Autore: salutextutti.it

  • Tumori al seno: Patarnello di Astrazeneca elogia la Polizia come modello di prevenzione

    Tumori al seno: Patarnello di Astrazeneca elogia la Polizia come modello di prevenzione

    L’iniziativa “Care for caring 2.0” si configura come un progetto strategico volto a potenziare le azioni già esistenti nel campo della salute pubblica. Francesca Patarnello, vice president market access & government affairs di AstraZeneca Italia, ha sottolineato l’importanza di non introdurre nuovi programmi, ma piuttosto di supportare quelli attualmente in fase di attuazione. Durante la presentazione dei risultati della seconda edizione della campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno, avvenuta il 15 marzo 2025 presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma, Patarnello ha evidenziato come i risultati clinici ottenuti dimostrino la rilevanza di accompagnare le comunità nel percorso di prevenzione.

    Promozione della salute e formazione

    Il progetto si concentra sulla promozione della cultura della salute, sulla formazione e sulla creazione di modelli positivi all’interno delle comunità. Questi elementi, secondo la vice president di AstraZeneca, sono fondamentali per generare effetti concreti e significativi sulla popolazione. La campagna mira a sensibilizzare le persone riguardo l’importanza della prevenzione e dell’educazione sanitaria, con l’obiettivo di ridurre l’incidenza del tumore al seno attraverso una maggiore consapevolezza e informazione.

    Ruolo di AstraZeneca nella campagna

    AstraZeneca, in qualità di main sponsor dell’iniziativa, si impegna attivamente a sostenere queste azioni, contribuendo a formare una rete di supporto per le comunità. L’azienda farmaceutica si propone di lavorare in sinergia con le istituzioni e le organizzazioni locali per garantire che le informazioni e le risorse necessarie siano accessibili a tutti. La campagna di sensibilizzazione non si limita a fornire dati, ma cerca di instaurare un dialogo costruttivo con la popolazione, promuovendo stili di vita sani e la diagnosi precoce.

    Impatto sulla comunità

    I risultati ottenuti fino ad ora dimostrano come l’approccio adottato da “Care for caring 2.0” possa realmente influenzare la vita delle persone. Attraverso eventi informativi, workshop e attività di sensibilizzazione, il progetto ha già raggiunto un ampio pubblico, contribuendo a diffondere la consapevolezza sull’importanza della prevenzione. La risposta della comunità è stata incoraggiante, evidenziando la necessità di continuare su questa strada per affrontare in modo efficace le sfide legate alla salute pubblica.

    La campagna rappresenta quindi un passo importante verso un futuro in cui la salute e la prevenzione siano al centro dell’attenzione, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e ridurre l’impatto del tumore al seno nella società.


    The “Care for Caring 2.0” initiative aims to enhance existing public health actions rather than introduce new programs. Francesca Patarnello, Vice President of Market Access & Government Affairs at AstraZeneca Italy, emphasized supporting ongoing initiatives during the presentation of the second edition of a breast cancer prevention awareness campaign on March 15, 2025. The project focuses on promoting health culture, training, and creating positive community models to generate meaningful impacts. AstraZeneca, as the main sponsor, collaborates with local institutions to ensure access to necessary health resources. The campaign seeks to foster dialogue, raise awareness about prevention, and encourage healthy lifestyles. Initial results show that the initiative positively impacts community awareness and engagement, underscoring the importance of continued efforts in public health. Ultimately, the campaign strives to prioritize health and prevention, aiming to improve quality of life and reduce the incidence of breast cancer in society.

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  • Ictus: Isa-Aii e Alice Italia avvertono, “perdiamo 2 milioni di neuroni al minuto”

    Ictus: Isa-Aii e Alice Italia avvertono, “perdiamo 2 milioni di neuroni al minuto”

    Il 29 ottobre 2025, in occasione del World Stroke Day, si è tenuto un incontro significativo dal titolo “Ogni minuto conta”, focalizzato sulla prevenzione, cura e riabilitazione dell’ictus. L’evento, organizzato dalla Italian Stroke Association (ISA-AII) in collaborazione con Alice Italia Odv, si è svolto presso la Camera dei deputati e ha avuto come obiettivo principale quello di sensibilizzare il pubblico sull’importanza del riconoscimento tempestivo dei segni di ictus.

    Importanza della prevenzione dell’ictus

    L’ictus rappresenta una delle principali cause di disabilità in Italia, con quasi 120.000 casi registrati ogni anno. La gravità di questa condizione è accentuata dal fatto che una persona colpita da ictus perde circa 2 milioni di neuroni ogni minuto se non riceve un trattamento adeguato. Durante l’incontro, Paola Santalucia, presidente dell’ISA-AII, ha sottolineato l’importanza della prevenzione, affermando che una parte significativa degli ictus può essere prevenuta attraverso scelte di vita consapevoli. Fattori di rischio come l’ipertensione, il fumo, la sedentarietà e una dieta non equilibrata possono essere affrontati e corretti, riducendo così il rischio di ictus.

    L’adozione del metodo FAST (Face, Arms, Speech, Time) è stata evidenziata come una strategia fondamentale per il riconoscimento precoce dei sintomi. Questo approccio permette di identificare rapidamente i segni di un ictus e di intervenire tempestivamente, aumentando le possibilità di recupero e sopravvivenza. Santalucia ha ribadito che ogni giorno è prezioso per migliorare la salute e che la consapevolezza sui segnali precoci dell’ictus è cruciale.

    Il ruolo della riabilitazione e del supporto post-ictus

    Durante l’evento, è stata posta particolare attenzione anche alla fase di riabilitazione post-ictus, essenziale per garantire il recupero del paziente. Andrea Vianello, presidente di Alice Italia Odv, ha messo in evidenza come il tempo sia un fattore cruciale non solo nei momenti immediatamente successivi all’ictus, ma anche nelle settimane e mesi successivi. La riabilitazione è considerata un diritto del paziente e un dovere del sistema sanitario. Vianello ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato che coinvolga ospedali, territorio e comunità per assicurare che le persone colpite da ictus possano tornare a vivere una vita piena.

    Il progetto Fast Heroes, dedicato all’educazione dei bambini su come riconoscere i sintomi dell’ictus, è un esempio di come sia possibile sensibilizzare le nuove generazioni a questo tema. L’obiettivo è quello di equipaggiare i più giovani con le conoscenze necessarie per agire rapidamente e salvare vite.

    Strategie e obiettivi futuri

    Simona Sacco, presidente della European Stroke Organisation (ESO), ha parlato del Piano Nazionale Ictus (Stroke Action Plan for Italy – SAP-I), che mira a ridurre il numero di ictus del 10% entro il 2030 e a garantire che almeno il 90% dei pazienti riceva trattamento nelle Stroke Unit, reparti specializzati per la cura dell’ictus. Attualmente, solo tra il 50% e il 70% dei pazienti accede a questi reparti, quindi è fondamentale migliorare l’accesso alle cure.

    Sacco ha evidenziato che il SAP-I è in linea con le iniziative europee e rappresenta uno strumento di dialogo con i decisori politici per pianificare interventi efficaci e ridurre l’impatto socio-sanitario dell’ictus. La collaborazione tra diverse istituzioni e professionisti è essenziale per raggiungere gli obiettivi stabiliti e migliorare la qualità della vita dei pazienti colpiti da ictus.

    L’incontro del 29 ottobre ha rappresentato un’importante opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ictus e le sue conseguenze, sottolineando che ogni minuto conta nella lotta contro questa patologia.


    On October 29, 2025, World Stroke Day featured a significant meeting titled “Every Minute Counts,” organized by the Italian Stroke Association (ISA-AII) and Alice Italia Odv at the Chamber of Deputies. The focus was on the prevention, treatment, and rehabilitation of strokes, emphasizing the critical need for early recognition of stroke signs. In Italy, nearly 120,000 strokes occur yearly, with a patient losing around 2 million neurons every minute without treatment. ISA-AII President Paola Santalucia highlighted how lifestyle choices can prevent many strokes, addressing risk factors like hypertension and poor diet. The FAST method (Face, Arms, Speech, Time) was promoted for early symptom recognition. Emphasis was also placed on post-stroke rehabilitation, considered essential for recovery. Simona Sacco from the European Stroke Organisation discussed Italy’s Stroke Action Plan, aiming for a 10% reduction in strokes by 2030, ensuring better access to specialized care and improving patient quality of life.

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  • Mario Zappia eletto nuovo presidente della Società Italiana di Neurologia

    Mario Zappia eletto nuovo presidente della Società Italiana di Neurologia

    Mario Zappia è stato nominato ufficialmente nuovo presidente della Società Italiana di Neurologia durante il 55° Congresso Nazionale della Sin, tenutosi a Padova il 29 ottobre 2025. Questa nomina rappresenta un importante passaggio di consegne all’interno della comunità neurologica italiana, confermando l’impegno della Sin nel promuovere l’eccellenza nella ricerca e nella cura delle malattie neurologiche.

    Il profilo di Mario Zappia

    Mario Zappia, attualmente professore ordinario di Neurologia presso l’Università di Catania, ha iniziato la sua carriera accademica all’Università di Catanzaro. La sua esperienza si è ampliata nel corso degli anni, portandolo a ricoprire ruoli di crescente responsabilità sia in ambito accademico che ospedaliero. Attualmente, Zappia dirige l’Unità Operativa Complessa di Clinica Neurologica presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico G. Rodolico – S. Marco di Catania e il Dipartimento ad Attività Integrata delle Neuroscienze, Organi di Senso e Apparato Locomotore.

    La carriera di Zappia è caratterizzata da una forte dedizione alla neurologia clinica, con un focus particolare sulla malattia di Parkinson, i disordini del movimento e le demenze. Ha pubblicato oltre 400 articoli su riviste internazionali peer-reviewed e detiene quattro brevetti industriali, evidenziando il suo contributo significativo alla ricerca scientifica. Nel 2023, ha ricevuto il premio dalla Movement Disorder Society per il miglior articolo di ricerca scientifica dell’anno, riguardante il suo lavoro sulla risposta a lungo termine alla Levodopa nella malattia di Parkinson.

    Dichiarazioni di Zappia e obiettivi della Sin

    Nel suo discorso di insediamento, Zappia ha espresso il suo onore nel succedere ad Alessandro Padovani, sottolineando l’importanza di proseguire un percorso di eccellenza per la neurologia italiana. Ha dichiarato: “La neurologia italiana è un punto di riferimento a livello internazionale e intendo lavorare per rafforzare ulteriormente la collaborazione tra ricerca, clinica e formazione“. Questa affermazione mette in luce la sua intenzione di promuovere un dialogo attivo tra i vari settori della neurologia, al fine di migliorare le pratiche cliniche e le opportunità di ricerca.

    La Sin, con la nuova leadership di Zappia, si impegna a sostenere lo sviluppo delle neuroscienze e a favorire l’innovazione nella diagnosi e nel trattamento delle malattie neurologiche in Italia. Questa nomina è vista come un passo cruciale per affrontare le sfide attuali nel campo della neurologia e per garantire un futuro luminoso alla professione e ai pazienti.

    Con questa nuova direzione, la Società Italiana di Neurologia si prepara ad affrontare le sfide future, mantenendo un forte impegno verso la qualità e l’innovazione nella cura delle malattie neurologiche.


    Mario Zappia è stato nominato presidente della Società Italiana di Neurologia durante il 55° Congresso Nazionale della Sin a Padova il 29 ottobre 2025. Professore di Neurologia all’Università di Catania, Zappia ha una lunga carriera accademica e clinica, dirigendo l’Unità Operativa Complessa di Clinica Neurologica nel Policlinico G. Rodolico di Catania. Specializzato in malattia di Parkinson e demenze, ha pubblicato oltre 400 articoli e ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui un premio dalla Movement Disorder Society nel 2023. Nel suo discorso di insediamento, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la collaborazione tra ricerca e pratica clinica per migliorare le cure neurologiche in Italia. Con la sua leadership, la Sin intende affrontare le sfide nel campo delle neuroscienze e promuovere innovazioni nella diagnosi e nel trattamento delle malattie neurologiche.

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  • Malattie infiammatorie croniche intestinali: fondamentale una diagnosi precoce

    Malattie infiammatorie croniche intestinali: fondamentale una diagnosi precoce

    Le malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), tra cui spiccano la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, colpiscono oltre 250.000 individui in Italia. Queste patologie, se non diagnosticate e gestite in modo adeguato, possono avere un impatto devastante sulla qualità della vita dei pazienti. È fondamentale, pertanto, una diagnosi tempestiva e un approccio multidisciplinare per garantire un trattamento efficace e un miglioramento delle condizioni di vita.

    Definizione delle malattie infiammatorie croniche intestinali

    Le Mici sono caratterizzate da un andamento complesso, con due picchi di incidenza: il primo si verifica sotto i 40 anni, mentre il secondo si presenta tra i 60 e i 70 anni. Queste malattie non colpiscono solo l’intestino, ma possono manifestarsi anche attraverso sintomi extra-intestinali che coinvolgono il sistema reumatologico, dermatologico, oculare ed epatologico. La colite ulcerosa e la malattia di Crohn provocano infiammazioni croniche nel tratto gastrointestinale, causando sintomi quali diarrea, dolori addominali, sanguinamento rettale e perdita di peso. La gestione clinica di queste patologie mira a raggiungere una remissione profonda, prevenendo danni intestinali e complicazioni a lungo termine, oltre a migliorare i sintomi.

    Impatto sulla vita quotidiana dei pazienti

    La mancanza di una diagnosi precoce può influenzare negativamente vari aspetti della vita di una persona, tra cui studio, lavoro, relazioni sociali e vita sessuale. È essenziale considerare anche il rischio oncologico associato a queste malattie, in particolare per il cancro del colon-retto, il cui rischio aumenta con la durata della malattia, raggiungendo percentuali che, in alcuni casi, possono arrivare fino al 20%.

    Formazione dei giovani medici a Bari

    Per migliorare le competenze dei futuri specialisti, un’Academy dedicata alle Mici ha recentemente avuto luogo a Bari, presso la Gastroenterologia Universitaria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria. Questo centro è riconosciuto per l’eccellenza nella diagnosi, trattamento e ricerca delle malattie infiammatorie croniche intestinali. I giovani gastroenterologi, provenienti da diverse aree della regione, hanno partecipato attivamente a attività ambulatoriali e di reparto, oltre a esami strumentali avanzati come ecografie intestinali ed endoscopie. Questi strumenti sono essenziali per una diagnosi accurata e per seguire l’evoluzione della malattia.

    Mariabeatrice Principi, direttrice della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente all’Università di Bari “Aldo Moro”, ha sottolineato l’importanza di una diagnosi tempestiva e di un approccio multidisciplinare. “Il nostro centro segue oltre 3.000 pazienti, di cui più di 1.000 in trattamento con terapie biotecnologiche. L’integrazione di competenze clinico-diagnostiche e terapeutiche, unita a supporto psicologico e nutrizionale, è fondamentale per migliorare il benessere complessivo dei pazienti”, ha affermato.

    Il progetto formativo è coordinato dalla professoressa Principi, con il supporto di un team di specialiste e infermiere, e realizzato grazie alla collaborazione con Celltrion Healthcare, un’azienda sudcoreana che promuove le best practices nei centri italiani specializzati nella diagnosi e nel trattamento delle Mici, contribuendo così a un miglioramento continuo della qualità delle cure e del benessere del paziente.


    Le malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), come colite ulcerosa e malattia di Crohn, affliggono oltre 250.000 persone in Italia, con un impatto considerevole sulla qualità della vita. La diagnosi tempestiva e l’approccio multidisciplinare sono essenziali per gestire queste patologie, che si manifestano spesso con sintomi come diarrea e dolori addominali, e possono comportare rischi oncologici, in particolare per il cancro del colon-retto.

    Recentemente, un’Academy a Bari ha formato giovani gastroenterologi, fornendo loro competenze pratiche per migliorare la diagnosi e la gestione delle Mici. Mariabeatrice Principi, direttrice della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente, ha enfatizzato l’importanza di un supporto clinico e nutrizionale integrato. Collaborazioni con aziende come Celltrion Healthcare sono cruciali per migliorare le cure e il benessere dei pazienti, garantendo un continuo avanzamento nella qualità delle terapie.

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  • Ricerca: il Bambino Gesù celebra 40 anni con un laboratorio di terapia genica

    Ricerca: il Bambino Gesù celebra 40 anni con un laboratorio di terapia genica

    L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha celebrato il suo quarantennale come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) con un evento speciale intitolato “La Ricerca X la Cura”, tenutosi il 10 gennaio 2025 presso la sede di San Paolo. Questo prestigioso ospedale è conosciuto per essere “l’ospedale dei casi difficili”, avendo realizzato traguardi significativi nella cura e ricerca delle malattie onco-ematologiche e immunologiche pediatriche. L’evento ha visto la partecipazione di figure di spicco, tra cui il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Durante la manifestazione, il cardinale Parolin ha messo in evidenza l’importanza del Bambino Gesù all’interno del sistema sanitario italiano e cattolico.

    Il nuovo laboratorio di terapia genica

    Il nuovo Laboratorio di Terapia Genica, inaugurato presso il Bambino Gesù, rappresenta un passo significativo nel campo della ricerca e del trattamento delle malattie pediatriche. Questo progetto è stato finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Centro Nazionale di Ricerca per lo Sviluppo di Terapia Genica e Farmaci a Rna. Con una superficie di circa 700 metri quadri, il laboratorio è dotato delle più moderne tecnologie per la produzione di farmaci cellulari geneticamente modificati, che verranno realizzati nell’adiacente Officina Farmaceutica del Bambino Gesù, una delle più grandi strutture di ricerca pediatrica in Europa.

    Questa nuova infrastruttura consentirà di ottimizzare l’intero processo produttivo delle terapie avanzate, aumentando la capacità di produzione e la disponibilità delle cure. Grazie a queste innovazioni, sarà possibile trattare un numero maggiore di pazienti pediatrici in tempi più brevi e con una significativa riduzione dei costi, rendendo le terapie innovative più accessibili. Il professor Franco Locatelli, Responsabile del Centro Studi Clinici Oncoematologici e Terapie Cellulari del Bambino Gesù, ha sottolineato l’importanza di questo progetto, che rappresenta un investimento cruciale per il futuro della medicina pediatrica e per la speranza delle famiglie in cerca di cure efficaci.

    Un modello unico di integrazione tra ricerca e cura

    Negli ultimi quarant’anni, il Bambino Gesù ha sviluppato un modello distintivo di integrazione tra ricerca e cura, diventando un punto di riferimento per la medicina pediatrica. Con oltre 1.200 trapianti di organi solidi e più di 2.500 trapianti di midollo, l’ospedale si distingue come il primo Irccs pediatrico in Italia per numero di progetti di ricerca e produzione scientifica. Tra i traguardi storici, si ricordano il primo trapianto di cuore pediatrico in Italia nel 1986 e la creazione del Comitato etico nel 1994, che ha garantito rigorosità scientifica e tutela dei pazienti.

    Il percorso di innovazione è proseguito con l’istituzione di reparti specializzati, come quelli di Immunoinfettivologia e Trapianto di midollo nel 1997. L’ospedale ha continuato a segnare importanti successi, tra cui il primo cuore artificiale pediatrico permanente nel 2010 e la prima terapia con cellule Car-T in Italia nel 2018. Questi risultati dimostrano la capacità del Bambino Gesù di superare le sfide della medicina pediatrica, offrendo cure all’avanguardia e contribuendo alla ricerca scientifica a livello nazionale e internazionale.

    Innovazioni e progetti futuri

    La ricerca condotta presso il Bambino Gesù si distingue per la sua varietà e complessità. Nel 2024, l’ospedale ha registrato 1.293 pubblicazioni scientifiche con un impact factor di 4.651 punti, coinvolgendo circa 2.000 persone in progetti di ricerca attivi. La struttura gestisce la più ampia casistica di malattie rare in età pediatrica in Italia e ha scoperto oltre 100 nuovi geni associati a patologie negli ultimi dieci anni. Durante la tavola rotonda dedicata al futuro della ricerca, è emersa l’idea di una medicina personalizzata, in grado di adattare le terapie alle esigenze specifiche di ogni paziente.

    Il Bambino Gesù sta investendo in tecnologie innovative come la stampa 3D e la medicina rigenerativa, che consentiranno di sviluppare tessuti e organi su misura per i pazienti. Inoltre, l’uso della perfusione extracorporea offre nuove opportunità per lo studio e la rigenerazione di organi malati. Questi approcci dimostrano come l’ospedale unisca innovazione e attenzione al paziente, con l’obiettivo di tradurre le scoperte scientifiche in trattamenti concreti e accessibili per tutti.


    L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha celebrato il suo quarantennale come Irccs con l’evento “La Ricerca X la Cura” il 10 gennaio 2025. È noto per la cura delle malattie pediatriche complesse e ha raggiunto traguardi significativi nella ricerca onco-ematologica e immunologica. Hanno inaugurato un nuovo laboratorio di terapia genica, finanziato dal Pnrr, che permetterà lo sviluppo di farmaci cellulari avanzati. Con oltre 1.200 trapianti di organi solidi e 2.500 trapianti di midollo, il Bambino Gesù si distingue per il numero di progetti di ricerca. Storici successi includono il primo trapianto di cuore pediatrico in Italia nel 1986 e innovazioni recenti come la terapia Car-T. La struttura continua a investire in tecnologie innovative, come la medicina rigenerativa e la stampa 3D, puntando a personalizzare le terapie e a rendere le cure accessibili a un numero maggiore di pazienti pediatrici.

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  • Gasperini (Sin): importante diffondere informazioni sulla sclerosi multipla

    Gasperini (Sin): importante diffondere informazioni sulla sclerosi multipla

    Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della Società Italiana di Neurologia e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia e Neurofisiopatologia presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, ha sottolineato l’importanza di fornire informazioni accurate riguardo alla sclerosi multipla. Durante la presentazione del vodcast intitolato “Mille Storie”, realizzato da Merck Italia e patrocinato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e dalla Società Italiana di Neurologia (SIN), Gasperini ha affermato che è essenziale comunicare non solo la realtà attuale della malattia, ma anche i progressi compiuti nella sua gestione e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

    Il vodcast e la sua importanza

    Il vodcast, di cui è già disponibile il primo episodio sul canale YouTube di Merck Italia, si propone di offrire una visione positiva e proattiva riguardo alla vita con la sclerosi multipla. L’iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico e a diffondere consapevolezza sui cambiamenti avvenuti nel trattamento della malattia, sottolineando l’importanza di un approccio informato e ottimista.

    Comunicazione e percezione della malattia

    Gasperini ha evidenziato come la comunicazione efficace possa influenzare significativamente la percezione della malattia da parte dei pazienti, incoraggiandoli a intraprendere un percorso di vita attivo e significativo. La sclerosi multipla, una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale, ha visto negli ultimi anni notevoli progressi nella ricerca e nei trattamenti, permettendo ai pazienti di gestire meglio i sintomi e di migliorare la loro qualità di vita.

    Educazione e supporto ai pazienti

    Il vodcast “Mille Storie” si inserisce in un contesto più ampio di educazione e supporto ai pazienti, offrendo testimonianze e informazioni utili per affrontare questa sfida. La collaborazione tra Merck Italia, AISM e SIN rappresenta un passo importante verso una maggiore consapevolezza e una migliore gestione della sclerosi multipla, con l’obiettivo di migliorare la vita di chi ne è affetto.


    Claudio Gasperini, coordinator of the Multiple Sclerosis Study Group of the Italian Neurology Society and director at San Camillo Forlanini Hospital in Rome, emphasized the need for accurate information about multiple sclerosis (MS). During the launch of the vodcast “Mille Storie,” created by Merck Italia and supported by the Italian Multiple Sclerosis Association (AISM), Gasperini highlighted the importance of communicating both the current realities of MS and advances in its management, enhancing patients’ quality of life.

    The vodcast aims to provide a positive view of living with MS and raise public awareness about treatment progress. Gasperini noted that effective communication can significantly influence how patients perceive their condition, encouraging them to lead active lives. “Mille Storie” is part of a broader initiative to educate and support patients, showcasing testimonies and useful information, thereby fostering awareness and better management of MS.

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  • Dalla mancanza di sonno alla luce artificiale: i cardiologi Usa avvertono sui rischi per il cuore

    Dalla mancanza di sonno alla luce artificiale: i cardiologi Usa avvertono sui rischi per il cuore

    L’American Heart Association ha recentemente messo in guardia sui pericoli che gli stili di vita moderni rappresentano per i ritmi circadiani, sottolineando come queste interruzioni possano aumentare il rischio di malattie. In un contesto in cui si è appena verificato il passaggio dall’ora legale a quella solare, il dibattito sull’impatto dei cambiamenti di orario annuali sui bioritmi umani si è riacceso. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha guidato la richiesta di abolire questo sistema a livello dell’Unione Europea, sostenuto da esperti di salute del sonno. Tuttavia, la questione non si limita all’Europa; anche negli Stati Uniti, i cardiologi avvertono che il rispetto dell’orologio biologico è fondamentale per la salute del cuore.

    Le minacce agli orari biologici

    Il 5 aprile 2025, l’American Heart Association ha pubblicato una nuova dichiarazione scientifica sulla rivista ‘Circulation’, evidenziando che le interruzioni regolari dell’orologio biologico interno possono compromettere la regolazione metabolica e il controllo della pressione sanguigna. Gli esperti avvertono che tali alterazioni possono contribuire a malattie cardiovascolari, obesità, diabete di tipo 2 e ipertensione. Secondo i cardiologi, la salute circadiana è spesso trascurata nella prevenzione delle malattie cardiache, ma è essenziale per mantenere un buono stato di salute.

    Funzionamento dei ritmi circadiani

    Kristen Knutson, membro del Comitato per la scienza del sonno dell’American Heart Association e professore associato di neurologia alla Feinberg School of Medicine della Northwestern University di Chicago, spiega che i ritmi circadiani sono prodotti dall’orologio interno del corpo, attivo 24 ore su 24. Questo meccanismo regola vari processi biologici, tra cui sonno, veglia, rilascio di ormoni e temperatura corporea. Le interruzioni di questo orologio interno possono avere effetti negativi sulla salute, rendendo fondamentale allineare i comportamenti quotidiani come il sonno e l’alimentazione ai ritmi naturali del corpo.

    Sincronizzazione del sistema circadiano

    La sincronizzazione del sistema circadiano avviene principalmente attraverso la luce, che viene percepita dalla retina e inviata al nucleo soprachiasmatico nel cervello. Qui, geni e proteine speciali, come Clock e Bmal1, lavorano per generare l’attività ritmica dell’orologio biologico. Gli orari di sonno, alimentazione e attività fisica sono comportamenti cruciali che influenzano questo allineamento. Se una persona non segue i propri ritmi naturali, come nel caso di chi deve svegliarsi prima del previsto, l’orologio biologico può subire delle alterazioni.

    Importanza della regolarità del sonno

    Gli esperti sottolineano che la regolarità del sonno è altrettanto importante quanto la sua durata. Orari irregolari possono portare al fenomeno del “jet lag sociale“, che si verifica quando i ritmi sonno-veglia variano tra giorni lavorativi e weekend. Questo disallineamento è stato collegato a un aumento del rischio di obesità e diabete di tipo 2. Mantenere orari costanti per il sonno e la veglia aiuta a sincronizzare l’orologio interno e migliora la salute metabolica.

    Esposizione alla luce e salute circadiana

    Un altro aspetto fondamentale è l’esposizione alla luce, che gioca un ruolo cruciale nella regolazione dell’orologio circadiano. Gli esperti affermano che l’esposizione alla luce naturale al mattino rinforza i ritmi sani, mentre l’illuminazione artificiale notturna, in particolare quella blu degli schermi, può interferire con la produzione di melatonina e ritardare l’addormentamento. Anche bassi livelli di luce notturna sono stati associati a un maggiore rischio di malattie cardiovascolari.

    Influenza dell’orario dei pasti

    L’orario dei pasti è un altro fattore determinante per la salute metabolica. Mangiare tardi o a orari irregolari può disallineare gli orologi circadiani di organi come fegato e pancreas, portando a picchi glicemici e aumento di peso. Studi dimostrano che consumare colazione prima delle 8 del mattino è associato a un minor rischio di diabete di tipo 2 e a migliori risultati cardiometabolici.

    Attività fisica e ritmi circadiani

    La tempistica dell’attività fisica può influenzare positivamente la salute circadiana. Allenarsi al mattino o nel pomeriggio è consigliato per migliorare i ritmi circadiani, mentre l’esercizio serale potrebbe ritardarli. Inoltre, la tempistica dell’attività fisica può influenzare la pressione sanguigna, il controllo della glicemia e la qualità del sonno, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per determinare la tempistica ottimale per ogni individuo.

    Impatto delle situazioni moderne

    Le sfide della vita moderna, come il lavoro su turni e l’inquinamento luminoso, aggravano il disallineamento circadiano. I lavoratori a turni, ad esempio, sono più esposti a ritmi del sonno irregolari e possono subire gli effetti negativi di un orario alimentare disordinato. Questo disallineamento è stato identificato come un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

    Personalizzazione degli interventi

    Ogni individuo ha un proprio “cronotipo“, che influisce su come si risponde alla luce, ai pasti e all’esercizio fisico. Adattare gli interventi ai ritmi naturali di ciascuno può migliorarne l’efficacia. Tuttavia, la valutazione di questi ritmi è complessa. Gli esperti affermano che le nuove tecnologie, come i dispositivi indossabili e l’intelligenza artificiale, potrebbero facilitare la misurazione dei parametri circadiani, offrendo un quadro più chiaro dell’orologio biologico di ciascun individuo.

    In un contesto in cui la salute cardiovascolare è sempre più sotto i riflettori, è cruciale ascoltare il proprio orologio interno e apportare semplici modifiche quotidiane per migliorare il benessere generale.


    L’American Heart Association ha avvertito sui rischi degli stili di vita moderni per i ritmi circadiani, sottolineando che le interruzioni di questi ritmi aumentano il rischio di malattie come obesità e diabete. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha richiesto l’abolizione dell’ora legale nell’UE, sostenuto da esperti di salute. Il 5 aprile 2025, una dichiarazione scientifica ha evidenziato che il disallineamento dell’orologio biologico influisce negativamente sulla salute cardiaca. La sincronizzazione dei ritmi circadiani è regolata principalmente dalla luce e dalle abitudini quotidiane, come sonno e alimentazione. La regolarità nel sonno è essenziale per evitare il “jet lag sociale,” legato all’obesità. Inoltre, la tempistica dei pasti e dell’attività fisica gioca un ruolo cruciale nella salute metabolica. Le sfide moderne, come i turni di lavoro e l’inquinamento luminoso, aggravano queste problematiche, rendendo necessaria una personalizzazione degli interventi basati sui ritmi individuali.

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  • Salute: al 55° Congresso Sin Merck lancia il vodcast ‘Mille Storie’

    Salute: al 55° Congresso Sin Merck lancia il vodcast ‘Mille Storie’

    Cinque video interviste documentaristiche, girate in cinque città italiane, offrono uno spaccato del dialogo tra un paziente e un neurologo. In soli 15 minuti, queste conversazioni mettono in luce esperienze, paure e obiettivi, fornendo una riflessione autentica su temi cruciali come la genitorialità, le relazioni, la carriera, lo studio e lo sport. Questo progetto è parte del nuovo vodcast intitolato “Mille Storie”, realizzato da Merck Italia con il supporto dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e della Società Italiana di Neurologia (SIN).

    Presentazione dell’iniziativa

    L’iniziativa è stata presentata in occasione del 55° Congresso della Società Italiana di Neurologia, tenutosi nel 2025, e ha come obiettivo principale quello di raccontare la sclerosi multipla attraverso le voci di chi affronta questa condizione ogni giorno. Ogni video è un’opportunità per ascoltare storie di vita, che mettono in evidenza non solo le sfide quotidiane ma anche le speranze e le aspirazioni di chi vive con questa malattia.

    Obiettivi del vodcast

    Il vodcast “Mille Storie” si propone di sensibilizzare il pubblico, creando un ponte tra i pazienti e i professionisti della salute, e di promuovere una maggiore comprensione della sclerosi multipla e delle sue implicazioni. Attraverso queste interviste, Merck Italia e i suoi partner intendono dare voce a chi vive questa realtà, contribuendo così a una narrazione più ampia e inclusiva.


    The project “Mille Storie,” developed by Merck Italia in collaboration with the Italian Multiple Sclerosis Association (AISM) and the Italian Society of Neurology (SIN), includes five documentary video interviews filmed in various Italian cities. Each 15-minute segment captures the dialogue between a patient and a neurologist, shedding light on personal experiences, fears, and aspirations related to life with multiple sclerosis. Presented at the 55th Congress of the Italian Society of Neurology in 2025, the initiative aims to narrate the daily challenges and hopes of those living with the condition. The vodcast seeks to raise public awareness and foster understanding between patients and healthcare professionals, ultimately promoting a broader, more inclusive narrative around multiple sclerosis. Through these heartfelt stories, Merck Italia intends to amplify the voices of individuals managing this health issue.

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  • Università Campus Bio-Medico: Rocco Papalia assume il ruolo di Rettore dal 1 novembre con una nuova squadra accademica

    Università Campus Bio-Medico: Rocco Papalia assume il ruolo di Rettore dal 1 novembre con una nuova squadra accademica

    Roma, 28 ottobre 2025 – Dal 1° novembre 2025, il chirurgo ortopedico Rocco Papalia assumerà la direzione dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. La nomina, già ufficializzata dal Consiglio di Amministrazione dell’Università, ha visto ora presentati i nuovi Prorettori e Presidi che collaboreranno con lui nel corso del mandato.

    Papalia subentra al Prof. Eugenio Guglielmelli, il cui mandato giungerà al termine il 31 ottobre. Questa scelta rappresenta la continuità di una carriera accademica e professionale che si è sviluppata interamente all’interno dell’Università.

    Rocco Papalia, specializzato in ortopedia e traumatologia, è uno dei primi laureati del Campus Bio-Medico. Nel corso di oltre venticinque anni di carriera, ha costruito un percorso che unisce formazione, ricerca e pratica clinica. Attualmente, è Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dal 2015 e guida l’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia, oltre a dirigere la relativa Unità di Ricerca. È anche membro del Comitato Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario e Direttore scientifico del Simulation Center.

    Il profilo di Rocco Papalia

    Con oltre 300 pubblicazioni scientifiche e numerosi incarichi a livello internazionale, Rocco Papalia si è affermato come una figura di spicco nel settore ortopedico europeo. È Vicepresidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia e ricopre il ruolo di Editor in Chief della rivista JOINTS. La sua carriera è costellata di riconoscimenti accademici e premi per il suo impegno nella ricerca e nell’innovazione clinica.

    «Assumere la guida dell’Università Campus Bio-Medico – ha dichiarato Papalia è un grande onore e una responsabilità che accolgo con un forte senso di appartenenza e dedizione. Sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza per promuovere la crescita dell’Ateneo e rafforzarne il ruolo a livello nazionale e internazionale».

    La nuova governance accademica

    In concomitanza con la nomina di Papalia, il Consiglio di Amministrazione ha delineato la nuova governance accademica che supporterà il nuovo rettore. Sono stati nominati: Emiliano Schena come Prorettore alla Didattica, Sara Ramella come Prorettrice per la Terza Missione, Simonetta Filippi come Prorettrice per l’Internazionalizzazione, Leandro Pecchia come Prorettore per la Ricerca, Bruno Vincenzi come Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Alessio Gizzi come Preside della Facoltà di Ingegneria e Chiara Fanali come Preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie per lo Sviluppo Sostenibile e One Health.

    Il Presidente Carlo Tosti ha espresso gratitudine al Rettore uscente Guglielmelli, sottolineando la fiducia nella nuova squadra e la loro capacità di proseguire la missione dell’Ateneo, caratterizzata dall’eccellenza scientifica, dalla formazione integrale e dall’impatto sociale, in linea con i valori fondativi cristiani che da sempre ispirano l’Università.

    Orientamento verso il futuro

    Con la nuova leadership, l’Università Campus Bio-Medico di Roma intende rafforzare il proprio modello integrato di ricerca, formazione e terza missione, mirando a consolidare i legami con il territorio, le istituzioni e il sistema produttivo. Il mandato del Prof. Papalia si caratterizza per una visione internazionale e interdisciplinare, focalizzata sull’innovazione e sulla crescita sostenibile dell’Ateneo, rappresentando così un progetto di continuità e sviluppo per il futuro.


    On November 1, 2025, orthopedic surgeon Rocco Papalia will become the new director of the Università Campus Bio-Medico di Roma, succeeding Prof. Eugenio Guglielmelli. Papalia, a prominent figure in orthopedic medicine with over 300 scientific publications, has spent his entire career at the university, fostering academic continuity. He currently serves as the Director of the Orthopedics and Traumatology specialization school and leads several research initiatives. Alongside Papalia, a new academic governance team has been appointed, including vice-rectors and deans focusing on various academic aspects like teaching and research. President Carlo Tosti expressed gratitude to the outgoing rector and confidence in the new leadership’s mission aimed at enhancing the university’s impact and international presence. Papalia emphasized his commitment to fostering growth and sustainable development within the institution, aligning academic excellence with its foundational Christian values.

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  • Rinosinusite con poliposi nasale: pazienti segnalano difficoltà nell’accesso a cure e centri specializzati

    Rinosinusite con poliposi nasale: pazienti segnalano difficoltà nell’accesso a cure e centri specializzati

    Il 28 ottobre 2025, a Milano, si è tenuto un incontro di grande rilevanza per i pazienti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale. Durante l’evento, organizzato da GSK, Luciano Cattani, presidente dell’Associazione Asma Grave Odv e delegato di Federasma e Allergie Odv, ha messo in luce le difficoltà che i pazienti affrontano nel ricevere le cure necessarie. Le sue dichiarazioni hanno evidenziato come l’accesso a terapie innovative e la facilità di riconoscimento della patologia siano tra i principali bisogni ancora insoddisfatti.

    Accesso alle terapie innovative

    Cattani ha sottolineato che i pazienti con rinosinusite cronica necessitano di un riconoscimento chiaro della loro condizione, oltre a un accesso semplificato ai farmaci innovativi. “È fondamentale che i medici di medicina generale siano coinvolti attivamente nel processo di informazione e indirizzamento dei pazienti verso i centri specializzati“, ha affermato. Questo approccio è essenziale per garantire che i pazienti ricevano le cure adeguate, indipendentemente dalla regione in cui si trovano. Le disparità regionali nel sistema sanitario italiano complicano ulteriormente la situazione, creando ostacoli per chi si trasferisce da una regione all’altra.

    Studio sui farmaci biologici

    L’evento ha anche visto la presentazione di uno studio condotto dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, sotto la direzione di Andrea Matucci, dirigente medico del reparto di Immunologia. Lo studio ha esaminato gli effetti del farmaco mepolizumab sui pazienti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale. Questo trattamento rappresenta una delle innovazioni più promettenti nel campo della medicina per la gestione di questa patologia. Cattani ha sollecitato una maggiore diffusione delle informazioni riguardanti queste terapie, sottolineando l’importanza della collaborazione tra associazioni e medici per raggiungere i pazienti.

    Necessità di un piano terapeutico uniforme

    Un altro punto cruciale sollevato da Cattani riguarda la necessità di un piano terapeutico uniforme per i pazienti affetti da malattie gravi. Attualmente, i pazienti che si spostano in altre regioni devono affrontare la complessità di ottenere la stessa terapia prescritta in precedenza. “Per i farmaci biologici, è indispensabile che il piano terapeutico venga rilasciato da un centro ospedaliero universitario, ma è essenziale che questo possa essere riconosciuto anche in altre regioni“, ha concluso. La richiesta di un trattamento equo per tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro posizione geografica, è un tema centrale nella lotta per i diritti dei malati.

    Il dibattito ha messo in evidenza la necessità di un cambiamento significativo nel modo in cui vengono gestite le patologie come la rinosinusite cronica, con l’obiettivo di garantire che ogni paziente possa accedere alle cure di cui ha bisogno, ovunque si trovi.


    On October 28, 2025, an important meeting in Milan focused on chronic rhinosinusitis with nasal polyps, organized by GSK. Luciano Cattani, president of the Severe Asthma Association, emphasized the challenges patients face in accessing necessary treatments. He highlighted the need for clear recognition of their condition and easier access to innovative therapies. Cattani urged for active involvement of general practitioners in guiding patients to specialized centers, stressing the impact of regional disparities in the Italian healthcare system.

    The event also featured a study by the Careggi University Hospital on the effects of mepolizumab, a promising treatment. Cattani called for broader dissemination of information about such therapies and stressed the importance of a uniform therapeutic plan across regions, especially for biologic drugs. He advocated for equitable treatment for all patients, regardless of location, underlining the urgent need for systemic changes in managing chronic conditions like rhinosinusitis.

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