In Italia, le mele si confermano come il prodotto ortofrutticolo più esportato, con il Brasile che ha rapidamente scalato le classifiche, diventando uno dei mercati extra Ue più significativi. Nel 2025, il paese sudamericano ha assorbito oltre 42mila tonnellate di mele italiane. Tuttavia, il settore affronta diverse difficoltà. Una delle principali criticità riguarda il riconoscimento del marchio Bio, che in Brasile non è accettato, imponendo agli agricoltori italiani di ottenere una doppia certificazione e di rispettare clausole differenti rispetto a quelle europee.
Problemi con i protocolli fitosanitari
Un altro aspetto problematico è rappresentato dai protocolli fitosanitari. Giovanni Missanelli, direttore di Assomela, ha espresso preoccupazione a San Paolo durante la missione del Commissario Ue all’Agricoltura, Christophe Hansen. “Gli accordi di libero scambio, come il Mercosur, risultano ininfluenti per il settore ortofrutticolo, poiché la questione dei protocolli fitosanitari deve essere negoziata bilateralmente prima dell’esportazione. Questo processo può richiedere tempi lunghi e complessi, spesso non legati a reali problematiche fitosanitarie. È fondamentale che questi accordi includano clausole che facilitino l’apertura di nuovi mercati“, ha affermato Missanelli.
Rappresentanza e produzione di mele
L’Associazione Nazionale dei Produttori di Mele Italiani rappresenta circa 12mila agricoltori, grazie ai suoi associati, tra cui importanti consorzi cooperativi del Trentino-Alto Adige, generando un giro d’affari di circa un miliardo e mezzo di euro. L’Italia, nel 2024, si è attestata come il secondo produttore di mele in Europa, con una produzione di 2.248.000 tonnellate, e insieme alla Cina è il principale esportatore a livello globale, con 966mila tonnellate di prodotto fresco esportato nella stagione 2024/2025.
Collaborazioni internazionali
Attualmente, Assomela sta collaborando con le autorità italiane per elaborare nuovi protocolli con paesi come Messico, Argentina e Perù, dove i negoziati sono in corso da oltre dieci anni. L’esperienza in Brasile ha ulteriormente confermato l’eccellenza delle mele italiane, riconosciute e apprezzate in tutto il mondo.
In Italia, le mele continuano a essere il prodotto ortofrutticolo più esportato, con il Brasile che, nel 2025, ha importato oltre 42mila tonnellate. Tuttavia, il settore deve affrontare sfide significative, tra cui il riconoscimento del marchio Bio, non accettato in Brasile, costringendo gli agricoltori a ottenere doppia certificazione. Inoltre, i protocolli fitosanitari rappresentano un altro problema, poiché richiedono negoziazioni bilaterali complesse e prolungate, spesso non legate a reali problematiche. Giovanni Missanelli, direttore di Assomela, ha sottolineato l’importanza di includere clausole che facilitino l’apertura di nuovi mercati negli accordi di libero scambio. Con circa 12mila agricoltori e una produzione di 2.248.000 tonnellate nel 2024, l’Italia è il secondo produttore europeo di mele e, insieme alla Cina, il principale esportatore globale. Attualmente, Assomela collabora per sviluppare nuovi protocolli con Messico, Argentina e Perù.
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