Autore: salutextutti.it

  • Sanità: Ucb e Altems propongono una partecipata per un Ssn equo e sostenibile

    Sanità: Ucb e Altems propongono una partecipata per un Ssn equo e sostenibile

    Il 30 ottobre 2025, a Roma, si è tenuta una tavola rotonda intitolata “Sanità partecipata”, organizzata da Ucb e dall’Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e professionisti del settore sanitario, con l’intento di promuovere un Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) più equo e sostenibile, in grado di rispondere ai reali bisogni della popolazione.

    La discussione si è concentrata sull’importanza di coinvolgere i cittadini e le organizzazioni di pazienti nei processi decisionali riguardanti la salute pubblica. Come sottolineato dai promotori, l’iniziativa ha offerto uno spazio di riflessione per ripensare la governance della salute dal punto di vista etico, sociale, clinico ed economico. Riconoscere il ruolo dei cittadini come partner nei processi decisionali è fondamentale per orientare le risorse verso ciò che genera valore per le persone.

    Il valore della partecipazione

    Teresa Petrangolini, direttrice del Patient Advocacy Lab di Altems, ha evidenziato come la partecipazione e l’equità siano interconnesse. Secondo Petrangolini, la partecipazione attiva permette di identificare e affrontare barriere di accesso che non emergono dai dati amministrativi, come costi indiretti, tempi di attesa e disuguaglianze culturali. Il lavoro avviato durante la tavola rotonda rappresenta un primo passo verso una raccolta sistematica di spunti, che saranno successivamente elaborati in un documento da presentare in un incontro pubblico futuro.

    A fare da sfondo a questa iniziativa è il cambiamento normativo e istituzionale in corso sia in Italia che in Europa. La legge di Bilancio 2025 ha introdotto il Registro unico delle associazioni di pazienti (Ruas), un passo significativo verso il riconoscimento della rappresentanza civica nei processi decisionali. Inoltre, il disegno di legge n. 853 prevede la partecipazione regolamentata delle associazioni di cittadini e pazienti ai tavoli di consultazione in materia di salute. Sul piano europeo, il Regolamento Hta integra la voce dei pazienti in modo strutturale.

    Assistenza territoriale e co-progettazione

    Un altro tema affrontato è stato l’assistenza territoriale. Il Decreto ministeriale 77/2022 ha introdotto un modello di assistenza basato sulla prossimità e sulla creazione delle Case della comunità, dove la partecipazione dei cittadini è essenziale per tradurre i principi in pratiche organizzative efficaci. Le linee guida di Agenas del dicembre 2023 rappresentano un riferimento concreto per coinvolgere pazienti, caregiver e associazioni in tutte le fasi, dalla progettazione alla valutazione dei servizi.

    Americo Cicchetti, commissario di Agenas, ha commentato che la co-progettazione e la co-produzione di servizi sanitari rappresentano un nuovo approccio alla sanità pubblica, dove i servizi non sono più pensati “per” le persone, ma “con” le persone, promuovendo corresponsabilità e fiducia. Cicchetti ha sottolineato l’importanza di strumenti come i Patient reported outcomes (Pros) e i Patient reported experience measures (Prems) per valutare l’efficacia dei percorsi di cura e delle reti cliniche.

    Dialogo tra istituzioni e associazioni

    Durante la tavola rotonda è emersa anche la necessità per le istituzioni di sviluppare una maggiore capacità di ascolto e dialogo. Le associazioni devono essere supportate in percorsi di formazione per garantire una rappresentanza sempre più efficace. Valeria Corazza, Antonella Celano, Silvia Tonolo e Sabrina Nardi hanno concordato su tre punti chiave: co-progettare percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) e campagne per la prevenzione e la gestione delle malattie croniche; misurare sistematicamente i risultati per orientare le risorse; e ridurre i drop-out con soluzioni accessibili.

    Federico Chinni, direttore generale di Ucb, ha ribadito l’importanza del coinvolgimento attivo dei pazienti, la cui esperienza diretta rappresenta una risorsa preziosa per garantire equità nell’accesso e qualità delle cure. Ucb Pharma sostiene che il metodo “connecting healthcare” sia fondamentale per migliorare la vita delle persone con patologie croniche, attraverso lo sviluppo di terapie mirate e la co-progettazione di modelli di cura.

    Con questa iniziativa, Ucb e Altems intendono promuovere un cambio culturale, passando da una partecipazione episodica a una partecipazione integrata nella governance sanitaria.


    On October 30, 2025, a roundtable titled “Participated Health” was held in Rome, co-organized by Ucb and the Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems). The event gathered institutional representatives, scientific societies, patient associations, and healthcare professionals to advocate for a fairer and more sustainable National Health Service (Ssn). Discussions emphasized the need for citizen involvement in public health decision-making to address access barriers and health inequalities. As a first step, insights from the roundtable will contribute to a future public document.

    Key legislative changes, including the introduction of the Unified Register of Patient Associations and the regulated participation of such associations in health consultations, highlight the evolving landscape in Italy and Europe. The focus on community-based care and collaborative service design signifies a shift toward integrating patient experiences into healthcare governance. Ucb and Altems aim to foster a cultural shift from episodic to integrated participation in health decision-making.

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  • Nuovo polo dei laboratori ‘Rita Levi Montalcini’ all’Irccs Spallanzani di Roma: innovazione e tecnologia al servizio della ricerca

    Nuovo polo dei laboratori ‘Rita Levi Montalcini’ all’Irccs Spallanzani di Roma: innovazione e tecnologia al servizio della ricerca

    L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma ha annunciato un importante passo avanti nella sua attività di ricerca, grazie alla selezione del progetto vincitore del concorso internazionale per il Nuovo Polo dei Laboratori ‘Rita Levi Montalcini’. Questa iniziativa, promossa in collaborazione con l’Ordine degli Architetti e l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma, si propone di dotare l’istituto di una nuova sede moderna e tecnologicamente avanzata. L’esito del concorso è stato reso pubblico il 31 ottobre 2025, dopo un’attenta valutazione di ben 73 proposte.

    Il progetto vincitore

    Il gruppo di progettazione composto da Giacomo Tomidei (Tanaka | Tomidei) e Alessandro Garzanti è stato scelto per la qualità architettonica e per la capacità di creare un dialogo efficace tra gli spazi interni ed esterni. Il progetto si distingue per l’integrazione del verde, concepita per promuovere un ambiente laboratoriale che favorisca non solo il lavoro, ma anche momenti di socialità e interazione. La flessibilità e l’adattabilità della proposta sono evidenti nella struttura, caratterizzata da un doppio volume sfalsato che si apre su una piazza pubblica, insieme a collegamenti ipogei e aerei con l’edificio destinato all’alto isolamento. L’edificio sarà facilmente riconoscibile e si integrerà perfettamente con la sua funzione scientifica.

    Dettagli dell’intervento

    Il nuovo edificio sarà dedicato esclusivamente all’attività di ricerca, unificando i laboratori attualmente distribuiti in due padiglioni. Il progetto prevede anche il potenziamento delle strutture esistenti, come i padiglioni Baglivi e Del Vecchio, creando un polo integrato e funzionale. La riqualificazione dell’area sarà realizzata seguendo criteri di sostenibilità ambientale e paesaggistica. La nuova costruzione si articolerà su quattro piani, con un volume complessivo di circa 14.730 metri cubi e una superficie utile di 5.157 metri quadrati. Di questi, 2.185 metri quadrati saranno destinati a laboratori e servizi di supporto, mentre 1.000 metri quadrati saranno riservati ad aree verdi e spazi di relazione.

    Impatto sulla ricerca e formazione

    Il direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani, Enrico Girardi, e il direttore del Dipartimento di Epidemiologia, Ricerca Preclinica e Diagnostica Avanzata, Fabrizio Maggi, hanno sottolineato che il nuovo polo rappresenta un passo significativo verso il potenziamento delle capacità diagnostiche e di ricerca dell’istituto. Il progetto contribuirà a rendere l’attività dello Spallanzani sempre più integrata, sostenibile e tecnologicamente avanzata. Sarà anche un luogo di formazione per i giovani ricercatori, offrendo loro strumenti all’avanguardia e opportunità per diventare protagonisti della scienza futura.

    La commissione di valutazione

    La selezione dei progetti è stata effettuata da una commissione presieduta dall’architetto Giancarlo Mazzanti, nominato dall’Ordine degli Architetti di Roma. La commissione includeva anche Maurizio Simmaco, professore ordinario alla Sapienza di Roma, Fabrizio Maggi, l’architetto Mauro Lauretti dell’Istituto Spallanzani e l’ingegnere Silvia Sergio, nominata dall’Ordine degli Ingegneri di Roma. L’analisi approfondita delle proposte ha portato alla scelta di un progetto che promette di rivoluzionare l’approccio alla ricerca scientifica in Italia.


    L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma ha selezionato un progetto vincitore per il nuovo Polo dei Laboratori ‘Rita Levi Montalcini’, annunciato il 31 ottobre 2025. Il progetto, guidato da Giacomo Tomidei e Alessandro Garzanti, è stato scelto per la sua qualità architettonica e l’integrazione degli spazi verdi, creando un ambiente promozionale per il lavoro e la socialità. Il nuovo edificio, dedicato esclusivamente alla ricerca, unificherà i laboratori esistenti e includerà spazi verdi e di interazione. Con una superficie di circa 5.157 metri quadrati, aiuterà a potenziare le capacità diagnostiche e di ricerca dell’istituto, offrendo anche opportunità formative per giovani ricercatori. La commissione di valutazione, capitanata dall’architetto Giancarlo Mazzanti, ha evidenziato l’importanza del progetto per il futuro della ricerca scientifica in Italia.

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  • A Valenza (Al) i Giardini “Aldo Moro” diventano un’area sportiva digitalizzata per tutti

    A Valenza (Al) i Giardini “Aldo Moro” diventano un’area sportiva digitalizzata per tutti

    Il 30 ottobre 2025, a Valenza, in provincia di Alessandria, è stata inaugurata una nuova area verde attrezzata, i Giardini “Aldo Moro“, che ora si presenta come un moderno spazio dedicato all’attività sportiva. Questo progetto, denominato “Sport di TUTTI – Parchi“, è frutto della collaborazione tra Sport e Salute e ANCI, ed è stato ideato per promuovere il benessere della comunità attraverso l’esercizio fisico.

    Trasformazione dei giardini “aldo moro”

    I Giardini “Aldo Moro” sono stati completamente rinnovati e digitalizzati, diventando un luogo di incontro per tutti i cittadini. La nuova area è collegata in rete con altre strutture simili sparse nel territorio nazionale, creando così una rete di spazi dedicati al fitness all’aperto. Questo progetto non solo offre attrezzature per l’attività fisica, ma incoraggia anche la socializzazione e la pratica sportiva individuale o di gruppo.

    Ogni attrezzo presente nel parco è dotato di un QR Code, che consente agli utenti di accedere a tutorial di allenamento direttamente sul loro smartphone. Questo approccio innovativo permette di praticare sport immersi nella natura, contribuendo al benessere fisico e mentale degli utenti. L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di promozione della salute pubblica e dell’attività fisica come elemento fondamentale per una vita sana.

    Gestione dell’area e accessibilità

    La gestione della nuova area attrezzata sarà a carico del Comune di Valenza, che ha garantito l’apertura a tutte le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) del territorio, senza alcun limite di età. Questo approccio si basa sul principio dell’open use, che mira a rendere l’area accessibile a tutti, promuovendo l’inclusione e la partecipazione attiva della comunità.

    L’inaugurazione ha visto la partecipazione del Sindaco Maurizio Oddone, il quale ha sottolineato l’importanza di questo progetto per la città e per i suoi cittadini. Al suo fianco, Valentina Manzi, Coordinatore Regionale di Sport e Salute, ha evidenziato il valore dell’iniziativa e il suo impatto positivo sulla comunità. Presenti anche ospiti d’eccezione, come Daniele Melluccio, giovane atleta valenzano e campione di Kickboxing e Muay Thai, che ha condiviso la sua esperienza e il suo entusiasmo per il nuovo spazio dedicato allo sport.

    L’iniziativa “Sport di TUTTI – Parchi” rappresenta un passo significativo verso la promozione della salute e del benessere nella comunità di Valenza, offrendo a tutti l’opportunità di praticare sport in un ambiente stimolante e accogliente.


    Il 30 ottobre 2025, a Valenza, sono stati inaugurati i Giardini “Aldo Moro”, un moderno spazio verde attrezzato per l’attività sportiva. Questo progetto, frutto della collaborazione tra Sport e Salute e ANCI, mira a promuovere il benessere della comunità attraverso l’esercizio fisico. I giardini, completamente rinnovati e digitalizzati, fungono da centro di incontro, collegandosi a una rete nazionale di aree fitness all’aperto. Ogni attrezzo è dotato di un QR Code per accedere a tutorial di allenamento. La gestione è affidata al Comune di Valenza, garantendo accesso a tutte le associazioni sportive e promuovendo l’inclusione. Durante l’inaugurazione, il Sindaco Maurizio Oddone ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, supportata da ospiti come Daniele Melluccio, giovane campione locale. “Sport di TUTTI – Parchi” rappresenta un passo significativo verso la promozione della salute e del benessere nella comunità.

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  • Tumori: l’oncologo Di Maio illustra i dibattiti sui trattamenti per l’epatocarcinoma

    Tumori: l’oncologo Di Maio illustra i dibattiti sui trattamenti per l’epatocarcinoma

    La sinergia tra esperti di diverse aree mediche si rivela fondamentale nella lotta contro i tumori, in particolare per l’epatocarcinoma, una forma di cancro al fegato che richiede un approccio multidisciplinare. Massimo Di Maio, professore ordinario presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e membro dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione durante un evento dedicato alla sensibilizzazione sul cancro al fegato, tenutosi nel mese di ottobre 2025.

    Il ruolo della collaborazione multidisciplinare

    La gestione dell’epatocarcinoma richiede l’intervento di diversi specialisti, ognuno con competenze specifiche che contribuiscono a definire il miglior piano terapeutico per i pazienti. La natura complessa di questa malattia, che spesso si sviluppa in contesti clinici già compromessi, rende necessaria una valutazione collettiva da parte di oncologi, chirurghi, radiologi e altri professionisti della salute. Di Maio ha evidenziato come i gruppi collegiali siano diventati un elemento chiave nella moderna oncologia, permettendo di discutere e analizzare le opzioni terapeutiche in modo integrato e personalizzato.

    Questo approccio non solo migliora la qualità delle cure, ma aumenta anche le possibilità di successo nel trattamento di una malattia così insidiosa. I pazienti con epatocarcinoma spesso presentano comorbidità e condizioni preesistenti, il che complica ulteriormente la loro gestione. La collaborazione tra specialisti consente di affrontare queste sfide in modo più efficace, garantendo che ogni aspetto della salute del paziente venga preso in considerazione.

    Eventi di sensibilizzazione e informazione

    Il mese di ottobre è stato scelto per promuovere campagne di sensibilizzazione sul cancro al fegato, un’iniziativa che mira a informare il pubblico sui rischi e sull’importanza della diagnosi precoce. Durante questo periodo, vari eventi e conferenze vengono organizzati in diverse città italiane, con l’obiettivo di educare le persone sui sintomi e sulle modalità di prevenzione. La partecipazione di esperti come Massimo Di Maio è fondamentale per diffondere conoscenze e pratiche che possono salvare vite.

    Queste attività non solo aumentano la consapevolezza riguardo all’epatocarcinoma, ma incoraggiano anche i pazienti a cercare assistenza medica tempestiva. La diagnosi precoce è cruciale per migliorare le prospettive di trattamento e per affrontare la malattia in fase iniziale, quando le opzioni terapeutiche sono più efficaci.

    La collaborazione tra specialisti e le iniziative di sensibilizzazione rappresentano, quindi, due pilastri fondamentali nella lotta contro il cancro al fegato, un obiettivo condiviso che richiede l’impegno di tutti gli attori coinvolti nella salute pubblica.


    La sinergia tra esperti di diverse aree mediche è cruciale nella lotta contro l’epatocarcinoma, un tipo di cancro al fegato. Durante un evento di sensibilizzazione tenutosi a ottobre 2025, Massimo Di Maio, professore ordinario di oncologia all’Università di Torino, ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare per ottimizzare le cure. La gestione dell’epatocarcinoma richiede la collaborazione di oncologi, chirurghi e radiologi, poiché la malattia si manifesta frequentemente in pazienti con comorbidità. Questo approccio integrato non solo migliora la qualità delle cure, ma aumenta anche le probabilità di successo nel trattamento. Inoltre, le campagne di sensibilizzazione di ottobre mirano a informare il pubblico sui rischi e sull’importanza della diagnosi precoce, incoraggiando i pazienti a cercare assistenza tempestiva. La collaborazione tra specialisti e gli sforzi per aumentare la consapevolezza sono fondamentali nella lotta contro il cancro al fegato.

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  • Giancarlo Loiacono Bellavitis al Welfair della Sanità 2025: “La comunicazione etica è fondamentale per la tutela del paziente”

    Giancarlo Loiacono Bellavitis al Welfair della Sanità 2025: “La comunicazione etica è fondamentale per la tutela del paziente”

    Roma, 29 ottobre 2025 – La comunicazione etica nel campo della medicina estetica sarà un tema centrale nel discorso di Giancarlo Loiacono Bellavitis, editore di Infoestetica Mag e presidente dell’Associazione Medici e Comunicatori (ASSOMEDICOM APS). L’evento si svolgerà mercoledì 5 novembre 2025, dalle 15.30 alle 17.00, presso il Teatro della Salute all’interno della Fiera di Roma, durante la manifestazione Welfair – La Fiera della Sanità. La tavola rotonda sarà moderata dal professor Emanuele Bartoletti, presidente della SIME (Società Italiana di Medicina Estetica), e vedrà la partecipazione di figure di spicco nel settore medico e scientifico.

    La comunicazione come chiave per la tutela del paziente

    Durante il suo intervento, Bellavitis metterà in evidenza il concetto di responsabilità comunicativa all’interno della chirurgia e medicina estetica, evidenziando come la percezione pubblica di questo settore sia influenzata da eccessi mediatici e notizie sensazionalistiche.

    “Una parte della popolazione – afferma Bellavitis – desidera avvicinarsi alla chirurgia estetica, ma è spaventata da episodi di cronaca e da una rappresentazione distorta della bellezza. È importante far comprendere che la medicina estetica ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita, contribuendo al benessere generale. Questo può avvenire solo attraverso una comunicazione etica e consapevole.”

    Bellavitis sottolineerà come la comunicazione medica sia cambiata radicalmente negli ultimi dieci anni: “Un tempo, i professionisti comunicavano principalmente tramite siti web o pubblicazioni scientifiche; oggi, i social media hanno assunto un ruolo predominante. Se da un lato questi canali hanno permesso ai medici di farsi sentire, dall’altro hanno anche dato spazio a fake news, promesse irrealistiche e pubblicità fuorvianti.”

    Inoltre, Bellavitis proporrà una riflessione sul concetto di “customer journey” sanitario, spiegando che la scelta di un chirurgo avviene sempre più spesso online, seguendo dinamiche simili a quelle dell’e-commerce: “L’utente che acquista un prodotto su un sito web può trovarsi a scegliere un chirurgo plastico sui social media, affidandogli la propria vita. Comprendere questo percorso implica riconoscere il potere e la responsabilità della comunicazione.”

    ASSOMEDICOM: un ponte tra medici e comunicatori

    Fondata nel 2024 con la collaborazione di importanti figure della chirurgia plastica e ricostruttiva, ASSOMEDICOM APS ha come obiettivo principale la promozione di una comunicazione etica, tutelando sia i professionisti che i pazienti.

    “Molti medici non sono a conoscenza dei limiti imposti dalla normativa sulla pubblicità sanitaria – spiega Bellavitis – e corrono il rischio di commettere errori comunicativi che possono avere conseguenze deontologiche o legali. ASSOMEDICOM è stata creata per supportarli nella costruzione di un linguaggio corretto e per guidare i pazienti nella navigazione tra i numerosi profili presenti online.”

    Welfair 2025: un futuro sanitario tra etica e innovazione

    Il Welfair – La Fiera della Sanità, organizzato da Fiera Roma e Experience S.r.l., si svolgerà dal 4 al 7 novembre 2025 e riunirà i principali attori del settore sanitario, sia pubblico che privato. L’evento affronterà temi cruciali, dalla governance alla medicina digitale, dalla prevenzione alla longevità.

    L’intervento di Giancarlo Loiacono Bellavitis rappresenta un contributo significativo per riportare l’attenzione sulla bellezza come valore sociale, basato sulla competenza medica, la responsabilità comunicativa e la protezione del paziente.

    APPUNTAMENTO:
    Tavola rotonda sulla Medicina Estetica
    Mercoledì 5 novembre 2025, ore 15.30 – 17.00
    Teatro della Salute – Fiera di Roma, Padiglione 9
    Interviene: Giancarlo Loiacono Bellavitis, editore di Infoestetica Mag e presidente di ASSOMEDICOM APS
    Presiede: Emanuele Bartoletti, Presidente SIME


    On November 5, 2025, Giancarlo Loiacono Bellavitis, editor of Infoestetica Mag and president of the ASSOMEDICOM APS, will speak at a roundtable during the Welfair – Health Fair in Rome. The event, moderated by Emanuele Bartoletti, president of the SIME, will focus on ethical communication in aesthetic medicine. Bellavitis will address the importance of responsible communication, highlighting how media sensationalism affects public perceptions of aesthetic procedures. He aims to clarify that aesthetic medicine enhances quality of life and well-being through ethical, informed communication. Bellavitis will also reflect on the shift in medical communication over the past decade, with social media playing a dominant role, often leading to misinformation. The ASSOMEDICOM was established to promote ethical communication and support professionals in navigating advertising regulations, ensuring both patient protection and informed choices in aesthetic health. This roundtable aims to redefine beauty as a socially valuable concept grounded in medical competence and responsibility.

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  • L’Intelligenza Artificiale e la battaglia dell’internista: “Non chiamatela dottore, senza empatia non c’è medico”

    L’Intelligenza Artificiale e la battaglia dell’internista: “Non chiamatela dottore, senza empatia non c’è medico”

    La questione dell’intelligenza artificiale in medicina ha sollevato un acceso dibattito, soprattutto alla luce delle recenti affermazioni di Antonino Mazzone, specialista in medicina interna e romanziere. Durante il convegno “Sciascia e Tobino: la letteratura tra impegno sociale e cura”, tenutosi il 20 e 21 gennaio 2025 presso la Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, Mazzone ha lanciato un appello forte e chiaro: l’umanità deve rimanere al centro della cura, poiché “il paziente va ascoltato e capito, l’algoritmo non saprà mai amare”.

    Le critiche all’intelligenza artificiale

    Antonino Mazzone, originario della Sicilia e attualmente alla guida del Dipartimento medico dell’ASST Ovest Milanese a Legnano, ha espresso il suo disappunto nei confronti di definizioni come “medici artificiali”. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, lo specialista ha sottolineato come l’intelligenza artificiale (IA) non possieda né empatiacarattere, elementi imprescindibili per una vera interazione con i pazienti. “L’IA può diagnosticare e prevedere l’evoluzione di un caso clinico”, ha affermato Mazzone, “ma chi lavora con pazienti complessi sa che c’è molto di più, inclusa la dimensione emotiva”. Questo punto di vista è emerso con forza durante il suo intervento al convegno, dove ha ribadito che l’algoritmo, pur potendo essere efficiente, non può sostituire l’umanità e l’amore che un medico deve portare nella sua professione.

    Il convegno e il messaggio di Mazzone

    Il convegno, organizzato da Salvatore Nocera Bracco e sostenuto da Giuseppe Ruggeri, presidente dell’Associazione medici scrittori italiani (AMSI), ha visto Mazzone protagonista di un intervento dedicato alla comunicazione medico-paziente nell’era digitale. Qui, ha messo in evidenza come la tecnologia, pur avendo il potenziale per migliorare le pratiche mediche, non debba mai sostituire il contatto umano. Mazzone ha recentemente pubblicato un libro intitolato “Amare, nonostante tutto. Incontri ed emozioni”, in cui esplora il valore dell’amore e dell’umanità nella pratica medica.

    Prospettive future e sfide etiche

    In un articolo pubblicato nel mese di aprile 2024 sul “New England Journal of Medicine“, alcuni ricercatori israeliani hanno messo in evidenza come l’uso di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) nella pratica clinica sia imminente, con prestazioni paragonabili a quelle dei medici. Tuttavia, Mazzone ha messo in guardia contro l’adozione indiscriminata di tali tecnologie, sottolineando che, nonostante i progressi, l’IA deve ancora affrontare molte sfide. Ha citato un esperimento condotto da Alice Fanin, un’internista di Bergamo, in cui l’algoritmo ha fornito risposte imprecise a domande cliniche, evidenziando così i limiti della tecnologia.

    Il ruolo del medico e l’importanza dell’umanità

    Mazzone ha richiamato l’attenzione sulla necessità di ripristinare la relazione medico-paziente, un aspetto fondamentale che è stato compromesso dall’eccessiva digitalizzazione. Secondo il medico, l’ascolto attivo e l’empatia sono componenti essenziali della cura, che non possono essere replicate da un algoritmo. La medicina, a suo avviso, deve recuperare quello che gli anglosassoni definiscono “Medical Humanities“, elementi che vanno oltre la mera scienza e che sono vitali per la pratica clinica.

    Mazzone ha concluso il suo intervento affermando che l’umanità, che trascende la competenza scientifica, è essenziale per la professione medica. “Il medico deve amare, nonostante tutto”, ha affermato, sottolineando che la cura deve sempre essere un atto umano, capace di rispondere alle emozioni e alle esperienze dei pazienti.


    Il dibattito sull’intelligenza artificiale (IA) in medicina è stato acceso dall’intervento di Antonino Mazzone durante il convegno “Sciascia e Tobino”. Mazzone ha sottolineato l’importanza di mantenere l’umanità al centro della cura, affermando che l’IA, pur utile per diagnosi e previsioni, non può sostituire l’empatia e l’interazione umana. Criticando termini come “medici artificiali”, ha evidenziato che le emozioni e l’ascolto attivo sono essenziali per una vera relazione medico-paziente. Mazzone, direttore del Dipartimento medico dell’ASST Ovest Milanese, ha inoltre richiamato l’attenzione sulle sfide etiche legate all’uso indiscriminato della tecnologia nella pratica clinica, mettendo in luce limiti e imprecisioni degli algoritmi. Il suo messaggio pone l’accento sulla necessità di integrare le “Medical Humanities” nella medicina, affermando che l’amore e l’umanità devono sempre guidare la professione medica.

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  • Accumulo compulsivo: la disposofobia e il suo significato psicologico

    Accumulo compulsivo: la disposofobia e il suo significato psicologico

    Il fenomeno dell’accumulo compulsivo di oggetti, noto anche come disposofobia, sta emergendo come una problematica di salute mentale sempre più riconosciuta. Gli esperti avvertono che, in alcuni casi, l’accumulo eccessivo di beni può trasformarsi in una vera e propria condizione patologica. Questo disturbo, reso famoso da programmi televisivi come “Hoarding: Buried Alive” negli Stati Uniti e “Sepolti in casa” in Italia, presenta rischi significativi per la vita quotidiana delle persone coinvolte. Le informazioni sono state fornite dagli specialisti del portale “Dottore ma è vero che…?”, un’iniziativa della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri, volta a combattere la disinformazione.

    Il disturbo da accumulo: una patologia riconosciuta

    Secondo gli esperti, accumulare oggetti in modo compulsivo può essere considerato una malattia. Il disturbo da accumulo, o disposofobia, si manifesta attraverso una persistente difficoltà nel liberarsi di beni, anche di scarso valore o danneggiati. Le persone affette da questo disturbo tendono a conservare numerosi oggetti, poiché separarsene provoca un forte disagio emotivo. È importante non confondere questo disturbo con il collezionismo, che implica una raccolta intenzionale e curata di oggetti, o con l’attaccamento emotivo a beni appartenuti a persone care. Inoltre, il disordine nelle stanze dei ragazzi non è da considerarsi alla stregua di questo disturbo. L’accumulo compulsivo è stato ufficialmente riconosciuto come una patologia a sé stante nel DSM-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Pur rientrando nell’ambito dei disturbi ossessivo-compulsivi, il disturbo da accumulo è classificato separatamente a causa delle sue peculiarità.

    Identificare i sintomi dell’accumulo compulsivo

    Riconoscere i sintomi del disturbo da accumulo è fondamentale. L’Associazione degli psichiatri americani ha stilato un elenco di manifestazioni tipiche degli accumulatori compulsivi. Tra queste, si riscontrano difficoltà nel buttare via, vendere o regalare oggetti, accumulo di beni e rifiuti in spazi disordinati della casa, e un notevole tempo impiegato per spostare o cercare oggetti utili. Spesso, le persone affette da questo disturbo vivono conflitti con chi cerca di aiutarle a liberarsi del disordine e tendono a credere che qualsiasi oggetto possa avere un valore in futuro. In casi più estremi, si possono riscontrare accumuli di animali domestici. Gli psicologi hanno notato che gli accumulatori compulsivi spesso vivono isolati, hanno una vita sociale limitata e mostrano difficoltà nel prendere decisioni e gestire le emozioni, in particolare il dolore.

    Le conseguenze dell’accumulo e le terapie disponibili

    Accumularne in modo eccessivo comporta gravi conseguenze per la qualità della vita non solo dell’accumulatore, ma anche delle persone che vivono con lui. La disposofobia è associata a problemi lavorativi e a rischi per la salute e la sicurezza. Gli accumulatori, in particolare gli anziani, possono essere soggetti a cadute, contaminazioni alimentari e infestazioni di insetti o roditori. Inoltre, il disordine in cucina e in bagno può compromettere l’igiene personale e la corretta alimentazione. Per quanto riguarda le terapie, gli accumulatori seriali non conservano solo oggetti, ma anche significati affettivi, ricordi e un senso di sicurezza. Le terapie più comuni comprendono farmaci antidepressivi e, quando il paziente è disposto, la psicoterapia cognitivo-comportamentale. È fondamentale fornire anche supporto pratico per rendere l’abitazione sicura e abitabile, incoraggiando il paziente a liberarsi consapevolmente degli oggetti accumulati.


    Il fenomeno dell’accumulo compulsivo di oggetti, noto come disposofobia, sta diventando una questione di salute mentale sempre più riconosciuta. Acclarato come una patologia nel DSM-5, il disturbo si caratterizza per la persistente difficoltà di liberarsi di beni, anche di scarso valore, generando notevole disagio emotivo. Contrariamente al collezionismo, l’accumulo compulsivo non implica una raccolta intenzionale. Tra i sintomi ci sono il disordine in casa, la difficoltà nel disfarsi di oggetti e conflitti con chi cerca di aiutare. Questo disturbo ha gravi conseguenze, come rischi per la salute e compromissioni igieniche, soprattutto in anziani. Le terapie includono farmaci antidepressivi e psicoterapia cognitivo-comportamentale, ma è cruciale fornire supporto pratico per migliorare la sicurezza domestica e incoraggiare il paziente a liberarsi consapevolmente degli oggetti accumulati.

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  • “Premiazione nazionale del contest ‘Scuola Attiva’ a Pozzallo sull’educazione alimentare”

    “Premiazione nazionale del contest ‘Scuola Attiva’ a Pozzallo sull’educazione alimentare”

    Il 30 ottobre 2025, Pozzallo, una cittadina in provincia di Ragusa, ha ospitato la cerimonia di premiazione del contest nazionale “Attiviamoci con l’arcobaleno in tavola”. Questo evento ha visto trionfare l’Istituto Comprensivo “Rogasi”, che ha presentato un progetto innovativo incentrato sull’educazione alimentare.

    Un contest dedicato all’educazione alimentare

    Il contest, rivolto alle scuole italiane, ha avuto come obiettivo principale quello di sensibilizzare gli studenti sulla corretta alimentazione. Le classi del plesso “Raganzino” dell’istituto pozzallese hanno creato un video ispirato al brano musicale “L’Arcobaleno in tavola”, un videoclip coreografico che ha messo in evidenza i vantaggi del consumo di frutta e verdura. Questo approccio creativo ha reso il messaggio educativo non solo informativo, ma anche coinvolgente, permettendo ai ragazzi di apprendere divertendosi.

    La giuria nazionale, composta dai membri del Team Illumina di Sport e Salute, ha esaminato oltre 3.000 elaborati provenienti da più di 4.000 classi di 1.074 istituti scolastici in tutta Italia. Il video degli studenti di Pozzallo ha suscitato un grande entusiasmo, guadagnandosi il riconoscimento tra i migliori lavori presentati.

    La cerimonia di premiazione al cineteatro Giardino

    L’evento si è svolto presso il cineteatro Giardino, dove i giovani protagonisti del video hanno avuto l’opportunità di esibirsi di fronte a un pubblico entusiasta. Tra gli ospiti speciali, sono stati presenti due testimonial d’eccezione: Valerio Vermiglio, ex capitano della Nazionale italiana di pallavolo e vicecampione olimpico a Atene nel 2004, e Stefano Maniscalco, due volte campione del Mondo di karate. Anche la dottoressa Teresa Zompetti, Direttore della Direzione Scuola e Sostenibilità di Sport e Salute, ha partecipato all’evento, sottolineando l’importanza dell’iniziativa.

    Il momento della premiazione ha suscitato emozioni intense tra i piccoli vincitori, le insegnanti e i genitori presenti. Il Sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha espresso la sua soddisfazione per il riconoscimento ricevuto, affermando che “oggi Pozzallo è in festa”. La vittoria in un contest di tale rilevanza nazionale rappresenta un motivo di orgoglio per la comunità locale.

    Attività sportive e il futuro del progetto

    Dopo la cerimonia di premiazione, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di prendere parte a diverse attività sportive, organizzate dai tutor di “Scuola Attiva”, un progetto di Sport e Salute in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Questo programma ha come finalità quella di promuovere l’attività fisica nelle scuole primarie e secondarie di primo grado in tutta Italia. Attualmente sono in corso le adesioni per l’edizione 2025-2026, con l’intento di coinvolgere sempre più istituti e tutor.

    L’iniziativa “Attiviamoci con l’arcobaleno in tavola” rappresenta un passo importante verso la sensibilizzazione dei giovani sui temi dell’alimentazione sana e dell’attività fisica, contribuendo a formare una generazione più consapevole e attenta alla propria salute.


    On October 30, 2025, Pozzallo hosted the national award ceremony for the “Attiviamoci con l’arcobaleno in tavola” contest, won by Istituto Comprensivo “Rogasi” for their innovative project promoting healthy eating. Targeted at Italian schools, the contest aimed to raise awareness about proper nutrition. Students from the “Raganzino” classes created a captivating video inspired by the song “L’Arcobaleno in tavola,” showcasing the benefits of fruits and vegetables in a fun and engaging way. The national jury reviewed over 3,000 entries from 1,074 schools, with Pozzallo’s video standing out. The celebration at the Cineteatro Giardino featured performances and special guests, including Valerio Vermiglio and Stefano Maniscalco. Pozzallo’s mayor expressed pride in the community’s achievement. Following the awards, participants engaged in sports activities under the “Scuola Attiva” initiative, reinforcing the importance of physical activity alongside healthy eating, fostering a more health-conscious generation.

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  • Farmaci: il Report Atmp Forum annuncia 15 terapie avanzate in Italia e 13 in arrivo entro il 2027

    Farmaci: il Report Atmp Forum annuncia 15 terapie avanzate in Italia e 13 in arrivo entro il 2027

    La Lombardia e l’Emilia Romagna si confermano come le regioni più attive in Italia per quanto riguarda l’avvio di trattamenti di terapie avanzate. Nel 2025, la Sicilia ha registrato la crescita più significativa in questo settore. Questi dati emergono dall’VIII Report italiano sugli Atmp (Prodotti medicinali di terapie avanzate), presentato oggi, 15 marzo 2025, a Roma durante un evento organizzato da Cencora in collaborazione con Aifa, Iss, Sif, Università di Torino, Università del Piemonte Orientale e Uniamo. Il rapporto ha ricevuto un contributo non condizionante da parte di diverse aziende farmaceutiche, tra cui Gilead Sciences e Novartis.

    Il contesto delle terapie avanzate in Italia

    Nel 2025, sono 15 le terapie avanzate già approvate e rimborsate nel territorio italiano, con ulteriori 13 previste entro il 2027. L’Atmp Forum, fondato nel 2017, ha svolto un ruolo cruciale nel monitorare e analizzare lo stato delle terapie avanzate, offrendo una panoramica che spazia dalle sperimentazioni internazionali fino all’accesso effettivo ai trattamenti in Italia. Il report rappresenta il risultato di un anno di analisi e include iniziative come l’Atmp Sustainability Hackathon, che ha affrontato questioni di sostenibilità economico-finanziaria, e incontri virtuali del Atmp Italian Multi-Regional Network, dove sono state condivise le migliori pratiche e le sfide del settore.

    Il documento ha evidenziato un incremento di tre terapie approvate rispetto al 2024, con l’aggiunta di due terapie geniche e una cellulare. Tuttavia, l’accesso agli Atmp rimane disomogeneo tra i vari Paesi europei; la Germania continua a essere il leader con 17 terapie disponibili, mentre la Spagna si posiziona in fondo con solo 8. Queste differenze riflettono non solo le normative locali, ma anche le priorità nazionali e le capacità di investimento.

    Distribuzione regionale delle terapie avanzate

    Analizzando i dati a livello regionale, emerge una distribuzione disomogenea delle terapie avanzate. Le regioni con una popolazione inferiore, come il Trentino Alto Adige e la Sardegna, non hanno registrato trattamenti. La Lombardia si distingue per il numero di Atmp e per la spesa, che ha visto un aumento dell’82% rispetto al 2024. Il Lazio e il Veneto seguono per spesa, mentre l’Emilia Romagna, la Sicilia e il Piemonte sono in evidenza per il numero di trattamenti avviati.

    Particolare attenzione è rivolta al Sud Italia, dove la Sicilia, la Puglia e la Campania hanno più che raddoppiato la spesa, contribuendo a un generale aumento dei trattamenti e degli investimenti. Nonostante ciò, la spesa pro-capite in queste aree rimane inferiore alla media nazionale. Claudio Jommi, professore di Economia aziendale all’Università del Piemonte Orientale, ha sottolineato l’importanza di coordinare le attività e pianificare anticipatamente per garantire un accesso equo agli Atmp in tutto il Paese.

    Proposte per un futuro sostenibile

    Il rapporto include anche le proposte emerse durante l’Atmp Sustainability Hackathon, dove esperti e stakeholder hanno collaborato per definire soluzioni pratiche. Queste proposte si concentrano su modelli flessibili che rispettino le normative esistenti e favoriscano l’innovazione, assicurando al contempo l’equità nell’accesso e la sostenibilità a lungo termine. Le istituzioni sono attivamente impegnate a trovare un equilibrio tra il diritto alla cura, la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e la competitività del sistema produttivo.

    Francesco Zaffini, membro della X Commissione del Senato, ha annunciato l’intenzione di garantire un accesso tempestivo alle terapie avanzate attraverso la proposta di un disegno di legge che istituisca un Fondo nazionale sperimentale per il rimborso, basato su risultati clinici e risparmi ottenuti. Questo provvedimento punta a riformulare la spesa per gli Atmp come investimento strategico, rafforzando le capacità del Servizio sanitario nazionale e migliorando le reti cliniche e la formazione del personale.


    Lombardia e Emilia Romagna sono le regioni italiane leader nelle terapie avanzate, con un significativo incremento in Sicilia nel 2025. Questi dati emergono dall’VIII Report sugli Atmp, presentato a Roma, che indica 15 terapie già approvate e rimborsate, con altre 13 attese entro il 2027. Nonostante la crescita, l’accesso agli Atmp è disomogeneo in Europa, con la Germania al vertice con 17 terapie disponibili. In Italia, la Lombardia ha visto un aumento dell’82% della spesa, seguita da Lazio e Veneto. Nel Sud, Sicilia, Puglia e Campania hanno raddoppiato gli investimenti, anche se la spesa pro-capite resta inferiore alla media nazionale. Il report propone modelli sostenibili e un disegno di legge per un Fondo nazionale che supporti le terapie sulla base di risultati clinici, migliorando così l’accesso equo e la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.

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  • Malattie rare: le famiglie dei pazienti con Duchenne attendono il rimborso di vamorolone

    Malattie rare: le famiglie dei pazienti con Duchenne attendono il rimborso di vamorolone

    L’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) hanno approvato il vamorolone, un farmaco innovativo sviluppato da Santhera, per il trattamento di pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne (Dmd) di età pari o superiore a 4 anni. Tuttavia, al momento, il farmaco non è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. Mentre il dossier per la valutazione del prezzo e del rimborso è in fase di esame, l’associazione Parent Project aps, che rappresenta pazienti e famiglie con figli affetti da Dmd, ha organizzato un webinar per discutere la patologia, presentando le ultime evidenze e le modalità di accesso a questo nuovo trattamento.

    Il webinar di Parent Project aps

    Nelle ultime settimane, Parent Project aps ha tenuto un incontro che ha suscitato un notevole interesse tra le famiglie e i professionisti del settore. L’associazione ha sottolineato l’importanza di questo evento, che ha ricreato un “ambulatorio virtuale” per favorire il dialogo tra famiglie, pazienti, medici e altri stakeholder. Durante il webinar, gli esperti hanno trattato vari aspetti del vamorolone e dell’iter di accesso al farmaco, offrendo una sessione scientifica approfondita sul meccanismo d’azione, le evidenze cliniche e la sicurezza del trattamento.

    Il webinar è accessibile gratuitamente su YouTube e include una sezione di domande e risposte, dove le famiglie e i clinici hanno potuto discutere le questioni più rilevanti legate alla gestione della Dmd. Ezio Magnano, presidente di Parent Project, ha evidenziato come l’associazione si impegni a supportare i genitori e i pazienti, offrendo assistenza psicologica e creando reti di contatto tra le famiglie e i professionisti della salute. La promozione di eventi come questo è considerata fondamentale per migliorare la consapevolezza sulla Dmd e per facilitare l’accesso a informazioni aggiornate sulle terapie emergenti.

    La situazione attuale del vamorolone

    La Santhera ha già reso disponibile il vamorolone in alcune strutture sanitarie che hanno avviato la procedura per l’approvvigionamento. Tra i centri che hanno attivato questa procedura si trovano i centri Nemo di Milano, Ancona, Brescia e il Policlinico “G. Martino” di Messina. Altri centri stanno attualmente lavorando per attivare la disponibilità del farmaco.

    La distrofia muscolare di Duchenne è una malattia genetica rara e progressiva, legata al cromosoma X, che colpisce principalmente i maschi e si manifesta con un progressivo indebolimento dei muscoli scheletrici, respiratori e cardiaci. Questa patologia ha un impatto significativo sulla qualità della vita e sull’aspettativa di vita dei pazienti. Il vamorolone è stato progettato per avere un’azione antinfiammatoria comparabile a quella dei glucocorticoidi tradizionali, ma con un profilo di sicurezza più favorevole.

    Le prospettive future per i pazienti

    Luca Bello, professore associato di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Padova, ha spiegato che il vamorolone appartiene alla classe dei corticosteroidi e mira a mantenere l’efficacia antinfiammatoria nella Dmd, riducendo al contempo gli effetti collaterali. Inoltre, il farmaco potrebbe offrire benefici cardiometabolici. Lo studio clinico principale, Vision-Dmd, ha mostrato che il vamorolone ha un profilo di efficacia simile a quello degli steroidi tradizionali, con vantaggi significativi per la crescita e la salute ossea. Dati preliminari indicano un miglioramento nella densità ossea e una riduzione delle fratture.

    I clinici auspicano che il vamorolone possa essere reso disponibile al più presto, specialmente per i pazienti a rischio elevato di fratture o altre complicazioni. La comunità Duchenne attende con interesse l’introduzione di questo farmaco nella pratica clinica, che potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica fondamentale nella gestione della Dmd.


    L’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) e l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) hanno approvato il vamorolone, un nuovo trattamento per la distrofia muscolare di Duchenne (Dmd) per pazienti sopra i 4 anni. Attualmente, non è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre è in corso la valutazione per il prezzo e il rimborso. Parent Project aps ha tenuto un webinar per discutere la Dmd e il vamorolone, offrendo un forum per famiglie e professionisti. Il farmaco, progettato per avere un’azione antinfiammatoria simile ai glucocorticoidi, ha mostrato miglioramenti nel profilo di sicurezza ed efficacia. I centri sanitari, come quelli di Milano, Ancona e Messina, stanno avviando procedure per l’approvvigionamento del farmaco. Esperti sperano che il vamorolone diventi presto disponibile, offrendo così nuove opportunità terapeutiche per i pazienti con Dmd.

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