Autore: salutextutti.it

  • Corso ECM: “Gestione del paziente con ferite complesse: aspetti positivi e critici”

    Corso ECM: “Gestione del paziente con ferite complesse: aspetti positivi e critici”

    Sabato 29 novembre 2025, a partire dalle ore 08:30, si svolgerà un’importante iniziativa formativa presso l’Aula Roberto Lala dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Roma, situata in Via A. Bosio 19/a, 00161 Roma. L’evento, intitolato “Gestione del paziente con ferite difficili: luci ed ombre”, si propone di approfondire le sfide e le opportunità nella cura di pazienti con ferite complesse, un tema sempre più rilevante nel campo della medicina.

    Dettagli del corso e modalità di iscrizione

    Il corso è totalmente gratuito e accreditato per la professione di medico-chirurgo. Le iscrizioni apriranno alle ore 9:00 del 28 ottobre 2025 e rimarranno attive fino al raggiungimento dei 100 posti disponibili. Gli interessati sono invitati a registrarsi tempestivamente, poiché i posti potrebbero esaurirsi rapidamente. In caso di esaurimento delle disponibilità, è possibile contattare l’indirizzo email formazione@ordinemediciroma.it per essere inseriti in lista d’attesa.

    Modalità di registrazione al corso

    Per gli iscritti all’Ordine dei Medici di Roma, la registrazione avverrà tramite un apposito link, accessibile solo ai membri. Gli interessati possono visitare il portale https://areariservata.ordinemediciroma.it/galileo/webgui/ecm/corsiEcm.xhtml per completare la procedura di iscrizione.

    Coloro che appartengono ad altri Ordini professionali possono seguire una miniguida specifica, disponibile al seguente link: seguire la miniguida. Questa opportunità rappresenta un’importante occasione di aggiornamento e formazione per i professionisti del settore, contribuendo a migliorare le competenze nella gestione delle ferite difficili.


    Il 29 novembre 2025, alle ore 08:30, si svolgerà una formazione presso l’Aula Roberto Lala dell’Ordine dei Medici a Roma, intitolata “Gestione del paziente con ferite difficili: luci ed ombre.” L’evento esplorerà le sfide e le opportunità nella cura di ferite complesse, un tema cruciale in medicina. La partecipazione è gratuita e accreditata per medici chirurghi. Le iscrizioni apriranno il 28 ottobre 2025 alle 9:00 e saranno chiuse una volta raggiunti i 100 posti disponibili. Si consiglia di registrarsi tempestivamente. I membri dell’Ordine possono registrarsi tramite un link dedicato, mentre i professionisti di altri Ordini possono seguire una miniguida specifica. Per ulteriori informazioni e per essere inseriti in lista d’attesa, è possibile contattare formazione@ordinemediciroma.it. Questo corso rappresenta un’importante opportunità di aggiornamento per i professionisti del settore.

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  • Due batteri indebolirono l’esercito di Napoleone durante la campagna di Russia

    Due batteri indebolirono l’esercito di Napoleone durante la campagna di Russia

    Nel contesto della ricerca storica e scientifica, un’importante scoperta è stata fatta riguardo ai soldati della Grande Armata di Napoleone Bonaparte. Analizzando i resti di 13 soldati sepolti in una fossa comune a Vilnius, in Lituania, è emersa la presenza di tracce genetiche di patogeni associati a febbre paratifoide e febbre ricorrente. Questa scoperta, pubblicata il 24 ottobre 2025 su “Current Biology”, offre nuovi spunti sulla salute e le condizioni in cui si trovavano i soldati durante la ritirata dall’Impero russo nel 1812.

    La campagna di Russia e la Grande armata

    Nell’estate del 1812, l’imperatore francese Napoleone Bonaparte avviò una delle campagne militari più ambiziose della storia, con oltre 500.000 soldati diretti verso l’Impero russo. Tuttavia, il drammatico inverno e le difficili condizioni portarono a una ritirata disastrosa, con la Grande Armata che subì perdite enormi. Già a dicembre, la maggior parte dei soldati era stata decimata, a causa di fame, freddo e malattie come il tifo. La campagna si concluse con una sconfitta che segnò profondamente le ambizioni di Napoleone.

    Recenti studi condotti dall’Istituto Pasteur hanno rivelato che, oltre ai già noti fattori di stress, i soldati della Grande Armata dovettero affrontare anche malattie infettive. Le indagini sui resti riesumati nel 2002 da una fossa comune a Vilnius hanno portato alla luce informazioni cruciali riguardo alla salute dei soldati, rivelando che i patogeni batterici potrebbero aver avuto un ruolo significativo nel peggioramento delle condizioni di vita durante la ritirata.

    La scoperta dei patogeni

    I ricercatori dell’Unità di Paleogenomica microbica dell’Istituto Pasteur, in collaborazione con il Laboratorio di Antropologia bioculturale dell’Università di Aix-Marseille, hanno utilizzato tecniche avanzate di sequenziamento per analizzare il DNA estratto dai denti di 13 soldati. Questa analisi ha rivelato la presenza di due batteri significativi: Salmonella enterica sottospecie enterica (sierotipo Paratyphi C) e Borrelia recurrentis. La prima causa la febbre paratifoide, mentre la seconda è responsabile della febbre ricorrente, caratterizzata da attacchi di febbre seguiti da periodi di remissione.

    Dei 13 soldati analizzati, quattro presentavano segni di infezione da S. enterica Paratyphi C e due da B. recurrentis. Nonostante ciò, gli scienziati avvertono che i risultati si basano su un campione limitato e non consentono di stabilire con certezza l’impatto di questi patogeni sulla mortalità complessiva dei soldati, che ammontava a circa 300.000 durante la ritirata.

    Implicazioni storiche e scientifiche

    La ricerca ha fornito la prima prova genetica della presenza di questi batteri nell’esercito napoleonico, contribuendo così a riscrivere un capitolo della storia militare. Precedenti studi avevano già identificato altri agenti patogeni, come Rickettsia prowazekii, responsabile del tifo, e Bartonella quintana, legata alla febbre delle trincee. La discrepanza nei risultati potrebbe essere attribuita all’uso di diverse tecniche di sequenziamento.

    Secondo Nicolás Rascovan, responsabile dell’Unità di Paleogenomica dell’Istituto Pasteur, l’analisi dei dati genomici dei patogeni storici è fondamentale per comprendere l’evoluzione delle malattie infettive nel tempo. Le informazioni ricavate possono fornire indicazioni preziose per affrontare le sfide sanitarie contemporanee, migliorando la nostra comprensione delle malattie infettive e dei contesti sociali e ambientali che ne influenzano la diffusione.

    La scoperta dei patogeni nei resti dei soldati napoleonici non solo arricchisce la nostra conoscenza storica, ma apre anche nuove vie di ricerca nel campo della paleogenomica, ponendo l’accento sull’importanza di tecniche innovative per studiare la salute delle popolazioni del passato.


    Recent research has uncovered significant findings regarding soldiers from Napoleon Bonaparte’s Grande Armée. Analyzing remains from a mass grave in Vilnius, Lithuania, researchers identified genetic traces of pathogens linked to paratyphoid fever and relapsing fever. This study, published on October 24, 2025, in “Current Biology,” sheds light on the health conditions faced by soldiers during their disastrous retreat from Russia in 1812, when over half a million men were decimated by starvation, cold, and disease.

    Researchers from the Institut Pasteur and Aix-Marseille University utilized advanced sequencing techniques on DNA extracted from the soldiers’ remains, revealing the presence of Salmonella enterica and Borrelia recurrentis in several individuals. While these findings provide the first genetic evidence of such pathogens in Napoleon’s army, the impact on overall mortality, estimated at around 300,000, remains uncertain. This research not only enriches historical knowledge but also aids contemporary understanding of infectious diseases.

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  • Congresso Siti, Vezzosi: “Sviluppo di percorsi vaccinali integrati per tutelare la popolazione fragile”

    Congresso Siti, Vezzosi: “Sviluppo di percorsi vaccinali integrati per tutelare la popolazione fragile”

    Durante il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti), tenutosi a Roma il 24 ottobre 2025, Luigi Vezzosi, specialista in Igiene e Segretario Nazionale della Siti, ha evidenziato la necessità di sviluppare percorsi vaccinali efficaci e condivisi. Questo intervento si è reso necessario a causa delle coperture vaccinali ancora insufficienti, in particolare tra la popolazione adulta e i pazienti considerati fragili.

    La situazione attuale delle vaccinazioni in Italia

    Il contesto attuale delle vaccinazioni in Italia presenta sfide significative. Nonostante gli sforzi compiuti negli anni precedenti, le statistiche mostrano che le coperture vaccinali tra gli adulti rimangono al di sotto delle aspettative. Questo è un problema particolarmente urgente per i pazienti fragili, che sono più suscettibili a malattie gravi e complicazioni. Vezzosi ha sottolineato che è fondamentale implementare strategie di vaccinazione che siano non solo efficaci, ma anche accessibili e comprese dalla popolazione. La mancanza di consapevolezza e l’assenza di percorsi chiari possono contribuire a questa situazione, rendendo necessario un intervento mirato.

    Proposte per migliorare le coperture vaccinali

    Il Segretario Nazionale ha presentato diverse proposte per migliorare la situazione. Tra queste, l’importanza di campagne informative mirate che possano educare la popolazione sui benefici delle vaccinazioni. Vezzosi ha suggerito che tali campagne dovrebbero essere sviluppate in collaborazione con professionisti della salute e organizzazioni locali, per garantire che il messaggio raggiunga efficacemente i gruppi target. Inoltre, è stato proposto di facilitare l’accesso ai vaccini attraverso l’implementazione di centri di vaccinazione nelle comunità e l’organizzazione di eventi di vaccinazione specifici.

    Il ruolo della comunità nella promozione della salute

    Un altro aspetto cruciale evidenziato da Vezzosi è il ruolo attivo delle comunità nella promozione della salute. Le comunità locali possono svolgere un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nell’incoraggiamento alla vaccinazione. La collaborazione tra istituzioni sanitarie, enti locali e organizzazioni non governative può creare un ambiente favorevole alla salute pubblica. Vezzosi ha esortato le autorità sanitarie a lavorare a stretto contatto con le comunità per sviluppare iniziative che rispondano alle esigenze specifiche della popolazione locale.

    Il Congresso ha rappresentato un’opportunità per discutere non solo delle sfide attuali, ma anche delle soluzioni pratiche e delle strategie che possono essere adottate per migliorare la salute pubblica in Italia. La costruzione di percorsi vaccinali ben strutturati è vista come una priorità assoluta per garantire una maggiore protezione della salute della popolazione, in particolare per i gruppi più vulnerabili.


    Durante il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, tenutosi a Roma, Luigi Vezzosi ha messo in evidenza la necessità di sviluppare percorsi vaccinali condivisi in Italia, poiché le coperture vaccinali tra gli adulti, in particolare nei pazienti fragili, rimangono insufficienti. Nonostante gli sforzi passati, la consapevolezza e l’accesso ai vaccini sono problematiche significative. Vezzosi ha proposto campagne informative mirate e collaborazioni con professionisti della salute e organizzazioni locali per educare la popolazione sui benefici delle vaccinazioni. Ha sottolineato l’importanza di centri di vaccinazione nelle comunità e eventi specifici per facilitare l’accesso. Inoltre, ha evidenziato il ruolo attivo delle comunità nella promozione della salute, sottolineando che una cooperazione tra istituzioni sanitarie e gruppi locali è cruciale per migliorare la salute pubblica, specialmente per i gruppi vulnerabili. Il Congresso ha affrontato le sfide e le strategie per garantire una maggiore protezione della popolazione.

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  • Vaccini, l’igienista Gabutti sottolinea l’importanza di aumentare le coperture per combattere la resistenza batterica

    Vaccini, l’igienista Gabutti sottolinea l’importanza di aumentare le coperture per combattere la resistenza batterica

    Al Congresso della Società Italiana di Igiene (Siti), tenutosi a Bologna il 24 ottobre 2025, il dottor Giovanni Gabutti ha evidenziato l’importanza della prevenzione delle infezioni per combattere la resistenza antimicrobica (Amr). Gabutti, membro del gruppo di lavoro sui vaccini della Siti, ha sottolineato che affrontare questa problematica richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo igienisti, infettivologi e operatori sanitari.

    Il ruolo dei vaccini nella lotta contro la resistenza antimicrobica

    Durante il suo intervento, Gabutti ha affermato che i vaccini sono una componente fondamentale nella strategia per ridurre la circolazione dei patogeni e, di conseguenza, la necessità di utilizzare antibiotici. Ha spiegato che il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (Pnpv) e il Piano Nazionale di Contrasto all’Amr (Pn-Car) sono perfettamente allineati con questa visione. “Investire nelle vaccinazioni significa prevenire infezioni, ridurre l’uso improprio di antibiotici e garantire la loro efficacia futura”, ha dichiarato.

    Nonostante il ruolo cruciale dei vaccini, Gabutti ha evidenziato che la loro importanza nel contrasto alla resistenza antimicrobica è spesso sottovalutata. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Siti stessa promuovono fortemente l’uso dei vaccini come strumento per prevenire malattie infettive e limitare l’uso non appropriato di antibiotici. Ad esempio, il vaccino antipneumococcico contribuisce a ridurre le infezioni batteriche, abbassando così il numero di prescrizioni di antibiotici. Anche il vaccino antinfluenzale, sebbene affronti un virus, previene infezioni respiratorie secondarie che possono portare a un uso inadeguato degli antibiotici.

    La necessità di un approccio integrato

    Gabutti ha sottolineato che ogni vaccinazione efficace rappresenta un passo avanti nella lotta contro l’antibiotico-resistenza e un beneficio per la salute pubblica. La collaborazione tra diversi settori della sanità è essenziale per affrontare questa sfida globale. La resistenza antimicrobica non è solo un problema clinico, ma una questione di salute pubblica che richiede l’impegno di tutti gli attori coinvolti.

    Il congresso ha messo in luce la necessità di sensibilizzare ulteriormente la popolazione sull’importanza della vaccinazione per ridurre le infezioni e, di conseguenza, l’uso di antibiotici. La sfida della resistenza antimicrobica è complessa e richiede un impegno costante da parte di tutti i professionisti della salute, affinché si possano ottenere risultati duraturi e significativi nel tempo.

    In questo contesto, il messaggio di Gabutti è chiaro: la prevenzione attraverso i vaccini è una strategia fondamentale per garantire un futuro in cui gli antibiotici possano continuare a essere efficaci nel trattamento delle infezioni.


    At the Italian Society of Hygiene Congress in Bologna on October 24, 2025, Dr. Giovanni Gabutti emphasized the crucial role of infection prevention in combating antimicrobial resistance (AMR). He advocated for a multidisciplinary approach involving hygienists, infectious disease specialists, and healthcare workers. Gabutti highlighted that vaccines are essential for reducing pathogen circulation and, consequently, the need for antibiotics. He noted that the National Vaccination Prevention Plan and the National AMR Action Plan align with this approach, reinforcing the importance of vaccination to prevent infections and the misuse of antibiotics. Despite their significance, Gabutti pointed out that vaccines are often undervalued in the fight against AMR. He called for enhanced public awareness regarding vaccination’s role in reducing infections and antibiotic use. The congress underscored the need for consistent collaboration across healthcare sectors to address AMR, ensuring the continued efficacy of antibiotics in treating infections.

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  • Vaccini, Siliquini (Siti): “Investire in salute pubblica per anziani e fragili”

    Vaccini, Siliquini (Siti): “Investire in salute pubblica per anziani e fragili”

    Al Congresso Nazionale degli Igienisti, tenutosi a Bologna il 24 ottobre 2025, Roberta Siliquini, Professore Ordinario di Igiene presso l’Università di Torino e già Presidente della Società Italiana di Igiene, ha sottolineato l’importanza della vaccinazione non solo come strumento di protezione individuale, ma come un investimento cruciale per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Durante il suo intervento, Siliquini ha evidenziato che circa un quarto degli anziani vive con almeno due patologie croniche, rendendo la vaccinazione un passo fondamentale per prevenire malattie che possono gravemente influenzare la salute individuale e l’intero sistema sanitario.

    Vaccinazioni e salute pubblica

    La Siliquini ha messo in evidenza che la vaccinazione non si limita ai vaccini stagionali per l’influenza e il Covid-19, ma include anche quelli contro il pneumococco e l’Herpes zoster. Questi vaccini sono essenziali per prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita, in particolare per i pazienti più vulnerabili come quelli oncologici, reumatologici o diabetici. L’esperta ha spiegato che una semplice infezione in queste popolazioni può avere conseguenze gravi, compromettendo anche la continuità delle terapie. Ad esempio, per un paziente diabetico, un’infezione potrebbe causare rapidamente uno scompenso metabolico, aggravato dall’uso di farmaci che interferiscono con il controllo della malattia.

    Siliquini ha ribadito che le vaccinazioni rappresentano un “presidio fondamentale” per garantire l’efficienza della sanità pubblica e proteggere le persone più vulnerabili. Ha sottolineato l’importanza di vaccinarsi non solo contro l’influenza e il Covid-19, ma anche contro il pneumococco e l’Herpes zoster, suggerendo che i vaccini specifici e ad alto dosaggio sono particolarmente indicati per coloro che hanno difese immunitarie ridotte.

    Il ruolo della vaccinazione nella prevenzione

    Nel suo intervento, Siliquini ha chiarito che la vaccinazione è una misura semplice ma cruciale per preservare la salute e garantire la continuità terapeutica per le persone più fragili. La sua affermazione si basa su dati che dimostrano come le vaccinazioni possano ridurre i ricoveri ospedalieri e le liste d’attesa, alleviando così la pressione sul sistema sanitario. La dottoressa ha esortato i professionisti della salute a promuovere attivamente la vaccinazione, sottolineando che una maggiore adesione a queste pratiche può portare a un miglioramento complessivo della salute pubblica.

    Il Congresso degli Igienisti, che ha visto la partecipazione di esperti del settore, ha rappresentato un’importante occasione per discutere le sfide e le opportunità nel campo della salute pubblica, con un focus particolare sull’importanza delle vaccinazioni nella prevenzione delle malattie e nella protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione.


    At the National Congress of Hygienists in Bologna on October 24, 2025, Roberta Siliquini, a Professor of Hygiene at the University of Turin, emphasized the vital role of vaccination as both a personal protection measure and a crucial investment for the sustainability of the National Health Service. With around a quarter of the elderly living with multiple chronic conditions, vaccination is essential for preventing diseases that can severely impact health and the healthcare system. Siliquini highlighted the need for vaccines beyond the seasonal flu and COVID-19, including those against pneumococcus and herpes zoster, especially for vulnerable populations like cancer or diabetes patients. These vaccines can prevent severe complications and ensure the continuity of treatments. Her call to action urged health professionals to actively promote vaccination as a simple yet critical measure for enhancing public health and reducing hospitalizations, ultimately benefiting the healthcare system.

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  • Chikungunya: disponibile in Italia il vaccino a partire dal 30 ottobre

    Chikungunya: disponibile in Italia il vaccino a partire dal 30 ottobre

    Il vaccino anti-Chikungunya, un’importante novità per la salute pubblica, sarà disponibile in Italia a partire dal 30 ottobre 2025. Si tratta di un vaccino a subunità, non infettivo, progettato per soggetti a partire dai 12 anni e capace di stimolare una risposta immunitaria senza provocare la malattia. La notizia è stata annunciata durante il simposio “Chikungunya: scenari futuri e strategie di prevenzione e controllo”, tenutosi a Bologna nell’ambito del 58° Congresso nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica.

    Il vaccino e la sua approvazione

    Il vaccino, che utilizza particelle simili al virus (Vlp), è già stato autorizzato negli Stati Uniti, nell’Unione europea e nel Regno Unito. A maggio 2025, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera alla sua commercializzazione, che avverrà a fine mese. Durante il simposio, esperti del settore hanno sottolineato l’importanza di questo vaccino, evidenziando come negli studi clinici siano stati registrati risultati promettenti. A 21 giorni dalla vaccinazione, è stata osservata una robusta risposta anticorpale, con un’immunità protettiva che inizia a svilupparsi già dopo una settimana. Questo profilo di sicurezza favorevole lo rende una valida opzione per proteggere viaggiatori diretti verso aree a rischio e per contenere la diffusione di casi autoctoni, come quelli verificatisi in Italia quest’anno.

    La situazione epidemiologica in italia

    Secondo i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità, al 7 ottobre 2025, in Italia sono stati registrati 398 casi di infezione da virus Chikungunya, un incremento significativo rispetto ai 17 casi del 2024. I focolai principali si sono verificati in Emilia Romagna, in particolare a Carpi, e in Veneto, nella zona della Valpolicella. A livello globale, dal gennaio 2025 ad agosto, il Centro europeo per la diffusione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha riportato circa 317.000 casi e 135 decessi correlati in 16 Paesi. Le cifre reali potrebbero essere ancora più alte, poiché la diagnosi di Chikungunya è complessa e la sorveglianza non sempre adeguata.

    I sintomi e la prevenzione

    I sintomi del Chikungunya sono simili a quelli di altre malattie trasmesse da zanzare, come Dengue e Zika, il che rende difficile la diagnosi. Oltre il 75% delle persone infette sviluppa sintomi, tra cui febbre, eruzioni cutanee, affaticamento e dolori articolari intensi. In oltre il 40% dei casi, gli effetti possono diventare cronici. Non esiste un trattamento specifico per la malattia, pertanto la prevenzione attraverso la vaccinazione e l’educazione dei viaggiatori su come evitare le punture di zanzara sono fondamentali.

    Cause della diffusione del virus

    La globalizzazione e il cambiamento climatico sono fattori chiave nella diffusione del virus Chikungunya. Luigi Vezzosi, specialista in Igiene e medicina preventiva, ha spiegato come l’aumento dei viaggi e del commercio abbia facilitato l’introduzione della zanzara Aedes e del virus in nuove aree, inclusa l’Europa. Il cambiamento climatico ha reso queste regioni più favorevoli alla proliferazione delle zanzare, contribuendo a epidemie autoctone. Giovanni Rezza, professore di Igiene, ha ricordato che il primo focolaio epidemico in Italia è stato identificato nel 2007 in Romagna, seguito da un’epidemia più grave nel 2017 nel Lazio.

    La strategia di contenimento del virus in Europa si basa su una sorveglianza rapida dei casi importati, controllo del vettore Aedes albopictus e sensibilizzazione pubblica. La recente approvazione del vaccino rappresenta un passo significativo per la protezione della popolazione e per affrontare le sfide poste dalla diffusione di malattie trasmesse da zanzare.


    Il vaccino anti-Chikungunya sarà disponibile in Italia dal 30 ottobre 2025 e si tratta di un vaccino a subunità non infettivo per persone dai 12 anni in su. Durante il simposio a Bologna, è stata evidenziata la sua approvazione in vari paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Europa, con studi clinici promettenti che mostrano una robusta risposta anticorpale a 21 giorni dalla vaccinazione. La sicurezza favorevole del vaccino lo rende importante per viaggiatori in aree a rischio. In Italia, si sono registrati 398 casi di infezione da Chikungunya nel 2025, un notevole aumento rispetto ai 17 casi del 2024, con focolai principali in Emilia Romagna e Veneto. La globalizzazione e il cambiamento climatico hanno contribuito alla diffusione del virus, mentre la prevenzione tramite vaccinazione e sensibilizzazione rimane cruciale per contenere la malattia.

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  • Congresso Siti a Castiglia: il meningococco presenta coperture vaccinali insufficienti

    Congresso Siti a Castiglia: il meningococco presenta coperture vaccinali insufficienti

    Il tema della vaccinazione contro la malattia meningococcica si conferma di fondamentale importanza per la salute pubblica in Italia. Durante il congresso nazionale della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti), tenutosi a Bologna nel mese di ottobre 2025, il professor Paolo Castiglia, docente di Igiene all’Università di Sassari, ha sottolineato come le attuali coperture vaccinali siano ancora lontane dagli obiettivi raccomandati.

    La situazione attuale delle coperture vaccinali

    Il professor Castiglia ha evidenziato che, nonostante il recupero vaccinale contro la malattia meningococcica sia considerato una priorità, i tassi di vaccinazione rimangono insufficienti. Le coperture attuali si discostano notevolmente dalle percentuali ottimali, fissate al 95%. Questo dato risulta preoccupante, poiché la malattia meningococcica, pur essendo rara, può avere conseguenze letali. La vaccinazione antimeningococcica, somministrata singolarmente, si trova in una posizione svantaggiata rispetto alla vaccinazione antipneumococcica, che spesso viene somministrata insieme all’esavalente durante l’infanzia.

    Strategie per migliorare la vaccinazione

    Per raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale, il professor Castiglia ha proposto l’adozione di nuovi strumenti organizzativi e comunicativi. La necessità di sensibilizzare la popolazione riguardo all’importanza della vaccinazione è cruciale. Ogni incremento percentuale nella copertura vaccinale può tradursi in vite salvate, rendendo fondamentale il coinvolgimento di professionisti della salute, famiglie e istituzioni. La sfida è quella di creare campagne informative efficaci che evidenzino i rischi associati alla malattia meningococcica e l’importanza della prevenzione attraverso la vaccinazione.

    Prospettive future

    La lotta contro la malattia meningococcica richiede un impegno collettivo per migliorare le coperture vaccinali. Con un approccio strategico mirato e un’adeguata informazione, è possibile avvicinarsi agli obiettivi di copertura raccomandati, garantendo così una maggiore protezione per la popolazione, in particolare per i più giovani. La salute pubblica dipende dalla nostra capacità di agire e di informare in modo efficace.


    La vaccinazione contro la malattia meningococcica è un tema cruciale per la salute pubblica in Italia, come evidenziato dal professor Paolo Castiglia durante il congresso della Società Italiana di Igiene a Bologna nel 2025. Attualmente, i tassi di vaccinazione si attestano ben al di sotto dell’obiettivo del 95%, nonostante la malattia, sebbene rara, possa avere conseguenze letali. La vaccinazione antimeningococcica, somministrata separatamente, non riceve la stessa attenzione di quella antipneumococcica, somministrata con l’esavalente. Castiglia ha suggerito strategie organizzative e comunicative per migliorare le coperture vaccinali. È fondamentale sensibilizzare il pubblico sui rischi legati alla malattia meningococcica e sull’importanza della prevenzione. La sfida è creare campagne informative efficaci che coinvolgano professionisti e famiglie. Un impegno collettivo è necessario per garantire una maggiore protezione, specialmente per i più giovani, avvicinandosi così agli obiettivi vaccinali raccomandati.

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  • Congresso Siti, Siliquini: “La vaccinazione dei pazienti fragili offre doppia protezione”

    Congresso Siti, Siliquini: “La vaccinazione dei pazienti fragili offre doppia protezione”

    Il 24 ottobre 2025, la professoressa Roberta Siliquini ha sottolineato l’importanza di proteggere le persone affette da patologie croniche o con un sistema immunitario compromesso. Durante un’intervista, la specialista ha evidenziato come per i pazienti con malattie oncologiche, reumatologiche o diabetiche, anche una semplice infezione possa comportare conseguenze gravi, non solo per la salute immediata, ma anche per la continuità delle terapie necessarie.

    La vulnerabilità dei pazienti cronici

    Le persone con malattie croniche rappresentano una categoria particolarmente vulnerabile nel contesto sanitario attuale. La professoressa Siliquini ha spiegato che i pazienti oncologici sono tra i più colpiti, poiché il loro sistema immunitario è già compromesso dalle terapie a cui sono sottoposti. Questo rende essenziale un monitoraggio costante e misure preventive più rigorose per evitare complicazioni. Le infezioni, che in individui sani possono risultare gestibili, per questi pazienti possono trasformarsi in eventi gravi, richiedendo interventi medici tempestivi e complessi.

    Inoltre, la continuità delle terapie è un aspetto cruciale per la gestione delle malattie croniche. La professoressa ha sottolineato che interrompere i trattamenti a causa di un’infezione può avere effetti devastanti, non solo sul benessere fisico dei pazienti ma anche sul loro stato psicologico. La paura di contrarre infezioni e di dover rinunciare ai trattamenti può generare ansia e stress, aggravando ulteriormente la loro condizione.

    Strategie di protezione e prevenzione

    Per garantire la sicurezza dei pazienti con patologie croniche, è fondamentale implementare strategie di protezione adeguate. Le istituzioni sanitarie sono chiamate a sviluppare protocolli specifici che includano vaccinazioni, campagne di sensibilizzazione e misure di prevenzione delle infezioni. La professoressa Siliquini ha suggerito che le vaccinazioni, in particolare contro l’influenza e le malattie respiratorie, dovrebbero essere una priorità per questi pazienti, poiché possono ridurre significativamente il rischio di complicazioni.

    Inoltre, è cruciale educare i pazienti e le loro famiglie riguardo ai segnali di allerta e alle pratiche igieniche da seguire per minimizzare il rischio di infezioni. Le visite regolari ai medici e il monitoraggio della salute devono essere incoraggiati, affinché ogni potenziale problema venga affrontato tempestivamente. Le strutture sanitarie devono garantire un ambiente sicuro e protetto, dove i pazienti possano ricevere le cure necessarie senza timore di contrarre infezioni.

    La professoressa ha concluso la sua analisi sottolineando l’importanza della collaborazione tra professionisti della salute, pazienti e famiglie per garantire un approccio integrato alla gestione delle malattie croniche. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile migliorare la qualità della vita di queste persone e garantire loro un futuro più sicuro e sereno.


    Il 24 ottobre 2025, la professoressa Roberta Siliquini ha sottolineato l’importanza di proteggere i pazienti con malattie croniche, come oncologiche, reumatologiche e diabetiche, poiché il loro sistema immunitario è compromesso. Anche infezioni lievi possono causare gravi complicazioni e compromettere la continuità delle terapie, essenziale per la loro salute fisica e psicologica. La Siliquini ha evidenziato la necessità di misure preventive rigorose, come vaccinazioni contro l’influenza e le malattie respiratorie, per ridurre il rischio di complicazioni. È fondamentale educare pazienti e famiglie sui segnali di allerta e pratiche igieniche. Le istituzioni sanitarie devono garantire un ambiente sicuro, sostenendo visite regolari e monitoraggio della salute. Infine, la professoressa ha ribadito l’importanza di una collaborazione tra professionisti della salute e famiglie per migliorare la qualità della vita dei pazienti e garantire un futuro più sicuro.

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  • Congresso Siti: Gabutti discute di vaccini e resistenze batteriche per la sanità pubblica

    Congresso Siti: Gabutti discute di vaccini e resistenze batteriche per la sanità pubblica

    Il 24 ottobre 2025, alle ore 16:50, il prof. Giovanni Gabutti, membro del gruppo di lavoro Vaccini e politiche vaccinali della Società Italiana di Igiene, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra professionisti della salute per affrontare la crescente minaccia della resistenza antimicrobica (AMR). Questo fenomeno, considerato una delle più gravi sfide per la salute pubblica a livello globale, richiede un’azione concertata da parte di igienisti, infettivologi e altri operatori sanitari.

    La resistenza antimicrobica: una crisi mondiale

    La resistenza antimicrobica si verifica quando i microrganismi, come batteri e funghi, sviluppano meccanismi per resistere agli antibiotici e ad altri farmaci antimicrobici. Questo fenomeno è in crescita a causa di vari fattori, tra cui l’uso eccessivo e inappropriato di antibiotici, sia negli esseri umani che negli animali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che la resistenza antimicrobica possa causare 10 milioni di morti all’anno entro il 2050 se non si adottano misure adeguate. La situazione è particolarmente allarmante in contesti sanitari dove le infezioni resistenti stanno diventando sempre più comuni, rendendo le procedure mediche e chirurgiche a rischio.

    La lotta contro l’AMR richiede un approccio multifattoriale. È fondamentale promuovere l’uso prudente degli antibiotici, implementare pratiche di igiene più rigorose e investire nella ricerca di nuovi farmaci e alternative terapeutiche. La sensibilizzazione della popolazione è altrettanto cruciale, affinché i cittadini comprendano l’importanza di seguire le prescrizioni mediche e di non utilizzare antibiotici senza indicazione.

    Il ruolo della collaborazione tra professionisti

    Il prof. Gabutti ha evidenziato come la chiave per affrontare la resistenza antimicrobica risieda nella collaborazione tra diverse figure professionali. Gli igienisti, ad esempio, possono fornire competenze fondamentali per la prevenzione delle infezioni, mentre gli infettivologi possono contribuire con la loro esperienza nella gestione delle infezioni resistenti. È essenziale che questi professionisti lavorino insieme per sviluppare linee guida e protocolli che possano essere adottati in tutto il sistema sanitario.

    Inoltre, la formazione continua e l’aggiornamento professionale sono necessari per garantire che i sanitari siano sempre al corrente delle ultime evidenze scientifiche e delle migliori pratiche nella gestione delle infezioni. La creazione di reti di collaborazione tra ospedali, cliniche e istituti di ricerca può facilitare la condivisione di informazioni e risorse, rendendo la risposta all’AMR più efficace.

    Strategie per il futuro

    Per affrontare la crescente minaccia della resistenza antimicrobica, è necessario un impegno a lungo termine da parte di governi, istituzioni sanitarie e organizzazioni internazionali. È fondamentale investire in programmi di sorveglianza per monitorare la diffusione delle infezioni resistenti e valutare l’efficacia delle strategie messe in atto. Inoltre, è importante incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici e trattamenti alternativi.

    Le campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico possono contribuire a educare le persone sull’uso corretto degli antibiotici e sull’importanza della prevenzione delle infezioni. Le scuole e le comunità dovrebbero essere coinvolte in iniziative che promuovano una maggiore consapevolezza riguardo all’AMR e alle sue conseguenze.

    In definitiva, la resistenza antimicrobica rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio globale e integrato. Solo attraverso la collaborazione e l’impegno collettivo sarà possibile affrontare efficacemente questa minaccia per la salute pubblica.


    Il 24 ottobre 2025, il prof. Giovanni Gabutti ha evidenziato l’urgenza di una collaborazione tra professionisti della salute per combattere la resistenza antimicrobica (AMR), una grave minaccia globale. Questo fenomeno, in crescita a causa dell’uso eccessivo di antibiotici, potrebbe causare 10 milioni di morti all’anno entro il 2050 senza interventi efficaci. È essenziale promuovere l’uso responsabile degli antibiotici, migliorare le pratiche igieniche e investire nella ricerca di nuovi farmaci. La collaborazione tra igienisti e infettivologi è fondamentale per sviluppare linee guida efficaci. Inoltre, è necessario un impegno continuo nella formazione sanitaria e nella creazione di reti di scambio tra strutture sanitarie. Le strategie future devono includere programmi di sorveglianza, incentivi alla ricerca e campagne di sensibilizzazione rivolte al pubblico, coinvolgendo scuole e comunità per una maggiore consapevolezza sull’AMR. Solo attraverso un approccio integrato si potrà affrontare questa sfida per la salute pubblica.

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  • Congresso Siti, Calabrò (Università di Cassino): “Vaccinazione anti-RSV negli adulti come alleato contro l’antibiotico-resistenza”

    Congresso Siti, Calabrò (Università di Cassino): “Vaccinazione anti-RSV negli adulti come alleato contro l’antibiotico-resistenza”

    La vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) rappresenta un passo significativo non solo per la salute pubblica, ma anche per la riduzione dei costi sanitari. Questo è quanto ha evidenziato la professoressa Giovanna Elisa Calabrò dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale durante il Congresso Nazionale del Siti, tenutosi a Bologna nel mese di ottobre 2025. L’intervento si è concentrato sui risultati di un’analisi di Health Technology Assessment (HTA) già pubblicata, relativa a un vaccino adiuvato ricombinante.

    Impatto della vaccinazione sugli antibiotici

    La professoressa Calabrò ha sottolineato che la vaccinazione della popolazione adulta fragile non solo contribuisce alla protezione individuale, ma ha anche un ruolo cruciale nella lotta contro l’antimicrobico-resistenza. Secondo i dati presentati, vaccinare gli adulti e gli anziani fragili riduce significativamente l’uso inappropriato di antibiotici, un problema crescente che minaccia l’efficacia dei trattamenti in tutto il mondo. Questo approccio non solo migliora la salute dei pazienti, ma ha anche un impatto economico e sociale notevole, riducendo la pressione sui sistemi sanitari già sotto stress.

    La professoressa ha spiegato che il costo della prevenzione attraverso la vaccinazione è ampiamente giustificato dai risparmi economici generati dalla riduzione delle ospedalizzazioni e delle complicazioni associate all’RSV. Investire nella prevenzione si traduce in un vantaggio per la sanità pubblica, poiché diminuisce il numero di ricoveri e le spese collegate, migliorando al contempo la qualità della vita degli anziani.

    Un investimento necessario per la salute pubblica

    La presentazione ha messo in evidenza come la vaccinazione possa essere vista come un investimento strategico per il futuro della salute pubblica. Con l’aumento della popolazione anziana e l’emergere di nuove malattie infettive, è fondamentale adottare misure preventive efficaci. La professoressa Calabrò ha invitato le autorità sanitarie a considerare la vaccinazione contro l’RSV come una priorità, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione.

    In un contesto globale in cui l’antimicrobico-resistenza rappresenta una sfida crescente, la vaccinazione potrebbe rivelarsi una delle soluzioni più efficaci per contenere il problema. La professoressa ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di un approccio integrato alla salute pubblica, che contempli la vaccinazione come strumento fondamentale per migliorare la salute collettiva e ridurre i costi sanitari a lungo termine.


    La vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un importante passo per la salute pubblica e la riduzione dei costi sanitari, come evidenziato dalla professoressa Giovanna Elisa Calabrò durante il Congresso Nazionale del Siti a Bologna. L’analisi di Health Technology Assessment (HTA) ha mostrato che vaccinare adulti e anziani fragili non solo migliora la loro protezione, ma riduce anche l’uso improprio di antibiotici, contribuendo a combattere l’antimicrobico-resistenza. Questo approccio non solo migliora la salute dei pazienti, ma genera anche risparmi economici significativi, diminuendo ospedalizzazioni e complicazioni legate all’RSV. La professoressa ha esortato le autorità a considerare la vaccinazione come priorità, soprattutto per le popolazioni vulnerabili, sottolineando che rappresenta un investimento strategico per il futuro della salute pubblica, fondamentale in un contesto di invecchiamento della popolazione e diverse malattie infettive emergenti.

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