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Burioni abbandona i social: “Dopo dieci anni, è tempo di evolvere”

Il virologo Roberto Burioni, noto per il suo impegno nella lotta contro le fake news e la disinformazione sui vaccini, ha deciso di abbandonare la sua attività divulgativa sui social media, annunciando un cambio di rotta verso la piattaforma Substack. Questo passaggio segna la fine di un’era per Burioni, che ha dedicato oltre un decennio a comunicare la scienza e a rispondere alle critiche dei movimenti no-vax. La sua scelta, comunicata ieri, segna un nuovo inizio in un ambiente considerato più sicuro e selettivo rispetto ai social tradizionali.

Un clima di tensione

Burioni ha sottolineato come il clima sui social sia diventato “non più costruttivo”, un fattore che ha contribuito alla sua decisione di cambiare piattaforma. “Tante cose sono cambiate” negli ultimi dieci anni, ha osservato, evidenziando la necessità di un’evoluzione. L’esperto ha dichiarato di aver vissuto esperienze di violenza e minacce sui social, ma ha anche notato che nella vita reale le reazioni sono state generalmente più positive. Ricorda un episodio spiacevole avvenuto durante un premio a Frontino, un piccolo comune vicino a Pesaro, dove un frate lo ha accusato per le sue posizioni contro i no-vax. Nonostante ciò, Burioni ha ricevuto più riconoscimenti che critiche nella vita quotidiana.

L’impatto delle minacce

Il virologo ha rivelato che le minacce ricevute sui social non sono state una sorpresa per lui. “Alle minacce sono abituato”, ha affermato, raccontando di un episodio in cui ricevette una foto di un proiettile accompagnata da un messaggio inquietante riguardante sua figlia. Questo tipo di violenza, ha detto, ha reso evidente che il dialogo costruttivo è diventato sempre più difficile. Burioni ha preso atto che i suoi sforzi per divulgare informazioni scientifiche sono stati spesso ostacolati da comportamenti maleducati e aggressivi.

Una nuova fase comunicativa

Il passaggio a Substack rappresenta per Burioni un’opportunità di lavorare in un ambiente più protetto e mirato. L’esperto ha affermato che, sebbene la scelta di abbandonare i social possa sembrare una rinuncia, in realtà permette di raggiungere un pubblico più interessato e impegnato. Con un abbonamento di circa 1 euro al mese, Burioni intende attrarre lettori realmente motivati, liberandosi dal peso di dover gestire insulti e commenti distruttivi. “Mi seguirà solo chi è interessato, il che mi consentirà di fare un lavoro migliore”, ha dichiarato.

Il futuro della comunicazione scientifica

Burioni ha sempre sostenuto l’importanza della presenza degli scienziati sui social, specialmente in un’epoca in cui la comunicazione scientifica è fondamentale per contrastare la disinformazione. Tuttavia, ha riconosciuto che la situazione attuale richiede un cambiamento. “Sono convinto che una piattaforma minimamente ‘protetta’ sia un luogo più adatto per una divulgazione seria ed efficace”, ha spiegato. Con l’evoluzione dei social e l’emergere di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, Burioni crede che sia necessario adattarsi per continuare a comunicare in modo efficace.

La scelta di Burioni di trasferirsi su Substack riflette non solo un cambiamento personale, ma anche una più ampia riflessione sul futuro della comunicazione scientifica in un panorama sempre più complesso e sfidante.


Il virologo Roberto Burioni ha annunciato il suo abbandono dei social media per trasferirsi su Substack, una scelta motivata dalla crescente ostilità e aggressività dell’ambiente online. Dopo oltre dieci anni di lotta contro le fake news sui vaccini, Burioni ha deciso di cercare un spazio più sicuro e selettivo per comunicare la scienza. Ha evidenziato come il clima sui social non fosse più costruttivo, riportando anche esperienze di minacce e violenza, come quella ricevuta riguardo a sua figlia. Nonostante ciò, ha riscontrato un’accoglienza più positiva nella vita reale. Con Substack, Burioni mira a raggiungere lettori motivati, liberandosi da insulti e commenti distruttivi. Crede che una piattaforma più protetta sia essenziale per una divulgazione scientifica seria e efficace, riflettendo su come la comunicazione scientifica debba adattarsi a un panorama in continua evoluzione.

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