto ha evidenziato come il National Health Committee cinese abbia riconosciuto questa anomalia e abbia deciso di intraprendere un percorso di riforma. Entro i prossimi quattro anni, infatti, l’obiettivo è quello di trasferire l’attività ecocardiografica dalle radiologie alle cardiologie, e il programma educazionale digitale da lui sviluppato, con il supporto dell’università Lum, è considerato il mezzo ideale per raggiungere questo scopo.

    Dettagli del programma educazionale digitale

    Il progetto donato da Iliceto si presenta come una vera e propria enciclopedia digitale, arricchita dall’uso dell’intelligenza artificiale. Comprende 50 lezioni accessibili online, accompagnate da un vasto repertorio di immagini diagnostiche. Questa risorsa permetterà ai cardiologi cinesi di acquisire competenze autonome nella gestione delle tecniche diagnostiche più comuni in cardiologia. Il professor Iliceto ha affermato che questa iniziativa rappresenta un’importante opportunità per migliorare le capacità professionali dei medici cinesi e per elevare gli standard di cura nel paese.

    Riconoscimento per la medicina italiana

    Il professor Iliceto ha concluso il suo intervento esprimendo soddisfazione per il riconoscimento che questa iniziativa porta alla medicina italiana, e in particolare all’università Lum. La donazione di questo programma educazionale non solo rafforza i legami tra Italia e Cina nel settore della salute, ma rappresenta anche un passo avanti significativo per la formazione dei cardiologi cinesi, contribuendo a una maggiore efficienza nel trattamento delle patologie cardiache nel paese.


    On November 3, 2025, Professor Sabino Iliceto donated an innovative digital educational program to China’s National Health Committee during a ceremony in Beijing. This initiative aims to enhance cardiology training in China by focusing on echocardiography, a vital diagnostic tool often performed in radiology rather than cardiology settings in the country. The program, developed with support from Lum University, serves as a digital encyclopedia enriched with artificial intelligence, featuring 50 online lessons and extensive diagnostic imaging resources. It aims to empower Chinese cardiologists with essential skills in common diagnostic techniques. Iliceto emphasized that this initiative will advance medical care standards and improve cardiologists’ capabilities in China. He also noted the recognition this brings to Italian medicine, strengthening health ties between Italy and China while contributing significantly to the training of Chinese cardiologists and enhancing cardiac care efficiency.

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  • Farmaceutica: Biroccio è il nuovo general manager di Gsk Italia, focus su innovazione e prevenzione

    Farmaceutica: Biroccio è il nuovo general manager di Gsk Italia, focus su innovazione e prevenzione

    Antonino Biroccio, nuovo general manager di Gsk Italia, ha espresso oggi a Milano l’importanza della prevenzione e dell’innovazione nel sistema sanitario italiano. Durante la sua presentazione alla stampa, Biroccio ha sottolineato come investire nella salute degli adulti e supportare le persone fragili possa generare un risparmio significativo per il settore sanitario, rendendolo più resiliente e meno congestionato. Questo risparmio, ha aggiunto, potrebbe essere reinvestito in soluzioni innovative per migliorare l’assistenza ai pazienti.

    Nascita e formazione di Antonino Biroccio

    Nato a Reggio Calabria nel 1973, Biroccio ha conseguito la laurea in Chimica farmaceutica presso l’Università di Messina. Ha poi proseguito la sua formazione con un dottorato in Genetica e Biologia molecolare all’Università La Sapienza di Roma. La sua carriera si distingue per un’ampia esperienza nel settore farmaceutico, con numerose pubblicazioni scientifiche all’attivo e l’abilitazione alla professione di farmacista.

    Carriera professionale in Gsk

    La carriera di Biroccio in Gsk è iniziata nel 2014, quando è stato nominato direttore della divisione vaccini. Prima di questo incarico, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in diverse aziende farmaceutiche, dimostrando competenze strategiche e di leadership. Dal 2016 al 2020, ha diretto alcune business unit di Gsk in Grecia e Spagna, mentre nei due anni successivi ha lavorato a Singapore come responsabile commerciale mondiale del portfolio respiratorio. Successivamente, è tornato in Grecia per assumere il ruolo di general manager.

    Innovazione e sfide future

    All’inizio del 2025, Biroccio ha guidato il lancio della terapia Gsk per il mieloma multiplo, un’importante innovazione nel trattamento di questa malattia. Oggi, con la sua nomina a General manager di Gsk Italia, si prepara a affrontare nuove sfide nel panorama della salute pubblica, puntando a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario nel nostro Paese.


    Antonino Biroccio, newly appointed General Manager of GSK Italy, emphasized the critical importance of prevention and innovation in the Italian healthcare system during a press conference in Milan. He highlighted that investing in adult health and supporting vulnerable individuals could lead to significant savings, ultimately making the healthcare sector more resilient and efficient. These savings could be redirected towards innovative patient care solutions.

    Biroccio, born in Reggio Calabria in 1973, holds a degree in Pharmaceutical Chemistry from the University of Messina and a PhD in Genetics and Molecular Biology from La Sapienza University in Rome. Since joining GSK in 2014 as head of the vaccine division, he has held various leadership roles, including managing business units in Greece and Spain, and working as Global Commercial Head for the respiratory portfolio in Singapore. He recently led the launch of GSK’s myeloma therapy and is now focused on enhancing public health efficacy in Italy.

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  • Tumori, la psiconcologa sottolinea l’importanza della paura di recidiva nel cancro al seno iniziale

    Tumori, la psiconcologa sottolinea l’importanza della paura di recidiva nel cancro al seno iniziale

    Il 3 novembre 2025, Anna Costantini, past president e consigliere nazionale della Società Italiana di Psiconcologia (Sipo), ha evidenziato l’importanza di affrontare la paura della recidiva tra le pazienti che hanno appena concluso la chirurgia per tumore al seno in fase iniziale. In un articolo pubblicato su ‘E’ tempo di vita’, progetto editoriale promosso da Novartis, Costantini ha descritto come questo timore possa influenzare profondamente le scelte, le relazioni e la qualità della vita delle donne in questa fase delicata.

    Il passaggio critico dopo la chirurgia

    Dopo aver completato la chirurgia per il tumore al seno, le donne si trovano ad affrontare un periodo di transizione caratterizzato da una serie di sfide psicologiche. Sebbene il tumore sia stato rimosso, l’attenzione si sposta sulla prevenzione della recidiva. Questo momento è spesso caratterizzato da sentimenti contrastanti di sollievo e ansia. Le pazienti devono affrontare le terapie adiuvanti, che comportano l’adattamento a nuovi ritmi quotidiani e la gestione degli effetti collaterali. “La paura della recidiva è un tema poco discusso, ma è fondamentale per il benessere psicologico delle pazienti”, ha dichiarato Costantini. Questa fase richiede un supporto adeguato, che può includere la consulenza di uno psiconcologo, in grado di fornire uno spazio sicuro per esprimere e gestire le emozioni.

    La paura della recidiva e le sue implicazioni

    La psiconcologa Costantini ha descritto la paura della ricomparsa della malattia come una “spada di Damocle” che pesa su tutti i pazienti oncologici. Questa ansia può variare da lieve a severa e, quando intensa, può influenzare negativamente le decisioni e le relazioni interpersonali. “La diagnosi oncologica segna un cambiamento radicale nella vita di una persona”, ha spiegato Costantini, evidenziando come essa porti a una crisi di senso e a una riorganizzazione delle priorità esistenziali. È in questo contesto che l’intervento di uno psiconcologo diventa cruciale, poiché offre supporto per affrontare le reazioni emotive e favorire un recupero sano.

    L’importanza dell’attività fisica e della sessualità

    Un aspetto fondamentale del recupero, secondo Costantini, è l’attività fisica. L’esercizio fisico non solo migliora il benessere fisico, ma stimola anche la produzione di sostanze chimiche nel cervello, come il BDNF, la serotonina e la dopamina, che hanno effetti positivi sull’umore. Inoltre, l’attività fisica può contribuire a mantenere un equilibrio ormonale e sostenere il sistema immunitario. Tuttavia, anche la sessualità rappresenta un tema delicato e spesso trascurato. Costantini ha sottolineato che le difficoltà sessuali sono raramente discusse, sia dai medici che dai pazienti. Una consulenza sessuologica può rivelarsi utile per affrontare e superare queste problematiche.

    Le relazioni interpersonali e il supporto sociale

    Il percorso di recupero non è mai lineare, e le pazienti spesso devono affrontare cambiamenti significativi nelle loro relazioni. Costantini ha evidenziato come molte donne possano sentirsi isolate o incompresi, portando a un ritiro sociale. È importante che le pazienti possano esprimere le proprie emozioni e che gli amici comprendano la loro situazione. Tuttavia, anche gli amici possono trovarsi in difficoltà nel sapere come supportare chi sta affrontando una malattia così complessa. “È fondamentale che le pazienti comunichino il loro stato e le loro esigenze per mantenere relazioni significative“, ha concluso Costantini.

    L’articolo completo e ulteriori approfondimenti sono disponibili sul sito etempodivita.it, dove è possibile trovare risorse utili per affrontare le sfide legate al tumore al seno e al suo impatto psicologico.


    Il 3 novembre 2025, Anna Costantini, past president della Società Italiana di Psiconcologia, ha sottolineato l’importanza di affrontare la paura della recidiva nelle donne che hanno appena concluso la chirurgia per tumore al seno. In un articolo su ‘E’ tempo di vita’, ha spiegato che questa paura può influenzare significativamente le scelte e la qualità della vita delle pazienti. Dopo la chirurgia, le donne vivono una fase di transizione complessa, caratterizzata da sollievo e ansia, mentre si preparano a terapie adiuvanti. Costantini ha definito la paura della recidiva come una “spada di Damocle” che può compromettere le relazioni interpersonali. Ha anche evidenziato l’importanza dell’attività fisica per migliorare il benessere psicologico e la necessità di una consulenza sessuologica per affrontare le difficoltà sessuali. Infine, ha esortato le pazienti a comunicare le proprie esigenze per mantenere relazioni significative durante il recupero.

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  • “La nutrizione come elemento fondamentale nella cura: intervista a Maria Mayer”

    “La nutrizione come elemento fondamentale nella cura: intervista a Maria Mayer”

    Maria Mayer, medico veterinario con un PhD e due Master universitari di II livello in Nutrizione e Dietetica clinica del cane e del gatto e in Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia e Scienza della Cura Integrata, è una figura di riferimento nel campo della nutrizione veterinaria integrata. Da oltre dieci anni, Mayer si dedica a questo ambito, contribuendo a ridefinire il ruolo dell’alimentazione nella salute degli animali. Attualmente, dirige Nutravet, un progetto clinico focalizzato su animali affetti da patologie croniche, e coordina Nutravet Academy, una piattaforma formativa per i professionisti del settore veterinario.

    La visione di Maria Mayer si distingue per il suo approccio sistemico, che considera la complessità del singolo paziente e l’importanza di fonti scientifiche affidabili. La sua filosofia si fonda sulla relazione tra corpo, mente e nutrizione, e mira a promuovere una cultura nutrizionale consapevole, supportata da evidenze e rivolta al reale benessere degli animali.

    Il percorso professionale di Maria Mayer

    Il cammino di Maria Mayer nel mondo della veterinaria è iniziato ben prima del conseguimento della laurea. La sua passione per le medicine non convenzionali e per la nutrizione funzionale del cane e del gatto l’ha portata a intraprendere un percorso di approfondimento che include la libera professione e la formazione post-laurea. Attraverso la sua esperienza, ha compreso l’importanza della nutrizione clinica come strumento di prevenzione e cura, nonché come supporto terapeutico.

    L’ispirazione per specializzarsi in nutrizione clinica è emersa dalla sua vita con Ransie, una cagnolona che ha rivelato i limiti delle diete commerciali. Questa esperienza ha dato vita a un’esigenza di colmare il divario tra pratica clinica e formazione in nutrizione veterinaria. Attraverso il suo lavoro con pazienti complessi, Mayer ha notato come una dieta inadeguata possa compromettere le terapie, spingendola a sviluppare un approccio integrato per migliorare la qualità di vita degli animali e supportare i colleghi nel loro operato.

    Formazione e sfide future nel settore veterinario

    Maria Mayer si propone di trasmettere ai professionisti sanitari una visione integrata del paziente, enfatizzando l’importanza di un approccio nutrizionale scientificamente solido e attento al microbiota. Tra i suoi obiettivi formativi vi è la personalizzazione degli interventi nutrizionali, evitando schemi preconfezionati e promuovendo la capacità di interpretare correttamente le etichette dei prodotti. Inoltre, Mayer incoraggia i professionisti a comunicare in modo chiaro con i clienti e a discernere tra mode e dati affidabili.

    Guardando al futuro, Mayer prevede che la principale sfida per i professionisti della salute animale sarà gestire l’eccesso di informazioni, spesso confuse o mal interpretate, che può generare incertezze sia nei proprietari degli animali sia nei colleghi. Sarà cruciale integrare nuove conoscenze, come nutrigenomica, microbiota e asse intestino-cervello, in un contesto clinico pratico, senza lasciarsi sopraffare dalla complessità. Un’altra sfida sarà quella di rafforzare la collaborazione interdisciplinare, essenziale per un approccio completo alla salute animale.

    Progetti e visione per il futuro

    Maria Mayer immagina un’evoluzione della nutrizione veterinaria come disciplina specialistica autonoma, con linee guida più definite e strumenti clinici avanzati. Prevede un’attenzione crescente alla personalizzazione delle diete e al microbiota, pur avvertendo il rischio di una medicalizzazione eccessiva della nutrizione. La sua speranza è che si mantenga un equilibrio tra evidenza scientifica e il rispetto della complessità del paziente.

    Per i giovani professionisti che si affacciano ora al mondo della veterinaria, Mayer consiglia di studiare con passione, mantenendo sempre il paziente al centro dell’attenzione. È fondamentale sviluppare una rete di collegamenti professionali, poiché la medicina veterinaria è in continua evoluzione e il dialogo tra diverse discipline è essenziale per la crescita professionale.

    Nel suo percorso, Mayer ha vissuto esperienze significative, come quella di un cane corso affetto da epilessia. Grazie a una dieta personalizzata e all’integrazione di nutrienti funzionali, le crisi del cane si sono ridotte, dimostrando l’impatto positivo della nutrizione sulla salute.

    Fuori dal lavoro, Maria Mayer coltiva passioni per la filosofia, la politica e l’etica, dedicando tempo alla lettura di articoli scientifici, in particolare sul microbiota intestinale. Condivide la vita con suo marito Ezequiel e la sua cagnolina Uma, che le ricorda quotidianamente il significato del suo lavoro.

    Maria Mayer attribuisce grande importanza al libro “Molecole di emozioni” di Candace Pert, che ha influenzato profondamente la sua visione della medicina. Questo testo le ha rivelato il legame profondo tra emozioni, corpo e salute, portandola a esplorare la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI) come parte integrante della sua pratica.

    La sua ispirazione si basa sul principio “Primum non nocere”, che implica il rispetto dell’unicità di ogni paziente e la ricerca del massimo benessere. Ogni scelta deve essere valutata nel contesto della vita e delle possibilità del paziente, richiedendo ascolto, competenza e umiltà.

    Maria Mayer continua a lavorare su progetti futuri, tra cui corsi di nutrizione e microbiota, e si impegna a rendere accessibili temi complessi attraverso i social media. La sua aspirazione è di dedicarsi nuovamente alla scrittura, realizzando nuovi corsi per eBook ECM e contribuendo alla diffusione della conoscenza in ambito veterinario.

    L’intervista con Maria Mayer offre uno spaccato di una professionista rigorosa e appassionata, il cui lavoro rappresenta un perfetto equilibrio tra scienza e umanità, invitando i colleghi a riscoprire la personalizzazione come principio cardine della medicina. La nutrizione emerge come elemento fondamentale nella cura degli animali, un tema che Mayer promuove attraverso la sua attività formativa e clinica, sottolineando che la nutrizione è parte integrante della cura.


    Maria Mayer è un veterinario con un PhD e due Master in Nutrizione e Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia, specializzata in nutrizione veterinaria integrata. Da oltre dieci anni, contribuisce a migliorare la salute degli animali attraverso un approccio olistico alla nutrizione. Attualmente dirige Nutravet e coordina la Nutravet Academy, dedicandosi a pazienti con patologie croniche. La sua filosofia combina corpo, mente e nutrizione, enfatizzando l’importanza di evidenze scientifiche. Mayer è motivata dalla sua esperienza con Ransie, un cane che ha rivelato i limiti delle diete commerciali, spingendola a sviluppare piani nutrizionali personalizzati. Si impegna a formare professionisti veterinari a interpretare correttamente le diete e affrontare l’eccesso di informazioni nel settore. Dedica tempo a progetti futuri, come corsi di nutrizione e microbiota, e valorizza il legame tra emozioni e salute, riflettendo sull’importanza della personalizzazione nella medicina veterinaria.

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  • Gsk: Antonino Biroccio nominato nuovo General Manager e Ad per l’Italia

    Gsk: Antonino Biroccio nominato nuovo General Manager e Ad per l’Italia

    Il primo giorno di mandato di Antonino Biroccio come nuovo General Manager, Presidente e Amministratore Delegato di GSK Italia si è svolto il 5 gennaio 2025 al Circolo della Stampa di Milano. Durante l’incontro con i giornalisti, Biroccio ha espresso chiaramente le sue intenzioni, sottolineando che immediatezza, trasparenza e cooperazione sono le sue priorità principali. Ha affermato: “Sentivo l’urgenza di presentarmi ai giornalisti con cui collaboriamo quotidianamente, condividendo l’impegno per migliorare la salute in Italia”.

    L’italiano nel settore sanitario

    Riflettendo sulla celebre affermazione di Leo Longanesi riguardo agli italiani, Biroccio ha commentato che, sebbene spesso si parli di stereotipi legati alla cultura e alla vita italiana, il settore sanitario nazionale è in realtà un punto di riferimento a livello internazionale. Ha sottolineato che l’Italia vanta un sistema sanitario universale invidiato da molti, con università e ricercatori di alto calibro. Questo ha consentito al Paese di posizionarsi al secondo posto in Europa nel settore farmaceutico, subito dopo la Germania, continuando ad attrarre investimenti nonostante le sfide globali.

    La presenza di GSK in Italia

    GSK è attiva in Italia dal 1900, evolvendosi in una multinazionale a ciclo completo. Attualmente, l’azienda dispone di due centri di ricerca e due stabilimenti produttivi, impiegando 4.200 persone e generando un fatturato di 1,6 miliardi di euro, di cui un terzo derivante dall’export in oltre 100 paesi. Gli investimenti in Italia ammontano a 324 milioni di euro, rappresentando il 20% del fatturato aziendale e l’8% del totale degli investimenti in ricerca e produzione delle aziende farmaceutiche nel Paese. Biroccio ha avvertito che questi risultati potrebbero essere compromessi se non si affrontano le trasformazioni in atto, ponendo l’accento sull’importanza di favorire l’innovazione per migliorare la salute e la vita dei cittadini.

    Collaborazione e innovazione

    Biroccio ha precisato che GSK non può affrontare queste sfide da sola, ma può stimolare il dibattito e condividere esperienze e analisi. Ha evidenziato come l’azienda abbia già investito ingenti somme per portare farmaci e vaccini al pubblico con un anticipo di due anni rispetto all’introduzione in Italia. Inoltre, ha citato studi che dimostrano come una corretta organizzazione delle vaccinazioni per adulti fragili potrebbe generare risparmi significativi per il sistema sanitario nazionale.

    Obiettivi ambiziosi nel campo della ricerca

    GSK opera in vari ambiti, con centri di ricerca a Siena e stabilimenti a Rosia e Parma, dedicati alla produzione di vaccini e farmaci innovativi. Biroccio ha delineato obiettivi ambiziosi nel settore degli anticorpi monoclonali, in particolare per le malattie reumatiche, respiratorie e oncologiche. Ha sottolineato l’importanza della piattaforma tecnologica di Parma per la produzione di farmaci innovativi, come gli ADC, che rappresentano una grande opportunità terapeutica.

    Prospettive future e collaborazione

    Biroccio ha evidenziato che il futuro di GSK dipende dalla capacità di collaborare con tutti gli attori del settore sanitario, per garantire che l’innovazione non rimanga solo un concetto, ma si traduca in reali benefici per i pazienti. Ha ribadito l’impegno a lavorare con medici, pazienti, istituzioni e associazioni per promuovere un’innovazione che riduca i costi sociali e attragga investimenti, garantendo che tutti i cittadini italiani possano accedere a trattamenti tempestivi e di qualità, al pari degli altri cittadini europei.


    Il 5 gennaio 2025, Antonino Biroccio ha assunto il ruolo di General Manager e Presidente di GSK Italia, evidenziando l’importanza di immediatezza, trasparenza e cooperazione nella sua nuova posizione. Durante un incontro con i media, ha sottolineato che il sistema sanitario italiano è un modello internazionale, posizionando il Paese al secondo posto in Europa nel settore farmaceutico. GSK, attiva in Italia dal 1900, conta su 4.200 dipendenti e un fatturato di 1,6 miliardi di euro, con significativi investimenti in ricerca. Biroccio ha messo in guardia sull’importanza di innovare per affrontare le sfide attuali e ha proposto di stimolare collaborazioni con medici, pazienti e istituzioni. L’azienda si concentra anche nello sviluppo di anticorpi monoclonali e vaccini innovativi, mirando a rendere l’innovazione accessibile a tutti i cittadini italiani, garantendo la qualità dei trattamenti.

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  • Sesso: un’indagine rivela che 4 uomini su 5 considerano tabù i problemi intimi

    Sesso: un’indagine rivela che 4 uomini su 5 considerano tabù i problemi intimi

    Quattro uomini su cinque in Italia trovano difficoltoso affrontare i propri problemi sessuali. La ricerca condotta da Viatris, in collaborazione con Iqvia, ha rivelato importanti differenze generazionali nella percezione e nella gestione della salute sessuale. Presentata il 10 ottobre 2025, in concomitanza con il lancio della nuova formulazione orodispersibile di Viagra, l’indagine ha coinvolto un campione di 1.000 uomini tra i 18 e i 70 anni, analizzando il loro approccio alla salute e al benessere sessuale.

    Le generazioni a confronto

    L’indagine ha messo in luce come i giovani della Generazione Z si mostrino più aperti al dialogo riguardo alla sessualità, attivandosi rapidamente in caso di problemi. Tuttavia, preferiscono discutere le loro difficoltà con amici e familiari prima di contattare un professionista. I Millennials, d’altro canto, tendono a procrastinare e a non affrontare subito i sintomi, cercando soluzioni autonome o confidandosi con il partner. Le generazioni più mature, come la Gen X e i Boomer, si dimostrano meno propense alla prevenzione, ma sono più inclini a consultare un medico al manifestarsi dei primi sintomi, con il 52% che si rivolge al medico di base, soprattutto nelle regioni del Centro e del Nord Italia.

    La salute sessuale e la sua percezione

    Un altro aspetto significativo emerso dalla ricerca è la consapevolezza degli uomini riguardo alla propria salute. Circa la metà degli intervistati ha dichiarato di impegnarsi attivamente per mantenersi in forma, adottando stili di vita sani. Tuttavia, quando si tratta di benessere sessuale, il quadro è contrastante. Sei uomini su dieci riconoscono l’importanza della sessualità per la vita di coppia e l’autostima, ma quasi il 45% non si sente soddisfatto del proprio stato. Gli uomini più giovani tendono a sottovalutare l’importanza della salute sessuale, mentre quelli di mezza età e oltre la considerano cruciale per la qualità della vita, ammettendo che la soddisfazione sessuale può diminuire con l’età.

    Le barriere nel dialogo medico-paziente

    La ricerca ha anche evidenziato le difficoltà che gli uomini italiani incontrano nel discutere di problemi sessuali con i medici. Nonostante la consapevolezza dell’importanza di affrontare tali argomenti, il 80% degli uomini si sente a disagio nel farlo. Tra le motivazioni principali si riscontrano imbarazzo, paura del giudizio e difficoltà nel trovare le parole giuste. Questo fenomeno è più marcato tra i giovani, mentre gli uomini più maturi mostrano una scarsa abitudine a rivolgersi a un medico per questioni intime. Inoltre, le preferenze riguardo al tipo di specialista da consultare variano a seconda dell’età: gli uomini più anziani tendono a rivolgersi a urologi o andrologi, mentre i più giovani mostrano una maggiore propensione a contattare psicologi, evidenziando una crescente apertura verso il benessere mentale.

    La disfunzione erettile come campanello d’allarme

    La disfunzione erettile, che colpisce circa 3 milioni di uomini in Italia, è un problema comune, ma spesso rimane in silenzio. Emmanuele Jannini, professore di Endocrinologia e Sessuologia Medica all’Università di Roma Tor Vergata, sottolinea l’importanza del dialogo tra medico e paziente per affrontare le difficoltà sessuali. Molti uomini, anche tra i più giovani, si sentono vincolati da stereotipi di virilità e ritrosia, rendendo difficile la richiesta di aiuto. La disfunzione erettile può essere un indicatore precoce di patologie cardiovascolari, pertanto è fondamentale non sottovalutarne i segnali.

    Viatris, con l’obiettivo di migliorare il dialogo sulla salute maschile, si impegna a ridurre lo stigma associato a queste problematiche e a incoraggiare gli uomini a cercare supporto medico. Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris in Italia, afferma che la nuova formulazione di Viagra rappresenta un passo verso l’innovazione e l’accesso a opzioni terapeutiche per un numero sempre maggiore di pazienti, promuovendo un approccio più aperto alla salute sessuale.


    Quattro uomini su cinque in Italia hanno difficoltà ad affrontare problemi sessuali, secondo uno studio di Viatris e Iqvia. Presentato il 10 ottobre 2025, l’indagine ha coinvolto 1.000 uomini di diverse generazioni. La Generazione Z è più aperta al dialogo e cerca aiuto tra amici, mentre i Millennials procrastinano nel cercare soluzioni. Le generazioni più mature si consultano con medici al manifestarsi dei sintomi, con il 52% dei Boomer che si rivolge al medico. Circa il 50% degli intervistati mantiene uno stile di vita sano, ma il 45% non è soddisfatto della propria vita sessuale. L’80% degli uomini si sente a disagio nel discutere di problemi con i medici, a causa di imbarazzo e paura del giudizio, con giovani più titubanti. La disfunzione erettile, che colpisce circa 3 milioni di uomini, è spesso sottovalutata, ma può indicare patologie più gravi; Viatris mira a migliorare questo dialogo e ridurre lo stigma associato.

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