Autore: salutextutti.it

  • Salus Tv: il numero 44 del 5 novembre 2025 è ora disponibile

    Salus Tv: il numero 44 del 5 novembre 2025 è ora disponibile

    Il Sant’Andrea – Sapienza di Roma ha recentemente raggiunto un traguardo storico, eseguendo il primo trapianto al mondo di arteria polmonare. Questo intervento pionieristico rappresenta un passo significativo nella medicina cardiovascolare e potrebbe aprire nuove strade per il trattamento di patologie polmonari gravi. La notizia è stata presentata in occasione del 55° Congresso Sin, dove Merck ha lanciato un nuovo vodcast intitolato “Mille Storie”, volto a sensibilizzare il pubblico su importanti tematiche sanitarie.

    Ottimizzazione della protezione vaccinale contro l’influenza

    Durante il congresso, il dottor Siti ha sottolineato l’importanza di ottimizzare la protezione vaccinale contro l’influenza. Con l’avvicinarsi della stagione influenzale, i professionisti della salute si sono riuniti per discutere le strategie più efficaci per garantire che la popolazione sia adeguatamente protetta. Il miglioramento delle campagne vaccinali e l’educazione dei cittadini sono stati al centro del dibattito.

    Nuovo laboratorio di terapia genica all’Irccs Bambino Gesù

    Il 2025 segna un anno importante per l’Irccs Bambino Gesù, che ha inaugurato un nuovo laboratorio dedicato alla terapia genica. Questo centro di ricerca rappresenta un’importante evoluzione nel trattamento di malattie genetiche rare, fornendo ai ricercatori le risorse necessarie per sviluppare terapie innovative e personalizzate. L’inaugurazione è stata celebrata con una serie di eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca scientifica.

    Congresso Siaarti-Icare 2025: innovazione e etica in anestesia

    Il Congresso Siaarti-Icare 2025 ha visto la partecipazione di anestesisti provenienti da tutto il mondo, riuniti per discutere temi legati a innovazione ed etica nella pratica anestesiologica. I professionisti hanno condiviso esperienze e best practices, evidenziando come la tecnologia possa migliorare la sicurezza dei pazienti e l’efficacia delle procedure anestetiche, senza compromettere i principi etici fondamentali della professione.

    Campagna #challengeyourbalance di Biogen

    Biogen ha lanciato la campagna #challengeyourbalance, mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’atassia di Friedreich. Questa malattia rara colpisce il sistema nervoso e richiede una maggiore attenzione per migliorare la qualità della vita dei pazienti. La campagna si propone di coinvolgere la comunità e promuovere iniziative volte a supportare la ricerca e la cura di questa condizione.

    Fibrillazione atriale: ablazione a campo elettrico pulsato

    Recenti studi hanno dimostrato che l’ablazione a campo elettrico pulsato è una procedura più sicura, rapida ed efficace per il trattamento della fibrillazione atriale. Questa innovazione rappresenta un significativo miglioramento rispetto alle tecniche tradizionali, con potenziali benefici per i pazienti affetti da questa patologia.

    Prevenzione del cancro del seno: adesione delle donne della Polizia

    Il progetto Care for Caring 2.0 ha registrato un’adesione eccezionale da parte delle donne della Polizia nella prevenzione del cancro al seno. Questa iniziativa ha avuto un impatto positivo sulla salute delle operatrici, sottolineando l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce.

    Neonatologi: ridurre le procedure dolorose

    Un recente studio ha rivelato che il 7% dei neonati necessita di terapia intensiva. I neonatologi hanno lanciato un appello per ridurre le procedure dolorose, al fine di migliorare il benessere dei piccoli pazienti. È essenziale trovare un equilibrio tra le necessità cliniche e il comfort dei neonati.

    Approvazione di danìcopan da parte di Aifa

    L’Aifa ha approvato la rimborsabilità di danìcopan per il trattamento di adulti affetti da Epn che presentano anemia emolitica residua. Questa decisione rappresenta un passo avanti per garantire l’accesso a terapie efficaci per i pazienti in difficoltà.

    Dolore cronico: gestione non omogenea

    Esperti del settore hanno evidenziato che, sebbene esistano esempi regionali virtuosi, la gestione del dolore cronico non è omogenea in tutto il territorio nazionale. È fondamentale lavorare per uniformare le pratiche e garantire che tutti i pazienti ricevano cure adeguate e tempestive.


    Il Sant’Andrea – Sapienza di Roma ha effettuato il primo trapianto di arteria polmonare al mondo, un avanzamento significativo nella medicina cardiovascolare, presentato al 55° Congresso Sin insieme a una nuova campagna di sensibilizzazione lanciata da Merck. Durante il congresso, è stata discussa l’ottimizzazione della vaccinazione contro l’influenza. Allo stesso tempo, l’Irccs Bambino Gesù ha inaugurato un laboratorio di terapia genica per affrontare le malattie genetiche rare. Il Congresso Siaarti-Icare 2025 ha evidenziato temi di innovazione ed etica in anestesia. Biogen ha avviato la campagna #challengeyourbalance per sensibilizzare sulla atassia di Friedreich. Innovazioni nel trattamento della fibrillazione atriale sono state discusse, mentre il progetto Care for Caring 2.0 ha avuto successo nella prevenzione del cancro al seno tra le donne della Polizia. Inoltre, l’Aifa ha approvato il danìcopan per l’anemia emolitica e gli esperti hanno richiesto una gestione uniforme del dolore cronico.

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  • Medicina: Mirone (Siu) sottolinea l’importanza della salute maschile nella denatalità

    Medicina: Mirone (Siu) sottolinea l’importanza della salute maschile nella denatalità

    Il 7 novembre 2025, durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia (SIU), si è discusso di temi cruciali legati alla salute riproduttiva. Tra i vari argomenti, ha suscitato particolare interesse l’analisi del ruolo della componente maschile nella questione della denatalità. Vincenzo Mirone, consigliere nazionale della SIU, ha sottolineato l’importanza di focalizzarsi non solo sulla figura femminile, ma anche su quella maschile, evidenziando come il 50% delle responsabilità legate all’assenza di un bambino possa essere attribuito agli uomini.

    Il ruolo dell’uomo nella denatalità

    Durante l’evento, Mirone ha affermato che è fondamentale considerare il contributo maschile nella questione della denatalità. Spesso, il dibattito si concentra esclusivamente sulle donne e sulle loro difficoltà, ma è altrettanto importante esaminare come la salute e il comportamento degli uomini possano influenzare le possibilità di concepimento. Le statistiche mostrano che una serie di fattori, tra cui stili di vita poco salutari e problematiche di salute specifiche, possono ridurre la fertilità maschile.

    Mirone ha espresso l’auspicio che, attraverso una maggiore consapevolezza e interventi mirati, si possano ottenere “buone notizie” in merito al miglioramento della situazione. La SIU sta lavorando per sensibilizzare sia i professionisti della salute che il pubblico su queste tematiche, con l’obiettivo di promuovere una visione più integrata e completa della salute riproduttiva.

    Innovazioni tecnologiche e salute riproduttiva

    Oltre alla discussione riguardante il ruolo maschile, il congresso ha presentato anche novità sulle piattaforme robotiche applicate alla salute. Queste tecnologie emergenti promettono di rivoluzionare il modo in cui vengono effettuati gli interventi chirurgici e le procedure diagnostiche. I congressisti hanno avuto l’opportunità di approfondire come queste innovazioni possano migliorare l’efficacia delle cure e ridurre i rischi associati a interventi complessi.

    La combinazione di nuove tecnologie e una maggiore attenzione alle dinamiche di coppia nella salute riproduttiva potrebbe rappresentare un passo avanti significativo nella lotta contro la denatalità. La SIU, attraverso il suo congresso annuale, si propone di affrontare queste sfide, portando alla luce tematiche di grande rilevanza sociale e sanitaria.

    Il congresso ha quindi rappresentato un’importante occasione di confronto tra esperti del settore, con l’obiettivo di elaborare strategie efficaci per affrontare le sfide legate alla fertilità e alla salute riproduttiva in Italia.


    Il 7 novembre 2025, durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia (SIU), si è discusso della salute riproduttiva, ponendo particolare attenzione al ruolo maschile nella denatalità. Vincenzo Mirone ha enfatizzato che il 50% delle cause dell’assenza di bambini può derivare da problemi maschili, suggerendo che la salute e i comportamenti degli uomini devono essere inclusi nel dibattito spesso centrato solo sulle donne. Il congresso ha anche esplorato innovazioni tecnologiche, come piattaforme robotiche, che potrebbero migliorare le procedure chirurgiche e diagnostiche. La SIU mira a sensibilizzare professionisti e pubblico su questi temi per promuovere una visione integrata della salute riproduttiva. L’evento ha rappresentato un’importante occasione per esperti del settore per elaborare strategie efficaci affrontando le sfide riguardanti fertilità e salute riproduttiva in Italia.

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  • Chirurgia: Ficarra (Siu) sottolinea l’importanza della sostenibilità robotica in urologia

    Chirurgia: Ficarra (Siu) sottolinea l’importanza della sostenibilità robotica in urologia

    Al 98esimo Congresso della Società Italiana di Urologia, tenutosi a Sorrento il 7 novembre 2025, si è discusso ampiamente della chirurgia robotica come innovazione nel campo degli interventi mini-invasivi. Vincenzo Ficarra, consigliere nazionale della SIU, ha sottolineato l’importanza della sostenibilità di questa tecnologia, che si sta affermando come una delle soluzioni più promettenti per trattare diverse patologie urologiche.

    Il congresso e le novità della chirurgia robotica

    Durante l’evento, Ficarra ha evidenziato che la chirurgia robotica rappresenta una nuova frontiera per il trattamento di molte malattie, grazie alla sua natura mini-invasiva. Questo approccio chirurgico non solo migliora l’accuratezza degli interventi, ma riduce anche il tempo di recupero per i pazienti. Tuttavia, il costo elevato delle procedure rimane un tema di discussione. Ficarra ha affermato che, sebbene i costi iniziali siano superiori rispetto alla chirurgia tradizionale, vi sono prove che indicano una diminuzione delle degenze ospedaliere e dei costi indiretti, rendendo la chirurgia robotica una scelta potenzialmente più sostenibile per il sistema sanitario italiano.

    Ficarra ha anche messo in evidenza che la chirurgia mini-invasiva offre un livello di precisione che non può essere trascurato. La sfida per il futuro, secondo il consigliere della SIU, sarà quella di integrare l’efficienza e l’efficacia della chirurgia robotica con i principi di sostenibilità economica e operativa del sistema sanitario.

    Le prospettive future della chirurgia robotica

    Il dibattito sulla sostenibilità della chirurgia robotica si inserisce in un contesto più ampio di riforma del settore sanitario, dove l’innovazione tecnologica deve essere accompagnata da una riflessione sui costi e sull’accessibilità. Ficarra ha sottolineato che è fondamentale non rinunciare a metodi chirurgici così avanzati, che possono apportare significativi benefici ai pazienti. La crescente domanda di interventi mini-invasivi ha portato a un aumento dell’interesse verso la tecnologia robotica in ambito urologico.

    In questo scenario, la SIU sta lavorando per garantire che i professionisti del settore siano formati adeguatamente per utilizzare queste tecnologie all’avanguardia. Ficarra ha concluso il suo intervento invitando i colleghi a considerare non solo l’aspetto economico, ma anche il miglioramento della qualità della vita dei pazienti come un obiettivo primario della chirurgia moderna.

    Il congresso ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra esperti, con l’intento di tracciare le linee guida per il futuro della chirurgia robotica in Italia. Con l’evoluzione delle tecnologie e l’attenzione crescente verso la sostenibilità, il settore della urologia si prepara a una nuova era di interventi chirurgici più efficaci e accessibili.


    Il 98esimo Congresso della Società Italiana di Urologia, tenutosi a Sorrento il 7 novembre 2025, ha messo in luce la chirurgia robotica come innovazione nelle procedure mini-invasive. Vincenzo Ficarra, consigliere della SIU, ha enfatizzato l’importanza della sostenibilità di questa tecnologia, evidenziando come la chirurgia robotica migliori l’accuratezza degli interventi e riduca i tempi di recupero, nonostante i costi iniziali siano superiori rispetto alla chirurgia tradizionale. Sebbene il tema economico rimanga centrale, Ficarra ha indicato che i risparmi derivanti da minori degenze ospedaliere possono renderla una scelta vantaggiosa per il sistema sanitario. La SIU sta lavorando per garantire una formazione adeguata per i professionisti nell’uso di queste tecnologie avanzate. L’evento ha stimolato un dibattito su come integrare innovazione e sostenibilità nel campo urologico, mirando a migliorare la qualità della vita dei pazienti attraverso interventi chirurgici più accessibili ed efficaci.

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  • Urologia: in Italia arriva la nuova piattaforma robotica Da Vinci 5

    Urologia: in Italia arriva la nuova piattaforma robotica Da Vinci 5

    Al 98° Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia (Siu), in corso all’Hilton Sorrento Palace, si è tenuta la presentazione ufficiale del sistema robotico da Vinci 5, un’innovazione di quinta generazione nel campo della chirurgia robotica. L’evento, che ha avuto luogo il 7 novembre 2025, ha attirato l’attenzione della comunità medica italiana, offrendo un’opportunità unica di confronto con una delle tecnologie più avanzate disponibili nel settore. La presentazione è stata organizzata da AB Medica, la società che distribuisce il sistema in Italia, con l’obiettivo di far conoscere le potenzialità di questa nuova piattaforma.

    Dettagli dell’evento e presentazione del sistema

    L’appuntamento per la dimostrazione del da Vinci 5 è fissato per il 8 novembre 2025 alle 18.30 presso lo spazio Tech Suite (Stand 48) del congresso. Giuseppe Carrieri, presidente della Siu, guiderà i partecipanti in un’esplorazione delle funzionalità innovative del sistema. La scelta di presentare il da Vinci 5 in un contesto così prestigioso sottolinea l’importanza di questa tecnologia per il futuro della chirurgia urologica in Italia.

    Francesca Cerruti, CEO di AB Medica, ha dichiarato che con il da Vinci 5 si apre una nuova era per la chirurgia robotica, caratterizzata dall’integrazione di intelligenza artificiale e sensori avanzati, che supportano i chirurghi in ogni fase dell’intervento. Questo rappresenta un passo significativo per AB Medica, che ha introdotto il primo sistema da Vinci in Italia oltre vent’anni fa e ha seguito attentamente l’evoluzione della tecnologia.

    Innovazioni e vantaggi del da Vinci 5

    Il nuovo sistema da Vinci 5 è progettato per trasformare la pratica chirurgica, puntando a migliorare i risultati clinici e l’efficienza operativa. Tra le sue caratteristiche principali vi è un incremento della potenza di elaborazione, che è diecimila volte superiore rispetto ai modelli precedenti, consentendo una gestione più efficace dei dati e un supporto decisionale ottimizzato. AB Medica ha evidenziato che il sistema mira anche a ridurre i costi complessivi dell’assistenza sanitaria, grazie a una maggiore efficienza operativa e a una migliorata capacità di monitoraggio e analisi.

    Attualmente, nel mondo sono oltre 9.000 i sistemi da Vinci installati, con gli Stati Uniti che detengono la quota maggiore, seguiti dall’Europa con più di 1.500 installazioni. In Italia, sono stati distribuiti più di 240 sistemi da Vinci, con oltre 50.000 pazienti che hanno beneficiato della chirurgia robotica nel 2024. Questi dati evidenziano l’importanza crescente della chirurgia robotica nel panorama sanitario italiano e l’impatto positivo che tali tecnologie possono avere sulla qualità delle cure.

    La presentazione del da Vinci 5 al Congresso della Siu rappresenta quindi un momento cruciale, non solo per AB Medica, ma per l’intero settore della chirurgia, che continua a evolversi e ad abbracciare l’innovazione tecnologica per migliorare la salute dei pazienti.


    During the 98th National Congress of the Italian Urological Society (Siu) at the Hilton Sorrento Palace, the official presentation of the fifth-generation da Vinci 5 robotic surgical system took place on November 7, 2025. Organized by AB Medica, the event showcased this cutting-edge technology and its potential benefits. A demonstration is scheduled for November 8, led by Siu President Giuseppe Carrieri. The da Vinci 5 integrates advanced artificial intelligence and sensors, significantly enhancing surgical efficiency and outcomes. It boasts a processing power ten thousand times greater than previous models, aiming to reduce healthcare costs and improve patient care. With over 9,000 da Vinci systems installed worldwide, including more than 240 in Italy, this innovation highlights the growing importance of robotic surgery. This presentation marks a pivotal moment for both AB Medica and the surgical field, emphasizing the ongoing technological advancements in healthcare.

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  • Tumori, Aiom: “I pazienti continuano a cercare cure, ma a spese proprie”

    Tumori, Aiom: “I pazienti continuano a cercare cure, ma a spese proprie”

    Francesco Perrone, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Oncologia Medica, ha espresso preoccupazione riguardo alla tossicità finanziaria legata alle cure oncologiche, sottolineando che questo fenomeno rappresenta un serio problema per i pazienti e le loro famiglie. Durante il XXVII Congresso Nazionale Aiom, tenutosi a Roma il 7 novembre 2025, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Perrone ha dichiarato che, sebbene non ci siano dati certi che dimostrino una rinuncia alle cure da parte dei pazienti oncologici in Italia, è evidente che molti di loro si trovano a dover affrontare spese significative per il trattamento della malattia.

    Le sfide economiche per i pazienti oncologici

    Perrone ha evidenziato che la diagnosi di cancro spesso comporta costi elevati, costringendo i pazienti a pagare di tasca propria per le cure necessarie. Questo fenomeno è definito come tossicità finanziaria, un termine che descrive l’impatto economico negativo che le spese sanitarie possono avere sulle famiglie. Secondo le dichiarazioni del presidente Aiom, attualmente circa il 26% dei pazienti oncologici in Italia si trova ad affrontare difficoltà economiche al momento della diagnosi.

    La questione della tossicità finanziaria è particolarmente rilevante in un contesto in cui le cure per il cancro possono richiedere trattamenti prolungati e costosi. Perrone ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione su questo tema, poiché le famiglie si trovano spesso a dover fare i conti con un carico finanziario significativo, che può influenzare la loro qualità della vita.

    Confronto con altre nazioni

    Durante il suo intervento, Perrone ha fatto un confronto con altre nazioni, evidenziando come in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, vengano promosse iniziative di coesione sociale per supportare i pazienti oncologici. In queste nazioni, si organizzano raccolte fondi e catene di solidarietà, che possono alleviare il peso economico delle cure. Tuttavia, in Italia, sebbene non si registrino fenomeni così evidenti, la questione della tossicità finanziaria rimane una preoccupazione seria.

    Il presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica ha chiarito che, sebbene non si osservino forme di solidarietà così marcate come in altri Paesi, il problema del danno finanziario causato dalle cure oncologiche è ben presente. Molti pazienti si trovano in difficoltà, e questo richiede una risposta adeguata da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso.

    Perrone ha quindi ribadito la necessità di vigilare su questi aspetti, affinché i pazienti oncologici non si sentano soli nella loro battaglia contro la malattia e le difficoltà economiche ad essa associate. La salute e il benessere dei pazienti devono rimanere al centro dell’attenzione, affinché possano ricevere le cure necessarie senza dover affrontare un ulteriore peso finanziario.


    Francesco Perrone, President of the Italian Medical Oncology Association (Aiom), raised concerns about financial toxicity related to cancer treatment during the XXVII National Congress in Rome on November 7, 2025. He emphasized that many cancer patients face substantial out-of-pocket expenses, contributing to their economic strain. While there is no definitive data showing that patients in Italy are forgoing treatment, about 26% encounter financial difficulties upon diagnosis. Perrone highlighted the need to focus on this issue, especially given the prolonged and costly nature of cancer therapies. Unlike countries like the USA, where fundraising initiatives support patients, Italy lacks similar solidarity movements, despite the pressing concern over financial burdens. He called for institutional and societal support to ensure patients do not face isolation in their battles against both cancer and its financial repercussions, stressing the importance of prioritizing their health and well-being without additional economic stress.

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  • Insonnia cronica: un’indagine rivela il forte impatto sulle donne, 3 su 4 senza diagnosi

    Insonnia cronica: un’indagine rivela il forte impatto sulle donne, 3 su 4 senza diagnosi

    Nel 2025, un’indagine condotta da Elma Research per Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) ha rivelato che solo il 40% delle donne di età media di 50 anni riconosce di soffrire di insonnia cronica, nonostante il 60% di loro abbia difficoltà a dormire per almeno cinque notti a settimana negli ultimi sei anni. Questo problema ha un impatto significativo sulla loro qualità di vita, specialmente per quelle affette da malattie neurologiche, psichiatriche o reumatologiche, dove l’insonnia aggrava i sintomi e le preoccupazioni legate alle patologie preesistenti. La ricerca ha coinvolto 122 donne e ha messo in luce una vulnerabilità preoccupante: il 75% delle intervistate non ha mai ricevuto una diagnosi formale di insonnia cronica, nonostante il 57% di esse riporti che il disturbo peggiora le loro condizioni generali e il 35% ha difficoltà a seguire le terapie prescritte. In media, le pazienti impiegano due anni prima di rivolgersi a uno specialista.

    Il riconoscimento dell’insonnia cronica tra le donne

    Un’altra indagine, realizzata da Idorsia su un campione di 200 donne italiane tra i 40 e i 60 anni, ha confermato la diffusione dell’insonnia, evidenziando come solo il 40% delle partecipanti sia consapevole di soffrire di questo disturbo. Le donne riferiscono di avere problemi di sonno per cinque notti alla settimana, un comportamento che, secondo i criteri del Dsm-V, rientra nel disturbo di insonnia cronica. Le conseguenze di questo disturbo sono molteplici: il 72% delle intervistate ha segnalato impatti negativi sulla salute mentale e sull’umore, il 66% sulla capacità di concentrazione e rendimento lavorativo, e il 58% ha notato effetti negativi sul benessere fisico. Inoltre, un terzo delle donne ha dichiarato che l’insonnia influisce sulle loro relazioni familiari e sociali.

    Amedeo Soldi, direttore medico di Idorsia Italia, ha sottolineato l’importanza di riconoscere l’insonnia cronica come una condizione clinica seria, piuttosto che un semplice disagio temporaneo. La consapevolezza di questa patologia è fondamentale per intervenire efficacemente e migliorare la qualità della vita delle donne colpite. Riconoscere e trattare l’insonnia cronica è essenziale per restituire dignità al sonno e, di conseguenza, migliorare la salute generale.

    Implicazioni della cronicità dell’insonnia

    L’insonnia cronica non è un problema passeggero, ma una condizione che altera profondamente i meccanismi del sonno e compromette l’equilibrio neurochimico, con effetti negativi sul funzionamento cognitivo, emotivo e metabolico. Matteo Balestrieri, professore di Psichiatria e co-presidente della Sinpf, ha spiegato che la diagnosi di insonnia cronica richiede la presenza di difficoltà di addormentamento o risvegli notturni per almeno tre notti alla settimana per più di tre mesi, con un impatto significativo sulla vita quotidiana. Fino al 10% della popolazione adulta soddisfa i criteri diagnostici, rendendo l’insonnia cronica una patologia autonoma con implicazioni che vanno oltre il semplice sonno.

    Il medico di medicina generale riveste un ruolo cruciale nel riconoscimento e nel trattamento dell’insonnia. Claudio Mencacci, co-presidente della Sinpf, ha evidenziato come i medici siano spesso il primo punto di contatto per le donne che presentano sintomi vaghi, come stanchezza o irritabilità, che possono nascondere un’insonnia cronica. È fondamentale che i medici siano in grado di distinguere tra forme transitorie e croniche del disturbo per garantire una gestione efficace.

    Fattori di rischio e pregiudizi legati all’insonnia

    La maggiore incidenza di insonnia tra le donne è attribuibile a una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Le fluttuazioni ormonali durante le varie fasi della vita, come la pubertà, la gravidanza e la menopausa, influenzano i ritmi circadiani e la struttura del sonno. Inoltre, le donne spesso si trovano a gestire una duplice responsabilità, professionale e familiare, mettendo le esigenze degli altri prima delle proprie. Emi Bondi, direttrice del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze di Bergamo, ha osservato che molte donne non riconoscono l’insonnia come un problema di salute, considerandola piuttosto un aspetto inevitabile dell’età.

    Sara Carloni, rappresentante di Onda, ha messo in evidenza come l’insonnia cronica rappresenti un ulteriore peso per chi vive già con malattie croniche, amplificando i sintomi e aumentando il senso di isolamento. È fondamentale riconoscere l’insonnia cronica come una patologia indipendente, con la sua diagnosi e terapia, per migliorare la gestione complessiva delle altre malattie e garantire una qualità di vita accettabile.

    Strategie terapeutiche e nuove prospettive

    Un aspetto preoccupante emerso dalla ricerca di Idorsia riguarda la gestione terapeutica: il 37% delle donne in menopausa utilizza sedativi o psicofarmaci per periodi prolungati, evidenziando che spesso la cronicità dell’insonnia viene affrontata con soluzioni non risolutive. Tuttavia, l’arrivo di nuove terapie offre speranze. Balestrieri ha illustrato che l’approccio attuale al trattamento dell’insonnia cronica combina strategie comportamentali e farmacologiche. Le linee guida internazionali raccomandano la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (Cbt-I) come prima opzione, un intervento strutturato che aiuta a modificare abitudini scorrette e convinzioni disfunzionali legate al sonno.

    Quando le terapie comportamentali non sono sufficienti, le soluzioni farmacologiche di nuova generazione si rivelano promettenti. Questi farmaci agiscono regolando i neuropeptidi della veglia, ripristinando l’architettura naturale del sonno e migliorando la qualità della veglia. L’obiettivo finale non è solo quello di indurre il sonno, ma di restituire un sonno fisiologico e rigenerante, essenziale per il benessere mentale e fisico delle pazienti.


    Nel 2025, uno studio di Elma Research per Onda ha evidenziato che solo il 40% delle donne di 50 anni riconosce di soffrire di insonnia cronica, nonostante il 60% abbia difficoltà a dormire almeno cinque notti a settimana. Questo disturbo influisce significativamente sulla qualità della vita, aggravando sintomi di malattie neurologiche e psichiatriche. Un’altra ricerca di Idorsia ha confermato che solo il 40% è consapevole della propria insonnia, con il 72% che riporta effetti negativi sulla salute mentale e sulle relazioni sociali. La diagnosi di insonnia cronica richiede sintomi persistenti per oltre tre mesi e colpisce fino al 10% della popolazione adulta. È fondamentale che i medici riconoscano questa condizione come grave e non transitoria. Nuove terapie comportamentali e farmacologiche, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, offrono strategie promettenti per affrontare l’insonnia, migliorando il benessere generale delle pazienti.

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  • Miastenia in Sardegna: solo il 50% dei pazienti è registrato ufficialmente

    Miastenia in Sardegna: solo il 50% dei pazienti è registrato ufficialmente

    L’isola di Sardegna presenta un fenomeno allarmante riguardo alla miastenia gravis, una malattia autoimmune rara che colpisce in media 20 individui ogni 100.000 abitanti nel mondo. Tuttavia, secondo uno studio condotto nel 2019 dall’Università di Sassari, la prevalenza in Sardegna è di 55,3 casi su 100.000, quasi tre volte superiore alla media europea, rendendola la più alta a livello globale. Si stima che circa 1.000 persone siano affette dalla patologia nell’isola, ma solo circa la metà di esse risulta registrata. Questi dati sono stati al centro del convegno “Miastenia gravis, la Sardegna al centro“, organizzato dall’Osservatorio Malattie Rare (Omar) in collaborazione con l’Associazione Italiana Miastenia e Malattie Immunodegenerative (Aim) e il supporto di Ucb Pharma. L’evento, moderato dalla direttrice di Omar, Ilaria Ciancaleoni Bartoli, ha affrontato vari aspetti, tra cui la situazione attuale dei pazienti e le necessità di un miglioramento nella rete di assistenza.

    La malattia e la sua incidenza in Sardegna

    La miastenia gravis è una patologia non ereditaria, di origine autoimmune, che presenta un’incidenza particolarmente elevata in Sardegna. Omar ha sottolineato che la malattia può manifestarsi in modi diversi da soggetto a soggetto, rendendola spesso debilitante e con un impatto significativo sulla qualità della vita. La causa principale è la produzione anomala di anticorpi che attaccano le giunzioni neuromuscolari, portando a una debolezza muscolare generalizzata che può colpire le palpebre, gli arti e, in casi gravi, compromettere la deglutizione e la respirazione. Maya Uccheddu, coordinatrice di Aim Sud Sardegna, ha evidenziato l’importanza di ottenere dati precisi sulla popolazione affetta, poiché molti pazienti potrebbero non essere registrati, magari perché in cura in centri esterni o periferici che non possono rilasciare esenzioni. La raccolta di dati accurati è fondamentale per progettare interventi efficaci e migliorare l’assistenza.

    Le sfide per i pazienti e le richieste degli esperti

    La miastenia gravis è considerata una patologia invalidante, e anche con un trattamento adeguato, i pazienti possono sperimentare sintomi fluttuanti o ricadute impreviste. Uccheddu ha sottolineato l’impatto sociale ed economico della malattia, che spesso porta a una riduzione delle ore lavorative sia per i pazienti sia per i caregiver. Nella rete dei centri di riferimento regionale, è emersa la necessità di integrare e potenziare le strutture esistenti, poiché alcuni poli, che offrono un servizio eccellente, potrebbero non essere stati inclusi. Le richieste avanzate dai clinici e dai pazienti includono una maggiore informazione sulla malattia per ridurre l’isolamento dei pazienti, una sensibilizzazione dei medici sui sintomi per facilitare diagnosi tempestive, e un potenziamento del registro malattia per migliorare l’organizzazione e la programmazione sanitaria.

    Diagnosi e trattamento della miastenia gravis

    La diagnosi della miastenia gravis può risultare complessa a causa della variabilità dei sintomi. Francesca Pili, neurofisiologa del Policlinico Universitario di Monserrato, ha evidenziato che spesso le diagnosi arrivano in ritardo, il che rende fondamentale aumentare la consapevolezza della malattia tra i medici, anche quelli non specialisti. È essenziale che i medici possano riconoscere i campanelli d’allarme e indirizzare i pazienti verso i centri di riferimento, presenti anche in Sardegna, che possono fornire esenzioni per malattie rare. Davide Manca, neurologo presso l’Azienda Ospedaliera G. Brotzu di Cagliari, ha aggiunto che ai trattamenti tradizionali si stanno affiancando nuovi farmaci, che offrono possibilità di trattamento per forme refrattarie e riducono gli effetti collaterali a lungo termine della terapia immunosoppressiva. Una diagnosi precoce e una pianificazione regionale sono cruciali per garantire percorsi terapeutici personalizzati.

    Il contesto sardo e la necessità di un registro aggiornato

    Elia Sechi, neurologo della Clinica Neurologica di Sassari, ha osservato che la prevalenza della miastenia gravis è in aumento, probabilmente a causa di una maggiore disponibilità di test diagnostici e di una crescente consapevolezza tra i clinici. La maggior parte dei casi si manifesta dopo i 50 anni, con una prevalenza maggiore tra gli uomini. Nonostante le stime suggeriscano circa 1.000 pazienti nell’isola, il registro regionale ne conta meno di 500, un divario che potrebbe derivare dall’attivazione del registro nel 2017, escludendo i pazienti diagnosticati in precedenza. Paolo Solla, direttore della Clinica Neurologica di Sassari, ha indicato che la peculiarità genetica della popolazione sarda potrebbe contribuire alla maggiore incidenza di malattie autoimmuni. Anche Nicola Carboni, neurologo dell’Ospedale San Francesco di Nuoro, ha sollecitato l’implementazione di un Piano di Diagnosi e Trattamento (Pdta) specifico per la miastenia, al fine di rendere più efficiente la rete di assistenza e migliorare la gestione dei pazienti in tutta la regione.


    In Sardegna, la miastenia gravis, una malattia autoimmune rara, ha una prevalenza allarmante di 55,3 casi ogni 100.000 abitanti, quasi tre volte superiore alla media europea. Circa 1.000 persone potrebbero essere affette, ma solo metà è registrata. Durante il convegno “Miastenia gravis, la Sardegna al centro”, organizzato dall’Osservatorio Malattie Rare (Omar), sono emersi temi cruciali come la necessità di migliorare l’assistenza e la raccolta di dati sui pazienti. La malattia presenta sintomi variabili e debilitanti, impattando significativamente sulla vita dei pazienti e sui caregiver. Inoltre, la diagnosi può ritardare a causa della variabilità dei sintomi, richiedendo maggiore sensibilizzazione tra i medici. Si sollecita un Piano di Diagnosi e Trattamento per ottimizzare la gestione dei pazienti e migliorare la rete di assistenza, mentre nuovi farmaci stanno emergendo per trattamenti più efficaci e con minori effetti collaterali.

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  • Hackathon Synlab: trionfa Alma-Care con una soluzione digitale per un invecchiamento sano

    Hackathon Synlab: trionfa Alma-Care con una soluzione digitale per un invecchiamento sano

    Il 7 novembre 2025, Milano ha ospitato un evento di grande rilevanza per il settore sanitario, con la quarta edizione degli i-Days, un Hackathon organizzato da Synlab, azienda leader nella medicina di laboratorio e diagnostica medica. Questo evento, che ha visto la partecipazione di oltre 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia, ha avuto come tema centrale “Invecchiare bene: promuovere la longevità in salute con prevenzione e diagnosi precoce, stili di vita e tecnologie digitali“. L’iniziativa è stata promossa da Eit Health, l’organizzazione dell’Unione Europea dedicata all’innovazione in ambito sanitario, in collaborazione con Cariplo Factory e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

    Il progetto alma-care

    Il progetto vincitore, Alma-Care, si distingue per la sua capacità di migliorare la comunicazione tra medico e paziente, facilitando un percorso terapeutico più chiaro e personalizzato. Ideato da un team di quattro studenti delle Università di Pavia, Milano-Bicocca, Bocconi e Statale di Milano, il progetto integra competenze in intelligenza artificiale, psicologia, neuroscienze, economia e scienze infermieristiche. Elena Viviani, una delle studentesse coinvolte, ha spiegato che Alma-Care accompagna il paziente in ogni fase del processo, dalla diagnosi alla cura.

    La piattaforma inizia con un questionario iniziale che offre al medico una panoramica delle paure e dei dubbi del paziente, ottimizzando così il tempo della visita. Successivamente, dopo l’appuntamento, Alma-Care supporta l’utente nella comprensione dei referti e, grazie a una chat con intelligenza artificiale e attivazione vocale, fornisce consigli su stile di vita, alimentazione e attività fisica, contribuendo a un benessere duraturo.

    La competizione e le prospettive

    Andrea Buratti, CEO di Synlab Italia, ha sottolineato l’importanza di questo evento, descrivendolo come un’opportunità per costruire un bagaglio di esperienze e competenze, frutto del contatto con centinaia di giovani talenti. “La salute è uno dei settori più affascinanti per sperimentare tecnologia e innovazione“, ha dichiarato Buratti, evidenziando come le idee emerse possano avere un impatto diretto sulla vita delle persone.

    Gli Eit Health i-Days di quest’anno si sono svolti in collaborazione con la Fondazione Riccardo Catella, partner culturale dell’iniziativa, e con il supporto tecnico di Lovable ed E-Club Ventures. Gli studenti del gruppo vincitore avranno l’opportunità di partecipare alla competizione internazionale degli Eit Health Innovation Days a Parigi, prevista per il 27 e 28 novembre, insieme ad altri vincitori provenienti da diversi Paesi europei. Inoltre, i partecipanti avranno la possibilità di essere selezionati per tirocini, tesi aziendali o percorsi professionali all’interno di Synlab.

    L’evento ha rappresentato quindi un’importante vetrina per l’innovazione nel settore sanitario, dimostrando come la tecnologia possa svolgere un ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita e la salute delle persone.


    On November 7, 2025, Milan hosted the fourth edition of the i-Days Hackathon, organized by Synlab, focusing on health longevity through prevention, lifestyle, and digital technologies. Over 100 university students from Italy participated, under the auspices of EIT Health and in collaboration with Cariplo Factory and the University of Naples Federico II. The winning project, Alma-Care, developed by a team from various universities, aims to enhance doctor-patient communication through AI, psychology, and nursing sciences. It guides patients from diagnosis to treatment, using an initial questionnaire to address concerns and an interactive chat for lifestyle advice. Andrea Buratti, CEO of Synlab Italy, highlighted the event as a pivotal opportunity for innovation in healthcare. The winning team will participate in the international EIT Health Innovation Days in Paris and may gain internships or job opportunities at Synlab, showcasing how technology can significantly improve quality of life.

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  • L’uso dell’isotretinoina nelle azoospermie non ostruttive e criptozoospermie

    L’uso dell’isotretinoina nelle azoospermie non ostruttive e criptozoospermie

    L’uso dell’isotretinoina nelle azoospermie non ostruttive e criptozoospermie

    L’Isotretinoina, un derivato della vitamina A, è un composto chimico utilizzato principalmente per il trattamento di forme severe di acne che non rispondono alle terapie tradizionali. Questo farmaco agisce riducendo la produzione di sebo e prevenendo l’ipercheratinizzazione della pelle, che può portare all’ostruzione dei follicoli piliferi.

    Isotretinoina e la spermatogenesi negli uomini

    Recenti studi hanno dimostrato che l’acido retinoico è un metabolita fondamentale per la normale spermatogenesi nei mammiferi. Le ricerche hanno evidenziato che le concentrazioni di questo composto negli testicoli sono inferiori negli uomini con problemi di fertilità. Alcuni studi preliminari suggeriscono che la terapia con acido retinoico possa incrementare il numero di spermatozoi in soggetti affetti da oligozoospermia grave.

    Nel 2025, un team di ricercatori clinici nordamericani ha deciso di indagare se l’assunzione orale di Isotretinoina potesse migliorare la produzione di spermatozoi in uomini affetti da azoospermia non ostruttiva o criptozoospermia grave, condizioni caratterizzate da un numero estremamente ridotto di spermatozoi nel liquido seminale.

    Il lavoro, pubblicato nel “Journal of assisted reproduction and genetics” nel gennaio del 2025, ha coinvolto 30 uomini. Di questi, 26 (87%) erano affetti da azoospermia, mentre 4 (13%) presentavano criptozoospermia intermittente. Tra i soggetti azoospermici, 24 (92%) avevano già subito interventi chirurgici per il recupero di spermatozoi e 6 (23%) avevano una storia di criptozoospermia.

    A tutti i partecipanti è stata somministrata Isotretinoina alla dose di 20 mg due volte al giorno, con valutazioni metaboliche e analisi del liquido seminale effettuate nel periodo compreso tra tre e nove mesi.

    L’obiettivo principale della ricerca era verificare la presenza di spermatozoi nel liquido seminale, utili per procedure di fecondazione in vitro, in particolare per l’ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi).

    Risultati dello studio

    I risultati hanno mostrato che 11 pazienti su 30 hanno ottenuto spermatozoi idonei per tecniche di riproduzione assistita; di questi, 6 presentavano una diagnosi di arresto della maturazione degli spermatozoi.

    Tutti i partecipanti hanno riportato effetti collaterali, tra cui pelle secca e labbra screpolate, 4 hanno manifestato eruzioni cutanee, 14 irritabilità e 5 hanno mostrato alterazioni lipidiche con colesterolo alterato.

    La ricerca suggerisce che una carenza di acido retinoico intratesticolare potrebbe contribuire a forme severe di dispermia. La terapia con Isotretinoina ha mostrato potenzialità nel migliorare la produzione di spermatozoi in uomini con azoospermia non ostruttiva o criptozoospermia intermittente, offrendo una valida alternativa alle complesse procedure chirurgiche per il recupero degli spermatozoi.

    Tuttavia, ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati e approfondire le implicazioni cliniche della terapia.

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    L’Isotretinoina, un derivato della vitamina A, è noto per il trattamento dell’acne severa. Recentemente, si è scoperto che l’acido retinoico è fondamentale per la spermatogenesi. Uno studio del 2025 ha indagato l’efficacia dell’Isotretinoina nella produzione di spermatozoi in 30 uomini con azoospermia non ostruttiva o criptozoospermia grave. Di questi, 26 avevano azoospermia e molti avevano già subito interventi chirurgici per il recupero di spermatozoi. I partecipanti hanno assunto Isotretinoina a dosi di 20 mg due volte al giorno e sono stati monitorati per 3-9 mesi. Risultati hanno mostrato che 11 uomini hanno prodotto spermatozoi idonei per la fecondazione assistita, nonostante effetti collaterali come irritabilità e alterazioni lipidiche. La ricerca suggerisce che l’Isotretinoina possa migliorare la produzione di spermatozoi, offrendo un’alternativa alle procedure chirurgiche, ma ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati.

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  • L’Università Sapienza guida un progetto europeo per la diagnosi e la terapia ottica dei tumori gastrointestinali

    L’Università Sapienza guida un progetto europeo per la diagnosi e la terapia ottica dei tumori gastrointestinali

    Il progetto ‘Multiprobe’, coordinato da Stefan Wabnitz del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università Sapienza di Roma, ha ricevuto un finanziamento significativo di 6,4 milioni di euro dall’European Research Council. Questo progetto, premiato nell’ambito del programma Synergy Grants, prevede un’importante collaborazione tra diverse istituzioni accademiche e di ricerca, con 1,8 milioni di euro destinati all’ateneo romano.

    Il progetto ‘Multiprobe’ e il suo obiettivo

    Il progetto ‘Multiprobe’ si propone di sviluppare nuove tecnologie fotoniche per la diagnosi e il trattamento in tempo reale dei tumori gastrointestinali. La partnership che sostiene questa iniziativa comprende non solo la Sapienza, ma anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Policlinico Agostino Gemelli, il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) e l’Università di Limoges in Francia. Questa rete di collaborazioni è fondamentale per affrontare temi di ricerca complessi che richiedono competenze complementari e risorse condivise.

    L’approccio innovativo del progetto si basa sulla creazione di una sonda a fibra ottica multimodale, che sarà integrata in un sistema endoscopico. Questa sonda avrà la capacità di eseguire biopsie ottiche e trattamenti con plasma atmosferico freddo sui tessuti cancerogeni, rappresentando un vero e proprio avanzamento nel campo della diagnostica e della terapia ottica. La Sapienza sottolinea che questa tecnologia fotonica rivoluzionaria è il risultato di ricerche avanzate sulla propagazione di impulsi ottici ultracorti all’interno di strutture guidanti complesse non lineari.

    Collaborazioni e impatti della ricerca

    La rettrice dell’Università Sapienza, Antonella Polimeni, ha espresso il suo entusiasmo per il riconoscimento ricevuto, evidenziando l’importanza della ricerca condotta in team. Polimeni ha affermato che questo progetto non solo dimostra la capacità della Sapienza di essere protagonista nelle grandi collaborazioni scientifiche, ma rappresenta anche un esempio di come la cooperazione internazionale possa generare innovazione con un impatto diretto sulla salute e sulla qualità della vita delle persone.

    Il progetto ‘Multiprobe’ coinvolgerà diverse discipline, tra cui progettazione e fabbricazione di fibre ottiche speciali, ottica non lineare, spettroscopia ottica, trattamento di immagini biomediche, fisica dei plasmi e stampa 3D di organoidi. Questa interdisciplinarità è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati e per sviluppare tecnologie all’avanguardia nel campo della medicina.

    Il finanziamento dell’European Research Council

    Nel 2025, l’European Research Council ha premiato 66 gruppi di ricerca nella categoria Synergy Grants, per un totale di 684 milioni di euro, con un tasso di successo del 9,4%. Questo dato evidenzia la competitività e l’importanza delle ricerche finanziate, sottolineando come il progetto ‘Multiprobe’ si inserisca in un contesto di eccellenza nella ricerca scientifica europea. La possibilità di ottenere finanziamenti significativi come questo rappresenta un’opportunità preziosa per le istituzioni coinvolte, che possono così contribuire in modo significativo al progresso della scienza e della tecnologia in ambito medico.


    The ‘Multiprobe’ project, led by Stefan Wabnitz from Sapienza University of Rome, has secured €6.4 million from the European Research Council through its Synergy Grants program. With €1.8 million allocated to Sapienza, this initiative aims to advance photonic technologies for real-time diagnosis and treatment of gastrointestinal tumors. The collaboration involves prestigious institutions, including Università Cattolica del Sacro Cuore and the CNRS in France, emphasizing the importance of shared expertise in tackling complex research challenges.

    The project’s innovative focus is on developing a multimodal optical fiber probe to be integrated into endoscopic systems, capable of performing optical biopsies and cold plasma treatments on cancerous tissues. Rector Antonella Polimeni praised this recognition, highlighting its potential positive impact on health and quality of life. The interdisciplinary nature of ‘Multiprobe’ encompasses fields like non-linear optics and biomedical imaging, marking it as a significant advancement in medical science and technology.

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