Autore: salutextutti.it

  • Salute: De Spirito di Bayer Italia parla di ricerca e diagnosi precoce in amiloidosi cardiaca

    Salute: De Spirito di Bayer Italia parla di ricerca e diagnosi precoce in amiloidosi cardiaca

    Il 28 ottobre 2025, Danilo De Spirito, responsabile per l’Amiloidosi di Bayer Italia, ha sottolineato l’importanza della ricerca scientifica, dell’innovazione e della diagnosi precoce nella lotta contro l’amiloidosi cardiaca. Queste dichiarazioni sono state rilasciate durante l’evento “A tutto cuore: amiloidosi cardiaca, il falso mito di una malattia rara”, un incontro con la stampa organizzato per sensibilizzare sull’argomento in occasione del mese dedicato a questa patologia.

    Iniziative di sensibilizzazione

    Bayer Italia ha avviato diverse iniziative per informare e sensibilizzare sia i professionisti del settore sanitario che i cittadini riguardo all’amiloidosi cardiaca. La campagna di sensibilizzazione è stata lanciata in concomitanza con la Giornata mondiale dell’amiloidosi, e prevede attività destinate a clinici, istituzioni e associazioni di pazienti. De Spirito ha dichiarato: “Ci dedichiamo a quest’area terapeutica promuovendo collaborazione e consapevolezza tra tutti gli interlocutori del sistema salute”. Questo approccio mira a garantire che la patologia venga riconosciuta e trattata in modo tempestivo, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.

    Attività e programmi di supporto

    Oltre all’incontro con la stampa, Bayer Italia ha implementato programmi di empowerment per le associazioni di pazienti, con l’obiettivo di facilitare il dialogo tra queste ultime e gli specialisti del settore. “Vogliamo garantire che la rilevanza clinica e sociale dell’amiloidosi venga riconosciuta, studiando percorsi di cura specifici e assicurando un accesso adeguato alla diagnosi”, ha aggiunto De Spirito. La collaborazione tra i centri di riferimento è fondamentale per ridurre i tempi diagnostici e migliorare la presa in carico del paziente.

    La campagna di sensibilizzazione include anche un tram che circola per le strade di Milano, volto a promuovere la salute del cuore e informare la popolazione sulla patologia. In aggiunta, la campagna social “Tutto cuore” sui canali Instagram e Facebook fornisce materiali informativi accessibili a cittadini, caregiver e pazienti. “Vogliamo mettere le persone al centro per garantire una diagnosi accurata e una cura di qualità”, ha concluso De Spirito, sottolineando l’importanza di un approccio collaborativo e informato nella gestione di questa malattia ancora poco conosciuta.


    On October 28, 2025, Danilo De Spirito from Bayer Italia emphasized the importance of scientific research, innovation, and early diagnosis in combating cardiac amyloidosis during the event “A tutto cuore: amiloidosi cardiaca, il falso mito di una malattia rara.” The event aimed to raise awareness about this condition, particularly during the month dedicated to it. Bayer Italia has initiated several campaigns to educate healthcare professionals and the public, launched in conjunction with World Amyloidosis Day. De Spirito highlighted the need for collaboration and awareness among health system stakeholders to ensure timely recognition and treatment of the disease, improving patients’ quality of life. Bayer’s initiatives include empowering patient associations to foster dialogue with specialists and a social media campaign, “Tutto cuore,” to provide accessible information. Additionally, a tram in Milan promotes heart health awareness. He stressed the importance of a collaborative approach for effective management of this often-overlooked disease.

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  • Influenza: cinque milioni di italiani senza medico di famiglia, allerta per i pronto soccorso

    Influenza: cinque milioni di italiani senza medico di famiglia, allerta per i pronto soccorso

    Scotti, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), ha lanciato un allarme riguardo alla situazione sanitaria italiana in vista di una stagione influenzale che si preannuncia particolarmente severa. Il 28 ottobre 2025, il medico ha dichiarato che circa 5 milioni di italiani si trovano senza un medico di famiglia, a causa della carenza di professionisti nel territorio. Questo vuoto di assistenza sanitaria rende difficile per i cittadini gestire la prevenzione e le complicanze legate al virus influenzale, un problema che colpisce in modo particolare anziani e pazienti con patologie croniche. Scotti ha sottolineato come l’epidemia influenzale potrebbe essere aggressiva, come evidenziato dalle esperienze recenti in Australia e Giappone.

    La carenza di medici e le sue conseguenze

    La diminuzione del numero di medici di famiglia, scesa da 43mila a 37mila negli ultimi anni, ha creato un grave problema per il sistema sanitario italiano. Senza un punto di riferimento affidabile, molti cittadini si trovano in difficoltà nel ricevere assistenza adeguata. Scotti ha messo in evidenza come questa situazione possa portare a un aumento degli accessi impropri ai pronto soccorso, già sotto pressione, specialmente nei periodi autunnali e invernali. La mancanza di un filtro efficace rappresentato dalla medicina generale rende il sistema vulnerabile, esponendo i pazienti a rischi maggiori di complicazioni.

    Scotti ha spiegato che la proposta vaccinale, fondamentale per la prevenzione dell’influenza, non sempre riesce a concretizzarsi. Questo è particolarmente preoccupante per i pazienti anziani e cronici, che necessitano di un’assistenza personalizzata. La carenza di medici non solo limita l’accesso alle vaccinazioni, ma riduce anche le possibilità di assistenza durante i picchi influenzali, costringendo i pazienti a rivolgersi ai pronto soccorso, che diventano l’unico punto di accesso disponibile.

    Prospettive future e programmazione sanitaria

    Le previsioni per il 2025 e il 2026 non sembrano promettenti. Scotti ha avvertito che ogni anno circa 4mila medici andranno in pensione, mentre meno di 2mila nuovi dottori entreranno nel sistema. Questa tendenza potrebbe portare a un numero crescente di italiani senza un medico di famiglia, con una stima che potrebbe raggiungere gli 8 milioni entro la fine del 2026. Secondo Scotti, la responsabilità di questa situazione va ricercata in una programmazione inadeguata, che ha trascurato la stabilizzazione delle cure primarie sul territorio.

    Il segretario della Fimmg ha espresso indignazione per le accuse rivolte ai medici di famiglia riguardo agli accessi impropri ai pronto soccorso, sottolineando che i veri responsabili sono coloro che avrebbero dovuto gestire la programmazione sanitaria. La mancanza di una strategia efficace ha portato a un aumento del carico di lavoro e dello stress per i medici, che si trovano a dover affrontare una situazione insostenibile.

    Raccomandazioni per i pazienti a rischio

    Scotti ha esortato i pazienti a rischio a vaccinarsi e a seguire misure di prevenzione per ridurre il rischio di contagio. Una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, è fondamentale per mantenere un buon stato di salute. Inoltre, ha messo in guardia contro l’uso improprio di antibiotici e decongestionanti nasali durante l’influenza. Gli antibiotici, se usati in modo inadeguato, possono contribuire alla resistenza batterica e compromettere il sistema immunitario. I decongestionanti, d’altra parte, possono prolungare i sintomi del raffreddore, trasformando un’infezione che potrebbe risolversi in una settimana in un problema cronico.

    Scotti ha suggerito l’uso di soluzioni saline per il lavaggio nasale, un metodo più efficace e meno irritante rispetto ai decongestionanti. Con l’approssimarsi della stagione influenzale, è essenziale che i cittadini siano informati e preparati a gestire i rischi legati alla salute, in particolare in un contesto di carenza di assistenza medica.


    Scotti, segretario della Fimmg, ha lanciato un allarme sulla situazione sanitaria in Italia, dove circa 5 milioni di cittadini non hanno un medico di famiglia. Questa carenza, dovuta a una riduzione del numero di medici, rende difficile la gestione della prevenzione e delle complicanze legate all’influenza, soprattutto per anziani e pazienti cronici. Scotti ha sottolineato che l’epidemia influenzale potrebbe essere aggressiva, come dimostrano i recenti casi in Australia e Giappone. Ogni anno, circa 4.000 medici vanno in pensione senza un adeguato rimpiazzo, portando a previsioni di 8 milioni di italiani senza cure primarie entro il 2026. Ha anche consigliato a chi è a rischio di vaccinarsi e mantenere uno stile di vita sano, mentre ha messo in guardia contro l’uso improprio di antibiotici e decongestionanti, raccomandando soluzioni saline per il lavaggio nasale come metodo più efficace.

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  • Università Tor Vergata: Levialdi Ghiron presenta progetto su salute e ambiente

    Università Tor Vergata: Levialdi Ghiron presenta progetto su salute e ambiente

    Il 27 ottobre 2025, il rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron, ha partecipato a un evento significativo presso la Camera dei Deputati, intitolato “One health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile”. Durante l’incontro, è stata presentata una nuova rete formativa, creata dalla Facoltà di Medicina dell’ateneo, per il corso di laurea in Medicina Veterinaria. Questo progetto si propone di offrire un’istruzione all’avanguardia incentrata sul concetto di One Health, che integra aspetti legati alla salute umana, animale e ambientale.

    Il progetto one health

    Il rettore Levialdi Ghiron ha sottolineato l’importanza di questo progetto, che nasce dall’esigenza di sviluppare un’offerta formativa che risponda alle sfide contemporanee nel campo della salute. “Questo progetto nasce dall’esigenza di realizzare un’offerta formativa all’avanguardia rispetto al tema ‘One Health‘”, ha dichiarato Ghiron. La rete formativa mira a connettere le diverse discipline coinvolte nella salute, creando un ambiente di apprendimento integrato e innovativo.

    La collaborazione tra soggetti pubblici e privati è stata un elemento chiave per il successo di questa iniziativa. Ghiron ha spiegato che l’Università ha lavorato a stretto contatto con partner di alto livello, sia durante la fase progettuale che durante l’implementazione del programma formativo. Questa sinergia ha permesso di raggiungere standard elevati, offrendo agli studenti opportunità di stage e tirocini all’interno di realtà professionali di prestigio.

    Collaborazione interistituzionale

    La creazione di una rete di partner è stata evidenziata come fondamentale per il progetto. “Avere una rete di partner è fondamentale”, ha affermato il rettore. Le risorse necessarie per affrontare le sfide nel campo della salute non sono sempre racchiuse all’interno di una singola disciplina, ma spesso si trovano ai confini tra diverse aree di studio. Questo approccio multidisciplinare consente agli studenti di avere accesso a una gamma più ampia di risorse e competenze, facilitando la risoluzione di problemi complessi.

    La cooperazione tra istituzioni e organizzazioni di diversa natura non solo arricchisce l’offerta formativa, ma crea anche un ambiente favorevole all’innovazione. Gli studenti potranno beneficiare di strumenti didattici all’avanguardia, che li prepareranno a operare in un contesto professionale in continua evoluzione. Ghiron ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di un approccio integrato alla salute, che consideri le interconnessioni tra uomo, animale e ambiente, per un futuro sostenibile.


    On October 27, 2025, Nathan Levialdi Ghiron, the rector of the University of Rome Tor Vergata, attended a significant event at the Chamber of Deputies titled “One Health: Education, Research, and Cooperation for a Sustainable Future.” The gathering unveiled a new educational network established by the Faculty of Medicine for the Veterinary Medicine degree program, aimed at providing cutting-edge education centered on the One Health concept, which encompasses human, animal, and environmental health. Ghiron emphasized the project’s necessity in addressing contemporary health challenges and highlighted the importance of public-private collaboration for its success, facilitating high standards and offering students prestigious internship opportunities. He noted that the integration of diverse disciplines enriches the educational experience, enhances problem-solving capabilities, and prepares students for evolving professional landscapes. Ultimately, Ghiron reiterated the importance of an integrated health approach for a sustainable future, acknowledging the interconnections between humans, animals, and the environment.

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  • Università, Palomba (Izs Lazio e Toscana): “Offriamo competenze in sanità pubblica”

    Università, Palomba (Izs Lazio e Toscana): “Offriamo competenze in sanità pubblica”

    Il 27 ottobre 2025, Stefano Palomba, commissario straordinario dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana, ha partecipato a un importante evento presso la Camera dei Deputati. Durante l’incontro intitolato “One Health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile”, Palomba ha discusso del progetto One Health, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata. Questo progetto mira a formare i professionisti sanitari nelle aree di competenza specifiche, un’iniziativa fondamentale per la salute pubblica.

    Il progetto one health e la formazione sanitaria

    Palomba ha evidenziato il ruolo operativo che l’Istituto svolge all’interno di questo progetto, sottolineando che una delle principali responsabilità è la formazione dei quadri sanitari. L’Università di Roma Tor Vergata offre l’opportunità di trasferire competenze specialistiche nell’ambito della salute pubblica, un aspetto cruciale per affrontare le sfide sanitarie contemporanee. La sinergia tra l’istituto e l’università è vista come una leva strategica per migliorare i processi formativi e garantire una preparazione adeguata ai futuri veterinari.

    Materie di studio e approccio multidisciplinare

    Nel suo intervento, Palomba ha elencato alcune delle materie che verranno trattate nel corso di laurea in Medicina veterinaria, come l’epidemiologia, le biotecnologie e l’analisi preventiva e predittiva delle patologie e delle zoonosi. Questi argomenti sono fondamentali per affrontare le problematiche sanitarie a livello regionale e nazionale. L’approccio multidisciplinare è considerato essenziale per formare una nuova figura professionale di veterinario, capace di rispondere alle esigenze del contesto attuale.

    Innovazione nella formazione veterinaria

    L’idea di un veterinario “2.0” o addirittura “3.0” rappresenta una visione innovativa che supera i metodi tradizionali degli ultimi dieci anni. Palomba ha sottolineato l’importanza di una gestione integrata della salute, in linea con il concetto di salute unica, che considera l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale. Questa nuova formazione mira a produrre professionisti in grado di affrontare le sfide emergenti nel campo della salute pubblica.

    Cooperazione tra istituzioni accademiche e sanitarie

    L’incontro ha rappresentato un passo significativo verso una maggiore cooperazione tra istituzioni accademiche e sanitarie, con l’obiettivo di formare professionisti altamente qualificati per un futuro sostenibile. La rete formativa istituita dalla Facoltà di Medicina di Roma Tor Vergata si propone di rispondere alle esigenze di un settore in continua evoluzione, garantendo una preparazione adeguata agli studenti e un contributo significativo alla salute pubblica.


    On October 27, 2025, Stefano Palomba, extraordinary commissioner of the Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, participated in a key event at the Chamber of Deputies titled “One Health: Education, Research, and Cooperation for a Sustainable Future.” He discussed the One Health project, developed in collaboration with the University of Rome Tor Vergata, aimed at training healthcare professionals in relevant areas to enhance public health. Palomba emphasized the importance of multidisciplinary education, covering subjects like epidemiology and biotechnology, to prepare future veterinarians for contemporary health challenges. He advocated for a new breed of veterinarians—“2.0” or “3.0”—who can manage integrated health concerns. The meeting underscored the need for cooperation between academic and health institutions, aimed at educating highly qualified professionals and contributing significantly to public health sustainability. This initiative represents a strategic response to the evolving needs of the healthcare sector.

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  • Università, Destro dell’azienda agricola Maccarese: “Pronti ad accogliere i laureandi”

    Università, Destro dell’azienda agricola Maccarese: “Pronti ad accogliere i laureandi”

    Il 27 ottobre 2025, durante l’evento intitolato “One health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile”, tenutosi presso la Camera dei Deputati, Claudio Destro, amministratore delegato dell’azienda agricola Maccarese, ha annunciato l’impegno della sua azienda per supportare la formazione dei futuri veterinari. Destro ha sottolineato come la Maccarese, il più grande allevamento di vacche da latte in Italia, sia pronta ad accogliere studenti del corso di laurea in Medicina Veterinaria dell’Università di Roma Tor Vergata.

    Il progetto formativo della facoltà di medicina

    Nel 2020, l’azienda agricola Maccarese è stata contattata per contribuire alla creazione di una nuova Facoltà di Veterinaria nel Lazio. Questo progetto ha trovato compimento con la presentazione della rete formativa, che mira a fornire agli studenti un’esperienza pratica e teorica nel settore della veterinaria. Destro ha affermato che l’azienda è ora strutturata per offrire assistenza e opportunità di apprendimento ai laureandi, permettendo loro di immergersi in un contesto lavorativo reale.

    La rete formativa istituita dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata rappresenta un’importante innovazione nel campo della formazione veterinaria, integrando aspetti pratici e teorici. Gli studenti avranno l’opportunità di apprendere non solo le tecniche di cura degli animali, ma anche i principi di benessere animale e sicurezza alimentare, fondamentali per la loro futura carriera.

    Un modello di economia circolare

    Claudio Destro ha messo in evidenza come la Maccarese non si limiti a essere un semplice allevamento, ma rappresenti un esempio di economia circolare. L’azienda, oltre a gestire un vasto allevamento di bovini da latte, si occupa anche di bovini da carne e ha implementato pratiche sostenibili per garantire un impatto ambientale ridotto. Con 1.200 ettari di oasi gestiti in collaborazione con il WWF, gli studenti potranno osservare e partecipare attivamente a iniziative di sostenibilità ambientale.

    La formazione offerta dalla Maccarese si estende quindi oltre la semplice cura degli animali, abbracciando un approccio olistico che considera anche l’importanza della sostenibilità. Questo aspetto è diventato cruciale nel contesto attuale, dove la consapevolezza ambientale gioca un ruolo sempre più significativo nella formazione delle nuove generazioni di professionisti.

    Il ruolo della sostenibilità nella formazione veterinaria

    L’evento ha messo in luce l’importanza della sostenibilità nell’educazione veterinaria. Destro ha sottolineato che il benessere animale e la sicurezza alimentare non possono essere considerati separatamente dalla sostenibilità ambientale. Gli studenti, impegnati in questo programma formativo, avranno l’opportunità di esplorare come le pratiche agricole moderne possano integrarsi con la conservazione dell’ambiente.

    In un’epoca in cui le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità sono sempre più pressanti, la Maccarese si propone come un modello da seguire. L’azienda non solo fornisce formazione pratica, ma si impegna anche a educare i futuri veterinari su come affrontare le problematiche ambientali legate alla loro professione. Questo approccio innovativo potrebbe influenzare positivamente le scelte future dei laureati, promuovendo una maggiore responsabilità verso il pianeta.

    La partecipazione attiva degli studenti nel programma di formazione e la loro esposizione a pratiche sostenibili rappresentano un passo significativo verso un futuro in cui la medicina veterinaria e la sostenibilità ambientale possano coesistere in modo armonioso.


    Il 27 ottobre 2025, durante l’evento “One health” alla Camera dei Deputati, Claudio Destro, CEO dell’azienda agricola Maccarese, ha annunciato il suo impegno nel supportare la formazione dei futuri veterinari in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata. Maccarese, il più grande allevamento di vacche da latte in Italia, offre opportunità pratiche e teoriche agli studenti del nuovo corso di laurea in Medicina Veterinaria. Destro ha evidenziato l’importanza della sostenibilità ambientale, sottolineando come l’azienda integri pratiche sostenibili nel suo operato, gestendo anche 1.200 ettari di oasi in partnership con il WWF. Questo approccio educativo non solo forma esperti in cura degli animali, ma promuove anche la consapevolezza su benessere animale e sicurezza alimentare nel contesto delle sfide ambientali attuali, preparando i laureati a una carriera responsabile e sostenibile.

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  • Il conteggio dei passi non è tutto: scopri cosa influisce sulla salute

    Il conteggio dei passi non è tutto: scopri cosa influisce sulla salute

    Il concetto di benessere fisico si arricchisce di nuove sfumature grazie a uno studio recente che mette in discussione l’idea consolidata dei 10.000 passi quotidiani. La ricerca, pubblicata il 28 ottobre 2025 sulla rivista Annals of Internal Medicine, suggerisce che non è tanto il numero di passi a contare, quanto la durata della camminata stessa. Questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente utile per coloro che conducono uno stile di vita sedentario.

    Il nuovo studio

    La ricerca, condotta su un campione di 33.560 adulti con una media di meno di 8.000 passi al giorno, ha esaminato il legame tra i modelli di accumulo dei passi e il rischio di mortalità. Gli studiosi hanno suddiviso i partecipanti in quattro gruppi in base alla durata delle sessioni di camminata: meno di 5 minuti, da 5 a meno di 10 minuti, da 10 a meno di 15 minuti, e 15 minuti o più. I risultati hanno rivelato che il 42,9% dei partecipanti accumulava la maggior parte dei passi in sessioni brevi, mentre solo l’8% riusciva a camminare per 15 minuti o più in un’unica volta.

    I dati raccolti hanno mostrato che il rischio di mortalità per tutte le cause si riduce significativamente con l’aumentare della durata della camminata. Per esempio, il 4,36% dei partecipanti che camminava per sessioni di meno di 5 minuti ha mostrato un rischio di mortalità più alto rispetto all’0,8% di chi completava i propri passi in sessioni di 15 minuti o più. Questo trend è stato osservato anche per le malattie cardiovascolari, con un rischio cumulativo di 13,03% per chi accumulava i passi in sessioni brevi, rispetto al 4,39% per chi camminava più a lungo.

    Implicazioni per la salute pubblica

    Le scoperte di questo studio hanno importanti implicazioni per la salute pubblica, specialmente per gli individui che conducono uno stile di vita poco attivo. I ricercatori suggeriscono che incoraggiare le persone a camminare di più e a farlo in sessioni più lunghe potrebbe ridurre il rischio di malattie gravi. L’obiettivo è quello di integrare nella routine quotidiana delle camminate più lunghe, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sul conteggio dei passi.

    La ricerca evidenzia come anche piccole modifiche nel comportamento quotidiano possano portare a significativi miglioramenti nella salute. Gli esperti sottolineano l’importanza di educare le persone sulla qualità dell’attività fisica, piuttosto che sulla quantità. Questo approccio potrebbe risultare particolarmente efficace per chi ha difficoltà a raggiungere il traguardo dei 10.000 passi a causa di limitazioni fisiche o di tempo.

    In definitiva, il messaggio chiave di questo studio è chiaro: per migliorare la salute e ridurre i rischi associati a malattie cardiovascolari e mortalità, è fondamentale camminare di più e farlo per periodi più lunghi. Le nuove linee guida potrebbero quindi spostare l’attenzione dal numero di passi al tempo dedicato all’attività fisica, aprendo la strada a una nuova era di consapevolezza riguardo al benessere.


    Uno studio recente pubblicato sull’Annals of Internal Medicine il 28 ottobre 2025 mette in discussione l’importanza dei 10.000 passi giornalieri, enfatizzando la durata della camminata. Condotto su 33.560 adulti, il research ha rivelato che la maggior parte accumula passi in sessioni brevi (meno di 5 minuti). I risultati evidenziano che il rischio di mortalità si riduce significativamente con l’aumentare della durata della camminata: solo il 0,8% di chi cammina per almeno 15 minuti presenta un rischio elevato, rispetto al 4,36% di chi cammina per meno di 5 minuti. Le implicazioni per la salute pubblica sono notevoli, suggerendo che incoraggiare camminate più lunghe potrebbe aiutare a ridurre malattie gravi. In sintesi, il focus dovrebbe spostarsi dalla quantità alla qualità dell’attività fisica, promuovendo camminate prolungate per migliorare il benessere e ridurre i rischi cardiovascolari.

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  • Sanità, Schillaci: “Con il Dipartimento One Health, l’Italia tra i leader Ue”

    Sanità, Schillaci: “Con il Dipartimento One Health, l’Italia tra i leader Ue”

    Il 27 ottobre 2025, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato l’istituzione del Dipartimento One Health, un’iniziativa che posiziona l’Italia tra i leader europei nell’approccio integrato alla salute. Questo annuncio è avvenuto durante l’evento “One Health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile”, tenutosi presso la Camera dei Deputati. L’evento ha avuto un focus particolare sulla rete formativa creata dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata, dedicata al corso di laurea in Medicina Veterinaria.

    Il dipartimento one health e il suo significato

    Il nuovo Dipartimento One Health rappresenta un passo significativo verso la gestione integrata della **salute** umana, animale e ambientale. Secondo Schillaci, la **salute** non può più essere vista come compartimenti stagni, ma deve essere considerata in un contesto più ampio. Questa struttura operativa si propone di coordinare politiche che abbracciano diversi settori, come la **sanità pubblica**, la **veterinaria**, l’**ambiente** e la **sicurezza alimentare**. L’obiettivo è quello di affrontare in modo efficace le sfide sanitarie contemporanee, come le **zoonosi** emergenti e la **resistenza antimicrobica**.

    Collaborazione intersettoriale e formazione

    Orazio Schillaci ha sottolineato l’importanza della **collaborazione** tra vari ministeri, tra cui quelli dell’**Ambiente**, dell’**Agricoltura** e dell’**Università**, per garantire che l’**educazione** e la **formazione** diventino elementi fondamentali del modello One Health italiano. Il ministro ha evidenziato come solo attraverso percorsi formativi multidisciplinari sia possibile preparare i **professionisti** del futuro. È stato avviato un progetto specifico per formare **esperti** e **decisori** nei vari ambiti del One Health, con un focus sulla creazione di **sinergie** con le **agenzie europee** di valutazione del rischio.

    Strategie per affrontare le emergenze sanitarie

    Il ministro ha parlato di come il sistema Classifarm, riconosciuto come una **best practice** a livello internazionale, stia contribuendo a promuovere l’uso responsabile degli **antibiotici** e a garantire la **sostenibilità** delle pratiche agricole e zootecniche. Schillaci ha evidenziato l’importanza di prevenire la diffusione di **antibiotici** nell’**ambiente**, monitorando le **acque reflue** per proteggere la **salute** delle generazioni future. La **sicurezza alimentare** è stata definita un altro pilastro fondamentale dell’approccio One Health, che si estende dalla **produzione agricola** fino al **consumo finale**.

    Investimenti e obiettivi futuri

    Il ministro ha anche parlato degli **investimenti** previsti dal **Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza** (Pnrr), sottolineando come queste risorse siano destinate a rendere il **sistema sanitario** italiano più efficace e in grado di affrontare i **rischi sanitari** legati all’**ambiente** e al **clima**. L’intento è quello di costruire un **sistema sanitario** che protegga la **salute** in tutte le sue dimensioni, promuovendo una **cultura** della responsabilità condivisa tra **istituzioni**, **ricerca** e **cittadini**. Schillaci ha concluso il suo intervento esprimendo la volontà di affrontare le sfide sanitarie del futuro con una **visione** integrata e collaborativa.


    Il 27 ottobre 2025, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato l’istituzione del Dipartimento One Health in Italia, posizionando il Paese tra i leader europei nell’approccio integrato alla salute. Durante l’evento “One Health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile”, Schillaci ha enfatizzato l’importanza di gestire la salute umana, animale e ambientale come un sistema integrato, affrontando sfide come le zoonosi e la resistenza antimicrobica. Il dipartimento promuoverà la collaborazione tra diversi ministeri e un percorso educativo multidisciplinare per formare esperti nel settore. In questo contesto, il sistema Classifarm sarà fondamentale per garantire un uso responsabile degli antibiotici e la sicurezza alimentare. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede investimenti per rinforzare il sistema sanitario italiano e promuovere una cultura di responsabilità condivisa. Schillaci ha espresso la volontà di affrontare le sfide future con un approccio integrato e collaborativo.

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  • Neoplasie cerebrali: in Italia si registrano annualmente 3.000 casi di glioma

    Neoplasie cerebrali: in Italia si registrano annualmente 3.000 casi di glioma

    La Fondazione Aiom ha recentemente messo in evidenza come l’oncologia di precisione stia trasformando la pratica clinica nel trattamento dei gliomi, tumori cerebrali che, fino a pochi anni fa, erano considerati rari. Secondo i dati del 2025, in Italia si registrano oltre 3.000 nuovi casi all’anno, rappresentando il 40% di tutti i tumori cerebrali primitivi. Questi tumori, in particolare quelli di basso grado, pongono sfide significative per i medici a causa della loro evoluzione imprevedibile e della mancanza di trattamenti specifici. La Fondazione Aiom ha avviato, nei mesi scorsi, una campagna informativa e formativa intitolata “I gliomi”, con l’obiettivo di sensibilizzare sia i professionisti della salute che il pubblico.

    La campagna di sensibilizzazione

    La campagna “I gliomi” ha preso avvio con l’organizzazione di webinar dedicati agli oncologi e a tutte le figure sanitarie coinvolte nella cura di questi pazienti. Sono stati previsti eventi online anche per pazienti e caregiver, oltre a una forte presenza sui social media per diffondere informazioni e aumentare la consapevolezza riguardo a queste neoplasie. I risultati di questa iniziativa sono stati presentati il 27 ottobre 2025 in una conferenza stampa virtuale, alla quale hanno partecipato diversi esperti del settore. L’iniziativa è stata realizzata grazie al supporto non condizionante del Gruppo Servier in Italia, che ha permesso di ampliare la portata dell’azione formativa.

    Le sfide cliniche dei gliomi

    I gliomi sono tumori cerebrali complessi, spesso diagnosticati in età giovanile, e si sviluppano da cellule gliali del cervello. La loro prognosi varia notevolmente e può estendersi nel lungo termine. Il presidente della Fondazione Aiom, Saverio Cinieri, ha sottolineato l’importanza di una gestione integrata della patologia, che richiede la collaborazione di neurochirurghi, radioterapisti e oncologi. L’intervento chirurgico può comportare l’asportazione del tumore o l’esecuzione di biopsie grazie a tecnologie avanzate. La radioterapia, somministrata in concomitanza con la chemioterapia, è fondamentale per ridurre il rischio di recidiva e per trattare le porzioni di tumore non asportabili. La scelta dei farmaci da somministrare deve essere personalizzata in base alle condizioni cliniche di ciascun paziente.

    Innovazioni nel trattamento

    L’oncologia di precisione si sta rivelando un approccio promettente per il trattamento dei gliomi, in particolare per quelli di basso grado. Enrico Franceschi, direttore dell’Oncologia del sistema nervoso all’Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna, ha evidenziato l’importanza di identificare le mutazioni Idh1 e Idh2, poiché questi biomarcatori sono associati a prognosi più favorevoli e a una maggiore sensibilità alla radio e chemioterapia. La diagnosi precoce di queste mutazioni attraverso test molecolari è cruciale per una corretta classificazione dei gliomi. Tra le nuove terapie, spicca il vorasidenib, un inibitore orale delle mutazioni Idh1 e Idh2, che ha dimostrato efficacia nel ritardare l’inizio di trattamenti invasivi nei pazienti con gliomi di basso grado.

    L’impatto psicologico e riabilitativo

    La diagnosi di un glioma ha un forte impatto sulla vita del paziente. Le complicanze associate ai trattamenti possono compromettere funzioni vitali come la capacità di parlare e muoversi. Cinieri ha evidenziato che, in alcuni casi, sono necessari interventi riabilitativi da parte di logopedisti, fisioterapisti e psiconcologi. La diagnosi di un tumore in una zona così delicata del corpo può generare ansia e depressione, specialmente in fase di osservazione senza trattamento attivo. Le terapie innovative in corso di sviluppo promettono di migliorare significativamente la qualità della vita e la sopravvivenza dei pazienti.

    L’oncologia medica continua a giocare un ruolo centrale nella gestione di queste neoplasie complesse. La diagnosi deve essere sia morfologica che molecolare, poiché esistono oltre 150 sottotipi di neoplasie cerebrali. Riconoscere le caratteristiche specifiche di ciascun caso è essenziale per selezionare le terapie più appropriate. Grazie ai recenti progressi, i farmaci a bersaglio molecolare stanno diventando una realtà anche nel trattamento dei gliomi, aprendo nuove strade terapeutiche e migliorando le prospettive per i pazienti.


    La Fondazione Aiom ha sottolineato l’impatto dell’oncologia di precisione nel trattamento dei gliomi, tumori cerebrali in crescita in Italia, con oltre 3.000 nuovi casi all’anno. Questi tumori, specialmente quelli a basso grado, sono difficili da trattare a causa della loro evoluzione imprevedibile. La campagna “I gliomi” mira a sensibilizzare sia i professionisti della salute che il pubblico attraverso webinar e presenza sui social media. Le sfide cliniche includono la gestione integrata da parte di neurochirurghi e oncologi; la radioterapia è cruciale per ridurre le recidive. Biomarcatori come le mutazioni Idh1 e Idh2 possono predire risposte positive ai trattamenti. Innovazioni terapeutiche come il vorasidenib offrono speranze. Inoltre, l’impatto psicologico della diagnosi richiede interventi riabilitativi. I progressi nei farmaci a bersaglio molecolare rappresentano nuove opportunità nel trattamento, migliorando le prospettive per i pazienti.

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  • Bennati, oncologa: “Ora disponibili diverse opzioni terapeutiche per NSCLC con mutazione EGFR”

    Bennati, oncologa: “Ora disponibili diverse opzioni terapeutiche per NSCLC con mutazione EGFR”

    Il 27 ottobre 2025, un importante studio sul trattamento del tumore del polmone non a piccole cellule è stato presentato, rivelando risultati promettenti per i pazienti con caratteristiche prognostiche sfavorevoli. La ricerca, nota come Studio Flaura 2, ha dimostrato che la terapia combinata con osimertinib e chemioterapia può prolungare la sopravvivenza globale anche in soggetti affetti da metastasi cerebrali. Questo avanzamento rappresenta un passo significativo nella lotta contro una delle forme più aggressive di cancro.

    Studio flaura 2 e i risultati ottenuti

    Lo Studio Flaura 2 ha coinvolto un ampio campione di pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule e ha messo a confronto l’efficacia della monoterapia con osimertinib e la terapia combinata con chemioterapia. I ricercatori hanno scoperto che la combinazione non solo migliora la sopravvivenza ma ritarda anche la progressione della malattia. Questo è particolarmente rilevante per i pazienti che presentano metastasi cerebrali, una condizione che tradizionalmente comporta una prognosi più negativa.

    I risultati sono stati accolti con entusiasmo dalla comunità medica, in quanto offrono nuove speranze ai pazienti che fino ad ora avevano poche opzioni terapeutiche efficaci. La dottoressa responsabile della ricerca ha sottolineato l’importanza di continuare a esplorare combinazioni terapeutiche che possano migliorare la qualità della vita e le aspettative di vita dei pazienti oncologici.

    Implicazioni per il trattamento del tumore al polmone

    Le implicazioni di questo studio sono vaste e potrebbero cambiare il modo in cui viene gestito il tumore del polmone non a piccole cellule. Con l’aumento delle conoscenze sui trattamenti personalizzati, la terapia combinata potrebbe diventare uno standard di cura per i pazienti con specifiche mutazioni genetiche, come le mutazioni dell’EGFR. La possibilità di utilizzare osimertinib in combinazione con la chemioterapia si traduce in una strategia terapeutica più aggressiva e mirata.

    La comunità oncologica è in attesa di ulteriori studi e di dati a lungo termine per confermare questi risultati iniziali. Tuttavia, la speranza è che questi approcci innovativi possano portare a una riduzione della mortalità e a una gestione più efficace della malattia, offrendo una vita migliore ai pazienti e alle loro famiglie.

    Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per la ricerca sul cancro, con diverse conferenze e simposi in programma per discutere di nuove terapie e scoperte. La continua evoluzione delle terapie oncologiche è fondamentale per affrontare le sfide poste da malattie come il tumore del polmone, e gli sviluppi presentati nello Studio Flaura 2 rappresentano un passo avanti significativo in questa direzione.


    Il 27 ottobre 2025, è stato presentato lo Studio Flaura 2, che ha mostrato risultati promettenti per il trattamento del tumore del polmone non a piccole cellule, specialmente in pazienti con prognosi negativa. La ricerca ha evidenziato l’efficacia della combinazione di osimertinib e chemioterapia, che non solo prolunga la sopravvivenza globale, ma ritarda anche la progressione della malattia, persino in presenza di metastasi cerebrali. Questo studio ha suscitato entusiasmo nella comunità medica, poiché offre nuove speranze a pazienti con poche opzioni terapeutiche. La dottoressa responsabile ha sottolineato l’importanza di esplorare ulteriori combinazioni terapeutiche. Le implicazioni sono vasti, potenzialmente cambiando le pratiche di trattamento, con l’obiettivo di personalizzare le cure per pazienti con specifiche mutazioni genetiche. Il 2025 si preannuncia cruciale per la ricerca oncologica, promettendo approcci innovativi per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

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  • Tumori: l’epatologo Toniutto sottolinea l’importanza dell’immunoterapia per il cancro al fegato avanzato

    Tumori: l’epatologo Toniutto sottolinea l’importanza dell’immunoterapia per il cancro al fegato avanzato

    La terapia immunologica ha segnato un cambiamento significativo nel trattamento dell’epatocarcinoma, specialmente nei casi avanzati. Fino a poco tempo fa, i risultati ottenuti erano considerati inimmaginabili. L’innovazione più rilevante riguarda la possibilità di trattare pazienti in stadi intermedi della malattia, aprendo la strada a quella che viene chiamata ‘conversion therapy’. Questa strategia consente di trasformare un paziente inizialmente non idoneo al trapianto a uno che soddisfa i requisiti per ricevere un nuovo organo.

    Pierluigi Toniutto, responsabile dell’Unità di Epatologia e trapianto di fegato presso l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, ha condiviso queste informazioni con l’agenzia Adnkronos Salute durante il mese di ottobre, dedicato alla sensibilizzazione sui tumori del fegato.

    Il ruolo dell’immunoterapia nel trattamento dell’epatocarcinoma

    L’immunoterapia ha rivoluzionato l’approccio terapeutico verso l’epatocarcinoma, una forma di cancro del fegato che, in stadi avanzati, presenta una prognosi particolarmente infausta. Grazie ai progressi nella medicina, oggi è possibile ottenere tassi di risposta che, fino a poco tempo fa, erano considerati impossibili. Questo approccio mira a potenziare il sistema immunitario del paziente, permettendo al corpo di combattere in modo più efficace le cellule tumorali.

    In particolare, l’immunoterapia ha dimostrato di essere efficace non solo nei casi più gravi, ma anche in quelli intermedi, dove la malattia non ha ancora raggiunto uno stadio inoperabile. Ciò significa che i medici possono ora considerare il trapianto come un’opzione terapeutica per pazienti che, in passato, sarebbero stati esclusi a causa dell’estensione della malattia.

    Conversion therapy: un nuovo orizzonte per i pazienti

    La conversion therapy rappresenta un concetto innovativo nel panorama delle terapie oncologiche. Essa implica l’uso di trattamenti mirati per ridurre la massa tumorale a tal punto da rendere possibile il trapianto di fegato. Questa opzione terapeutica è particolarmente rilevante per quei pazienti che, a causa della gravità della loro condizione, non avrebbero potuto ricevere un trapianto in assenza di un intervento efficace.

    L’obiettivo finale è duplice: da un lato, migliorare la qualità della vita del paziente e dall’altro, aumentare le possibilità di successo del trapianto stesso. I risultati ottenuti finora sono promettenti e indicano che, con il giusto trattamento, è possibile trasformare la vita di molti pazienti affetti da epatocarcinoma.

    Ottobre: mese di sensibilizzazione sui tumori del fegato

    Ottobre è dedicato alla sensibilizzazione sui tumori del fegato, un’iniziativa che mira a informare e educare la popolazione riguardo a questa malattia. Durante questo mese, vari eventi e campagne informativa sono organizzati per aumentare la consapevolezza sui fattori di rischio, le modalità di diagnosi e le opzioni terapeutiche disponibili.

    La testimonianza di esperti come Pierluigi Toniutto è fondamentale per sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce e di un trattamento tempestivo. La sensibilizzazione non solo aiuta a diffondere informazioni cruciali, ma incoraggia anche i pazienti a cercare assistenza medica e a considerare le nuove opzioni terapeutiche che possono migliorare significativamente le loro prospettive di vita.


    La terapia immunologica ha trasformato il trattamento dell’epatocarcinoma, in particolare nei casi avanzati. Innovativamente, consente di trattare pazienti in stadi intermedi e di utilizzare la “conversion therapy”, che rende possibili i trapianti anche per chi era inizialmente escluso. Pierluigi Toniutto, responsabile dell’Unità di Epatologia di Udine, ha evidenziato questi progressi durante il mese di ottobre, dedicato alla sensibilizzazione sui tumori del fegato. L’immunoterapia potenzia il sistema immunitario, permettendo di combattere efficacemente le cellule tumorali e migliorando le prospettive di successo del trapianto. La conversion therapy mira a ridurre la massa tumorale, facilitando l’accesso al trapianto e migliorando la qualità della vita del paziente. Ottobre è un mese di informazione e sensibilizzazione, con eventi che educano sulla diagnosi precoce e nuove opzioni terapeutiche, essenziali per migliorare la vita dei pazienti affetti da questa malattia.

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