Autore: fornelliditalia.it

  • Panama annuncia la ripresa delle esportazioni di banane per inizio 2026

    Panama annuncia la ripresa delle esportazioni di banane per inizio 2026

    Panama si appresta a rilanciare le proprie esportazioni di banane sul mercato internazionale a partire dall’inizio del 2026. Questa notizia è stata confermata dal ministro del Commercio e dell’Industria, Julio Moltó, durante una recente conferenza stampa. Il ministro ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della multinazionale Chiquita Brands, del ministero dello Sviluppo agricolo e di altre istituzioni, con l’obiettivo di monitorare il piano di riattivazione del settore agricolo.

    Il piano di riattivazione del settore

    Moltó ha sottolineato che le attività stanno proseguendo secondo quanto stabilito nel memorandum d’intesa firmato con i partner coinvolti. Attualmente, le operazioni di pulizia delle piantagioni sono in corso, insieme al reclutamento di nuovo personale. Questo processo è cruciale per garantire che le piantagioni siano pronte per la produzione e l’esportazione.

    La prima fase del progetto prevede l’assunzione di 3.000 dipendenti, con ulteriori 2.000 posti di lavoro che verranno creati a gennaio 2026. Questi sviluppi sono parte di un accordo più ampio per garantire la sostenibilità e la competitività del settore bananiero panamense.

    Il ritorno delle banane panamensi sui mercati esteri

    “Ci aspettiamo di iniziare a esportare banane panamensi già a gennaio, il che rappresenta un’ottima notizia per il nostro paese”, ha dichiarato Moltó. Le banane sono il principale prodotto di esportazione di Panama, e il ritorno di questo prodotto sui mercati internazionali è visto come un segnale positivo per l’economia nazionale.

    Il ministro ha concluso enfatizzando l’importanza di questo rilancio per il settore agricolo e per il benessere economico della nazione, evidenziando come il lavoro congiunto tra il governo e le aziende private possa portare a risultati significativi. La ripresa delle esportazioni di banane non solo rappresenta un’opportunità di crescita, ma anche un passo importante verso la stabilizzazione del mercato agricolo panamense.

    A partire dal 2026, Panama prevede di rilanciare le proprie esportazioni di banane sul mercato internazionale, come confermato dal ministro del Commercio, Julio Moltó. È stato istituito un gruppo di lavoro che include rappresentanti della multinazionale Chiquita Brands e del ministero dello Sviluppo agricolo per monitorare il piano di riattivazione del settore agricolo. Attualmente, si stanno effettuando attività di pulizia delle piantagioni e il reclutamento di nuovo personale. La prima fase prevede l’assunzione di 3.000 dipendenti, con ulteriori 2.000 assunzioni pianificate per gennaio 2026. Il ritorno delle banane panamensi sui mercati esteri è considerato un segnale positivo per l’economia nazionale, poiché rappresenta il principale prodotto di esportazione del Paese. Moltó ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra governo e aziende per garantire la sostenibilità e la competitività del settore.

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  • Radio Bar Tirana: il locale che dal 2009 rappresenta l’eccellenza della miscelazione in città

    Radio Bar Tirana: il locale che dal 2009 rappresenta l’eccellenza della miscelazione in città

    Tirana, nel 2025, continua a evolversi con nuovi cantieri e una vivace illuminazione, ma in un angolo della capitale, il tempo sembra essersi fermato. Qui si trova il Radio Bar, un luogo che trascende la semplice definizione di bar, diventando un rifugio di ricordi e stile, con un’atmosfera che richiama il passato.

    Situazione attuale del Radio Bar

    Situato nel cuore del Blloku, un quartiere che un tempo era riservato ai gerarchi del Partito e oggi rappresenta il centro della vita notturna, il Radio Bar è aperto dal 2009. La sua presenza è un chiaro segnale che la rivoluzione può avvenire anche attraverso un semplice bancone da bar.

    Atmosfera e arredamento

    Varcare la soglia di questo locale è come entrare nella soffitta di una Tirana nostalgica. Gli arredi raccontano storie: radio d’epoca, insegne smaltate e macchine da scrivere sono disposti con cura, mentre una musica selezionata accompagna le conversazioni, creando un’atmosfera intima e accogliente. Gli arredi, privi di fronzoli, presentano dettagli che parlano di un passato vissuto. I tavoli in legno, con la loro patina, e le luci calde invitano i clienti a fermarsi per un drink, un ricordo o entrambi.

    Drink list e creazioni uniche

    La drink list è un racconto a sé stante. Oltre ai classici intramontabili come Manhattan, Negroni, Pisco Sour, Margarita e Old Fashioned, il bar offre anche creazioni uniche, come il “Mid Summer in Paradise”, un Sour floreale affumicato preparato dal head bartender Jetmir Qose, che combina ingredienti sorprendenti come il Gin Nordès e un ingrediente segreto che regala una tinta rosa.

    Storia del fondatore

    Il fondatore e proprietario, Redi Panariti, è un uomo che ha dedicato la sua vita a costruire questo locale. Incontrato il 3 novembre 2025, Redi racconta con passione la sua esperienza. Ha trascorso anni in Liguria, portando con sé l’essenza dell’Italia nel suo modo di fare. La sua affermazione, “Qui la gente torna”, sottolinea il legame emotivo che i clienti hanno con il locale. Oggetti lasciati dai clienti, come una macchina da scrivere o una tesi di laurea, testimoniano la storia condivisa tra il bar e i suoi frequentatori.

    Le origini del Radio Bar

    Il Radio Bar ha aperto le sue porte nel 2009, e Redi ricorda i primi passi con nostalgia. “Il primo anno avevamo solo cinque tavoli e tredici sedie,” spiega, “il locale era praticamente vuoto.” Nonostante le difficoltà iniziali, il bar ha iniziato a guadagnare popolarità verso la fine dell’estate, grazie alla qualità della musica e dei cocktail. “Da ottobre in poi, è cambiato tutto,” racconta Redi, notando come la clientela abbia iniziato a parlare del locale, contribuendo alla sua crescita.

    Oggi, il team del Radio Bar è composto da circa 24-25 persone, che lavorano insieme per mantenere viva l’atmosfera che ha reso il locale un punto di riferimento. Redi condivide che il suo socio originale ha intrapreso un’altra strada, ma il legame creato nei primi anni è rimasto forte. “Eravamo i primi in questo genere di locale e molti ci hanno detto che li abbiamo ispirati,” afferma, evidenziando l’impatto che il Radio Bar ha avuto sulla scena bar di Tirana.

    Il legame con i clienti

    Dopo la pandemia, il bar ha visto un cambiamento nella clientela. “I nostri primi clienti oggi hanno figli e famiglie, ma molti tornano ancora per un drink,” spiega Redi. Il legame emotivo con il locale è profondo, poiché molti clienti vivono all’estero ma tornano per rivivere i loro ricordi. La musica ha avuto un ruolo fondamentale nel successo del bar: “All’inizio, la nostra proposta musicale era diversa, solo jazz ed elettronica,” ricorda Redi, sottolineando l’importanza di creare un’identità per il locale.

    Il Radio Bar è aperto anche durante il giorno, offrendo colazioni leggere e un ambiente accogliente per i clienti. La manutenzione è un aspetto cruciale, poiché l’arredamento vintage richiede attenzione costante. “Cambiamo decine di lampadine al mese,” afferma Redi, evidenziando l’impegno necessario per mantenere il locale in perfette condizioni.

    Redi conclude con un consiglio per i giovani bartender: “Fai un drink che gradiresti tu. Assaggialo sempre.” Questo principio guida il suo lavoro e garantisce che ogni cocktail servito sia di alta qualità.

    Il Radio Bar non è solo un luogo dove bere, ma un pezzo di storia e di vita per chiunque vi metta piede. Con il suo arredamento unico e il forte legame con i clienti, continua a essere un punto di riferimento a Tirana, un luogo dove i ricordi si intrecciano con il presente.

    Nel 2025, Tirana si trasforma con nuovi sviluppi, ma il Radio Bar, situato nel vivace quartiere del Blloku, rimane un rifugio di nostalgia. Fondato nel 2009 da Redi Panariti, il bar ha evoluto la sua offerta da umili origini, affermandosi come punto di riferimento nella vita notturna. La sua atmosfera accogliente, arricchita da arredi vintage come radio d’epoca e macchine da scrivere, invita a un’esperienza intima.

    Il menu offre cocktail classici, accanto a creazioni innovative come il “Mid Summer in Paradise”. Redi racconta il legame emotivo dei clienti, molti dei quali tornano per i ricordi condivisi, nonostante i cambiamenti post-pandemia. Il team del bar si dedica a mantenere l’atmosfera originale, con un forte impegno nella cura degli arredi. Il Radio Bar non è solo un luogo di svago, ma una parte fondamentale della storia di Tirana, dove i ricordi si fondono con il presente.

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  • I vini del Lazio: un weekend dedicato alle eccellenze locali

    I vini del Lazio: un weekend dedicato alle eccellenze locali

    Il 29 e 30 novembre 2025 si svolgerà “I Migliori Vini del Lazio”, una manifestazione dedicata alla celebrazione dei vini della regione. L’evento avrà luogo presso Villa Mondragone, situata a Monte Porzio Catone, in provincia di Roma. L’iniziativa è promossa da Luca e Francesca Romana Maroni e gode del patrocinio della Regione Lazio e del comune di Monte Porzio Catone.

    Dettagli dell’evento

    Durante la giornata di sabato 29 novembre, le aziende vinicole partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione, in un contesto che vedrà la presenza di figure significative del panorama politico locale. Questo momento sarà anche un’opportunità per raccontare le bellezze storiche e paesaggistiche di Monte Porzio Catone, un territorio noto per la sua ricca tradizione vinicola. L’evento non si limiterà alla semplice degustazione, ma offrirà anche un’importante occasione di networking tra produttori e appassionati del settore vitivinicolo.

    Degustazioni e specialità locali

    La serata di domenica 30 novembre sarà caratterizzata da una selezione di vini pregiati, ma non mancherà l’occasione di assaporare “le serpette”, dolci tipici di Monte Porzio Catone, riconoscibili per la loro particolare forma a “S”. Questi dolci rappresentano una parte importante della tradizione gastronomica locale e saranno un complemento perfetto per i vini in degustazione.

    Collaborazioni e iniziative speciali

    Un momento saliente dell’evento sarà “Il Vino al tempo dei Borghese”, una collaborazione con il Museo del Vino. Questo appuntamento offrirà ai partecipanti l’opportunità di scoprire le antiche produzioni vinicole della zona, approfondendo la storia e la cultura legate al vino nel Lazio. Attraverso questa iniziativa, gli organizzatori intendono valorizzare non solo i prodotti vinicoli, ma anche il patrimonio culturale e storico della regione.

    La manifestazione rappresenta un’importante occasione per gli amanti del vino e per chi desidera conoscere meglio il patrimonio enologico del Lazio, un settore in continua crescita e apprezzato a livello nazionale e internazionale.

    Il 29 e 30 novembre 2025 si terrà “I Migliori Vini del Lazio” presso Villa Mondragone a Monte Porzio Catone, Roma. L’evento, organizzato da Luca e Francesca Romana Maroni, è patrocinato dalla Regione Lazio e dal comune locale. Sabato 29, le aziende vinicole riceveranno attestati di partecipazione in una giornata che prevedrà la presenza di figure politiche e momenti dedicati alla promozione delle bellezze storiche della zona. Oltre alle degustazioni, ci sarà opportunità di networking tra produttori e appassionati. Domenica 30, i partecipanti potranno assaporare vini pregiati insieme ai dolci tipici locali, le “serpette”. Un’importante iniziativa sarà “Il Vino al tempo dei Borghese”, in collaborazione con il Museo del Vino, che esplorerà la storia e la cultura vinicola della regione. L’evento è un’opportunità per conoscere e apprezzare il patrimonio enologico del Lazio, in crescita a livello nazionale e internazionale.

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  • Masaf, la fragola della Basilicata riceve il prestigioso riconoscimento Igp

    Masaf, la fragola della Basilicata riceve il prestigioso riconoscimento Igp

    La Fragola della Basilicata ha ottenuto ufficialmente il riconoscimento nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP), portando a 896 il numero totale di denominazioni italiane registrate. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha comunicato la notizia attraverso una nota stampa, sottolineando l’importanza di questo traguardo per il settore agricolo italiano. “Si tratta di un risultato fortemente voluto, che testimonia la qualità e la riconoscibilità delle produzioni agricole italiane”, ha dichiarato Lollobrigida, evidenziando come ogni nuova registrazione rappresenti un passo avanti nella valorizzazione del lavoro dei produttori.

    Il ministro ha messo in risalto il legame tra il territorio e la filiera, specificando che nel caso della Fragola della Basilicata, questo legame è particolarmente evidente. La combinazione di un clima mite, una buona esposizione solare e terreni fertili nel Metapontino crea le condizioni ideali per una coltivazione di alta qualità.

    Il valore delle indicazioni geografiche italiane

    Con l’inclusione della Fragola della Basilicata nel registro IGP, l’Italia si conferma come leader in Europa per il numero di prodotti tutelati. Le indicazioni geografiche italiane non solo rappresentano un patrimonio culturale e gastronomico, ma hanno anche un impatto significativo sull’economia. Il comparto delle indicazioni geografiche vale oltre 20 miliardi di euro nella produzione e genera più di 11 miliardi di euro in esportazioni, contribuendo così a sostenere la competitività del Made in Italy agroalimentare.

    Questa nuova registrazione non solo valorizza il prodotto, ma offre anche opportunità per i produttori locali di accedere a mercati più ampi, aumentando la loro visibilità e riconoscibilità. La protezione delle indicazioni geografiche è fondamentale per preservare le tradizioni e le pratiche agricole locali, garantendo al contempo la qualità e l’autenticità dei prodotti.

    Il riconoscimento della Fragola della Basilicata come IGP rappresenta un ulteriore passo nella lunga storia di valorizzazione dei prodotti tipici italiani, un processo che continua a rafforzare l’immagine dell’Italia nel panorama internazionale. La qualità delle produzioni agricole italiane, supportata da una forte identità territoriale, è un elemento chiave per il futuro del settore.

    La Fragola della Basilicata ha ufficialmente ottenuto il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta (IGP), portando a 896 il totale delle denominazioni italiane registrate. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza di questo traguardo per il settore agricolo, evidenziando la qualità e la riconoscibilità delle produzioni italiane. La registrazione mette in luce il legame tra territorio e filiera, con il Metapontino che offre condizioni ideali per la coltivazione delle fragole. L’Italia si conferma così leader europeo in questo ambito, con un valore del settore delle indicazioni geografiche che supera i 20 miliardi di euro. Questo riconoscimento non solo valorizza il prodotto, ma offre opportunità ai produttori locali di accedere a mercati più ampi e aumentare la loro visibilità. La protezione delle indicazioni geografiche è fondamentale per preservare le tradizioni e garantire la qualità dei prodotti, rafforzando l’immagine dell’Italia nel panorama internazionale.

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  • Per il 52% degli italiani, l’autentica ospitalità si esprime con il benvenuto enogastronomico

    Per il 52% degli italiani, l’autentica ospitalità si esprime con il benvenuto enogastronomico

    Per il 52% degli italiani, la vera essenza dell’ospitalità non si misura attraverso stelle o servizi, ma si manifesta con un caloroso benvenuto enogastronomico. Questa è la conclusione di una recente indagine condotta da YouGov per Airbnb, la piattaforma online che mette in contatto chi cerca alloggi con proprietari di case disponibili per affitti brevi e medi. La ricerca è stata effettuata in occasione della prima edizione de I Maestri dell’Accoglienza, un riconoscimento che Airbnb conferisce a sei host italiani, selezionati per rappresentare i valori dell’ospitalità. Le località premiate includono Marino (Lazio), il Lago di Como, Cisternino (Puglia), Moena (Trentino), Montelupo Fiorentino (Toscana) e Scopello (Sicilia).

    Risultati dell’indagine sull’accoglienza

    L’indagine ha rivelato che il gesto di accoglienza più apprezzato è la stretta di mano, scelta dal 63% degli intervistati. Seguono un’atmosfera familiare (58%), il benvenuto enogastronomico (52%) e il profumo del caffè appena fatto (46%). Quando si parla di località più accoglienti, i piccoli borghi emergono come simboli del benvenuto italiano, con il 47% delle preferenze, in netto contrasto con le grandi città, ferme al 9%. In Puglia, questo primato raggiunge addirittura il 60%.

    Caratteristiche dell’ospitalità in Italia

    Lo studio evidenzia come l’ospitalità assuma forme diverse da Nord a Sud. Nel centro-sud Italia, l’accoglienza è caratterizzata da una forte convivialità, con il 68% degli intervistati che la descrive così. L’odore del sugo in cottura è considerato un elemento imprescindibile per il 51% degli italiani del sud, un valore ben superiore alla media nazionale del 42%. Frasi come “Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure” sono molto apprezzate, con il 34% dei siciliani e il 35% dei pugliesi che le considerano un invito a sentirsi come a casa. Al contrario, al Nord, l’approccio è più riservato: in Lombardia, il motto prevalente è “Fai come fossi a casa tua” (16%), mentre in Trentino-Alto Adige (circa 10%) si preferisce un approccio più formale, con espressioni come “Ti lascio tutto pronto, goditi il soggiorno”.

    Secondo un’indagine YouGov per Airbnb, il 52% degli italiani ritiene che l’autentica essenza dell’ospitalità si esprima attraverso un caloroso benvenuto enogastronomico piuttosto che con stelle o servizi. Questa ricerca, realizzata in occasione della prima edizione de “I Maestri dell’Accoglienza”, premia sei host italiani rappresentativi dei valori dell’ospitalità, provenienti da varie località come il Lago di Como e Scopello. Il gesto di accoglienza più apprezzato è la stretta di mano (63%), seguito da un’atmosfera familiare (58%) e il profumo del caffè (46%). I piccoli borghi sono considerati i luoghi più accoglienti (47%), specialmente in Puglia (60%). L’indagine rivela differenze regionali: nel centro-sud, l’ospitalità è caratterizzata da convivialità, con il 68% degli intervistati che la descrive così, mentre al Nord prevale un approccio più riservato, con frasi formali come “Fai come fossi a casa tua”.

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  • Il Nippon Bar Experience al Nite Kong: il bartending giapponese in scena a Roma

    Il Nippon Bar Experience al Nite Kong: il bartending giapponese in scena a Roma

    La tradizione del bartending giapponese si fa strada a Roma grazie a un’iniziativa che unisce eleganza, ospitalità e maestria tecnica. Il Nite Kong, il lato oscuro del noto Drink Kong, ospita The Nippon Bar Experience, un ciclo di otto serate mensili che celebra i grandi maestri della mixology giapponese. Questo progetto è frutto dell’esperienza di Patrick Pistolesi, il quale, attraverso anni di viaggi e incontri in Giappone, ha deciso di portare nella Capitale un pezzo dell’autentica cultura nipponica.

    Il primo appuntamento

    Ogni bartender coinvolto in questo evento porta con sé un bagaglio unico, ma tutti condividono l’inconfondibile stile della mixology giapponese, caratterizzato da un rigoroso approccio tecnico, un’eleganza innata e un profondo senso dell’ospitalità. Il primo appuntamento si è tenuto il 30 ottobre 2025 con Tsunetaka “Tsune” Imada, proveniente dall’Angel’s Share di New York, mentre il successivo incontro del 6 novembre vedrà protagonista Takuma Watanabe, bartender di Tokyo, attualmente bar manager presso lo stesso Angel’s Share.

    Il curriculum di Takuma Watanabe

    Takuma Watanabe ha un curriculum impressionante. Oltre alla sua posizione di prestigio, ha fondato anche il Martiny’s, che si colloca al 75° posto nella classifica The World’s 50 Best Bars, e ha aperto L’Americana, un bar di ispirazione italiana, oltre al jazz bar Midnight Blue. La sua filosofia si basa sul concetto di shokunin, un termine giapponese che descrive un artigiano che ha raggiunto l’eccellenza nella propria professione. Watanabe è stato riconosciuto come Bartender of the Year agli Spirits Business Awards nel 2024, confermando la sua reputazione nel settore.

    Le serate di The Nippon Bar Experience

    Durante la serata del 6 novembre, Takuma presenterà tre cocktail signature: il Melon Cream Soda, l’Olive & Honey Vesper e il Seaside Harmony, ognuno con ingredienti selezionati che riflettono la sua abilità e creatività. Le serate di The Nippon Bar Experience sono aperte al pubblico, con accesso libero dalle 21.30 fino all’01.00, e offrono l’opportunità di degustare le creazioni dell’ospite, mentre Patrick Pistolesi supervisiona l’evento.

    I prossimi appuntamenti

    Il ciclo di eventi continua con un appuntamento mensile dopo la serata con Takuma Watanabe. A dicembre, il bar manager Satoshi Sugiura di El Lequio a Okinawa porterà la sua esperienza, mentre a gennaio 2026 sarà la volta di Shuichi Nagatomo, un veterano della mixology giapponese e fondatore di Bar Oscar a Fukuoka.

    Febbraio vedrà la partecipazione di Rogério Igarashi Vaz, che unisce le sue origini brasiliane alla cultura nipponica, mentre a marzo sarà presente Hidetsugu Ueno, uno dei bartender più noti al mondo, con il suo Bar High Five a Tokyo. Ad aprile, Akihiro Sakoh, fondatore di Sakoh Bar a Ginza, porterà la sua esperienza, seguito a maggio da Yasuhiro Kawakubo, direttore dei bar dell’hotel Tokyo Edition a Ginza, noto per la sua reinterpretazione del concetto di punch.

    Il costo per drink è di 18 euro, e le prenotazioni possono essere effettuate sulla piattaforma dedicata.

    A Roma, il Nite Kong ospita “The Nippon Bar Experience”, un evento che celebra la tradizione giapponese del bartending con otto serate mensili. Fondato da Patrick Pistolesi, l’iniziativa riunisce rinomati bartenders per offrire un assaggio dell’autentica cultura nipponica. Il primo appuntamento, il 30 ottobre 2025, ha visto protagonista Tsunetaka “Tsune” Imada, seguito il 6 novembre da Takuma Watanabe, bartender di Tokyo e fondatore di Martiny’s, apprezzato per la sua eccellenza artigianale. Durante l’evento, Watanabe presenterà tre cocktail esclusivi. Le serate sono aperte al pubblico dalle 21.30 all’01.00, con una tariffa di 18 euro per drink. I prossimi ospiti includeranno Satoshi Sugiura e Hidetsugu Ueno, confermando il prestigio dell’evento e l’impegno a portare la mixology giapponese a Roma. Prenotazioni sono disponibili su una piattaforma dedicata.

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  • Sisma in Emilia: riconosciuto il diritto al risarcimento per le produzioni casearie Dop e Igp

    Sisma in Emilia: riconosciuto il diritto al risarcimento per le produzioni casearie Dop e Igp

    La Corte Costituzionale ha confermato la legittimità della normativa contenuta nell’articolo 3, comma 1, lettera b-bis), del decreto-legge numero 74 del 2012, come convertito, che prevede il ristoro dei danni subiti dai produttori di Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) a causa del terremoto che ha colpito, nel mese di maggio 2012, le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo. La decisione è stata resa nota tramite un comunicato stampa della Consulta, con la sentenza numero 164 depositata oggi.

    Il contesto normativo e la contestazione

    Il decreto-legge 74 del 2012 è stato oggetto di contestazione da parte del Consiglio di Stato, che ha sollevato dubbi sulla conformità della norma agli articoli 3 e 41 della Costituzione. In particolare, il Consiglio di Stato ha evidenziato un trattamento differenziato riservato alle produzioni casearie Dop, che consente il ristoro solo per i danni al prodotto durante la fase di maturazione. Tale differenziazione è stata considerata ingiustificata e irragionevole, con un impatto negativo sulla libertà di iniziativa economica delle imprese escluse e una distorsione del mercato.

    In risposta a queste obiezioni, la Corte Costituzionale ha chiarito che non esiste omogeneità tra le diverse produzioni messe a confronto. La distinzione tra le produzioni casearie Dop e quelle non protette è giustificata dalla qualità e dalle caratteristiche uniche dei prodotti Dop, che sono soggetti a rigorosi controlli e sanzioni in conformità con le normative comunitarie.

    Le caratteristiche dei prodotti dop

    I prodotti Dop si distinguono per la loro qualità superiore, derivante dall’ambiente geografico di origine e dalle specifiche modalità di produzione. Questi fattori contribuiscono a costruire una reputazione solida per i prodotti, garantendo al consumatore un livello di qualità che si associa al marchio. La normativa europea mira a proteggere tali marchi, assicurando che i produttori rispettino standard elevati e che i consumatori possano fidarsi della qualità dei prodotti che acquistano.

    Il processo produttivo per ottenere la certificazione Dop è complesso e comporta costi significativi per le aziende. Solo al termine di questo processo, che include la fase di maturazione, un prodotto può essere commercializzato come Dop, poiché deve rispondere a specifiche caratteristiche legate al marchio. Questo chiarisce ulteriormente il motivo per cui la legislazione contestata è stata ritenuta necessaria.

    La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta quindi un importante riconoscimento della legittimità della normativa, sottolineando l’importanza di proteggere le produzioni di qualità e garantire un trattamento equo per i produttori colpiti da eventi calamitosi come il terremoto del 2012.

    La Corte Costituzionale ha confermato la legittimità della normativa dell’articolo 3, comma 1, lettera b-bis), del decreto-legge numero 74 del 2012, che prevede un risarcimento per i produttori di prodotti Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) danneggiati dal terremoto del maggio 2012 in alcune province italiane. La decisione, annunciata tramite il comunicato stampa della Consulta e relativa alla sentenza numero 164, rispondeva a dubbi espressi dal Consiglio di Stato circa la conformità della norma agli articoli 3 e 41 della Costituzione. La Corte ha giustificato il trattamento differenziato per le produzioni Dop, sottolineando le loro caratteristiche uniche e la qualità garantita da rigidi controlli. Questo riconoscimento evidenzia l’importanza di tutelare produzioni di qualità e garantire equità ai produttori colpiti da calamità naturali, sostenendo la reputazione dei prodotti tipici.

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  • Tartufi: il Piemonte avvia un piano di salvaguardia per il futuro

    Tartufi: il Piemonte avvia un piano di salvaguardia per il futuro

    La Regione Piemonte sta investendo nella tutela e nello sviluppo dei tartufi attraverso il progetto Tuber Next Gen 2025, un’iniziativa mirata a preservare il patrimonio tartufigeno e a valorizzare le aree rurali e forestali. Questo progetto ha come obiettivo principale l’integrazione della pianificazione territoriale e paesaggistica con quella forestale, al fine di garantire continuità a una tradizione che ha reso il Piemonte celebre a livello globale.

    Incontri nelle province produttrici di tartufo

    Il programma di Tuber Next Gen 2025 prevede una serie di incontri nelle province più vocate alla produzione del tartufo bianco. Gli eventi si svolgeranno ad Alba il 7 novembre, ad Asti e Alessandria il 14 novembre, e a Torino il 21 novembre. Queste occasioni rappresentano un’importante opportunità di confronto e condivisione tra esperti del settore, amministratori locali e produttori, tutti uniti dalla volontà di promuovere e tutelare il tartufo, un simbolo del territorio piemontese.

    Nuove carte di attitudine dei suoli

    Grazie al lavoro dell’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente), sono state redatte nuove Carte di attitudine dei suoli per la produzione tartufigena. Queste carte hanno identificato oltre 333 mila ettari di terreni con alta o media attitudine alla produzione di tartufo bianco, evidenziando un incremento del 39% rispetto alle stime precedenti. I dati mostrano che 441 Comuni sono ora considerati vocati per questa produzione, con 32 nuove classificazioni che interessano principalmente le province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino. Gli ecosistemi forestali più favorevoli per la crescita del tartufo includono querceti, saliceti e pioppeti, insieme a filari, siepi e formazioni arboree nei contesti agricoli. È importante notare che la crescente urbanizzazione e le pratiche agricole intensive hanno ridotto l’areale naturale di produzione, ma una gestione adeguata dei suoli intatti può migliorare sia la produttività che la qualità dei tartufi.

    Il valore del tartufo per il Piemonte

    Il governatore Alberto Cirio, insieme all’assessore Marco Gallo, ha messo in evidenza l’importanza del tartufo, non solo come eccellenza gastronomica, ma anche come parte integrante della storia piemontese. La sinergia tra pianificazione territoriale e gestione forestale è fondamentale per garantire la qualità del paesaggio e la sostenibilità delle risorse boschive. Con Tuber Next Gen, si intende mettere a sistema conoscenze, strumenti e strategie coinvolgendo Comuni, tecnici e operatori locali. Questa iniziativa mira a rendere la tutela del paesaggio e la valorizzazione delle risorse tartufigene una responsabilità condivisa. Investire nella pianificazione territoriale significa costruire oggi un Piemonte più resiliente, in grado di coniugare identità, sviluppo e sostenibilità per le generazioni future.

    La Regione Piemonte ha avviato il progetto Tuber Next Gen 2025 per tutelare e valorizzare i tartufi, integrando pianificazione territoriale e forestale. Il programma include incontri nei principali centri di produzione, come Alba, Asti, Alessandria, e Torino, creando spazi di confronto tra esperti, amministratori e produttori. Un importante risultato è l’elaborazione di nuove Carte di attitudine dei suoli, che hanno identificato oltre 333 mila ettari idonei per la produzione di tartufo bianco, con 441 Comuni riconosciuti per questa attività. Sebbene l’urbanizzazione e l’agricoltura intensiva abbiano ridotto l’areale naturale, una gestione sostenibile dei suoli può aumentare la qualità e la produttività dei tartufi. Questo progetto, sostenuto dal governatore Alberto Cirio, sottolinea il valore gastronomico e culturale dei tartufi e promuove una responsabilità condivisa per la loro salvaguardia e per un Piemonte più resiliente e sostenibile.

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  • Apertura del Da Vittorio Cafè alla Minerva: i Cerea sbarcano a Roma

    Apertura del Da Vittorio Cafè alla Minerva: i Cerea sbarcano a Roma

    Il taglio del nastro per il nuovo Da Vittorio Café a Roma ha avuto luogo il 4 novembre 2025, con la partecipazione del Ministro della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e della famiglia Cerea, rappresentata dalla capostipite Bruna. Durante questa cerimonia, in coincidenza con la giornata celebrativa delle Forze Armate, il banco della piccola pasticceria ha creato un tricolore che richiama la bandiera italiana, sottolineando l’importanza dell’evento.

    Francesco Cerea e l’apertura del locale

    Francesco Cerea, imprenditore bergamasco, ha commentato l’apertura del locale, che rappresenta un primo passo significativo per la famiglia nella Capitale. “Portiamo a Roma, città che amiamo profondamente, il nostro modo di intendere l’ospitalità: raffinata, gioiosa e, soprattutto, golosa”, ha affermato. Situato presso l’Orient Express La Minerva, a breve distanza dal Pantheon, Da Vittorio Café si propone come una nuova destinazione per colazioni e aperitivi, contribuendo alla valorizzazione delle eccellenze italiane da parte di Arsenale Group.

    Offerta gastronomica diversificata

    La proposta gastronomica del nuovo café include una varietà di dolci e salati, con un’attenzione particolare ai lieviti, al gelato mantecato e a dolci tradizionali come panettoni e colombe. Tra le specialità si trovano anche toast e tramezzini, oltre a un kit per preparare gli iconici paccheri ai tre sughi, che riflettono la filosofia gastronomica della famiglia Cerea, incentrata su qualità, artigianalità e calore umano. Durante l’inaugurazione, il Ministro Lollobrigida ha suggerito di includere più vino italiano, in particolare Franciacorta, per accompagnare le proposte del café, un invito accolto con entusiasmo dalla famiglia Cerea.

    Un percorso di 60 anni

    Francesco Cerea ha ripercorso la storia della famiglia, sottolineando come siano stati pionieri nel settore, a partire dagli anni Sessanta, quando il padre Vittorio organizzava eventi nelle case private. “Siamo stati i primi a credere in questo lavoro”, ha dichiarato Cerea, evidenziando l’evoluzione della loro offerta, ora più accessibile e con opzioni da asporto. Al bancone, i clienti potranno trovare i celebri cannoncini ripieni di crema, mentre la famiglia sta progettando un’offerta specifica per celebrare la città di Roma.

    Un futuro promettente

    L’apertura di Da Vittorio Café rappresenta un’importante opportunità per la famiglia Cerea, che ha in programma di espandere la propria presenza nella Capitale. “Essere qui, in un luogo così prestigioso, è per noi come la ciliegina sulla torta”, ha concluso Francesco Cerea, esprimendo l’auspicio di avviare un ristorante nella città, consolidando ulteriormente il legame tra la famiglia e Roma.

    Il 4 novembre 2025 ha avuto luogo l’inaugurazione del nuovo Da Vittorio Café a Roma, alla presenza del Ministro della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e della famiglia Cerea. Durante l’evento, in coincidenza con la giornata delle Forze Armate, è stato creato un tricolore di pasticceria per celebrare l’importanza della manifestazione. Francesco Cerea ha descritto l’apertura come un passo significativo, portando a Roma un’ospitalità raffinata e gioiosa. Situato vicino al Pantheon, il café offre una varietà di dolci e salati, enfatizzando i lieviti e i dessert tradizionali. Lollobrigida ha suggerito di includere più vino italiano nella proposta gastronomica. Francesco Cerea ha ripercorso la storia della famiglia nel settore, iniziata negli anni Sessanta, e ha manifestato l’intento di espandere la propria presenza a Roma, con l’auspicio di aprire un ristorante per consolidare ulteriormente il legame con la città.

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  • Regno Unito: nuove restrizioni per gli allevamenti a causa dell’aviaria

    Regno Unito: nuove restrizioni per gli allevamenti a causa dell’aviaria

    Il governo del Regno Unito ha emesso un’ordinanza che impone la custodia al chiuso di tutto il pollame in Inghilterra, a causa dell’incremento dei casi di influenza aviaria. Questa direttiva, comunicata dal Dipartimento dell’Agricoltura, si rivolge in particolare agli allevatori con più di 50 capi di pollame e uccelli in cattività. Tuttavia, sono previste delle eccezioni per alcune categorie, come gli uccelli da zoo. La misura si applica anche a chiunque venda o ceda uova. Nonostante l’allerta, il rischio per la salute umana è stato classificato come “basso”, e il consumo di pollame e uova, se cotti adeguatamente, è considerato sicuro.

    Focolai di influenza aviaria in Inghilterra

    Recentemente, un focolaio di influenza aviaria ha colpito un grande allevamento avicolo commerciale situato nei pressi di Uckfield, nell’East Sussex. In risposta a questa emergenza sanitaria, è stato emesso un avviso pubblico e sono state attuate misure di abbattimento per contenere la diffusione del virus tra gli animali della zona. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio, in cui tra agosto e ottobre 2025 sono stati registrati 85 focolai di influenza aviaria negli allevamenti di pollame in Europa. Di questi, 28 sono stati segnalati nell’ultima settimana di ottobre, secondo le informazioni fornite dal monitoraggio della salute animale dell’Esa.

    Il Regno Unito ha riportato sei focolai negli allevamenti di pollame e ha registrato 141 casi tra gli uccelli selvatici. Questi dati evidenziano la necessità di monitorare attentamente la situazione e di adottare misure preventive per salvaguardare la salute degli animali e, di conseguenza, quella umana. La vigilanza continua da parte delle autorità sanitarie è fondamentale per affrontare questa minaccia e garantire la sicurezza alimentare.

    Il governo del Regno Unito ha imposto la custodia al chiuso di tutto il pollame in Inghilterra a causa dell’aumento dei casi di influenza aviaria. L’ordinanza, emanata dal Dipartimento dell’Agricoltura, si rivolge principalmente agli allevatori con oltre 50 capi di pollame, mentre sono previste eccezioni per gli uccelli da zoo. Anche chi vende o cede uova è soggetto a questa misura. Nonostante l’allerta, il rischio per la salute umana è considerato “basso” e il consumo di pollame e uova ben cotti è sicuro. Recentemente, un focolaio ha colpito un grande allevamento vicino a Uckfield, portando a misure di abbattimento per contenere il virus. Tra agosto e ottobre 2025, si sono verificati 85 focolai di influenza aviaria in Europa, con il Regno Unito che ha registrato sei focolai negli allevamenti e 141 casi tra uccelli selvatici, evidenziando la necessità di vigilanza e misure preventive.

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